Gaza, Vance in Israele incontra Netanyahu: "Abbiamo compito arduo, ma sono ottimista"

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Il vicepresidente Usa in Israele con Witkoff e Kushner: bisogna "disarmare Hamas e ricostruire Gaza, migliorare la vita della popolazione di Gaza e garantire che Hamas non rappresenti più una minaccia per i nostri amici in Israele", ha detto dopo l'incontro con il premier israeliano Netanyahu. Restituiti altri 15 corpi di palestinesi. Parolin: "Non possiamo accettare l'accanimento sui cristiani"

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Il vicepresidente Usa JD Vance insieme a Witkoff e Kushner in Israele: "Non ci saranno truppe americane a Gaza", ha detto. Poi nella conferenza stampa insieme al premier israeliano, Benyamin Netanyahu, al termine del loro incontro a Gerusalemme: "Abbiamo davanti a noi un compito molto, molto arduo - ha sottolineato Vance -: disarmare Hamas e ricostruire Gaza, migliorare la vita della popolazione di Gaza e garantire che Hamas non rappresenti più una minaccia per i nostri amici in Israele. Non è facile. Non ho mai detto che fosse facile. Ma sono ottimista sul fatto che il cessate il fuoco reggerà". 

L'Ufficio del premier israeliano ha annunciato che i resti restituiti ieri sera da Gaza sono stati identificati come quelli di Arie 'Zalman' Zalmanowicz e di un altro ostaggio tenuto da Hamas la cui famiglia non ha ancora autorizzato la pubblicazione del nome. Lo riportano i media dello Stato ebraico.

Israele deve garantire i ''bisogni fondamentali'' degli abitanti della Striscia di Gaza, fornendo alla popolazione tutto quello che è necessario per sopravvivere. Lo ha dichiarato il presidente della Corte internazionale di giustizia Yuji Iwasawa. "In quanto potenza occupante, Israele è obbligato a garantire i bisogni fondamentali della popolazione locale, compresi i beni essenziali per la sua sopravvivenza", ha affermato. Inoltre, ha aggiunto, "la Corte ritiene che Israele abbia l'obbligo di accettare e agevolare i programmi di soccorso forniti dalle Nazioni Unite e dalle sue entità, tra cui l'Unrwa''. Poi la risposta da Tel Aviv. "Israele respinge categoricamente il parere legale della Corte internazionale di Giustizia riguardo all'Urnwa, che era completamente prevedibile sin dall'inizio". Così su X il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein.

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La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.

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Gaza, quali Paesi potrebbero entrare nella forza multilaterale di pace

Dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, nella Striscia di Gaza cresce l’attesa per la riapertura dei valichi di frontiera e l’ingresso degli aiuti umanitari alla popolazione. Nel frattempo, il ritiro dell’Idf pone la questione della sicurezza con diversi Stati che hanno dato la disponibilità a inviare forze di peacekeeping. Di questo si è parlato in un puntata di "Numeri", l'approfondimento di Sky TG24.

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Jared Kushner, chi è il genero di Trump e il ruolo tra Israele e Hamas

Del genero del presidente americano Donald Trump (marito della figlia Ivanka), si è tornati a parlare dopo l'accordo di tregua tra Israele e Hamas, siglato dopo oltre due anni di conflitto. Insieme a Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina e in Medio Oriente, Kushner ha avuto un ruolo attivo nelle trattative tra le parti: ecco chi è.

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Tregua Gaza, chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. FOTO

Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie.

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Wsj: "Piano Usa per dividere Gaza in zone separate controllate da Israele e Hamas"

Stati Uniti e Israele stanno valutando un piano che dividerebbe Gaza in zone separate controllate da Israele e Hamas, con la ricostruzione che avverrebbe solo sul lato israeliano come misura provvisoria fino a quando il gruppo militante non potrà essere disarmato e rimosso dal potere. E' la ricostruzione del Wall Street Journal, secondo cui questa sarebbe di fatto la posizione emersa ieri dalla conferenza stampa del vicepresidente JD Vance e del genero del presidente Trump, Jared Kushner.

Vance ha affermato che ci sono due regioni a Gaza, una relativamente sicura e l'altra incredibilmente pericolosa, e che l'obiettivo è quello di espandere geograficamente l'area sicura. Fino ad allora, ha detto Kushner, nessun fondo per la ricostruzione andrà alle aree che rimangono sotto il controllo di Hamas, e l'attenzione sarà concentrata sulla costruzione della parte sicura.

"Ci sono considerazioni in corso nell'area controllata dall'Idf, a condizione che possa essere messa in sicurezza, per avviare la costruzione di una nuova Gaza al fine di dare ai palestinesi che vivono a Gaza un posto dove andare, un posto dove trovare lavoro, un posto dove vivere", ha detto Kushner.

Onu: "A Gaza progressi nell'arrivo degli aiuti umanitari"

Da quando il cessate il fuoco è entrato in vigore a Gaza più di dieci giorni fa, le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie "hanno compiuto progressi nel potenziamento degli interventi umanitari, in particolare nelle aree centrali e meridionali della Striscia". Lo ha dichiarato il portavoce Farhan Haq, nel suo incontro quotidiano con i media internazionali al Palazzo di Vetro. Ma la chiusura prolungata dei valichi di Zikim ed Erez, ha aggiunto, che forniscono accesso diretto al nord, "rende estremamente difficile per le Nazioni Unite e i partner raggiungere la popolazione di quelle zone con il supporto vitale necessario in scala adeguata". Intanto, ha ricordato Haq, dal 10 ottobre sono stati registrati piu' di 425 mila spostamenti di sfollati palestinesi dalle zone meridionali verso quelle settentrionali della Striscia. 

Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni

Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.

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Media: "Bibi a Vance, avanti con il piano ma escludere Anp e Turchia"

Durante l'incontro odierno con il vicepresidente statunitense J.D. Vance, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha espresso la volontà di contribuire all'attuazione delle prossime fasi del piano di cessate il fuoco di Washington a Gaza, ribadendo tuttavia le linee rosse di Israele come l'esclusione di Anp e Turchia dal governo di Gaza nel dopoguerra. Lo riporta Channel 12, citando funzionari americani e israeliani a conoscenza delle discussioni. Secondo questi funzionari, Vance avrebbe esortato Netanyahu a dare a Washington il tempo di attuare il piano, al che il premier avrebbe risposto dimostrando la propria disponibilità a collaborare nelle fasi successive. L'emittente ha in ogni caso riferito che Netanyahu ha delineato diverse linee rosse agli Stati Uniti negli ultimi giorni, tra cui l'assoluta opposizione a qualsiasi presenza turca a Gaza e ad affidare un ruolo di governo del "giorno dopo" all'Autorità Nazionale Palestinese o Hamas. Secondo quanto riferito, il premier ha insistito sul fatto che un ritiro completo delle Idf potrebbe avvenire solo dopo il completo disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia. Un funzionario della sicurezza israeliano ha dichiarato alla rete che Washington considera la Turchia essenziale per il successo del piano e non vede alcuna alternativa praticabile all'eventuale coinvolgimento dell'Autorità Nazionale Palestinese, un punto che potrebbe costringere Netanyahu a scendere a compromessi con l'aumentare della pressione di Washington. Una fonte vicina al presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato a Channel 12 che Trump è lieto che "gli Stati Uniti siano finora riusciti a tenere entrambe le parti in linea", riferendosi a Israele e Hamas. La rete aggiunge che gli inviati di Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, sono partiti da Israele per Riad nella tarda serata di ieri, dove hanno incontrato alti funzionari sauditi per raccogliere ulteriore sostegno all'accordo. Da Riad, hanno proseguito oggi per Abu Dhabi per incontrare funzionari emiratini con lo stesso obiettivo. I dati di tracciamento dei voli sembrano corroborare la notizia, evidenzia il Times of Israel che riporta la notizia.

Ue-Egitto: "Assicurare gli aiuti a Gaza. Il ruolo dell'Unrwa centrale"

L'Ue e l'Egitto restano "profondamente preoccupate per la catastrofica situazione umanitaria a Gaza" e chiedono "un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli e il ripristino dei servizi essenziali, comprese in particolare le infrastrutture mediche. Garantire la fornitura di piena assistenza umanitaria alla Striscia di Gaza, con un ruolo centrale per le Nazioni Unite e le sue agenzie, tra cui l'Unrwa, costituisce una priorità fondamentale". Lo si legge nel comunicato congiunto al termine del vertice Ue-Egitto a Bruxelles. 

Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

Dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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Guterres: Israele 'rispetti importante' decisione Corte giustizia

Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres definisce "molto importante" la decisione della Corte internazionale di giustizia su Gaza e spera che Israele "vi si conformi". Secondo il numero uno del Palazzo di Vetro,  che ha parlato con i giornalisti a Ginevra, la decisione "interviene in un momento in cui stiamo facendo tutto il possibile per rafforzare la nostra assistenza umanitaria a Gaza: il suo impatto è quindi determinante per consentirci di agire in modo adeguato alla tragica situazione in cui versa ancora la popolazione di Gaza". La Corte internazionale di giustizia ha dichiarato che Israele è tenuto, in virtù del diritto internazionale, a facilitare l'invio di aiuti a Gaza, sottolineando che il Paese deve provvedere ai bisogni fondamentali dei palestinesi, essenziali per la loro sopravvivenza.

Gaza, Hamas giustizia palestinesi in strada dopo tregua: cosa succede

Israele e Hamas hanno iniziato i negoziati sulla seconda fase del piano Trump, ma dalla Striscia sono arrivate nei giorni scorsi notizie di esecuzioni pubbliche e gambizzazioni compiute dai miliziani del gruppo. Secondo diversi fonti, si tratterebbe di regolamenti di conti e veri e propri scontri tra l’organizzazione terroristica e gruppi locali, soprattutto per il controllo del territorio dopo che le truppe dell’IDF si sono ritirate a seguito del cessate il fuoco.

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Hamas: progetto legge su Cisgiordania 'coloniale e illegale'

Un progetto di legge "coloniale e illegale" quello che è stato approvato oggi in via preliminare alla Knesset sull'annessione della Cisgiordania. Questo il commento di Hamas, contenuto in una nota citata dal giornale palestinese "Filastin": "L'occupazione insiste nel continuare i suoi tentativi di 'legittimare' gli insediamenti e imporre la 'sovranità' sionista sui territori palestinesi occupati, in flagrante violazione delle leggi e delle risoluzioni internazionali".  Secondo il movimento di resistenza islamico, i "frenetici tentativi” di Israele di impossessarsi di queste terre sono illegali e “non cambieranno il fatto che la Cisgiordania è territorio palestinese secondo la storia, il diritto internazionale e la Corte internazionale di giustizia”.

Hamas: "La Corte di giustizia conferma che Israele sta commettendo genocidio"

Hamas 'plaude' al parere legale della Corte internazionale di giustizia, secondo cui Israele "ha l'obbligo di far accedere" gli aiuti umanitari a Gaza e di "facilitare" la loro distribuzione, oltre ad aver sottolineato la mancanza di prove nelle accuse contro l'Unrwa di fiancheggiamento del gruppo. La Corte dell'Aja "ha confermato" che Israele, "che priva deliberatamente i palestinesi del cibo, sta commettendo una forma di genocidio", si legge in una nota di Hamas citata dal giornale 'Filastin', affiliato al movimento. 

E il gruppo "accoglie con soddisfazione il parere della Corte, che ha respinto le false accuse dell'entità di occupazione sionista contro l'agenzia dell'Onu, mentre ha affermato il vitale ruolo umanitario che svolge questo organismo, insieme ad altre agenzie delle Nazioni Unite, nel fornire aiuti al popolo palestinese nella Striscia di Gaza". 

"L'enfasi posta dalla Corte sulla necessità che l'occupazione soddisfi le urgenti esigenze umanitarie del popolo palestinese a Gaza costituisce un chiaro appello alla comunità internazionale affinché adotti misure immediate per garantire l'ingresso degli aiuti umanitari ed evitare che questi vengano politicizzati o utilizzati come strumento di pressione da parte dell'occupazione”, sostiene ancora Hamas.

Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

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Vance da Netanyahu: "Compito arduo ma strada è giusta"

Un percorso ad ostacoli ma che porterà ad una svolta incredibile. JD Vance e Benjamin Netanyahu ammettono che i prossimi passi nel cammino verso una pace duratura a Gaza saranno i più difficili, come il disarmo di Hamas, ma esprimono ottimismo sulla riuscita. Mentre la Knesset approva, con una votazione preliminare, un disegno di legge per applicare la sovranità israeliana sulla Cisgiordania. Dopo giorni che si rincorrevano voci sui timori di Donald Trump che l'amico Bibi potesse rompere la tregua, nell'incontro a Gerusalemme il vice presidente americano ha voluto precisare che la sua missione non era volta a monitorare Israele "come una babysitter con un bimbo piccolo" e che lo Stato ebraico "non è un vassallo degli Stati Uniti", come ha detto il premier israeliano. Ma è chiaro che l'obiettivo di Vance, Steve Witkoff e Jared Kushner è evitare che Netanyahu ricominci con un attacco totale contro Hamas. "Abbiamo davanti a noi un compito molto, molto arduo: disarmare Hamas e ricostruire Gaza, migliorare la vita della popolazione di Gaza e garantire che Hamas non rappresenti più una minaccia per i nostri amici in Israele. Non è facile. Non ho mai detto che fosse facile. Ma sono ottimista sul fatto che il cessate il fuoco reggerà e che potremo effettivamente costruire un futuro migliore per l'intero Medio Oriente... Ma questo richiederà un po' di lavoro", ha dichiarato il numero due di Trump nella conferenza stampa dopo il colloquio. 

La Jihad islamica aderisce ad accordi di Sharm

Un portavoce dell'ala militare della Jihad islamica, una fazione palestinese della Striscia di Gaza, ha affermato che "centinaia di combattenti dell'ala militare" sono stati uccisi durante la guerra con Israele. "Dichiariamo la nostra piena adesione all'accordo di cessate il fuoco raggiunto a Sharm el-Sheikh", si legge nella dichiarazione. "Monitoreremo di conseguenza il livello di impegno di Israele sul campo e applicheremo il nostro impegno nella stessa misura di quello di Israele", ha affermato il portavoce.

Meloni: "Su Gaza opposizioni più fondamentaliste di Hamas"

"Ho sentito dire una cosa parecchio inesatta, che avrei paragonato l'opposizione ai terroristi. Per chi conosce la lingua italiana, non ho accusato l'opposizione essere terrorista o peggiore di Hamas. Ho detto che vi eravate rifiutati di sostenere in Parlamento il piano di pace per Gaza, sottoscritto poi da Hamas. Ho detto che la vostra posizione è stata più fondamentalista persino di quella di Hamas. È possibile che a sinistra non si comprenda il significato della parola cortigiana, ma spero che si conosca almeno il significato della parola fondamentalista: chi sostiene intransigentemente una dottrina senza ammettere mediazioni e compromessi. Che è quello che avete fatto". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni alla Camera, in sede di replica dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo, rispondendo al deputato del Pd Peppe Provenzano. 

Meloni: "Gli aiuti a Gaza li ha dati l'Italia, anche a nome delle opposizioni"

Per Gaza "abbiamo fatto più di quello che abbia fatto in Europa chiunque altro ed è un errore minimizzarlo perché non l'ha fatto il governo, l'ha fatto l'Italia coi suoi soldati, col suo volontariato, coi suoi funzionari, lo ha fatto rappresentando anche voi". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera, in sede di replica dopo la discussione sulle sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo rispondendo ad alcuni interventi delle opposizioni. "Avete salutato come un grande traguardo 40 tonnellate" di aiuti "con la Flotilla" quindi andrebbe salutato in modo "uguale 2.200 tonnellate di aiuti garantite dall'Italia".

La Norvegia proporrà una risoluzione all'Onu per gli aiuti a Gaza

La Norvegia proporrà all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite una risoluzione per chiedere a Israele di revocare le restrizioni sugli aiuti ai palestinesi. Lo ha preannunciato il ministro degli Esteri Espen Barth Eide, dopo il parere con cui la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto a Israele di dare seguito all'obbligo di collaborare alla consegna degli aiuti, in quanto potenza occupante. "La Norvegia intende dare seguito a questa decisione con una nuova risoluzione all'Assemblea generale delle Nazioni Unite", ha detto Barth Eide in una conferenza stampa. Era stata sempre la Norvegia a depositare la risoluzione delle Nazioni Unite per chiedere alla Corte il parere sugli obblighi di Israele arrivato oggi. 

Anp: "La comunità internazionale faccia rispettare a Israele la sentenza della Corte di Giustizia"

Il delegato palestinese alla Corte internazionale di Giustizia ha rivolto un appello alla comunità internazionale affinché faccia in modo che Israele rispetti l'obbligo a far entrare gli aiuti umanitari a Gaza. "E' da tempo il momento che la comunità internazionale affronti questa sfida perché sappiamo che Israele non rispetterà l'obbligo e non si assumerà le responsabilità delineate dalla Corte", ha dichiarato Ammar Hijazi commentando con i giornalisti la sentenza annunciata oggi per l'ingresso degli aiuti umanitari di tutte le agenzie dell'Onu, compresa l'Unrwa che Israele ha bandito accusandola di terrorismo. 

"Così la responsabilità di mantenere questi valori e obbligare Israele a rispettare queste leggi è della comunità internazionale", ha poi concluso.

Corte dell'Aja: "Israele deve soddisfare i bisogni primari della popolazione"

La Corte Internazionale di Giustizia ha affermato che Israele deve soddisfare i "bisogni primari" della popolazione di Gaza, tra cui fornire tutto ciò di cui ha bisogno per sopravvivere. "In quanto potenza occupante, Israele è obbligato a garantire i bisogni primari della popolazione locale, compresi i beni essenziali per la sua sopravvivenza", ha dichiarato il Presidente della Corte Internazionale di Giustizia, Yuji Iwasawa. 

Liberi dodici dipendenti Onu trattenuti dagli Houthi in Yemen

Dodici dipendenti internazionali delle Nazioni Unite, trattenuti dagli Houthi dello Yemen all'interno del loro complesso, hanno lasciato la capitale controllata dai ribelli, ha dichiarato l'Onu. "Stamattina, 12 dipendenti internazionali delle Nazioni Unite, tra coloro che erano stati precedentemente trattenuti nel complesso delle Nazioni Unite in Yemen, sono partiti da Sanaa a bordo di un volo del Servizio Aereo Umanitario delle Nazioni Unite", si legge in una dichiarazione rilasciata dal portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. 

Corte di Giustizia: "Non presentate prove da Israele a sostegno delle accuse agli operatori Unrwa"

Nell'opinione legale in cui si chiede Israele di permettere all'Unrwa di portare aiuti umanitari a Gaza, la --Corte internazionale di Giustizia-- afferma che il governo israeliano non ha fornito prove a sostegno delle accuse di terrorismo rivolte a dipendenti dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi. 

"La corte stabilisce che Israele non ha fornito prove a sostegno delle sue accuse che una parte significativa dei dipendenti dell'Unrwa sarebbero 'membri di Hamas o di altre fazioni terroristiche", ha detto il presidente della -Corte internazionale di Giustizia- Yuji Iwasawa. Israele ha messo al bando all'Unrwa dopo aver accusato alcuni suoi membri di aver preso parte agli attacchi di Hamas del 7 ottobre. 

Un'inchiesta indipendente guidata dall'ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, aveva nell'aprile del 2024 stabilito che, nonostante vi fossero "problemi relativi alla neutralità" dell'agenzia, che Israele non aveva ancora fornito le prove a sostegno delle accuse di terrorismo. Lo scorso anno l'Assemblea Generale dell'Onu aveva poi chiesto un parere legale alla -Corte -che ora afferma che Israele "ha l'obbligo di accettare e facilitare i programmi di aiuto delle Nazioni Unite e delle sue entità, compresa l'Urnwa". 

Israele: "La decisione della Corte dell'Aja è vergognosa"

L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha dichiarato che il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia sul blocco degli aiuti a Gaza è "vergognoso". "Stanno accusando Israele di non aver collaborato con gli organi delle Nazioni Unite... Dovrebbero incolpare se stessi. Quegli organi sono diventati focolai di terroristi. Prendiamo ad esempio l'Unrwa... un'organizzazione che ha sostenuto Hamas per anni", ha affermato Danon, avvisando che Israele respinge il tentativo di farsi imporre "misure politiche". 

Gaza, padre Faltas: "Serve pace vera, non una tregua fragile"

A Gaza "serve una pace vera e non la tregua di questi giorni che è molto fragile". Lo afferma Padre Ibrahim Faltas, frate francescano della Custodia di Terra Santa, in questi giorni in Italia, in un'intervista pubblicata sul numero di Toscana Oggi in uscita in questi giorni. "In tredici giorni di tregua - afferma - sono state uccise più di 80 persone e oltre 300 sono rimaste ferite. È una tregua debole, e abbiamo sempre paura di tornare come prima, di tornare alla guerra. Le minacce arrivano da entrambe le parti, e la gente a Gaza non ce la fa più. Gli aiuti umanitari non entrano come dovrebbero, come è stato stabilito nell'accordo. La popolazione vede ora con i propri occhi il disastro di questa guerra: non ci sono case, non ci sono ospedali, non ci sono scuole. È tutto distrutto". Secondo Faltas "mancano medici, medicine, cure. Vogliamo un cessate il fuoco definitivo, non vogliamo tornare mai più alla guerra, alla vendetta, alla violenza. La gente è stanca, da entrambe le parti». Per la ricostruzione, dice, «Ci vorranno almeno vent'anni. Gaza è completamente distrutta: bisognerà ricostruire ospedali, scuole, case. È urgente, soprattutto per i bambini: da tre anni non vanno a scuola. È il terzo anno che gli studenti non fanno l'esame di maturità. Grazie agli italiani, dieci giorni fa abbiamo portato in Italia 38 studenti di Gaza, e nei prossimi giorni ne arriveranno altri: in tutto 220 giovani che studieranno in Italia. È una cosa bellissima, ma parliamo di poche centinaia su migliaia di ragazzi che vorrebbero studiare". Anche in Cisgiordania, racconta, la situazione è critica: "È tutto ancora chiuso - spiega ancora il francescano -. Ci sono più di 1.200 checkpoint tra le città palestinesi: è difficilissimo muoversi da una città all'altra. Da Ramallah non puoi andare a Betlemme, da Betlemme non puoi andare a Gerico o a Nablus". Padre Faltas parla anche della visita in Italia di Abu Mazen, leader dell'Anp, che il 7 novembre incontrerà Mattarella, Meloni e papa Leone: "Speriamo che questa visita porti qualcosa di buono, soprattutto dal Vaticano, che è sempre molto vicino a noi e alla causa palestinese. Il Vaticano è stato il primo, già dieci anni fa, a riconoscere lo Stato di Palestina, e in questi giorni tanti altri paesi lo stanno facendo. Speriamo che, con l'aiuto di tutti, la comunità internazionale riesca a fare qualcosa".

Gaza, iniziata sepoltura delle salme del palestinesi non identificati. VIDEO

Flotilla, la Procura di Roma indaga per sequestro di persona

La Procura di Roma procede per i reati di sequestro di persona e danneggiamento con pericolo di naufragio nelle indagini avviate dopo gli esposti presentati dal team legale della delegazione italiana che ha preso parte alla Global Sumud Flotilla. Gli inquirenti - che procedono contro ignoti - nelle prossime settimane ascolteranno i 36 attivisti italiani che hanno preso parte alla missione per approfondire quanto cristallizzato nelle denunce in cui ipotizzano anche i reati di tentato omicidio e tortura.   Gli inquirenti vogliono ricostruire le fasi della navigazione, gli attacchi con i droni avvenuti in due episodi e quanto accaduto dopo l'abbordaggio delle autorità israeliane. 

Gaza, Emirati Arabi: "Annessione della Palestina sarebbe considerata linea rossa". VIDEO

Corte Onu: Israele ha obbligo facilitare aiuti Unrwa

Per la Corte Internazionale di Giustizia, Israele ha l'obbligo di facilitare la consegna di aiuti a Gaza, compresi quelli forniti dall'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. "La Corte ritiene che Israele abbia l'obbligo di accettare e facilitare i programmi di aiuto forniti dalle Nazioni Unite e dalle sue entità, compresa l'Unrwa", ha spiegato il presidente della Corte Internazionale di Giustizia, Yuji Iwasawa, nel parere consultivo del tribunale dell'Aja sugli obblighi di Israele relativi alla presenza delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati.

Corte Aja: Israele non ha provato legami tra Unrwa e Hamas

Israele non ha dimostrato che parte del personale dell'Unrwa sia membro di Hamas. Lo ha stabilito la Corte internazionale di Giustizia aggiungendo che Lo Stato ebraico deve "facilitare i programmi di aiuto a Gaza, anche quelli dell'Agenzia dell'Onu".   

Verso nuovo veto di Orban a conclusioni summit Ue su Kiev

La parte delle conclusioni riguardante l'Ucraina, a meno di cambiamenti dell'ultim'ora, non sarà firmata dall'Ungheria. Lo hanno spiegato più fonti europee e lo ha anticipato anche il premier Robert Fico, che rappresenterà Viktor Orban nella prima parte dei summit dei 27. Si tratterebbe così del quarto veto consecutivo di Budapest alle conclusioni di un Consiglio europeo formale in merito al sostegno Ue all'Ucraina

Rubio domani in Israele, venerdì vede Netanyahu

Il segretario di Stato americano Marco Rubio arriverà domani in Israele: lo ha annunciato una portavoce del governo israeliano, annunciando la terza visita di un alto funzionario di Washington questa settimana.    Mentre il vicepresidente JD Vance e l'inviato speciale Steve Witkoff sono già nel paese per promuovere il piano per porre fine alla guerra a Gaza, Shosh Bedrosian ha detto ai giornalisti che Rubio incontrerà venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu. 

Netanyahu: "Non ci saranno truppe turche a Gaza"

Non ci saranno truppe turche a Gaza, ha ribadito l'ufficio del primo ministro israeliano dopo che sono emerse notizie di un disaccordo sulla questione durante l'incontro di ieri tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il capo dell'intelligence egiziana Hassan Rashad. Lo riporta il Times of Israel.   Sky News Arabia aveva riferito che durante l'incontro Netanyahu ha respinto la partecipazione della Turchia a una potenziale forza di mantenimento della pace nella Striscia di Gaza, citando una fonte palestinese. 

Ok preliminare Knesset a sovranità Israele in Cisgiordania

Il plenum della Knesset ha approvato in via preliminare con un voto di scarto il disegno di legge per l'applicazione della sovranità israeliana in Cisgiordania. Lo riportano i media locali. Il disegno di legge proposto dal leader del partito Noam, Avi Maoz, prevede l'applicazione della sovranita' israeliana sulla regione che Israele definisce Giudea e Samaria. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva dato indicazione ai membri della coalizione di votare contro, ma il parlamentare del Likud, Yuli Edelstein, ha votato a favore: 25 parlamentari hanno votato a favore, 24 contro. In base al disegno di legge, la legge, la giurisdizione, l'amministrazione e la sovranità dello Stato di Israele si applicheranno a tutte le aree di insediamento in Giudea e Samaria. Il disegno di legge dovrà ora essere trasmesso alla Commissione Affari Esteri e Difesa per la discussione. 

Militari israeliani, 'comandante forza élite Hezbollah ucciso nel sud del Libano'

Le forze israeliane (Idf) affermano di aver ucciso Issa Ahmad Karbala, "un comandante di un plotone della forza Radwan" di Hezbollah nella zona di Ain Qana, nel sud del Libano. In precedenza i media libanesi avevano riferito di un raid di un drone contro una moto. "Il terrorista - affermano le Idf - promuoveva il trasferimento di armi in Libano e attacchi terroristici contro lo Stato di Israele". E le sue attività rappresentavano "una violazione degli accordi tra Israele e Libano".

Hamas, Israele ha restituito i corpi di 30 palestinesi

Israele ha restituito a Gaza i corpi di 30 palestinesi, portando il numero totale di persone consegnate nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco a 195, ha dichiarato il Ministero della Salute nel territorio controllato da Hamas. In base all'accordo mediato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Israele avrebbe dovuto restituire i corpi di 15 palestinesi per ogni israeliano deceduto restituito. L'esercito israeliano ha dichiarato che i resti di altri due ostaggi restituiti il giorno prima da Gaza sono stati identificati come quelli di Aryeh Zalmanovich e del sergente maggiore Tamir Adar. 

Meloni a M5s: cinico usare sofferenza palestinesi per voti

"Ho rispetto per le piazze" ma "non le considero un elemento di consenso". Lo ha detto al Senato in replica alle comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo, la premier Giorgia Meloni rispondendo al Movimento 5 stelle. E' stato detto - ha aggiunto - che quelle organizzate di recente sulla questione palestinese "erano contro di me. E' esatto. Allora qual è il cinismo di utilizzare la sofferenza di un popolo per cercare di raggranellare voti e per cercare di fare propaganda? Non è il mio modo di fare politica".

*Media, tensioni nei negoziati tra Egitto e Israele su futuro Gaza

Gli incontri di ieri tra il capo dei servizi segreti egiziani Hassan Rashad e la leadership israeliana riguardo il futuro di Gaza sono stato segnati da “profonde divergenze di vedute”. Lo riporta Sky News Arabia citando una fonte palestinese, secondo cui il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha “respinto con fermezza l'ingresso a Gaza di elementi di sicurezza affiliati all'Anp o di un'amministrazione di professionisti ad essa collegata”. “La delegazione egiziana ha avanzato la richiesta di consentire l'accesso a Gaza di personale di sicurezza palestinese addestrato in Egitto e Giordania, ma anche questa proposta è stata respinta senza esitazione da Netanyahu”, suggerisce la fonte. La fonte ha inoltre aggiunto che il premier israeliano ha posto come “condizione preliminare l'attuazione delle disposizioni della seconda fase del piano, che prevedono il disarmo di Hamas e la sua rinuncia al controllo di Gaza, prima di qualsiasi discussione su un'amministrazione o forze di sicurezza locali nel territorio” della Striscia di Gaza. “La delegazione egiziana - conclude la fonte - ha lasciato Israele senza raggiungere un accordo sulla partecipazione dell'Anp al futuro di Gaza, evidenziando le difficoltà nei negoziati e l'assenza di soluzioni condivise per il momento”.

Personalità ebraiche contro Israele: 'sanzioni per genocidio'

Importanti personalità ebraiche di tutto il mondo hanno chiesto in una lettera aperta con 460 firmatari, rivolta alle Nazioni Unite e ai leader mondiali, di imporre sanzioni contro Israele per quelle che descrivono come azioni "immorali" che equivalgono a un "genocidio a Gaza". Lo rivela il britannico Guardian, secondo cui tra gli aderenti all'iniziativa figurano l'ex presidente della Knesset Avraham Burg, l'ex negoziatore di pace israeliano Daniel Levy, lo scrittore britannico Michael Rosen, l'autrice canadese Naomi Klein, il regista premio Oscar Jonathan Glazer, l'attore statunitense Wallace Shawn, le vincitrici dell'Emmy Ilana Glazer e Hannah Einbinder, e il vincitore del premio Pulitzer Benjamin Moser. "Non dimentichiamo che molte delle leggi, degli statuti e delle convenzioni istituite per salvaguardare e proteggere ogni forma di vita umana sono state create in risposta all'Olocausto - si legge nella lettera - queste garanzie sono state incessantemente violate da Israele". I firmatari inoltre esortano i leader mondiali a rispettare le sentenze dei tribunali internazionali, a evitare la "complicità" nelle violazioni del diritto internazionale bloccando le forniture di armi allo Stato ebraico e imponendo sanzioni mirate, a garantire adeguati aiuti umanitari a Gaza, e a respingere le false accuse di antisemitismo contro coloro che promuovono la pace e la giustizia. 

Netanyahu: "Non siamo uno stato vassallo degli Usa"

Dopo l'incontro con il vicepresidente statunitense J.D. Vance, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l'idea che Israele sia uno Stato cliente degli Stati Uniti è una "sciocchezza". "Voglio essere molto chiaro", ha detto rispondendo a una domanda in merito così come riporta il Times of Israel, "Una settimana dicono che Israele controlla gli Stati Uniti. La settimana dopo dicono che gli Stati Uniti controllano Israele. Sono tutte sciocchezze". "Abbiamo una partnership, un'alleanza di partner", afferma Netanyahu, "che condividono valori e obiettivi comuni. Possiamo discutere, possiamo avere disaccordi ma nel complesso no e nell'ultimo anno abbiamo raggiunto un accordo non solo sugli obiettivi, ma anche su come raggiungerli". Netanyahu ha detto che Israele è riuscito a "mettere il coltello alla gola di Hamas, e quello è stato lo sforzo militare guidato da Israele, e l'altro sforzo è stato quello di isolare Hamas nel mondo arabo e musulmano, cosa che penso il presidente degli Stati Uniti abbia fatto brillantemente con la sua squadra". Da parte sua il vicepresidente Vance ha sottolineato che gli Stati Uniti non vogliono "uno stato vassallo, e Israele non è questo. Non vogliamo uno stato cliente, e Israele non è questo. Vogliamo una partnership. Vogliamo un alleato qui". "Il presidente ritiene che Israele, insieme ai nostri alleati arabi del Golfo, possa svolgere un ruolo di leadership molto positivo in questa regione, al punto che, francamente, agli Stati Uniti non importerà più nulla del Medio Oriente, perché i nostri alleati nella regione stanno intensificando gli sforzi, prendendo il controllo e la proprietà della loro area del mondo. Questo non significa che non abbiamo interessi qui", continua Vance. "Non significa che non ci interessi ciò che accade qui. Ma in realtà vediamo questa come un'opportunità per costruire sulla base degli Accordi di Abramo. Credo che questo accordo di Gaza sia un elemento fondamentale per sbloccare gli Accordi ma ciò che potrebbe consentire è una struttura di alleanza in Medio Oriente che persevera, che dura, che permette alle brave persone in questa regione del mondo di farsi avanti e prendersi la responsabilità del proprio territorio. Questo è nel migliore interesse degli Stati Uniti. Penso che sia anche nel migliore interesse di Israele". 

Sminatori Onu a Gaza, gravi rischi per ordigni inesplosi

Gli sminatori dell'Onu, entrati in azione a Gaza subito dopo l'accordo di cessate il fuoco,  hanno già identificato non meno di 560 mine antiuomo e ordigni esplosivi tra le rovine dell'enclave, e questo è solo l'inizio. "Conosceremo la vera portata della contaminazione solo una volta che sarà stata condotta un'indagine completa", ha spiegato Luke David Irving, capo del servizio di sminamento delle Nazioni Unite (Unmas) nei territori palestinesi occupati.  "Decenni di esperienza ci hanno insegnato che quando un conflitto finisce, gli ordigni inesplosi continuano a mutilare e uccidere", ha avvertito Irving.  Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), dall'inizio della guerra quasi 42.000 persone hanno subito lesioni invalidanti a causa delle mine antiuomo nell'enclave palestinese. "Solo all'inizio di questo mese, cinque bambini sono stati feriti, due molto gravemente, dopo aver maneggiato i resti delle armi tra le macerie", ha detto Irving. Man mano che le persone tornano nella loro terra, la minaccia cresce. Sotto i mucchi di cemento e rottami metallici, le bombe dormienti non si preoccupano degli accordi di pace. "Il rischio aumenterà nei prossimi giorni, settimane e anni, mentre le persone cercano di recuperare ciò che resta delle loro case e i bambini giocano nelle aree colpite dai combattimenti", ha avvertito il funzionario delle Nazioni Unite.  L'Unmas stima che sarà necessario rimuovere tra i 50 e i 60 milioni di tonnellate di detriti, spesso pieni di munizioni. Innanzitutto gli sminatori mettono in sicurezza le strade vitali, gli ospedali, le stazioni d'acqua e le  panetterie. A sostenere il programma di sminamento figurano, oltre all'Italia, l'Unione Europea, la Polonia, il Portogallo, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Corea e la Svizzera. 

Vance: "Accordo su Gaza aiuterà a sbloccare Accordi Abramo"

Il cessate il fuoco di Gaza mediato da Washington potrebbe aprire la strada a più ampie alleanze per Israele in Medio Oriente e contribuirà a sbloccare gli Accordi di Abramo. Lo dice il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance. "Penso che questo accordo sia un elemento fondamentale per sbloccare gli Accordi di Abramo", ha dichiarato Vance in una conferenza stampa a Gerusalemme, riferendosi alla serie di accordi di normalizzazione tra Israele e diversi paesi arabi nel 2020. "Ma ciò che potrebbe consentire è una struttura di alleanza in Medio Oriente che persevera, che dura e che consente alle brave persone di questa regione, del mondo, di farsi avanti e prendersi la responsabilità del proprio territorio", ha aggiunto. 

Vance: "Abbiamo un compito arduo, ma sono ottimista"

"Abbiamo davanti a noi un compito molto, molto arduo: disarmare Hamas e ricostruire Gaza, migliorare la vita della popolazione di Gaza e garantire che Hamas non rappresenti più una minaccia per i nostri amici in Israele. Non è facile. Non ho mai detto che fosse facile. Ma sono ottimista sul fatto che il cessate il fuoco reggerà e che potremo effettivamente costruire un futuro migliore per l'intero Medio Oriente... Ma questo richiederà un po' di lavoro". Così il vicepresidente Usa, JD Vance, nella conferenza stampa insieme al premier israeliano, Benyamin Netanyahu, al termine del loro incontro a Gerusalemme. Al vicepresidente è stato chiesto perché gli Stati Uniti continuino a inviare diversi funzionari di alto livello in Israele, nonostante il cessate il fuoco sia in buone condizioni, Vance ha risposto: "Non si tratta di monitorarlo, nel senso di monitorare un bambino piccolo...È importante che l'amministrazione si assicuri che il nostro personale continui a fare ciò che gli chiediamo". 

Knesset boccia proposta Commissione inchiesta su 7 ottobre

La Commissione di controllo dello Stato della Knesset ha bocciato la proposta di istituire una commissione d'inchiesta sull'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. La proposta era stata avanzata dall'opposizione israeliana. I membri del comitato del Likud e dei partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism hanno votato contro la mozione. La proposta avrebbe consentito a una commissione di indagare sugli eventi che hanno portato all'attacco guidato da Hamas in cui sono state uccise circa 1.200 persone e rapite 251.

Meloni in Senato: "Hamas deve essere disarmato"

Meloni: "Pronti a partecipare a Forza per stabilizzare Gaza"

"Dal punto di vista della sicurezza siamo pronti a partecipare a una eventuale Forza internazionale di stabilizzazione e a continuare a sostenere l'Autorità nazionale palestinese nell'addestramento delle sue forze di polizia e nel rafforzamento delle loro capacità operative". Così la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo, parlando di Gaza. "Dobbiamo ancora definire i dettagli del nostro contributo, ma - ha aggiunto - ritengo fin d'ora opportuno un passaggio parlamentare su queste materie e avremo quindi modo di approfondire insieme. E sono certa che, trattandosi di contribuire realmente e concretamente alla pace in Medio Oriente, tutte le forze in Parlamento non mancheranno di dare il loro sostegno convinto".

Meloni: "Palestina senza Hamas condizione per riconoscimento"

"Hamas deve accettare di non avere alcun ruolo nella governance transitoria e nel futuro Stato palestinese, e deve essere disarmato, per impedire che continui a rappresentare una minaccia per la stabilità regionale. Abbiamo avuto, anche in questi giorni, prova della ferocia di questa organizzazione anche nei confronti degli stessi palestinesi, in una pericolosa serie di esecuzioni sommarie che consideriamo inaccettabili. Sono queste le precondizioni necessarie anche per il riconoscimento da parte dell'Italia dello Stato di Palestina, come anche da indicazione di questo Parlamento. Il governo è pronto ad agire di conseguenza quando queste condizioni si saranno materializzate". Così la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.

Wsj: "Hamas assicura lo stop a esecuzioni pubbliche"

Hamas ha detto ai mediatori che fermerà le esecuzioni pubbliche di membri di bande rivali, dopo che i mediatori hanno sostenuto che tali azioni avrebbero potuto dare a Israele una scusa per riprendere i combattimenti, hanno affermato funzionari arabi. Lo scrive il Wall Street Journal. Trump ieri ha di nuovo affermato che Hamas "sarebbe stato sistemato molto rapidamente se non avesse sistemato la situazione da solo, perché stava violando il suo accordo". "Siamo determinati a far sì che questo accordo resti valido. Durerà, perché vogliamo che duri", ha dichiarato il leader di Hamas, Khalil al-Hayya.

Meloni: "Prospettiva pace ma Hamas deve essere disarmato"

Media: oggi la Cig si pronuncia su blocco degli aiuti a Gaza

La Corte Internazionale di Giustizia (Cig) si pronuncerà oggi per stabilire se Israele abbia violato il diritto internazionale con il blocco degli aiuti umanitari imposto per mesi alla Striscia di Gaza. Lo scrive il Jerusalem Post. I giudici del principale organo giudiziario delle Nazioni Unite forniranno anche una valutazione degli attacchi israeliani contro il personale e le strutture delle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza. Il giornale ricorda come Israele abbia respinto tutte le accuse, giustificando il blocco asserendo che il Hamas avrebbe intercettato spedizioni di aiuti, rivendendo poi le merci a prezzi gonfiati. Gli Stati Uniti hanno espresso sostegno alla posizione di Israele.    I giudici dell'Aja valuteranno anche se Israele sia obbligato a cooperare con l'Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei Rifugiati Palestinesi (Unrwa).  La Cig sta emettendo un parere consultivo legale, richiesto dall'Assemblea generale dell'Onu, che non è vincolante ma potrebbe aumentare la pressione su Israele affinché cooperi con le Nazioni Unite e consenta l'ingresso di maggiori aiuti umanitari a Gaza.    Sarà la terza sentenza della Corte sulle azioni di Israele dallo scoppio della guerra di Gaza, poco più di due anni fa. Nel luglio dello scorso anno, la Corte dell'Aja ha stabilito che l'occupazione israeliana dei territori palestinesi era illegale. In precedenza, in un caso di genocidio, la Corte Internazionale di Giustizia aveva ordinato a Israele di adottare tutte le misure necessarie per prevenire il genocidio a Gaza.

“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas

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Onu: alto e diffuso rischio di ordigni inesplosi a Gaza

Il responsabile del servizio d'azione contro le mine dell'Onu (Unmas) nei territori palestinesi occupati, Luke David Irving, ha dichiarato che la popolazione di Gaza e' esposta a una minaccia "incredibilmente alta" a causa degli ordigni inesplosi che disseminano l'enclave. Irving, come spiega Al Jazeera, ha sottolineato come la scorsa settimana cinque bambini palestinesi siano rimasti feriti da armi sepolte tra le macerie dei bombardamenti israeliani. "E' solo uno dei centinaia di casi segnalati", ha aggiunto in un briefing al quartier generale dell'ONU a New York. "Ad oggi, l'Unmas ha registrato 328 vittime di ordigni esplosivi, tra feriti e morti, dall'ottobre del 2023". Tuttavia "riteniamo che questa cifra sia ampiamente sottostimata. Purtroppo, possiamo affermare che molte più persone siano rimaste ferite o uccise a causa degli ordigni che disseminano Gaza negli ultimi due anni". L'Unmas è riuscita a identificare "almeno 560 ordigni esplosivi nelle aree di Gaza a cui ha potuto accedere. Ma non conosceremo l'effettiva entità della contaminazione a Gaza finchè non sarà possibile condurre un'indagine completa", ha concluso Irving.

Israele identifica corpi 2 ostaggi, Adar e Zalmanovich

L'esercito israeliano ha annunciato di aver identificato i corpi di due ostaggi ritrovati nella Striscia di Gaza: si tratta di Tamir Adar, 38 anni, e di Aryeh Zalmanovich, 85 anni. Secondo le autorita' israeliane, Tamir Adar e' stato ucciso durante l'attacco del 7 ottobre 2023 compiuto in Israele dal movimento islamista Hamas. Aryeh Zalmanovich, agricoltore e tra i fondatori del kibbutz Nir Oz, era stato a sua volta rapito durante l'assalto. Era comparso in un video diffuso da Hamas nel 2023, in cui si sosteneva che avesse avuto un infarto, notizia mai verificata. La sua morte era poi stata confermata lo scorso dicembre dal kibbutz Nir Oz.

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