Un funzionario israeliano ha affermato che Hamas non conosce la posizione di cinque dei 13 ostaggi deceduti ancora a Gaza. Il gruppo terroristico, secondo il funzionario, sta "giocando e prendendo tempo per estendere il cessate il fuoco senza raggiungere la seconda fase che richiede il disarmo". Altolà degli Usa ad Israele sull'annessione della Cisgiordania. "Non accadrà, ho dato la mia parola ai Paesi arabi", taglia corto Trump. E Netanyahu blocca la legge incriminata approvata in via preliminare dalla Knesset
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Un funzionario israeliano avrebbe affermato che Hamas non conosce la posizione di cinque dei 13 ostaggi deceduti ancora a Gaza. Il gruppo terroristico, secondo il funzionario, sta "giocando e prendendo tempo per estendere il cessate il fuoco senza raggiungere la seconda fase che richiede il disarmo".
Le fazioni palestinesi riunite al Cairo, tra cui Hamas, hanno concordato in una nota congiunta di affidare temporaneamente la gestione di Gaza a un comitato indipendente di tecnocrati, in seguito all'accordo voluto da Donald Trump.
Altolà degli Usa ad Israele sull'annessione della Cisgiordania. 'Non accadrà, ho dato la mia parola ai Paesi arabi", taglia corto Trump. "Sarebbe una minaccia alla pace", rincara il segretario di Stato Rubio in visita nella regione. E il premier Netanyahu blocca la legge incriminata approvata ieri in via preliminare dalla Knesset. Il presidente Usa rivendica, inoltre, di aver fermato 'Bibi', che altrimenti “sarebbe andato avanti per anni” a Gaza, e annuncia che si recherà nella Striscia: “C'è il board of peace, mi hanno chiesto di esserne il presidente anche se non lo volevo fare”. Vance: “Hamas sarà disarmato dalla forza internazionale”.
Gli approfondimenti:
- Piano di pace per Gaza: il testo integrale dell'accordo
- Da Oslo a Sharm el Sheik, i piani di pace degli ultimi decenni
- Chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas
- Dagli ostaggi rilasciati alle vittime, i numeri della guerra
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
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Netanyahu ordina stop iter legge su annessione Cisgiordania
Il premier israeliano ha ordinato al governo di fermare l'iter della legge sull'annessione della Cisgiordania fino a nuove disposizioni. In precedenza il ministro degli Esteri israeliano Sa'ar aveva definito il voto della Knesset "una mossa politica dell'opposizione" per "cercare di mettere in imbarazzo il governo durante la visita del vice presidente Jd Vance", mentre il presidente, Donald Trump, ha chiarito che l'annessione "non avverrà" e che perderebbe tutto il sostegno degli Usa.
Netanyahu ordina stop iter legge su annessione Cisgiordania
Vai al contenutoPerché Vance ha voluto mettere in sicurezza il cessate il fuoco a Gaza
La visita a Gerusalemme del vicepresidente Usa dovrebbe essere ufficialmente un'occasione per certificare il successo di Trump e ribadire il sostegno a Israele, ma, sebbene abbia dichiarato che "Tutto sta andando per il meglio", sembra che le ragioni del viaggio siano da ricercare altrove. Qualcosa non sta funzionando. Ecco quali sono le criticità.
Perché Vance ha voluto mettere in sicurezza il cessate il fuoco a Gaza
Vai al contenutoGaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?
Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Vai al contenutoFlotilla, Procura Roma indaga per sequestro di persona
Gli inquirenti - che procedono contro ignoti - nelle prossime settimane ascolteranno i 36 attivisti italiani che hanno preso parte alla missione per approfondire quanto cristallizzato nelle denunce in cui ipotizzano anche i reati di tentato omicidio e tortura.
Flotilla, Procura Roma indaga per sequestro di persona
Vai al contenutoSondaggio: maggioranza israeliani non vuole Netanyahu candidato
Secondo un sondaggio trasmesso da Channel 12, la maggioranza degli israeliani ritiene che il primo ministro Benjamin Netanyahu non dovrebbe candidarsi alle prossime elezioni. Il 52% degli israeliani pensa che non dovrebbe candidarsi, rispetto al 41% che pensa che dovrebbe e al 7% che non ne è sicuro.
Onu: a Gaza aperti 20 nuovi centri nutrizionali
Da quando il cessate il fuoco e' entrato in vigore, il 10 ottobre, a Gaza sono stati aperti venti nuovi centri di distribuzione alimentare. Lo ha detto l'Onu. In totale, ha aggiunto il portavoce, sono saliti a 150 i centri attivi in tutta la Striscia. Questa settimana, ha ricordato l'Onu, "i partner che lavorano nel settore della nutrizione hanno inviato alimenti terapeutici sufficienti per curare oltre 1.200 bambini affetti da malnutrizione acuta, nonche' piu' di 32 mila vasetti di pappe per bambini, destinati a migliorare la dieta per due settimane di circa 760 neonati e bambini piccoli".
Wafa: "Drone israeliano uccide due palestinesi a Gaza"
Due palestinesi sono stati uccisi stasera in un attacco con droni condotto dalle forze di occupazione israeliane nel centro di Gaza. Lo scrive la Wafa. Un drone israeliano avrebbe lanciato missili contro un gruppo di civili nei pressi della zona delle Torri Al-Qastal, a est di Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza, uccidendo due persone.
MO, Rubio in Israele per supportare piano di pace. VIDEO
MO, Rubio in Israele per supportare piano di pace | Video Sky - Sky TG24
Vai al contenutoPerché il voto sulla Cisgiordania è un problema per Netanyahu
Alla Knesset la destra religiosa ha approvato in prima lettura una risoluzione per l’annessione della Cisgiordania, sfidando apertamente il piano in 20 punti di Donald Trump. Così il voto ha scatenato reazioni durissime da Washington. La Casa Bianca e gli alleati arabi si sono detti contrari. Intanto Israele si scopre sempre più diviso al suo interno. Poi è arrivato l'altolà degli Usa ad Israele sull'annessione della Cisgiordania. 'Non accadrà, ho dato la mia parola ai Paesi arabi', taglia corto Trump.
Perché il voto sulla Cisgiordania è un problema per Netanyahu
Vai al contenutoIsraele, manifestanti provano a bloccare valico Kerem Shalom. VIDEO
In Israele un gruppo di manifestanti israeliani si è radunato vicino al valico di frontiera di Kerem Shalom nel tentativo di bloccare gli aiuti umanitari diretti a Gaza. I presenti hanno preso parte alla protesta perchè, secondo loro, Hamas ha violato le condizioni del cessate il fuoco.
Israele, manifestanti provano a bloccare valico Kerem Shalom
Vai al contenutoNetanyahu ordina stop iter legge su annessione Cisgiordania
Il premier israeliano ha ordinato al governo di fermare l'iter della legge sull'annessione della Cisgiordania fino a nuove disposizioni. In precedenza il ministro degli Esteri israeliano Sa'ar aveva definito il voto della Knesset "una mossa politica dell'opposizione" per "cercare di mettere in imbarazzo il governo durante la visita del vice presidente Jd Vance", mentre il presidente, Donald Trump, ha chiarito che l'annessione "non avverrà" e che perderebbe tutto il sostegno degli Usa.
Netanyahu ordina stop iter legge su annessione Cisgiordania
Vai al contenutoNyt, droni di sorveglianza Usa sopra Gaza
Funzionari americani e israeliani hanno dichiarato al 'New York Times' che l'esercito statunitense ha iniziato a utilizzare droni di sorveglianza sulla Striscia di Gaza negli ultimi giorni. Secondo queste fonti, l'operazione mira a garantire che sia Israele sia Hamas rispettino i termini del cessate il fuoco, da loro descritti come "fragili". Hanno aggiunto che il centro di comando americano di Kiryat Gat è responsabile dell'utilizzo dei droni e della determinazione delle loro rotte di volo.
Fonti israeliane: consegna salme potrebbe slittare a domani
Al momento non ci sono segnali che Hamas possa restituire questa sera le salme di altri due ostaggi israeliani. Lo ha riferito un funzionario israeliano all'emittente Kan, precisando che la consegna dei due corpi - notizia riportata nelle scorse ore dal Times of Israel - potrebbe slittare a domani.
Mo, Papa: "Ha più che mai bisogno di speranza, Chiese lavorino per riconciliazione"
“Senza escludere nessuna altra regione del mondo ma se c’è un paese che in questo momento ha bisogno di speranza e’ il Medio Oriente e tutti noi vorremmo essere questo segno di questa speranza”. Lo ha sottolineato il Papa parlando a braccio in inglese con le equipe sinodali. “Come Chiese - ha osservato - dobbiamo essere uniti per essere degni di speranza e vera espressione dell’amore fraterno, della cura l’uno per l’altro, specie verso chi ha perso tutto per le guerre e per l’esistenza dell’odio tra noi”. Parlando delle sfide nel Medio Oriente, Leone ha ricordato che “ci sono differenze significative tra le chiese orientali e dobbiamo rispettarle; se non ci rispettiamo non riusciamo a conoscerci a vicenda. Dobbiamo imparare che lavorando per la riconciliazione possiamo ricostruire l’ unità tra tutte le persone “.
Da questura Roma no a corteo pro Gaza
I manifestanti pro Pal dovranno restare a piazza Verdi, a Roma. Vietato dunque il corteo. Con fascia tricolore e megafono, infatti, il dirigente del sevizio ha comunicato ai manifestanti l'ordine del questore di Roma Roberto Massucci, ai sensi del Testo Unico sulle leggi di pubblica sicurezza, con cui viene "formalmente opposto divieto a qualunque spostamento dei manifestanti verso altri siti". Contestualmente, viene ordinato ai promotori, ai sensi dell'articolo 650 del codice penale, lo scioglimento della manifestazione, con l'avvertimento che, in caso di inottemperanza, lo scioglimento sara' indotto dalla forza pubblica e i responsabili deferiti all'autorita' giudiziaria. La decisione e' arrivata dopo una prima interlocuzione tra funzionari della Digos e i promotori della manifestazione. Secondo quanto ricostruito, ai manifestanti, in un primo momento, e' stato riferito che il sit-in va sciolto in piazza Verdi e che era possibile raggiungere, per un'altra manifestazione in forma statica, il parcheggio del Palasport.
Tensioni al presidio Pro Gaza a Roma, idranti in azione
Tensioni al presidio pro Palestina in corso a Roma. Idranti in azione e manganellate quando i manifestanti hanno tentato di partire in corteo, non autorizzato, verso l'Auditorium, dov'è in corso la Festa del Cinema.
Manifestanti Roma: "Corteo si muove, non accettiamo nessun divieto"
In corso le trattative tra i manifestanti che si sono dai appuntamento in piazza Verdi per mobilitarsi in sostegno di Gaza. Dagli attivisti la richiesta alle forze dell’ordine di sfilare in corteo con le bandiere. “Ci hanno permesso di passare nel bioparco senza simboli - spiegano - seguendo la logica di trattare i palestinesi come animali”. “La Questura di Roma si allinea con i diktat di Israele”, urlano dai megafoni. “Hanno paura di un movimento che dice ‘basta guerra’. Il corteo si muove - dicono - perché pretende il diritto a manifestare. Nessuno può dire che questo corteo è pericoloso. Non accettiamo nessun divieto. Vogliamo arrivare davanti all’ambasciata di Israele e alla festa del cinema”.
Hamas e altre fazioni: ok amministrazione tecnici Gaza
Hamas e le altre fazioni palestinesi, riuniti al Cairo, hanno dato via libera alla "consegna dell'amministrazione della Striscia di Gaza a un comitato palestinese temporaneo composto da 'tecnocrati' indipendenti della Striscia". Dopo un incontro con diverse fazioni palestinesi nella capitale egiziana, Hamas afferma che l'incontro e' avvenuto nell'ambito dei preparativi per tenere un "dialogo nazionale completo per proteggere il progetto nazionale e ripristinare l'unita' nazionale". "Le forze palestinesi hanno sottolineato che la fase attuale richiede una posizione nazionale unitaria e una visione politica nazionale basata sull'unita' di voce e di destino, e il rifiuto di tutte le forme di annessione e sfollamento nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme", secondo una dichiarazione di Hamas. Nella dichiarazione vengono delineati cinque punti su cui le fazioni hanno un'intesa, tra cui: 1) "sostenere e continuare ad attuare le misure dell'accordo di cessate il fuoco", tra cui la revoca del blocco e l'apertura di tutti i valichi di Gaza; 2) "consegnare l'amministrazione della Striscia di Gaza a un comitato palestinese temporaneo composto da 'tecnocrati' indipendenti della Striscia"; 3) "l'istituzione di un comitato internazionale per supervisionare il finanziamento e l'attuazione della ricostruzione della Striscia"; 4) "prendere tutte le misure necessarie per mantenere la sicurezza e la stabilita' in tutta la Striscia" e chiedere "la fine di tutte le forme di tortura e violazioni contro i prigionieri nelle carceri di occupazione"; 5) "continuare il lavoro congiunto per unificare visioni e posizioni per affrontare le sfide che la causa palestinese si trova ad affrontare".
Libano, raid di Israele nel sud contro un esponente di Hezbollah
L'esercito israeliano ha condotto nuovi attacchi nel sud del Libano, colpendo un'automobile in transito nella località di Tul, nel distretto di Nabatiye. Lo riferisce l'agenzia governativa di notizie libanese Nna, secondo cui Il conducente del veicolo e una donna sono rimasti uccisi nell'attacco, dopo che passanti e soccorritori avevano tentato di estrarli dal veicolo in fiamme. Le due vittime sono state identificate come Abbas Karaki e Hiba Shouqayr. Altre due persone sono rimaste ferite nel raid, che ha anche distrutto diverse vetrine di negozi vicini. Alcune ore dopo, l'esercito israeliano ha affermato in un messaggio pubblicato su X che Abbas Karaki era "il responsabile della logistica del fronte sud" di Hezbollah. Israele ha affermato che Karaki "supervisionava la ricostruzione delle capacità di combattimento e delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani". Hezbollah ha a sua volta emesso un comunicato rendendo omaggio al suo "martire caduto sulla via di Gerusalemme", precisando che i suoi funerali si svolgeranno sabato nel suo villaggio natale di Haruf.
Manifestazione pro Gaza a Roma, forze ordine presidiano strade accesso a Piazza Verdi
Cambiare Rotta, Usb, Potere al Popolo, sono alcune delle realtà che si stanno raggruppando in Piazza Verdi a Roma per il presidio organizzato a sostegno di Gaza. I partecipanti continuano ad arrivare, mentre vengono presidiate dalle forze dell’ordine tutte le strade di accesso alla piazza. Un’altra mobilitazione a supporto della popolazione palestinese, in questa settimana dove gli organizzatori dicono: “Continueremo a bloccare tutto fino a quando non terminerà l’occupazione di Israele”.
Fazioni palestinesi concordano comitato tecnocrati a Gaza
Le fazioni palestinesi riunite al Cairo, tra cui Hamas, hanno concordato in una nota congiunta di affidare temporaneamente la gestione di Gaza a un comitato indipendente di tecnocrati, in seguito all'accordo voluto da Donald Trump. Secondo il documento, i vari gruppi palestinesi hanno deciso di istituire un "comitato palestinese temporaneo composto da residenti tecnocrati indipendenti, responsabile della gestione dei servizi di base". I gruppi hanno concordato una strategia nazionale volta a "rivitalizzare l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) come unico rappresentante legittimo del popolo palestinese".
Pro Terra Sancta: "Oltre mille tonnellate di aiuti a Gaza"
Dall'inizio del 2025 Pro Terra Sancta ha fatto arrivare a Gaza 1.050 tonnellate di aiuti umanitari tra beni alimentari, igienici e materiali essenziali, intervenendo in una crisi che continua a colpire la popolazione civile. La distribuzione è avvenuta in collaborazione con il Patriarcato Latino di Gerusalemme e Caritas Jerusalem, con priorità alla Parrocchia Latina di Gaza City e ai quartieri circostanti. Nel pacchetto di forniture figurano 10.000 confezioni di latte in polvere per neonati, per rispondere al fabbisogno delle famiglie con bambini piccoli in una fase di grave scarsità di prodotti di base. Le operazioni di consegna sono state organizzate lungo corridoi umanitari e punti di raccolta parrocchiali, per assicurare tracciabilità e accesso alle fasce più vulnerabili. Accanto agli aiuti materiali, Pro Terra Sancta ha rafforzato il supporto psicosociale. Con "EmpowerHer Gaza", progetto realizzato insieme ad Atfaluna Society for Deaf Children, sono state coinvolte 100 ragazze, con e senza disabilità, attraverso attività di supporto psicologico, kit igienici, batterie per apparecchi acustici e sedute di logopedia volte a favorire inclusione e capacità comunicative. L'azione si estende anche fuori dal centro urbano: nei campi profughi di Deir Al-Balah sono stati avviati e ampliati percorsi di sostegno per bambini e adulti, con sessioni individuali e di gruppo per la gestione del trauma, spazi protetti per minori e orientamento alle famiglie. "L'obiettivo - spiega Pro Terra Sancta - è mitigare gli effetti a lungo termine della crisi su salute mentale, scolarizzazione e coesione comunitaria".
American Airlines riprende voli a Tel Aviv da marzo
L'American Airlines riprenderà i voli diretti da New York all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv a partire dal 28 marzo, dopo una pausa di due anni dovuta alla guerra di Israele contro Hamas a Gaza. Lo ha annunciato la compagnia aerea in una nota spiegando che i voli saranno giornalieri sulla rotta dall'aeroporto John F. Kennedy di New York, operati da Boeing 777-200ER. I biglietti saranno in vendita dal 27 ottobre.
Mo, Bonelli: "Italia sostenga appello moglie Barghouti"
"L'appello di Fadwa Barghouti al presidente americano Donald Trump per la liberazione del marito Marwan deve essere accolto con convinzione da tutte le leadership democratiche e da chi crede nella pace in Medio Oriente. Ci uniamo alla sua richiesta e chiediamo che anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sostenga apertamente questa causa". Ad affermarlo e' Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde che prosegue: "Marwan Barghouti ha sempre promosso la soluzione dei due Stati e il rispetto reciproco tra i popoli, un approccio che ha pagato caro, fino al suo arresto. Oggi, piu' che mai, la sua liberazione rappresenta un passo concreto verso la pace e il riconoscimento dello Stato palestinese". "Chiediamo al governo italiano, e in particolare al presidente del Consiglio Giorgia Meloni - prosegue Bonelli - di sostenere pubblicamente questo appello. Intervenire a favore della liberazione di Marwan Barghouti significherebbe inviare un messaggio chiaro: il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese e la ricerca di una pace duratura - conclude Bonelli - devono essere al centro della diplomazia europea e internazionale".
Amb. Peled: "Tutti premano su Hamas"
Senza una pressione diplomatica compatta su Hamas, la "fragile" tregua stabilita a Gaza e il piano siglato a Sharm el Sheikh sono a rischio. A sottolinearlo e' stato l'ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Peled, che in un'intervista all'AGI ha insistito sul ruolo chiave che la comunita' internazionale, Italia compresa, gioca a Gaza. "Si tratta di una tregua e di un accordo molto fragili. Israele e' impegnato fino in fondo ad attuarli e di fatto ha fermato i combattimenti, ha ritirato le truppe oltre la Linea Gialla, ha consentito l'ingresso di tutti gli aiuti umanitari". Purtroppo, ha spiegato, "Hamas sta facendo esattamente il contrario. Non hanno rispettato l'impegno a restituire tutti gli ostaggi - ci sono ancora 13 corpi che non sono stati consegnati - sta giustiziando palestinesi a Gaza e sta dicendo apertamente che non deporra' le armi. Non solo stanno violando la prima fase dell'accordo, ma ha annunciato che violera' anche la prossima". L'ambasciatore non si sbilancia sulle chance che il piano abbia successo. "Non e' una questione di essere ottimisti o meno, ma di essere realistici. Ben Gurion diceva che per essere realistici in Israele bisogna credere nei miracoli", ha ricordato. E "realisticamente parlando, gli Americani stanno esercitando moltissima pressione", ha sottolineando citando le visite del presidente Donald Trump, del suo vice JD Vance, del segretario di Stato Marco Rubio, dell'inviato Steve Witkoff e di Jared Kushner. "Anche i Paesi musulmani sono impegnati" oggi sul cessate il fuoco e in prospettiva sulla missione internazionale per la stabilizzazione di Gaza, tra i punti del piano Trump ma ancora solo sulla carta. "E' molto difficile convincere gli Stati Uniti o l'Italia o qualsiasi altro Paese a inviare soldati perche' nessuno vuole mettere a rischio i propri militari", ha sottolineato. "Ma se sara' fatta sufficiente pressione e finche' la comunita' internazionale restera' unita, credo che Hamas attuera' l'accordo" e si potra' andare avanti con il piano. E su questo anche all'Italia si guarda. "Abbiamo un dialogo molto importante con il governo italiano, come testimonia il piano Food for Gaza. L'Italia partecipera' alla missione europea Eubamb, che dovrebbe riaprire a giorni, con suoi Carabinieri", ha ricordato. "E' presto per discuterne, ma con gli Stati Uniti e il Consiglio internazionale che amministrera' Gaza considereremmo ovviamente con favore ogni contributo italiano alla ricostruzione.", ha assicurato. "Non spetta a Israele decidere, ma l'Italia e' un interlocutore importante, guardato con grande rispetto e apprezzamento da paesi arabi e Stati Uniti, ed e' gia' in contatto per vedere come contribuire non appena ci saranno le condizioni di sicurezza". Dalla firma dell'intesa a Sharm el Sheikh, il protagonismo di Washington e' stato innegabile mentre gli altri sponsor sono rimasti nell'ombra. Ma per l'ambasciatore Peled non e' un segnale di disimpegno. Anzi. "Gli Stati Uniti guidano il processo, ma il Qatar, la Turchia e l'Egitto sono molto presenti, dicono che vogliono un ruolo nel futuro di Gaza. Credo sia piu' una decisione tattica. Meglio avere un solo capo" ora. Solo tattica dunque e non divergenze di sostanza, e' certo l'ambasciatore. "Se si chiede ai qatarioti o ai turchi se il mondo sarebbe migliore senza Hamas, sarebbero d'accordo anche loro. E' una minaccia anche per loro. Anche se Israele puo' non piacergli, anche loro capiscono la realta' sul campo. Siamo ancora in una situazione in cui questo accordo ha la possibilita' di avere successo". Poi c'e' un altro attore di cui si parla poco: l'Autorita' nazionale palestinese. "Nonostante quello che Abu Mazen ha detto anche di recente, nessuna delle riforme necessarie sta andando avanti in alcun modo. E continuiamo a credere che l'Anp non possa svolgere un ruolo significativo a Gaza se non attua le riforme", ha ribadito Peled. Dunque il ruolo dell'Anp "e' subordinato a tre questioni fondamentali: la cancellazione dei pagamenti alle famiglie dei terroristi, lo stop all'incitamento anche nei libri di testo - e questo e' responsabilita' dell'Unione europea che pero' non sta mantenendo la promessa di controllare - e la fine dei tentativi di delegittimare Israele davanti ai Tribunali internazionali". Ovviamente Israele "ha un piano B" in caso saltasse il banco. "Ma preferiamo non parlarne. E' chiaro a tutti, e gli Stati Uniti lo hanno detto pubblicamente che, se Hamas continuera' a violare l'accordo, Israele avra' il diritto di ricorrere nuovamente ad azioni militari. Ma preferiremmo risolvere attraverso la diplomazia. E' la nostra priorita', siamo stanchi di due anni di guerra, abbiamo bisogno di calma e sicurezza per poter andare avanti", ha assicurato. E avanti bisogna guardare, secondo Peled che non ritiene al momento utile un'indagine internazionale su quanto accaduto dal 7 ottobre 2023, che sia la strage stessa o la guerra che e' seguita, come invece e' stato il caso per altri processi di pace. "A che serve? Nessuno puo' cambiare il passato, purtroppo. Non si tratta di dimenticare, ma di essere pragmatici. Dobbiamo concentrarci sul presente e sul domani. Se guardassimo al passato, dovremmo risalire a re Davide, ai nostri diritti sulla terra di Israele. Andrebbe bene per gli studiosi, ma non porterebbe pace, sicurezza e una coesistenza di due popoli". La priorita' ora, ha insistito, "e' sbarazzarci di Hamas, e lo dice anche l'Anp, e trovare un interlocutore palestinese disposto a riconoscere Israele e sedersi al tavolo per dialogare. Nessuno puo' imporre alcun tipo di Stato o accordo al di fuori delle due parti. A ora c'e' solo un attore al tavolo ed e' Israele, l'altra parte del tavolo e' vuota".
Siria: Ankara nomina ambasciatore a Damasco dopo 12 anni
La Turchia nomina un ambasciatore nella capitale della Siria Damasco colmando un vuoto di 13 anni causato dalla guerra e dalle conseguenti tensioni tra il regime di Bashar al Assad e il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan. Il ministro degli Esteri Hakan Fidan ha nominato oggi Nuh Yilmaz a capo della missione diplomatica turca in Siria. Un profilo di livello, Yilmaz e' stato a lungo il vice di Fidan. Una scelta che conferma il forte ascendente della Turchia sulla Siria del dopo Assad. L'ambasciata aveva riaperto poche settimane dopo l'8 dicembre, data della caduta del regime e della fuga in Russia di Bashar al Assad, rimasto al potere 25 anni. Una fuga che ha segnato la fine del regime del partito Baath che durava dal 1963. Lo scorso gennaio e' andato al potere nel Paese un governo di transizione guidato da Ahmed Al Sharaa.
Idf: "Ucciso leader Hezbollah in raid in Libano"
Il capo dell'unita' logistica di Hezbollah nel Libano meridionale e' stato ucciso oggi in un attacco con un drone israeliano. Lo hanno annunciato le Idf secondo cui Abbas Hassan Karki era il capo della logistica del cosiddetto Fronte Meridionale del gruppo terroristico. Negli ultimi anni ha ricoperto altri ruoli di alto livello in Hezbollah, afferma l'Idf. Karki era anche responsabile della "ricostruzione della struttura di forza dell'organizzazione e della gestione del trasferimento e dello stoccaggio di armi nel Libano meridionale", afferma l'esercito. Le sue azioni "costituiscono una violazione degli accordi tra Israele e Libano", aggiungono. Karki e' stato preso di mira mentre guidava nella citta' di Toul, nel Libano meridionale, vicino a Nabatieh, nelle prime ore di oggi.
Uil: "Già raccolti 100mila euro per la parrocchia di Gaza"
"È entrata nel vivo la raccolta di fondi della Uil nazionale da destinare alle attività umanitarie realizzate dalla Parrocchia di Gaza, per alleviare le sofferenze e gli enormi disagi della popolazione palestinese. Ad oggi, è stata già superata la cifra di 100mila euro". Lo dichiara il segretario organizzativo della Uil, Emanuele Ronzoni. "In pochissimi giorni, le strutture territoriali e le categorie della Uil si sono attivate per questo impegno di solidarietà concreta. Grazie al capillare coinvolgimento della nostra organizzazione - sottolinea Ronzoni - la risposta dei nostri dirigenti, delegati e militanti è stata davvero generosa. Dal punto di vista operativo, i fondi vengono devoluti all'associazione 'Pro Terra Santa' che, lavorando in stretto, diretto e quotidiano contatto con la Parrocchia di Gaza, conosce bene le esigenze di quella realtà e utilizza queste risorse per l'acquisto di beni strumentali o di prima necessità utili a rispondere immediatamente ai bisogni di quel territorio. Pertanto, abbiamo già destinato a loro la prima tranche di 25mila euro. La Uil - conclude - proseguirà in questo impegno, nella convinzione che sia il modo migliore, per un'organizzazione sociale come la nostra, di manifestare solidarietà e vicinanza alla popolazione palestinese".
Fazioni palestinesi: "Olp unico legittimo rappresentante popolo, no annessione"
A seguito delle loro riunioni al Cairo, le forze e fazioni palestinesi, capeggiate da Hamas e Fatah, hanno concordato di “continuare a lavorare congiuntamente per armonizzare visioni e posizioni, al fine di affrontare le sfide che minacciano la causa palestinese”. Le fazioni hanno inoltre riferito in una nota di aver deciso “la convocazione di un incontro urgente per stabilire una strategia nazionale e rilanciare l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese, in modo che rappresenti tutte le componenti del nostro popolo e le sue forze vive”. “Sottolineiamo - prosegue la nota - la necessità di sostenere e proseguire l’attuazione delle misure previste dall’accordo di cessate il fuoco, compreso il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, la revoca completa dell’assedio imposto, l’apertura di tutti i valichi e l’avvio di un processo di ricostruzione globale”. ”Affermiamo che la fase attuale richiede una posizione nazionale unitaria", prosegue il comunicato che respinge "ogni forma di annessione e sfollamento nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme".
Tregua Gaza, Usa puntano su ambasciatore Yemen per monitoraggio
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha scelto l'ambasciatore Usa in Yemen, Steven Fagin, come responsabile civile del centro di coordinamento civile-militare a Kiryat Gat, nel sud di Israele, che ha il compito di monitorare il rispetto del piano Trump per il cessate il fuoco a Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Tommy Pigott. Fagin lavorerà a fianco del tenente generale dell'esercito americano Patrick Frank, il capo militare nominato dopo il cessate il fuoco del 10 ottobre. Il Centro di coordinamento civile-militare è stato istituito a Kiryat Gat il 17 ottobre per monitorare il rispetto del cessate il fuoco e segnalare eventuali violazioni, oltre a gestire la logistica, compresa la consegna degli aiuti alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza. Nella base sono stati inviati circa 200 soldati statunitensi, che lavoreranno con soldati provenienti da Israele e da paesi europei, rappresentanti degli Emirati Arabi Uniti e della Giordania, personale delle Nazioni Unite e di gruppi umanitari. Fagin è ambasciatore degli Stati Uniti nello Yemen da maggio 2022 e prima è stato vice ambasciatore presso l'ambasciata di Washington a Baghdad. in precedenza è stato funzionario principale presso il consolato generale degli Stati Uniti a Erbil, direttore dell'Ufficio per gli affari iraniani del Dipartimento di Stato e direttore dell'Ufficio per gli affari regionali presso l'Ufficio per l'Asia meridionale e centrale del Dipartimento di Stato. Entrato in diplomazia nel 1997, ha anche lavorato a Bruxelles, Islamabad, Astana, Mostar, Minsk, Tbilisi e Il Cairo.
Italia-Arabia Saudita: Urso incontra il ministro del commercio Al-Kassabi
'Rafforzare i rapporti bilaterali tra Italia e Arabia Saudita, agevolare gli investimenti diretti esteri reciproci e potenziare le sinergie industriali e tecnologiche tra i due Paesi in segmenti ad alto valore aggiunto'. Questi i temi, come spiega una nota del Mimit, al centro dell’incontro che si è tenuto a Palazzo Piacentini tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il viceministro, Valentino Valentini, e il Ministro saudita del Commercio, Majid Al-Kassabi. “Tra Roma e Riyad esistono rilevanti affinità e complementarità nei settori industriali strategici su cui collaborare per rafforzare i rispettivi sistemi produttivi”, ha dichiarato Urso. “L’Arabia Saudita è destinata a diventare un investitore privilegiato per l’Italia, consolidando un legame sempre più strategico, come riconosciuto dalle imprese italiane che stanno rafforzando la propria presenza e le collaborazioni solide e reciprocamente vantaggiose con partner sauditi”, ha concluso. Durante il confronto il Ministro ha ricordato le collaborazioni tra le grandi aziende italiane e quelle saudite ribadendo la volontà di rafforzare le relazioni bilaterali volte ad approfondire non solo la condivisione di best practice, ma anche esplorare l’opportunità di partnership con le Pmi italiane.
Mo, Tajani ai direttori istituti italiani: "Nostra cultura della pace ci può rendere protagonisti"
“La cultura non è solo Giacomo Leopardi ma anche musica, ingegneria, architettura, cultura sportiva, abbiamo tanto da offrire e presentare: cercheremo di fare in modo che tutte le vostre iniziative vengano sponsorizzate. Faremo in modo che gli Istituti italiani di cultura siano sempre più messi in condizione di fare il massimo” come “strumenti di pace e dialogo: la cultura da sempre è un ponte anche nei Paesi in cui ci sono attriti, per favorire dialogo, anche in Paesi come Israele, la Palestina, Giordania e tutti quelli intorno al focolaio del Medioriente per esportare una cultura di pace. Noi siamo sempre stati ambasciatori di pace”. Sono le parole del ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani nel suo intervento alla sessione istituzionale degli Stati Generali della diplomazia culturale, in corso a Macerata. “La cultura della pace può essere un elemento distintivo del nostro Paese. Sono assolutamente convinto che la cultura sia un motore di crescita, il nostro immenso patrimonio è un volano di benessere e innovazione. Anche la cultura alimentare e la dieta mediterranea - sottolinea Tajani - è un modo per esprimere nostra identità culturale. Ogni settore può essere utilizzato per permettere al nostro Paese di essere protagonista”.
Primario: "Bloccare rapporti con università Israele è perdita"
"Ribadisco il mio tema: bloccare le future collaborazioni con le università israeliane è una perdita, significa perdere un'occasione, non avere più scambi. Il tavolo della scienza invece è aperto a tutti". Lo dice il professor Cesare Faldini della Prima clinica ortopedica del Rizzoli di Bologna, contattato dall'ANSA dopo i volantini con messaggi contro di lui apparsi all'istituto in seguito alla presa di posizione sulla mozione del Senato Accademico". "L'università lavora sul sapere - ha detto il primario -, Max Planck ha vissuto la sua vita professionale sotto il Terzo Reich e non era nazista. Fermi ha vinto il Nobel nel 1938 sotto il Fascismo" e se si fossero impediti i rapporti tra gli scienziati all'epoca "la scienza ci avrebbe rimesso". "Io non voglio entrare in una dinamica politica, la scienza e gli scienziati non si occupano di questo. Io mi voglio mettere al tavolo con tutti. Bologna non potrebbe essere il terreno dove uno studente israeliano e uno palestinese si trovano insieme nel nome della scienza e della ricerca medica?", domanda il chirurgo. I volantini che effetto fanno? "Alla fine si fa quello che dicono loro, io sono in perdita su questa mozione, siamo in minoranza".
Di Maio: "Concludere restituzione corpi ostaggi morti"
"Saremo protagonisti della fase 2, ma dobbiamo dirci che se esiste una fase 2 e' perche' nella fase 1 il presidente Trump, il Qatar e l'Egitto sono stati protagonisti assoluti nel raggiungere questo primo passo. Bisogna concludere la restituzione dei corpi degli ostaggi morti ma sappiamo che il grande successo di aver riportato gli ostaggi a casa e' qualcosa che un mese fa non immaginavamo". Lo dice a margine di un dibattito, a Napoli, Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell'Ue per il Golfo Persico. "Il cessate il fuoco e' solo un primo passo, sappiamo che questo piano e' molto piu' ambizioso, ha una fase 2 molto complicata - spiega Di Maio - ma nella quale l'Unione Europea sara' protagonista".
Mo, Di Maio: "Grande interesse nel Golfo per nostre imprese"
"C'e' grande interesse nel Golfo per le nostre imprese, c'e' grande interesse per i nostri manager, per le capacita' dei nostri lavoratori. Dobbiamo solo dismettere un'idea, che abbiamo avuto per tanti anni, che i nostri amici arabi venissero qui a investire i loro soldi". Lo dice a margine di un dibattito, a Napoli, Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell'Ue per il Golfo Persico. "Loro cercano partnership per coinvestire qui, ma soprattutto per sviluppare i loro programmi domestici, che sono impressionanti, nella digitalizzazione, nella costruzione di nuove infrastrutture, nel turismo, nell'hospitality, in tutto il settore che riguarda l'AI, che riguarda le energie rinnovabili", aggiunge.
Idf: "Ucciso capo logistica Hezbollah nel sud del Libano"
Le forze israeliane (Idf) annunciano di aver ucciso il capo dell'unità logistica di Hezbollah nel sud del Libano in un raid di un drone nella zona di Toul, nell'area di Nabatiye. I militari, riferisce il Times of Israel, indicano "Abbas Hassan Karki" come il numero uno della logistica del "Fronte Sud" e precisano che negli anni ha ricoperto diversi ruoli all'interno del gruppo. E' accusato di aver "guidato e promosso il lavoro per ricostruire" le capacità di combattimento di Hezbollah nel sud del Libano, di attività che costituivano "una violazione delle intese tra Israele e Libano".
Annunziata: "Non vado in Israele con Pe, deciso con il Pd"
"Ho deciso di non partecipare ad una missione della delegazione del Parlamento europeo in Israele su invito della Knesset prevista per la settimana prossima. La recente approvazione della legge per l'annessione della Cisgiordania ed i continui e indiscriminati attacchi alle Nazioni Unite dimostrano che il Parlamento israeliano non è pronto per parlare di pace. Questa decisione è stata presa concordemente con il Pd a livello nazionale". Lo dichiara la parlamentare europea del Pd Lucia Annunziata.
Di Maio: "Ue protagonista Fase 2, concludere restituzione corpi"
"Il 'cessate il fuoco' è solo un primo passo, sappiamo che questo piano è molto più ambizioso, ha una fase 2 molto complicata, ma nella quale l'Unione europea sarà protagonista". E' quanto detto da Luigi Di Maio, rappresentante speciale dell'Ue per il Golfo, sullo scenario a Gaza, a margine del suo intervento a un forum de Il Mattino a Napoli. "Bisogna concludere la restituzione dei corpi degli ostaggi morti, ma sappiamo che il grande successo di aver riportato gli ostaggi a casa è qualcosa che un mese fa non immaginavamo", ha chiuso Di Maio.
Onu: "Detriti Gaza pesano 170 volte Empire State Building"
Dopo due anni di guerra, Gaza e' sepolta sotto oltre 61 milioni di tonnellate di detriti e tre quarti degli edifici sono stati distrutti, una quantita' che equivale a quasi 170 volte il peso dell'Empire State Building di New York. Il paragone emerge da un'analisi dell'Onu riportata Dal Time of Israel. Secondo l'analisi satellitare del programma Unosat delle Nazioni Unite, all'8 luglio 2025 l'esercito israeliano aveva danneggiato o distrutto quasi 193.000 edifici nel territorio densamente popolato, pari a circa il 78% delle strutture esistenti prima dell'inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023. In una valutazione delle immagini del 22-23 settembre di Gaza City, l'agenzia delle Nazioni Unite stima che una percentuale ancora maggiore - l'83% - degli edifici sia stata danneggiata o distrutta. Il totale di 61,5 milioni di tonnellate di detriti, pari a oltre 169 chilogrammi di detriti per ogni metro quadrato del territorio di Gaza. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), quasi due terzi dei detriti sono stati prodotti nei primi cinque mesi di guerra. Anche la distruzione degli edifici si e' accelerata nei mesi precedenti l'attuale cessate il fuoco. Otto milioni di tonnellate di detriti sono stati prodotti da aprile a luglio 2025, principalmente nella parte meridionale del territorio tra Rafah e Khan Yunis. Un'analisi preliminare pubblicata dall'UNEP ad agosto ha avvertito che i detriti rappresentano un grave rischio per la salute della popolazione esposta. L'agenzia delle Nazioni Unite suggerisce che almeno 4,9 milioni di tonnellate di detriti potrebbero essere contaminate da amianto proveniente da vecchi edifici, in particolare vicino a campi profughi come quelli di Jabaliya a nord, Nuseirat e al-Maghazi al centro, e Rafah e Khan Yunis a sud. L'UNEP segnala inoltre che almeno 2,9 milioni di tonnellate di detriti potrebbero essere contaminate da "rifiuti pericolosi provenienti da siti industriali noti".
Mo: ass. "Setteottobre" lancia manifestazione giovedì a Roma: "No all'odio contro ebrei"
"Per la nostra libertà - A testa alta con gli ebrei". E' così che l'associazione 'Setteottobre' ha promosso per giovedì 30 ottobre 2025 una manifestazione, alle ore 19.00, in piazza Santi Apostoli a Roma. Hanno finora aderito oltre 30 fra comunità ebraiche, associazioni culturali e dei diritti umani, testate giornalistiche. “Come 'Setteottobre' abbiamo sentito l’urgenza di reagire e il dovere morale di opporci all’odio che sta avvelenando la società italiana – afferma il presidente dell'associazione 'Setteottobre' Stefano Parisi – Il 30 ottobre saremo in tanti in piazza per chiedere alle leadership politiche che condannino senza esitazione l’odio verso gli ebrei e che dalle più alte cariche dello Stato italiano giunga inequivoca la censura agli assalti alle sinagoghe, alle minacce ai sionisti, alle discriminazioni contro ebrei e israeliani". "Per chiedere al sistema giudiziario di perseguire senza esitazioni il reato di istigazione all’odio razziale, ai leader religiosi di condannare senza ambiguità la violenza in nome della religione - conclude - alle forze dell’ordine che traccino e blocchino i finanziamenti ai movimenti legati al terrorismo islamico e ne estirpino il loro radicamento nel nostro paese”.
Rubio: "Altri Paesi pronti a normalizzare relazioni con Israele"
Il segretario di Stato americano in visita in Israele ha dichiarato che altri Paesi sono pronti a normalizzare le loro relazioni con Israele, ma che questa decisione dipenderà da un accordo regionale più ampio. La fine duratura della guerra a Gaza incoraggerebbe molti Paesi ad aderire agli accordi di Abramo, con i quali gli Emirati, il Bahrein e il Marocco hanno normalizzato i loro rapporti con Israele dal 2020, ha precisato Rubio in visita al nuovo Centro di coordinamento civile-militare (Ccmc) che ha il compito di coordinare diverse operazioni legate al cessate il fuoco nella Striscia. "Numerosi Paesi desiderano aderire" agli accordi, ha affermato.
Rubio: "Sfida Gaza avrà alti e bassi ma sono ottimista"
"I morti verranno restituiti e, in caso contrario, l'accordo verrà violato, ma accadrà". Lo ha detto il segretario di Stato americano Marco Rubio, in visita al quartier generale americano di Kiryat Gat, in Israele, riportato da Ynet. "C'è molto lavoro da fare qui, è qualcosa che non è mai stato fatto prima - ha detto ancora - Questa è una missione storica, abbiamo qualcosa di cui essere orgogliosi e ci attendono non poche sfide. Sarà un lungo viaggio, con alti e bassi, ma possiamo essere ottimisti". "Dall'altra parte della Linea Gialla, ci sono terroristi armati che stanno brutalmente ferendo la loro stessa popolazione. Tutto questo deve essere gestito, in modo che non ci siano incidenti. C'è anche il coordinamento degli aiuti umanitari in arrivo a Gaza, mentre dietro la Linea Gialla stiamo conducendo un ampio sforzo umanitario perché le aree siano sicure. Stiamo istituendo una forza di stabilizzazione con tutti i paesi che offrono forze e risorse, e stiamo elaborando il mandato più appropriato per essa, che si tratti delle Nazioni Unite o di un'altra forza. Vogliamo che gli aiuti vengano consegnati senza essere saccheggiati e che si creino le condizioni per poter introdurre la forza di stabilizzazione al fine di procedere con la ricostruzione". Secondo Rubio, molti Paesi hanno espresso interesse a partecipare alla forza, nonostante le notizie secondo cui i Paesi arabi sarebbero restii a entrare nella Striscia di Gaza finché Hamas sarà un'organizzazione armata, e temono anche di essere percepiti come una forza occupante. Rubio si è rifiutato di specificare quali Paesi Israele abbia "posto il veto", se presenti, né quali Paesi prenderanno parte alla forza. L'obiettivo, secondo Rubio, è "la ricostruzione a lungo termine di Gaza e la creazione delle condizioni affinché quanto accaduto il 7 ottobre non accada più e non rappresenti più una minaccia per Israele".
Moglie di Barghouti chiede a Trump impegno per la liberazione
La moglie di Marwan Barghouti, il leader palestinese imprigionato in Israele dal 2002, ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Donald Trump di contribuire a ottenere la sua liberazione. "Signor Presidente, un vero partner la attende, qualcuno che può aiutarla a realizzare il nostro sogno comune di una pace giusta e duratura nella regione", ha scritto Fadwa Barghouti. "Per la libertà del popolo palestinese e la pace aiuti a liberare Marwan Barghouti", ha aggiunto Fadwa Barghouti, il cui marito, condannato all'ergastolo per il suo ruolo nella Seconda Intifada, la rivolta palestinese dei primi anni 2000, è regolarmente citato come possibile successore del presidente palestinese Abu Mazen, ma che Israele finora si è rifiutato di rilasciare. Trump a riguardo ieri aveva detto: "Devo prendere una decisione".
Rubio: 'Unrwa non avrà ruolo a Gaza, Anp necessita di riforma'
''L'Unrwa non potrà svolgere alcun ruolo nella Striscia di Gaza''. Lo ha dichiarato Segretario di Stato americano Marco Rubio definendo l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati palestinesi una ''sussidiaria di Hamas''. Nel corso di una conferenza stampa presso la base militare Usa di Kiryat Gat nel sud di Israele, riferendosi all'Unrwa Rubio ha detto che nel day after di Gaza ''non possono esserci razzi e tunnel che minacciano Israele". Rubio ha quindi affermato che "abbiamo espresso la nostra preoccupazione per l'Autorità Nazionale Palestinese, che necessita di riforme. Stiamo discutendo di 30 anni di errori e terrore. Siamo solo a 12 giorni dall'accordo''.
Rubio: membri contingente devono essere graditi a Israele
La composizione della forza di stabilizzazione che sarà dispiegata a Gaza dovranno avere il gradimento di Israele. Lo ha chiarito il segretario di Stato americano, Marco Rubio, nella visita al Comando civile-militare per il monitoraggio della tregua con sede a Kiryat Gat, nel sud-ovest di Israele. "Ci sono molti paesi che si sono offerti di far parte" del contingente, "dovranno essere persone o paesi con cui Israele si sente a proprio agio", ha detto.
Rubio: "Possibile risoluzione Onu su contingente a Gaza"
Gli Stati Uniti stanno lavorando a una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che autorizzi il dispiegamento a Gaza di una forza internazionale. Lo ha confermato il segretario di Stato, Marco Rubio, in una conferenza stampa al Comando civile militare per la stabilizzazione di Gaza, nel sud di Israele. Per alcuni Paesi, "una risoluzione potrebbe essere necessaria" per partecipare al contingente, ha sottolineato, "Stiamo lavorando a un testo".
Rubio: "Per Gaza non c'è piano B, per stabilizzare dare ruolo a chi ha le forze"
''Non esiste un piano B'' per la Striscia di Gaza, quello elaborato dal presidente americano Donald Trump ''è il piano migliore''. Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa Marco Rubio durante la sua visita alla base dell'esercito americano a Kiryat Gat. Washington, ha spiegato, sta "costruendo una forza di stabilizzazione che includa tutti i paesi che offrono forze e risorse. Stiamo elaborando il mandato appropriato, sia attraverso le Nazioni Unite che tramite un'altra entità".
Rubio ha poi aggiunto che l'obiettivo è quello di "garantire il mantenimento del cessate il fuoco e che la popolazione riceva aiuti senza saccheggi''. Vanno quindi ''create le condizioni per l'ingresso della forza di stabilizzazione, così da poter procedere con la ricostruzione", ha sottolineato.
Rubio: "Israele ha rispettato gli impegni. Hamas disarmi"
Israele ha rispettato i propri impegni anche Hamas deve farlo e "disarmare". Lo ha sottolineato il segretario di Stato americano Marco Rubio in una conferenza stampa al Comando civile-militare per la stabilizzazione di Gaza.

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Oxfam: "Israele viola i patti impedendo l'ingresso degli aiuti"
"Israele blocca l'ingresso degli aiuti a Gaza, violando le condizioni della tregua": è l'allarme lanciato da Oxfam e da altre 40 organizzazioni al lavoro nella Striscia. Tra il 10 e il 21 ottobre, si legge in una nota, è stato negato a ben 17 Ong internazionali la possibilità di portare alla popolazione acqua pulita, cibo, tende e medicine. 50 milioni di dollari di aiuti in questo momento sono bloccati ai valichi di frontiera. Da qui l'appello "urgente" al Governo israeliano "perché rispetti i termini del cessate il fuoco e consenta la circolazione degli aiuti umanitari da cui dipende la sopravvivenza di 2 milioni di persone allo stremo, in gran parte donne e bambini". Secondo la nota il 94% di tutti i rifiuti da parte delle autorità israeliane è stato rivolto alle Ong internazionali. In tre quarti dei casi il blocco è stato motivato dal fatto che le organizzazioni "non sono autorizzate" a fornire aiuti umanitari a Gaza, mentre sono in corso nuove procedure di registrazione. Anche se questo riguarda organizzazioni che operano a Gaza da decenni e sono registrate come Ong sia presso le autorità palestinesi che israeliane e sono quindi legalmente autorizzate, "È evidente perciò che le nuove limitazioni imposte da Israele - sottolineano le organizzazioni firmatarie dell'appello - sono determinate da una precisa volontà politica, che viola sia i termini che lo spirito dell'accordo di tregua. Le forniture sono imballate, il personale umanitario è pronto per una risposta umanitaria su larga scala, ma le autorità israeliane non rispettano gli impegni presi". "Sempre tra il 10 e il 21 ottobre, infatti ben 99 richieste di Ong internazionali di fornire aiuti a Gaza sono state respinte - si legge ancora - assieme a 6 richieste presentate dalle agenzie delle Nazioni Unite. Uno stop alle forniture di aiuti, che è iniziato con l'assedio totale imposto da Israele a marzo e con l'introduzione del nuovo sistema di registrazione delle Ong internazionali". Sistema di cui le organizzazioni chiedono la revoca.
Perché il voto sulla Cisgiordania è un problema per Netanyahu
Alla Knesset la destra religiosa ha approvato in prima lettura una risoluzione per l’annessione della Cisgiordania, sfidando apertamente il piano in 20 punti di Donald Trump. Così il voto ha scatenato reazioni durissime da Washington. La Casa Bianca e gli alleati arabi si sono detti contrari. Intanto Israele si scopre sempre più diviso al suo interno.
Perché il voto sulla Cisgiordania è un problema per Netanyahu
Vai al contenutoCercano di bloccare gli aiuti a Gaza, fermati due attivisti di destra
La polizia ha arrestato due attivisti di estrema destra che al valico di Kissufim cercavano di bloccare i camion di aiuti umanitari diretti a Gaza questa mattina. Lo ha reso noto il gruppo di assistenza legale Honenu, in un comunicato ripreso dal Times of Israel. Filmati mostrano decine di attivisti, con in mano bandiere israeliane, in piedi davanti ai tir.
Media: "Coloni di Israele aggrediscono agricoltori palestinesi"
Questa mattina alcuni coloni israeliani hanno attaccato agricoltori palestinesi mentre raccoglievano le olive nel villaggio di Beit Iksa, in Cisgiordania, a nord-ovest di Gerusalemme, secondo quanto riferito da testimoni locali all'agenzia palestinese Wafa. Secondo i testimoni, coloni del vicino insediamento di Ramot hanno aggredito diversi agricoltori con pietre e insulti nella zona di Wadi al-Madina, alla periferia del villaggio, nel tentativo di costringerli ad abbandonare le loro terre sotto la protezione delle forze israeliane. Nonostante gli attacchi, i contadini sono riusciti a continuare il loro lavoro. I testimoni hanno notato che tali aggressioni si verificano ogni anno durante la raccolta delle olive, nell'ambito dei continui tentativi di impossessarsi di ulteriori terreni nel villaggio, circondato dal muro israeliano e dagli insediamenti. Beit Iksa subisce da tempo ripetuti attacchi da parte dei coloni, soprattutto durante la stagione della raccolta delle olive. In molti casi, annota la Wafa, le autorità israeliane limitano l'accesso degli agricoltori alle loro terre, richiedendo permessi speciali e limitando l'ingresso a giorni specifici, nell'ambito di politiche volte a sfollare i residenti e a consolidare il controllo sui terreni agricoli vicino all'insediamento di Ramot e al muro di separazione.
Erdogan: "Hamas rispetta l'accordo e Israele no, Usa facciano più pressione"
Israele continua a violare l'accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, a differenza di Hamas che rispetta l'accordo, e gli Stati Uniti devono fare di più per far sì che invece lo rispetti, anche ricorrendo a possibili sanzioni o sospendendo le vendite di armi. Lo ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando con i giornalisti a bordo di un volo di ritorno dall'Oman. La Turchia resta pronta a sostenere la task force per Gaza in qualsiasi modo necessario, ha aggiunto Erdogan.

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Media: "Due bambini feriti da ordigno inesploso a Gaza City
Due bambini palestinesi hanno riportato gravi ferite a causa di un'esplosione causata da ordigni inesplosi lasciati dalle forze israeliane, secondo un filmato pubblicato sui social media e verificato dall'agenzia di fact-checking Sand di Al Jazeera. L'esplosione è avvenuta mentre i due ragazzi tornavano alla loro casa distrutta nel quartiere di al-Nasr, nella parte occidentale di Gaza City, secondo il post sui social media. I due sono stati trasportati d'urgenza all'ospedale Al-Shifa per le cure necessarie. Il Gaza Center for Human Rights ha segnalato la presenza di 20 mila ordigni inesplosi, provenienti da bombe, razzi e granate sganciati dall'esercito israeliano negli ultimi due anni.
Media Israele: possibile restituzioni oggi di due corpi ostaggi
Israele si sta preparando all'eventualità che Hamas restituisca i corpi di due ostaggi deceduti stasera. Lo scrive il Times of Israel. Non è tuttavia ancora del tutto certo se la consegna avverrà stasera, e Hamas non ha ancora annunciato l'intenzione di restituire i corpi degli ostaggi a Israele. Attualmente, i corpi di 13 ostaggi deceduti rimangono trattenuti a Gaza.
Msf: a Gaza "tempesta perfetta" per epidemie. Aiuti subito
A Gaza il continuo e massiccio sfollamento di persone, la distruzione del sistema sanitario e il calo delle temperature hanno creato una "tempesta perfetta" per la diffusione di malattie. A lanciare l'allarme è Medici senza frontiere (Msf), che ha chiesto a Israele di consentire un massiccio aumento degli aiuti umanitari. "Nonostante il cessate il fuoco, la popolazione di Gaza continua a soffrire enormemente, poiche' la campagna genocida di Israele, durata due anni, li ha lasciati traumatizzati, feriti e pericolosamente esposti alle intemperie con l'arrivo dell'inverno", ha denunciato l'organizzazione umanitaria. "Senza miglioramenti immediati nell'accesso all'acqua, ai servizi igienici, agli alloggi e all'alimentazione, più persone moriranno per cause del tutto prevenibili", ha avvertito Msf.
Media: Hamas non sa dove sono cinque ostaggi morti su 13
Un funzionario israeliano avrebbe affermato che Hamas non conosce la posizione di cinque dei 13 ostaggi deceduti ancora detenuti a Gaza. Lo scrive il Times of Israel, citando a sua volta il quotidiano ebraico Ynet. Il gruppo terroristico, secondo il funzionario, sta "giocando e prendendo tempo, per estendere il cessate il fuoco senza raggiungere la seconda fase che richiede il disarmo". Il cessate il fuoco richiede ad Hamas la restituzione di tutti gli ostaggi, ma è entrato in vigore all'inizio di questo mese con l'intesa che alcuni dei corpi dei 28 prigionieri deceduti sarebbero stati difficili da trovare nel territorio devastato dalla guerra. Da allora, di fronte alle pressioni israeliane, Hamas ha restituito 15 ostaggi deceduti. Ieri funzionari della difesa israeliani avrebbero riferito al vicepresidente statunitense J.D. Vance che Hamas può restituire i corpi di almeno 10 dei 13 ostaggi deceduti. Altre stime indicano che il gruppo terroristico potrebbe essere in grado di localizzare un numero inferiore di corpi. Nella Striscia sono in corso le operazioni per ritrovare i corpi degli ostaggi.
Vance: "Nessun soldato Usa a Gaza. Supervisionare accordo"
"Non ci saranno truppe americane sul terreno a Gaza, ma la leadership americana e' essenziale per raggiungere questa pace e sara' necessaria per supervisionarla": lo ha dichiarato il vicepresidente Usa JD Vance in un tweet postato al suo ritorno dalla visita di tre giorni in Israele. Vance ha ringraziato il presidente Isaac Herzog e il primo ministro Benjamin Netanyahu per la loro ospitalita' e ha parlato della sua visita alla Citta' di Davide e alla Basilica del Santo Sepolcro. Inoltre, nel suo post, ha sottolineato il lavoro svolto durante la visita in merito al monitoraggio dell'accordo di pace del presidente Donald Trump.
Paesi arabi e musulmani condannano progetto Israele adesione Cisgiordania
I Paesi arabi e musulmani hanno condannato, in una dichiarazione congiunta, il progetto di Israele di adesione alla Cisgiordania. Come riporta l'agenzia di stampa turca Anadolu 15 paesi, tra cui Arabia Saudita, Giordania e Turchia, nonché la Lega araba e l'Organizzazione per la cooperazione islamica (Oci), hanno affermato di "condannare con la massima fermezza" i progetti di legge alla Knesset per imporre la cosiddetta "sovranità" sulla Cisgiordania. Si tratta di "una palese violazione del diritto internazionale", sottolinea l'agenzia.
Tajani: "Aperto corridoio universitario per futura classe dirigente palestinese"
“Abbiamo aperto un corridoio universitario con il ministro Bernini, l’obiettivo è quello di formare in Italia la futura classe dirigente dello stato palestinese. Continueremo a lavorare in questa direzione: grazie all’impegno di tante università italiane questi ragazzi avranno la possibilità di studiare in italiano e in inglese''. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Ciampino per accogliere gli studenti palestinesi da Gaza che verranno a studiare in Italia grazie a un programma di borse di studio messe a disposizione dall’Ateneo per il progetto Iupals - Italian Universities for Palestinian Students, coordinato da Crui e condiviso con il Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme.
Trump: "Israele non farà nulla in Cisgiordania"
Israele "non farà nulla" in Cisgiordania. Parola del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che incontrando i giornalisti alla Casa Bianca ha detto: "Non preoccupatevi della Cisgiordania, Israele non farà nulla con la Cisgiordania". Il commento di Trump arriva dopo che alla Knesset i deputati israeliani hanno presentato due proposte di legge che aprono la strada all'annessione della Cisgiordania.
Ambasciatrice Anp: "Studenti palestinesi saranno valore aggiunto per l'Italia"
Gli studenti palestinesi diventeranno ''un valore aggiunto della comunità accademica italiana insieme ad altri studenti'' e ''speriamo di vedere molti altri studenti qui, sono sicura che ci saranno''. Lo ha dichiarato l'ambasciatrice dell'Autorità nazionale palestinese in Italia, Mona Abuamara, a Ciampino per l'accoglienza degli studenti arrivati dalla Striscia di Gaza studiare in Italia grazie a un programma di borse di studio messe a disposizione dall’Ateneo di Tor Vergata per il progetto Iupals - Italian Universities for Palestinian Students, coordinato da Crui e condiviso con il Consolato Generale d’Italia a Gerusalemme.
Tajani, al lavoro per la Conferenza di ricostruzione di Gaza
"Stiamo lavorando per essere i co-organizzatori della Conferenza per la ricostruzione che si svolgerà in Egitto a metà novembre. Ieri c'è stata una delegazione italiana ad Amman per preparare il futuro della presenza italiana a Gaza e per la formazione delle forze di polizia. Stiamo lavorando a stretto contatto con i giordani e siamo pronti per mandare altri carabinieri a Rafah e a Gerico per la formazione della polizia palestinese": lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Ciampino, intervenendo sull'impegno del governo italiano sul dopo guerra a Gaza.
Israele a Vance, "Hamas può recuperare 10 dei 13 corpi rimasti"
Israele ritiene che Hamas è in grado di recuperare almeno 10 delle 13 salme degli ostaggi ancora a Gaza, senza l'assistenza internazionale nelle ricerche. E' il quadro fornito da ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, dal capo di Stato maggiore Eyal Zamir e da alti funzionari dell'intelligence al vicepresidente americano JD Vance, in un incontro stamattina al quartier generale di Kirya a Tel Aviv, secondo quanto riferito in serata dalla tv pubblica Kan. Secondo le informazioni di intelligence presentate dagli alti funzionari a Vance, inoltre, Hamas sta approfittando del cessate il fuoco per riprendere il controllo della Striscia di Gaza, riabilitare i tunnel, reclutare nuovi agenti, riparare le armi danneggiate durante la guerra e riorganizzarsi. Tutto ciò, hanno detto i vertici militari al presidente Usa, indica che Hamas non ha alcuna intenzione di disarmare o cedere il controllo di Gaza, aggiunge Kan.