Gaza, Msf: "A rischio la nostra presenza per le regole israeliane sulle ong". LIVE

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Le nuove misure introdotte da Israele per la registrazione delle organizzazioni non governative internazionali rischiano di privare centinaia di migliaia di persone a Gaza di cure mediche salvavita. Lo denuncia Medici Senza Frontiere. Rappresentanti di Usa, Egitto, Qatar e Turchia si sono incontrati a Miami per "far avanzare i preparativi" della seconda fase del piano di de-escalation della guerra a Gaza

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Le nuove misure introdotte da Israele per la registrazione delle organizzazioni non governative internazionali rischiano di privare centinaia di migliaia di persone a Gaza di cure mediche salvavita. Lo denuncia Medici Senza Frontiere, secondo cui le nuove disposizioni potrebbero comportare la revoca della registrazione delle ong internazionali a partire dal 1 gennaio. Infatti, la mancata registrazione impedirebbe alle organizzazioni, tra cui Msf, di fornire servizi essenziali alla popolazione di Gaza e della Cisgiordania, sostiene l'organizzazione.

Rappresentanti di Usa, Egitto, Qatar e Turchia si sono incontrati a Miami per "far avanzare i preparativi" della seconda fase del piano di de-escalation della guerra a Gaza, dopo la tregua tra Israele e Hamas scattata a ottobre. 

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"La situazione è migliorata dall’inizio della tregua – racconta padre Gabriel – ma migliorata non vuol dire che sia buona, né che la guerra sia finita. I grandi bombardamenti che duravano mesi non ci sono più, ma le esplosioni si sentono ancora, ogni giorno". L’intervista al parroco di Gaza è contenuta nel numero speciale, in distribuzione in questi giorni, che Toscana Oggi ha realizzato, per Natale, insieme al Commissariato di Terra Santa dei Frati Minori della Toscana nell’ambito della campagna di raccolta fondi "Una carezza per la Terra Santa". 

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Msf: "A rischio la nostra presenza a Gaza per le regole israeliane sulle ong" (2)

Il sistema sanitario di Gaza è ormai distrutto, e se le organizzazioni umanitarie indipendenti ed esperte perdessero la possibilità di operare, ne conseguirebbe un disastro per i palestinesi, sottolinea Msf in una nota. L'organizzazione chiede alle autorità israeliane di garantire che le ong internazionali possano continuare a operare in modo imparziale e indipendente a Gaza, sottolineando che la risposta umanitaria, già limitata, non può essere ulteriormente ridotta.    "Nell'ultimo anno, i team di Msf hanno curato centinaia di migliaia di pazienti e fornito centinaia di milioni di litri d'acqua", ha affermato Pascale Coissard, coordinatrice delle emergenze di Msf a Gaza. "Le équipe di Msf stanno cercando di ampliare le attività e supportare il sistema sanitario di Gaza, ormai distrutto. Solo nel 2025 abbiamo effettuato quasi 800.000 visite ambulatoriali e gestito più di 100.000 pazienti con trauma, e se otterremo la registrazione, intendiamo continuare a rafforzare le nostre attività nel 2026".     Msf - ricorda la nota - garantisce cure mediche salvavita su vasta scala, ma nemmeno questo è sufficiente a soddisfare le enormi esigenze della popolazione di Gaza. Solo nel 2025, con un budget di oltre 100 milioni di euro, le sue équipe hanno curato oltre 100.000 pazienti con trauma; gestito l'assistenza per oltre 400 posti letto ospedalieri; eseguito 22.700 interventi chirurgici su quasi 10.000 pazienti; effettuato quasi 800.000 visite ambulatoriali; somministrato 45.000 vaccinazioni; assistito più di 10.000 parti; fornito più di 40.000 sessioni individuali di salute mentale - e sessioni di gruppo per oltre 60.000 persone; hanno distribuito più di 700 milioni di litri d'acqua e prodotto quasi 100 milioni di litri di acqua potabile.    Per il 2026, Msf ha stanziato tra i 100 e i 120 milioni di euro per la sua risposta umanitaria a Gaza. Molti dei servizi forniti da Msf non sono disponibili altrove a Gaza a causa della distruzione del sistema sanitario.     Se Msf perdesse l'accesso alla Striscia nel 2026, a causa della decisione delle autorità israeliane, gran parte della popolazione di Gaza perderebbe l'accesso alle cure mediche essenziali, all'acqua e all'assistenza di base. Le attività di Msf aiutano quasi mezzo milione di persone a Gaza. Msf continua a cercare un dialogo costruttivo con le autorità israeliane per poter continuare ad operare. A Gaza, Msf supporta attualmente 6 ospedali pubblici e gestisce 2 ospedali da campo. Msf sostiene anche 4 centri sanitari e gestisce 1 centro di alimentazione per persone affette da malnutrizione. Msf ha recentemente aperto 6 nuovi centri di salute che forniscono cure per le ferite e altri servizi sanitari. MSF opera nei territori palestinesi occupati dal 1989.

Msf: "A rischio la nostra presenza a Gaza per le regole israeliane sulle ong"

Le nuove misure introdotte da Israele per la registrazione delle organizzazioni non governative internazionali rischiano di privare centinaia di migliaia di persone a Gaza di cure mediche salvavita. Lo denuncia Medici Senza Frontiere - tra le più grandi organizzazioni mediche attualmente operative nella Striscia - secondo cui le nuove disposizioni potrebbero comportare la revoca della registrazione delle ong internazionali a partire dal 1 gennaio. Infatti, la mancata registrazione impedirebbe alle organizzazioni, tra cui Msf, di fornire servizi essenziali alla popolazione di Gaza e della Cisgiordania, sostiene l'organizzazione.

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