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Guerra Israele Medio Oriente, Netanyahu: "Tregua è temporanea". Trump: "Fai ciò che devi"

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Medioriente, alle 8 di domenica l'attuazione del piano
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Medioriente, alle 8 di domenica l'attuazione del piano
00:01:38 min

Il premier israeliano in tv: "Ci riserviamo il diritto di tornare in guerra. Obiettivo è che Gaza non minacci più Israele". Il cessate il fuoco inizierà alle 8:30 (le 7:30 in Italia). Saranno liberati i primi tre ostaggi su 33. In cambio verranno rilasciati 1.700 detenuti palestinesi. Ma Israele “non proseguirà con il piano senza l'elenco degli ostaggi che saranno liberati". Hamas: ritardo sui nomi perché comunicati tramite messaggeri

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Approvato da Israele dopo un consiglio dei ministri fiume l'accordo siglato a Doha sul cessate il fuoco a Gaza che inizierà domenica alle 8:30 ora locale (le 7:30 in Italia), come ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar. Ma Israele “non proseguirà con il piano finché non riceverà l'elenco degli ostaggi da liberare, come concordato”. Lo rende noto con un comunicato l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu dopo che, nonostante diversi rumors, Hamas non ha ancora consegnato i nomi delle tre donne che saranno rilasciate domani. “Israele non tollererà violazioni dell'accordo. La responsabilità esclusiva è di Hamas”. 

Secondo Hamas, il ritardo sui nomi è dovuto al metodo usato per comunicare tra i vari gruppi, tramite messaggeri.

"Dobbiamo raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, in cui Gaza non rappresenterà più una minaccia per Israele. La sacra missione di liberare gli ostaggi mi ha accompagnato per tutta la vita". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu nel suo primo discorso alla nazione dopo l'accordo di cessate il fuoco con Hamas, rassicurando il suo paese che gli ostaggi nelle mani di Hamas torneranno a casa. 33 "fratelli e sorelle torneranno a casa" grazie alla "ferma posizione di Israele", ha aggiunto, per poi ammonire: “Israele si riserva il diritto" di riprendere i combattimenti, se sarà necessario”.

Il gruppo terroristico Jihad Islamica ha minacciato di uccidere gli ostaggi se Israele non fermerà gli attacchi prima del cessate il fuoco. Lo riporta il quotidiano Times of Israel.

Monito di Netanyahu: "Se la fase due fallisce, la guerra riprenderà con il sostegno degli Usa. Ho avuto garanzie inequivocabili da Biden e Trump". Domani i primi tre ostaggi liberi. Sono in tutto 33 i rapiti del 7 ottobre che saranno rilasciati. Tra loro i piccoli Bibas, ma non si sa se vivi. Nella lista anche le ragazze prese al rave e le 5 soldatesse. Fonti dell'establishment sicurezza israeliana stimano che "25 dei 33  ostaggi destinati ad essere rilasciati nella prima fase dell'accordo  siano ancora vivi". Lo riferisce la Radio dell'esercito.

Un uomo ha cercato di accoltellare dei passanti in via Levontin a Tel Aviv, ferendone uno che è stato portato in ospedale. Lo ha riferito il portavoce della polizia, secondo cui l'aggressore è stato “neutralizzato”. L'accoltellamento è stato definito "attacco terroristico" dalla polizia, le condizioni della persona ferita sono gravi. Il terrorista è Salah Yahya, 19 anni di Tulkarem, in Cisgiordania. È entrato illegalmente in Israele.

Intanto, la notte scorsa cinque membri di una famiglia, inclusi tre bambini, sono stati uccisi in un bombardamento dell'esercito israeliano che ha preso di mira una tenda che ospitava gli sfollati nel sud della Striscia di Gaza. I ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall'Iran, hanno rivendicato la responsabilità di un attacco missilistico contro Israele, dove l'esercito aveva precedentemente affermato di aver intercettato un missile proveniente da quel Paese.

l presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) Mahmoud Abbas dopo l'annuncio dell'accordo sul cessate il fuoco, ha detto che il partito che governa solo piccole aree della Cisgiordania occupata, è pronto ad assumersi "la piena responsabilità" della Striscia di Gaza alla fine della guerra. L'ANP ha inoltre raggiunto un accordo con i miliziani armati del Battaglione Jenin, mettendo fine all'operazione militare in corso da oltre un mese nell'omonima città nel nord della Cisgiordania.


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Tregua Israele-Hamas, la lista dei 33 ostaggi che saranno liberati nella prima fase

È stata resa nota la lista dei 33 ostaggi che saranno rilasciati durante la prima delle tre fasi dell'accordo di tregua per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas, che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio. IL FOCUS

Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Che cosa prevede e cosa succede adesso

Secondo quanto emerso finora, in una prima fase lunga 42 giorni saranno  liberati 33 ostaggi israeliani e circa mille detenuti palestinesi. IL FOCUS

Hamas: ritardo sui nomi, comunicati tramite messaggeri

Un funzionario di Hamas ha detto a Ynet che l'organizzazione terroristica sta ritardando per motivi tecnici la trasmissione dei nomi dei rapiti che dovrebbero essere rilasciati domani. E ha spiegato che "la comunicazione avviene fisicamente tramite messaggeri, e ci vuole tempo perché si accordino sui nomi e sulla posizione dei rapiti, quando gli aerei dell'Idf sono ancora sopra di loro". Quindi ha aggiunto che la lista finale verrà rilasciata solo dopo l'approvazione del leader di Hamas, Mohammed Sinwar. 

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la  conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una  contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a  trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LE COSE DA SAPERE

Trump: “Vedrò presto Netanyahu, continui a fare ciò che deve”

Donald Trump riferisce di aver detto al premier israeliano Benyamin Netanyahu di "continuare a fare quello" che deve fare: "tutto questo deve finire presto. Vogliamo che finisca presto". Lo ha detto il presidente-eletto a Nbc, sottolineando che vedrà Netanyahu "presto", senza però ulteriori dettagli. "Vedremo presto" se gli ostaggi saranno liberati, ha aggiunto assicurando che la sua amministrazione manterrà il cessate il fuoco attraverso il "buon governo".

Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza. FOTO

I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il  clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è  giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di  guerra. LE IMMAGINI

Medioriente, alle 8 di domenica l'attuazione del piano

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Medioriente, alle 8 di domenica l'attuazione del piano
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Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Le reazioni internazionali, da Trump a Biden

Mentre continuano a emergere i dettagli sull’intesa raggiunta tra le  parti, non si sono fatte attendere le reazioni dei leader internazionali  sul cessate il fuoco nella Striscia. LEGGI L'ARTICOLO

Tajani a Sky TG24: "Musk non ha avuto nulla a che fare con la liberazione di Sala”

Il ministro degli Esteri è stato ospite a Start. Riguardo alla liberazione della giornalista italiana, ha detto che anche se il patron di X ha avuto "contatti con la famiglia, non ha svolto alcun ruolo". Parlando della situazione in Medio Oriente, ha spiegato che "l'Italia è disposta a inviare i suoi soldati sotto guida araba". Sull’Ucraina: “Voglio credere che sia l'anno della fine delle ostilità”. Su Zaia: “Non credo che il problema sia lui, ma la regola generale”. L'INTERVISTA

Media: tre giovani israeliane saranno le prime libere

La trentenne infermiera veterinaria Doron Steinbrecher, la 24enne ex scout rapita al Nova Festival Romi Gonen, la 28enne appassionata di astronomia Arbel Yehud: sono questi i nomi sui quali si affollano voci e indiscrezioni dei media in merito alle prime tre donne civili che torneranno a casa dopo 15 mesi di prigionia nelle mani di Hamas, grazie all'accordo per il cessate il fuoco a Gaza. Ma c'è ancora incertezza in attesa della lista ufficiale di Hamas.

Medici: “Non rischia la vita l'uomo accoltellato a Tel Aviv”

L’ospedale Ichilov di Tel Aviv ha riferito che l'uomo è in condizioni stabili e cosciente, e non è in pericolo di vita. Lo riporta il Times of Israel.

Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti

Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato  dal Paese: è a Mosca, dove  gli è stato concesso asilo. Al potere dal  2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha  iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil,  primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli  ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari  gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di  crimini di guerra e crimini contro l’umanità.  IL PROFILO

Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese

Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche  l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente  e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese,  quasi “uno Stato nello  Stato”, e partecipa attivamente alla vita  politica. Il suo leader è  stato a lungo - dal  1992 - Hassan Nasrallah,  che ha guidato  il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è  stato  ucciso da un attacco israeliano su Beirut.L'ANALISI

MO, scontri e attacchi tra Yemen e Israele. Il reportage

Jihad: “Israele fermi raid o potremmo uccidere ostaggi”

Il gruppo terroristico Jihad Islamica ha minacciato di uccidere gli ostaggi nelle sue mani, se Israele non fermerà gli attacchi nelle ultime ore prima dell'entrata in vigore del cessate il fuoco. Le famiglie degli ostaggi dovrebbero chiedere al governo di cessare i raid perché “potrebbero essere un motivo per uccidere i loro figli", ha detto Abu Hamza, portavoce del braccio armato delle Brigateal-Quds all'agenzia Reuters, come riporta il quotidiano Times of Israel.

Netanyahu: "Trump ha tolto restrizioni sulle armi a Israele"

"Apprezzo la decisione del presidente Donald Trump di rimuovere tutte le restrizioni rimanenti sull'approvvigionamento di armi e munizioni essenziali per Israele. Se dovremo riprendere i combattimenti, lo faremo in modi nuovi e con una grande forza", ha detto questa sera Benyamin Netanyahu.

Netanyahu: “Abbiamo cambiato il volto del Medio Oriente”

"Abbiamo stabilito che i terroristi che hanno ucciso non saranno rilasciati in Giudea e Samaria (Cisgiordania), saranno espulsi nella Striscia di Gaza o all'estero, e abbiamo deciso durante la riunione di gabinetto anche un significativo rinforzo delle nostre forze lì per proteggere i nostri cittadini", ha affermato Benyamin Netanyahu in conferenza stampa. "Ora, cosa ha causato il cambiamento nella posizione di Hamas? Prima di tutto, i colpi dolorosi inferti dai nostri combattenti eroici. In secondo luogo, la nostra politica di colpire i nostri nemici su sette fronti con una forza che non avevano mai visto prima. Abbiamo eliminato Sinwar, Deif e Haniyeh. Abbiamo eliminato Nasrallah e tutta la dirigenza di Hezbollah. Abbiamo distrutto la maggior parte delle armi dell'esercito siriano, colpito i Houthi in Yemen, e agito contro l'Iran. Abbiamo infatti colpito duramente tutti questi gruppi, cioè abbiamo inflitto gravi danni all'intero asse iraniano, e ancora non è finita", ha detto il premier israeliano. "Come vi avevo promesso, abbiamo cambiato il volto del Medio Oriente. E come risultato di tutto questo, Hamas è rimasto sconfitto e isolato nella guerra. Proprio così sono state create le condizioni per un cambiamento nella sua posizione e per il rilascio degli ostaggi. Oggi Hamas accetta ciò che prima non avrebbe mai accettato", ha aggiunto.

Netanyahu: “Grazie a nostra determinazione 33 torneranno”

Il premier israeliano Benjamin Netanyahuha rassicurato questa sera il suo paese che gli ostaggi nelle mani di Hamas torneranno a casa. Trentatrè "fratelli e sorelle torneranno a casa" grazie alla "ferma posizione di Israele", ha detto nel suo primo discorso alla nazione dopo l'accordo di cessate il fuoco con Hamas. Ma Netanyahu ha anche chiarito che intende tenersi le mani libere. Israele "si riserva il diritto" di riprendere i combattimenti, se sarà necessario, ha ammonito.

Netanyahu: “Adesso aumentiamo forze sull'asse Filadelfia”

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha dichiarato questa sera che Israele aumenterà le forze lungo l'asse Filadelfia e che se l'accordo continua alla fase due, l'Idf dovrebbe ritirarsi completamente. E ha promesso: "Riporteremo a casa tutti (gli ostaggi) e raggiungeremo tutti gli obiettivi elencati". Quindi ha ringraziato Biden e Trump. "Mia moglie Sara investe tutto il suo cuore e la sua anima nella preoccupazione per le famiglie e per il ritorno degli ostaggi, e si impegna per loro sia in Israele che all'estero. So che questa preoccupazione è condivisa da tutte le famiglie in Israele. Fino ad oggi, abbiamo riportato a casa 157 dei nostri ostaggi, di cui 117 sono vivi. Con l'accordo appena approvato, riavremo a casa altri 33 dei nostri fratelli e sorelle, la maggior parte dei quali vivi".

Netanyahu: "Il cessate il fuoco a Gaza è temporaneo"

"Il cessate il fuoco approvato è temporaneo. Ci riserviamo il diritto di tornare in guerra", ha affermato il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, sottolineando che il presidente uscente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente entrante Donald Trump hanno garantito che la guerra riprenderebbe se i negoziati sulla seconda fase dell'accordo fallissero.

Netanyahu: "Obiettivo è che Gaza non minacci più Israele"

"Dobbiamo raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, in cui Gaza non rappresenterà più una minaccia per Israele. La sacra missione di liberare gli ostaggi mi ha accompagnato per tutta la vita". Lo ha detto Benyamin Netanyahu in un intervento televisivo.

Famiglie vittime attentati presentano petizione all'Alta Corte

Il Forum Choosing Life, composto da famiglie in lutto i cui parenti sono stati uccisi durante attentati, ha presentato una petizione all'Alta Corte contro il rilascio dei terroristi palestinesi nell'ambito dell'accordo sugli ostaggi firmato tra Israele e Hamas. Secondo il Forum "la giustizia è stata calpestata. Chiediamo un rispetto minimo per le famiglie in lutto". La petizione chiede al governo di impedire il rilascio dei terroristi e, se la loro richiesta non viene accettata, "di garantire un preavviso alle famiglie in lutto e di garantire la massima trasparenza" Questa è la prima istanza presentata all'Alta Corte contro l'accordo.

Egitto esorta Usa e il mondo a consolidare la tregua a Gaza

"L'Egitto invita anche la comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti, a sostenere e consolidare l'accordo e la stabilizzazione permanente del cessate il fuoco" e la "esorta a fornire tutti gli aiuti umanitari al popolo palestinese e a elaborare un piano urgente per ricostruire Gaza": è quanto si afferma nel comunicato diffuso al Cairo in cui l'Egitto annuncia che Israele rilascerà più di 1.890 prigionieri palestinesi in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase della tregua. "L'Egitto sottolinea l'importanza di accelerare l'elaborazione di una tabella di marcia per ristabilire la fiducia tra le due parti in vista del loro ritorno al tavolo dei negoziati e di adottare le misure necessarie per risolvere la questione palestinese nel quadro della soluzione a due Stati, in conformità con le risoluzioni della legittimità internazionale e con la creazione di uno Stato palestinese indipendente sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale", si afferma fra l'altro nel comunicato.

Doha: “Sicuri che le parti stanno rispettando l'accordo”

Il portavoce del ministero degli Esteri di Doha, Majed Al-Ansari, ha dichiarato al canale Al-Arabi che "siamo sicuri che le parti siano impegnate a rispettare l'accordo di cessate il fuoco". E ha osservato: "sappiamo dai tentativi precedenti che il processo di scambio di prigionieri non è semplice. Invito a non fare riferimento a dichiarazioni politiche in questo momento". Secondo lui "finora non vi è stata alcuna violazione dell'accordo".

Pizzaballa: “Tregua punto svolta, servono nuove leadership”

"Finisce la guerra, non il conflitto, ma come abbiamo detto anche come ordinari cattolici di Terra Santa, la tregua è un passo necessario. Nella popolazione avvertiamo un senso di liberazione, la fine di questo terribile periodo. Siamo contenti, anche se siamo davanti a una tregua molto fragile che ha davanti ancora molti ostacoli, ma bisogna incoraggiare questi passi". Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, guarda con speranza e realismo ai giorni che verranno. Ne parla in un'intervista ad Avvenire - anticipata da Ansa - in uscita domani, giorno di entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. "Ci saranno molte difficoltà durante la tregua, il rischio di incidenti, e nelle ultime ore prima dell'entrata in vigore dell'accordo si spara ancora. Ma bisogna andare avanti, incoraggiare e sostenere questi passi", afferma rispondendo alle domande dell'inviato Nello Scavo. I sentimenti che ha raccolto dalla parrocchia di Gaza, "le loro speranze e le loro più grandi preoccupazioni sono per quello che ancora potrebbe succedere. Ma sono molto contenti per l'imminente fine degli scontri armati e per la svolta che una tregua può portare". Ora "le principali emergenze sono tre. Il cibo, ma questo dovrebbe essere risolto in fretta permettendo la consegna degli aiuti alimentari necessari. La scuola, molti dimenticano che da due anni a Gaza centinaia di migliaia di bambini non hanno ricevuto alcuna istruzione. E naturalmente la sanità, che è in ginocchio, con gli ospedali quasi tutti distrutti, e perciò necessita di interventi massicci e rapidi". Pizzaballa aggiunge: "Certamente tornerò a Gaza, dovrà esserci anche un contesto sia interno che esterno che lo renda possibile, ma certamente tornerò. Il Patriarcato è già impegnato da tempo, adesso stiamo valutando in che modo continuare la nostra azione di sostegno, non da soli. Insieme ad altri dovremmo creare un network insieme ad esempio agli anglicani, ai cavalieri di Malta, per riuscire ad arrivare a quanta più popolazione possibile". Secondo il patriarca, "ci sono stati molti cambiamenti nel Medio Oriente, ma la questione israelo-palestinese, il cuore di tutte le questioni mediorientali, ha bisogno di un cambiamento di prospettiva. Ci sarà ancora molto da fare. Abbiamo bisogno di nuove leadership, abbiamo bisogno di visione, abbiamo bisogno di narrative diverse rispetto a quelle improntate alla vittoria, alla distruzione, all'odio". Per fare questo, prosegue, "innanzitutto abbiamo necessità di fermare la guerra. La tregua è un punto di svolta importante che però ha bisogno di un impegno serio da parte di tutti, dei politici, dei religiosi, perché non sia solo un episodio temporaneo, ma l'inizio di un nuovo tipo di percorso". Per quanto riguarda infine le tensioni tra ebraismo e Chiesa cattolica e le recenti critiche a papa Francesco, "i fraintendimenti ci sono stati e non si possono negare. Recentemente sono stati espressi in maniera molto chiara. Io li leggo tutto sommato come momento importante delle relazioni tra la Chiesa cattolica, il mondo ebraico religioso e il popolo d'Israele. Un'occasione per rinforzare il dialogo, che semmai deve diventare ancora più vero e più autentico". "L'importanza delle relazioni tra noi deve prevalere sulle attuali incomprensioni - conclude Pizzaballa -. Dobbiamo lavorare per superarle e per rendere le nostre relazioni ancora più forti e salde”.

Gaza, corteo per chiedere tregua “vera e duratura” a Milano

Una tregua vera e duratura a Gaza, la liberazione di tutti i prigionieri detenuti da Israele e la restituzione dei territori occupati in Cisgiordania: sono queste alcune delle richieste avanzate dai partecipanti al "Corteo per la pace" che si è svolto questo pomeriggio in centro a Milano. E' la 67/ma manifestazione di sabato per la fine del conflitto con Israele alla quale hanno preso parte circa 1.500 persone (dati degli organizzatori) fra associazioni palestinesi, centri sociali fra cui in particolare il Vittoria, studenti e simpatizzanti. Il corteo è partito verso le 16 da Porta Vittoria ed è arrivato dopo un paio d'ore in piazza San Babila. Tutto si è svolto - secondo quanto confermato dalle forze dell'ordine - senza problemi. I partecipanti chiedono che "i responsabili del genocidio a Gaza ne rispondano davanti alla giustizia internazionale" e che "sono da liberare almeno 10.400 i palestinesi presi in ostaggio e detenuti nelle carceri israeliane tra cui 320 bambini".

Marcia pro-palestinese a Londra alla vigilia della tregua a Gaza

Migliaia di manifestanti pro-palestinesi si sono riuniti nel centro di Londra oggi, alla vigilia dell'entrata in vigore della tregua tra Israele e Hamas, sperando in qualcosa di più di un "cessate il fuoco temporaneo". La marcia prevista si è trasformata in un raduno su Whitehall, il viale principale del quartiere governativo, dopo che la polizia ha respinto il percorso proposto dalla Palestine Solidarity Campaign, che passava troppo vicino a una sinagoga. La polizia, presente in massa, ha annunciato su X che nel tardo pomeriggio aveva arrestato "tra i 20 e i 30 manifestanti" che avevano lasciato il perimetro autorizzato, dopo aver già effettuato altri 7 arresti in precedenza. I partecipanti reggevano cartelli con le scritte 'Basta armare Israele' e 'Gaza, stop al massacro'.

Israele informa parenti vittime attentati su rilascio terroristi

Il ministero della Difesa israeliano ha annunciato che, come richiesto dal governo, a partire da questa sera saranno consegnati avvisi personali alle famiglie delle vittime di attentati, per informarle che i terroristi coinvolti nell'omicidio dei loro cari dovrebbero essere rilasciati come parte del quadro di rilascio degli ostaggi approvato dal governo. Gli avvisi saranno consegnati ai genitori, ai coniugi o ai rappresentanti della famiglia attraverso l'Istituto nazionale di assicurazione, l'Idf, la polizia di Israele e altre agenzie di sicurezza. Il ministero della Difesa coordinerà questa attività e il personale di riabilitazione professionale accompagnerà le famiglie durante questo periodo. "Siamo vicini alle famiglie in lutto in questo momento complesso", si legge nella nota. Le famiglie possono ricorrere contro la liberazione di chi ha ucciso i loro cari. 

Il ministro Smotrich non si dimette: “Netanyahu dice che controlleremo Gaza”

Il ministro di ultradestra israeliana Bezalel Smotrich ha ribadito di essere "risolutamente contrario all'accordo sugli ostaggi". Tuttavia, ha osservato di aver ottenuto dal governo "l'impegno a cambiare completamente il metodo di guerra per arrivare ad una decisione completa, attraverso la graduale presa del controllo dell'intera Striscia di Gaza". Smotrich non ha quindi annunciato le dimissioni dal governo. "Abbiamo insistito e abbiamo potuto garantire, tramite una decisione del governo, nel gabinetto e in altri modi, che la guerra non sarebbe finita in alcun modo senza raggiungere i suoi obiettivi completi", ha dichiarato.

Netanyahu rilascerà una dichiarazione questa sera

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu rilascerà una dichiarazione ai media questa sera, annuncia il suo ufficio.

Ben Gvir e altri 2 ministri si dimetteranno domani mattina

Il partito Otzma Yehudit ha annunciato che domani mattina presto, in seguito all'accordo che entrerà in vigore, i suoi ministri presenteranno le dimissioni dal governo e dalla coalizione. Di conseguenza, il ministro della Sicurezza Itamar Ben-Gvir, il ministro per il Negev e la Galilea Yitzhak Wasserlauf, il ministro per il Patrimonio Amihai Eliyahu, nonché i presidenti delle commissioni Limor Son Har-Melech e Tzvika Fogel lasceranno i loro incarichi.

Ufficio Netanyahu: “Piano fermo se Hamas non comunica nomi”

"Non proseguiremo con il piano finché non riceveremo l'elenco degli ostaggi che saranno liberati, come concordato. Israele non tollererà violazioni dell'accordo. La responsabilità esclusiva è di Hamas". Lo rende noto con un comunicato l'ufficio del premier Benyamin Netanyahu dopo che, nonostante diversi rumors, Hamas non ha ancora consegnato i nomi delle tre donne che saranno rilasciate domani.

Onu: “Oltre 200mila rifugiati rientrati in Siria da caduta Assad”

Oltre 200mila rifugiati sono rientrati in Siria dopo la caduta di Bashar al-Assad all'inizio di dicembre, secondo quanto riferisce l'Onu alla vigilia della visita in Siria dell'Alto Commissario per i rifugiati, Filippo Grandi. Tra l'8 dicembre 2024 e il 16 gennaio 2025, circa 195.200 siriani hanno fatto ritorno nel loro Paese, secondo il tabellone dell'Unhcr pubblicato da Grandi su X. "Presto visiterò la Siria e i Paesi limitrofi, mentre l'Unhcr intensifica il suo sostegno ai rimpatriati e alle comunità ospitanti", ha scritto. Centinaia di migliaia di siriani sono fuggiti dai bombardamenti israeliani in Libano e sono tornati nel loro Paese prima che una coalizione guidata dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts) costringesse Assad a fuggire, 13 anni dopo che la sanguinosa repressione delle manifestazioni anti-governative ha scatenato una guerra che ha causato più di 500.000 morti. Dal 2011, milioni di siriani sono fuggiti dalla guerra civile e dalla crisi economica e umanitaria per trovare rifugio nei Paesi vicini e oltre. La vicina Turchia, che condivide con la Siria un confine di oltre 900 km, ospita ancora circa 2,9 milioni di siriani fuggiti dal 2011.

Egitto: "Israele libererà 1890 palestinesi nella prima fase"

L'Egitto, che ha fatto da mediatore nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, ha dichiarato che Israele rilascerà più di 1.890 prigionieri palestinesi in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase di una tregua a Gaza. Il ministero degli Esteri ha dichiarato che i prigionieri saranno liberati durante la prima fase di 42 giorni del cessate il fuoco, che inizierà domenica alle 7.30 ora italiana.

Gentiloni: “Su Gaza siamo tutti con il fiato sospeso”

"Siamo tutti con il fiato sospeso e in attesa, ma è certo uno sviluppo straordinariamente positivo": così Paolo Gentiloni, arrivando all'assemblea di Libertà eguale a Orvieto, ha commentato l'annunciata tregua su Gaza, prevista per domani mattina. "Forse si poteva raggiungere prima, ma intanto speriamo e preghiamo che le cose vadano nel verso giusto", ha aggiunto l'ex presidente del Consiglio.

Israele, accoltella passanti a Tel Aviv: aggressore ucciso. Polizia: "È terrorismo"

Un attentato, secondo quanto riferito dalla polizia israeliana, si è verificato in via Levontin a Tel Aviv, dove un uomo ha tentato di accoltellare dei passanti, ferendone uno che è stato portato in ospedale in condizioni gravi. Il portavoce della polizia ha confermato che l'aggressore è stato "neutralizzato" e l'attacco è stato classificato come "terroristico". Il responsabile, Salah Yahya, un 19enne di Tulkarem in Cisgiordania, è entrato illegalmente in Israele. LEGGI L'ARTICOLO

Parroco di Gaza: “Aspettiamo la tregua, qui ancora le bombe”

"Gaza, oggi... Pace!". Così il parroco della Sacra Famiglia, padre Gabriel Romanelli, commenta un video che lui stesso posta su Facebook. Mentre alcune persone erano in preghiera nella chiesa, questa mattina, si sente un violento scoppio che spalanca anche una delle vetrate dell'edificio di culto. La gente aspetta dunque "l'inizio della tregua" mentre "purtroppo continuano i bombardamenti in tutta la Striscia di Gaza", commenta il missionario argentino assicurando: "Stiamo tutti bene. Preghiamo per la pace". La tregua, prosegue l'unico parroco cattolico a Gaza, "è una boccata d'ossigeno, una boccata di speranza" ma non è "la soluzione" ed "è tuttora molto fragile". "Bisogna continuare a sperare e a pregare per la pace".

Polizia: “Aggressione Tel Aviv è un attentato, terrorista 19enne”

L'accoltellamento in Levontin Street a Tel Aviv è stato definito "attacco terroristico" dalla polizia, le condizioni della persona ferita sono gravi. Il terrorista è Salah Yahya, 19 anni di Tulkarem, in Cisgiordania. È entrato illegalmente in Israele.

Aggressore accoltella passanti a Tel Aviv: gravemente ferito 30enne

La vittima dell'aggressione a Tel Aviv è un uomo di 30 anni, rimasto gravemente ferito. Un cittadino armato ha sparato all'aggressore uccidendolo. Le forze di polizia, anche in elicottero, stanno perlustrando la zona in cerca di eventuali complici. Foto e un video immediatamente pubblicati dai media israeliani mostrano la scena.

Aggressore accoltella passanti a Tel Aviv, polizia: "È stato ucciso"

Secondo il portavoce della polizia, un uomo ha cercato di accoltellare i passanti in via Levontin a Tel Aviv e ne ha ferito uno che è stato portato in ospedale. L'aggressore è stato 'neutralizzato'. Gli inquirenti ritengono che possa trattarsi di un attentato ma al momento stanno indagando.

Pizzaballa e Patton ai pellegrini: “Tornate in Terra Santa"

Questa mattina, nella piccola piazza antistante il Santo Sepolcro a Gerusalemme, il patriarca dei Latini, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, e il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, hanno rivolto un appello alla Chiesa universale affinché, a fronte della tregua che inizierà domani mattina, possano riprendere presto i pellegrinaggi. "Il senso del nostro appello — ha detto Patton, secondo quanto riferito dai media vaticani — è quello di invitare a tornare in questa terra e incontrare i cristiani che da quindici mesi soffrono la mancanza di un contatto con la Chiesa universale ma anche le conseguenze economiche del conflitto. Migliaia di cristiani qui vivono principalmente dei proventi dell'accoglienza turistica dei pellegrini, soprattutto nell'area di Betlemme. E poi c'è il Giubileo in corso per il quale tre santuari di Terra Santa sono stati dedicati alla visita giubilare, a Gerusalemme, Nazareth e Betlemme". "Le nostre strutture ricettive sono pronte a riaprire già fin dalle prossime settimane, per accogliere chi vorrà condividere con noi il tempo di Quaresima e la Pasqua che quest'anno sarà particolarmente importante non solo per il Giubileo ma anche per la coincidenza di date con le altre confessioni cristiane", ha osservato il padre Custode.

Sparatoria a Tel Aviv, ci sono diversi feriti

Una sparatoria a Tel Aviv ha provocato diversi feriti, numerose forze di polizia e ambulanze stanno arrivando in via Levontin dove è avvento il fatto. Al momento, ha riferito la polizia, non si conoscono i dettagli ma c'è un uomo sospettato.

Egitto: “50 camion di carburante al giorno a Gaza durante tregua”

Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha affermato che 50 camion di carburante al giorno sono pronti a entrare nella Striscia di Gaza durante il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Abdelatty - il cui Paese ha mediato l'accordo con il Qatar e gli Stati Uniti - ha affermato che prevede "l'ingresso di 600 camion al giorno nella Striscia, inclusi 50 camion di carburante". Centinaia di camion si sono schierati sul lato egiziano del valico di Rafah, in precedenza un punto di ingresso vitale per gli aiuti che è stato chiuso da maggio, quando le forze israeliane hanno preso il controllo del lato palestinese. In una conferenza stampa congiunta con la sua controparte nigeriana, Abdelatty ha detto "speriamo che 300 camion vadano a nord della Striscia di Gaza", dove migliaia di persone sono intrappolate in quelle che le agenzie umanitarie definiscono condizioni apocalittiche. Gli operatori umanitari hanno messo in guardia dalle sfide monumentali che potrebbero ostacolare le operazioni di aiuto, tra cui la distruzione delle infrastrutture.

Bbc: “Israele consente a polizia Hamas di operare durante tregua”

In base al protocollo di sicurezza concordato come parte dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza, Israele consentirà alla polizia di Hamas di operare con le sue uniformi blu ufficiali all'interno di aree designate della Striscia di Gaza, una volta che il cessate il fuoco entrerà in vigore. Lo scrive la Bbc citando un alto funzionario palestinese coinvolto nei negoziati di Doha. Secondo il funzionario, la polizia di Hamas gestirà lo spostamento degli sfollati dal sud di Gaza al nord, evitando di avvicinarsi alle forze israeliane che manterranno una presenza di sicurezza lungo i confini orientali e settentrionali della Striscia. È stato inoltre concordato - scrive ancora la Bbc - che il personale di polizia di Hamas si asterrà dal portare armi, tranne quando assolutamente necessario, con Qatar ed Egitto che medieranno tra le due parti per prevenire potenziali conflitti.

Curdi: "4 morti in un bombardamento turco nel nord della Siria"

L'amministrazione semi-autonoma curda nel nord-est della Siria ha accusato la Turchia di aver bombardato un'area in cui si stavano svolgendo combattimenti tra forze a maggioranza curda e gruppi filo-turchi, causando la morte di 4 persone. Dalla fine di novembre i combattimenti oppongono le Forze Democratiche Siriane (Sdf), dominate dai curdi, alle fazioni sostenute dalla Turchia intorno alla strategica diga di Tishrin, nonostante i tentativi degli Stati Uniti di imporre una tregua. "Lo Stato di occupazione turco ha nuovamente preso di mira un raduno di civili presso la diga di Tishrin", che erano venuti a 'sostenere' le Fds, si legge in un comunicato dell'amministrazione curda. La dichiarazione afferma che 4 persone sono state uccise e altre 15 sono rimaste ferite, tutti "civili". L'Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh), che ha sede nel Regno Unito ma dispone di una vasta rete di fonti in Siria, ha riferito di tre morti, che sarebbero stati uccisi da un drone turco. Da diverse settimane la Turchia minaccia un'operazione militare per tenere i combattenti curdi siriani lontani dal proprio confine.

Erdogan: “Non permettere che Israele violi la tregua”

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ricordato le violazioni di cessate il fuoco da parte di Israele, avvenute in passato, esortando la comunità internazionale a impedire ulteriori infrazioni nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas su Gaza. "Israele, in particolare Netanyahu, ha un significativo record di violazioni dei cessate il fuoco; ciò non deve essere consentito questa volta (a Gaza)", ha dichiarato Erdogan al congresso provinciale del suo partito ad Adana, nel sud della Turchia, citato dall'agenzia Anadolu.

Idf: “Intercettato un altro missile lanciato dallo Yemen”

L'esercito israeliano ha affermato di aver intercettato oggi pomeriggio un altro missile lanciato dallo Yemen verso il sud di Israele, alla vigilia dell'entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza. "Dopo le sirene che hanno suonato poco fa nelle aree di Eilat e Arava, un missile lanciato dallo Yemen è stato intercettato" dall'aeronautica israeliana, ha affermato l'esercito, aggiungendo che è stato intercettato prima di entrare in territorio israeliano.

Gli Houthi rivendicano l'attacco missilistico contro Israele

I ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall'Iran, hanno rivendicato la responsabilità di un attacco missilistico contro Israele, dove l'esercito aveva precedentemente affermato di aver intercettato un missile proveniente da quel Paese. Gli Houthi hanno preso di mira "il ministero della Difesa del nemico israeliano nella regione occupata di Yafa (il nome arabo di Jaffa) con un missile balistico", ha dichiarato il loro portavoce militare, Yahya Saree.

Stima fonti Israele: “25 su 33 ostaggi da liberare sono vivi”

Fonti dell'establishment sicurezza israeliana stimano che "25 dei 33 ostaggi destinati ad essere rilasciati nella prima fase dell'accordo siano ancora vivi". Lo riferisce la Radio dell'esercito.

Erdogan: “Israele non ha spezzato la resistenza a Gaza”

"Nonostante 467 giorni di genocidio e massacri, Israele non è riuscito a spezzare la volontà di resistenza dei nostri fratelli e sorelle a Gaza": lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, citato dall'agenzia Anadolu. 

Media, nel pomeriggio i nomi delle prime tre donne ostaggio rilasciate

Israele dovrebbe ricevere nel pomeriggio i nomi dei primi tre ostaggi rilasciati dalla Striscia di Gaza. Lo ha riferito l'emittente pubblica Kan, sottolineando che Hamas darà i nomi al Qatar, che informerà a sua volta il capo del Mossad, David Barnea, il quale  contatterà infine le famiglie. Secondo l'emittente, i primi tre ostaggi dovrebbe essere tutte donne civili. 

Telefonata Qatar-Gb su cessate il fuoco a Gaza

Il premier del Qatar, Mohammed Al Thani, ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri britannico David Lammy. Secondo quanto riferito dalla Qatar News Agency, il leader di Doha ha ribadito l'impegno a sostenere l'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco a Gaza e facilitare lo scambio di prigionieri, sottolineando l'importanza dell'adesione di Israele e Hamas all'intesa. Lammy da parte sua ha espresso l'apprezzamento di Londra per il ruolo fondamentale del Qatar nel raggiungimento dell'accordo.

Hamas, da annuncio tregua 122 morti, tra cui 33 bambini

Dall'annuncio mercoledì dell'accordo sul cessate il fuoco a Gaza, che entrerà in vigore domani mattina, sono 122 i palestinesi uccisi nella Striscia. Lo ha riferito Mahmoud Basal, il portavoce dell'agenzia di Difesa civile, gestita da Hamas. Oltre 270 palestinesi sono rimasti feriti nello stesso periodo. 

Media, per Israele vivi 25 dei 33 ostaggi che saranno liberati per primi

Funzionari israeliani hanno affermato di ritenere siano vivi 25 dei 33 ostaggi che dovrebbero essere rilasciati da Hamas nella prima fase di attuazione dell'accordo approvato nelle scorse ore dal governo Netanyahu per la tregua nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi. E' quanto si legge sul sito di notizie israeliano Ynet.

Hamas, Israele ha mancato suoi obiettivi aggressivi a Gaza

Israele "non ha raggiunto i suoi obiettivi aggressivi (a Gaza) ed è riuscito solo a commettere crimini di guerra che disonorano l'umanità", si legge in un comunicato di Hamas. Il gruppo ha inoltre affermato di aver "costretto Israele a cessare la sua aggressione e a ritirarsi dalla Striscia di Gaza", aggiungendo che i leader e i soldati israeliani "saranno perseguiti e processati", riporta Haaretz. La 'Battaglia del diluvio di al-Aqsa', nome dato all'attacco del 7 ottobre, simboleggia l'unità del popolo palestinese e ha risvegliato Israele dalla sua arroganza, ha commentato poi Hamas. "Il sangue del nostro popolo, ucciso nella guerra di sterminio, non sarà vano", si legge inoltre nella dichiarazione: "Ora è necessario iniziare immediatamente a revocare l'assedio (israeliano), riabilitare i palestinesi nella Striscia, consentire agli sfollati di tornare alle loro case e ricostruire Gaza". 

Iran: caccia a mercenari, spie Israele e gruppi dissidenti

"La magistratura iraniana ha intrapreso azioni a tutto campo per identificare e arrestare i mercenari e le spie del regime sionista, (i membri) dell'organizzazione dissidente Mujahedin Khalq (Mko) e anche i loro elementi infiltrati": lo ha detto  il portavoce della magistratura, Asghar Jahangir, riferendosi all'assassinio questa mattina dei giudici Ali Razini e Mohammad Moghiseh. "Il confronto con la magistratura ha attirato la rabbia e il risentimento dei nemici, e questo ha portato all'assassinio del giudice Mohammad Moghiseh e del giudice Ali Razini questa mattina", ha aggiunto Jahangir. Secondo il sito web della magistratura, Mizannews, un uomo armato infiltratosi nella Corte Suprema ha assassinato i due "giudici rivoluzionari e coraggiosi, esperti nella lotta contro i crimini legati alla sicurezza nazionale, allo spionaggio e al terrorismo". L'uomo, si legge ancora sul sito, non era un cliente né aveva un caso giudiziario in corso in tribunale. Le indagini proseguono per l'identificazione e l'arresto di altre persone collegate all'episodio.

Leader Hezbollah: "Nuovo governo sia intransigente su violazioni israeliane"

Il segretario generale del partito-milizia sciita libanese Hezbollah, Naim Qassem, ha chiesto  al nuovo governo del Paese di agire con fermezza contro qualsiasi violazione del cessate il fuoco da parte dell'esercito israeliano. 

Qasem ha spiegato che il gruppo ha agito “pazientemente” di fronte alle violazioni delle ultime settimane, per facilitare la formazione del nuovo governo dopo l'elezione del  presidente Joseph Aoun e del premier Nawaf Salam. Tuttavia, il leader di Hezbollah ha avvertito le nuove autorità di “non mettere alla prova” la postura conciliante assunta dall'organizzazione. “Chiedo allo Stato libanese di essere intransigente di fronte alle violazioni, il cui numero ha già superato il centinaio dalla firma del cessate il fuoco, e questo non può continuare”, ha detto Qassem.

Per quanto riguarda la politica interna, Qassem ha ricordato che il presidente Aoun è stato eletto con l'appoggio del suo blocco parlamentare e di quello del movimento alleato Amal, e ha avvertito che “nessuno può escludere Hezbollah da una partecipazione politica efficace e influente nel Paese”. “Siamo una componente essenziale della struttura del Libano e della sua rinascita”, ha dichiarato il segretario di Hezbollah.

Parenti ostaggi a governo, riprendere colloqui per II fase

Il Forum dei familiari degli ostaggi ha esortato il governo israeliano a iniziare a lavorare per negoziare le prossime fasi dell'accordo di cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi prima del previsto. "Noi, le famiglie dei 98 ostaggi, accogliamo con favore l'accordo inteso a riportare a casa tutti gli ostaggi. Ciò rappresenta un progresso significativo e cruciale che ci avvicina al momento in cui vedremo tutti gli ostaggi tornare a casa", si legge in una nota. "Chiediamo urgentemente accordi rapidi per garantire che tutte le fasi dell'accordo siano attuate e sottolineiamo che i negoziati per le prossime fasi devono iniziare prima del giorno 16", come previsto dall'accordo. 

Hamas: Israele ha mancato suoi obiettivi aggressivi a Gaza

Israele "non ha raggiunto i suoi obiettivi aggressivi" a Gaza: lo afferma Hamas alla luce dell'accordo di tregua.

Gaza, almeno 123 morti da annuncio tregua

Sarebbero almeno 123 i morti, compresi 33 minori e altrettante donne, e più di 270 i feriti nella Striscia di Gaza da quando è stato annunciato un accordo per una tregua tra Israele e Hamas. E' la denuncia che arriva dall'enclave palestinese, come riporta la tv satellitare al-Jazeera. Stando alle informazioni fornite dai soccorritori, 92 persone sono state uccise a Gaza City, 19 a Khan Yunis, dieci nella zona centrale di Gaza e due a Rafah, nel sud della Striscia.

L'Idf conferma il cessate il fuoco da domani alle 8:30

L'esercito israeliano (Idf) ha confermato che il cessate il fuoco a Gaza entrerà in vigore domani alle 08:30. "L'Idf si sta preparando ad attuare l'accordo per la restituzione degli ostaggi approvato dai vertici politici nella notte di sabato - si legge in u comunicato pubblicato su Telegram -. L'accordo entrerà in vigore domenica 19 gennaio alle 08:30 e, come parte di esso, le truppe dell'IDF attueranno le procedure operative sul campo in conformità con gli accordi stabiliti".

Idf, intercettato un missile lanciato dallo Yemen

L'Aeronautica militare israeliana ha intercettato questa mattina un missile lanciato dallo Yemen dopo che le sirene d'allarme erano risuonate in diverse aree del Paese: lo ha reso noto su Telegram l'esercito (Idf). 

Media, 2 giudici uccisi davanti Corte Suprema Teheran

Due giudici sono stati uccisi in un attacco davanti alla Corte Suprema iraniana a Teheran mentre un terzo è rimasto ferito. Lo riporta Iran International citando media locali. Le vittime sarebbero Mohammad Moghiseh e Hojatoleslam Ali Rayzini. E' stato riferito che l'aggressore si è suicidato dopo la sparatoria. Le autorità devono ancora riferire dettagli sul movente dell'attacco. 

Media, 2 giudici uccisi davanti Corte suprema di Teheran

Due giudici sono stati assassinati davanti alla Corte suprema di Teheran. Lo riferiscono i media locali.

Hezbollah loda intesa, abbiamo contribuito vittoria Gaza

Il leader di Hezbollah, Naim Qassem, si è congratulato con i palestinesi per l'accordo di cessate il fuoco a Gaza, affermando che dimostra la "tenacia della resistenza". Secondo quanto riferito da Reuters, Qassem ha anche affermato che la guerra di Hezbollah con Israele in Libano ha contribuito alla "vittoria di Gaza". 

Sirene suonano anche a Gerusalemme, udite esplosioni

Le sirene d'allarme suonano anche a Gerusalemme, dove giornalisti dell'Afp riferiscono di aver udito esplosioni.

Sirene nel centro di Tel Aviv, missile dallo Yemen

Le sirene d'allarme suonano nel centro di Tel Aviv per un missile lanciato dallo Yemen, come riferisce l'Idf.

Msf: "Sollievo per cessate il fuoco a Gaza, ora entri immensa quantità di aiuti"

Medici Senza Frontiere (Msf) fa sapere di accogliere con sollievo l'accordo per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza, "anche se arriva con un ritardo di 465 giorni e oltre 46mila persone uccise". Il governo israeliano, Hamas e i leader mondiali - si legge in un comunicato - hanno tragicamente fallito nel proteggere la popolazione di Gaza, non riuscendo a trovare e far rispettare prima un’intesa per un cessate il fuoco duraturo. Il conforto che genera questo accordo non è sufficiente alle persone per ricostruire le proprie vite, recuperare la propria dignità e piangere le vittime e tutto ciò che è andato perduto.

I team di Msf restano impegnati a lavorare senza sosta per fornire assistenza a Gaza. I bisogni umanitari sono saliti a livelli catastrofici, soddisfarne anche solo una parte sarà possibile solamente attraverso un rapido e massiccio aumento degli aiuti umanitari in tutta Gaza.

"Chiediamo alle autorità israeliane di porre fine al blocco e di garantire un massiccio aumento degli aiuti umanitari, le evacuazioni mediche e l'accesso al nord della Striscia, che è sotto assedio dall'ottobre 2024 - dichiara Monica Minardi, presidente di Msf - Chiediamo anche a Israele, a Hamas e agli altri gruppi e organizzazioni che controllano Gaza di rispettare l'accordo e di garantire la sicurezza dell'assistenza umanitaria alla popolazione".

I 10 ostaggi stranieri non verranno liberati in prima fase

Dei 98 ostaggi ancora detenuti da Hamas a Gaza, 10 sono cittadini stranieri rapiti dai kibbutz nel sud di Israele dove lavoravano o studiavano e che non rientrano nella lista dei 33 che verranno liberati nell'ambito della prima fase dell'accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Otto sono lavoratori thailandesi, più due studenti, uno nepalese e uno tanzaniano. Finora, 23 ostaggi thailandesi sono stati liberati. In 49 sono stati uccisi durante l'attacco del 7 ottobre, 11 solo nel kibbutz Nir Oz, dove in cinque sono stati rapiti e due sono stati liberati in un accordo precedente. Tra i rapiti c'è Sattin Suwankham, 34 anni, che è stato gravemente ferito durante il sequestro, Surasak Lamnau, 30 anni, Pongsak Tanna, 35 anni, Bhanawat Saitieo, colpito alla gamba il 7 ottobre, Pinta Natthaphong, 35 anni, e Watchara Sriaoun, 32 anni. Altri due lavoratori thailandesi, Sontha Oakkharasri, 32 anni, e Rinthalak Sudthisak, 43 anni, sono stati assassinati nelle piantagioni del Kibbutz Be'eri il giorno del massacro e i loro corpi sono stati portati nella Striscia. Tra i rapiti anche lo studente nepalese Bipin Joshi, 23 anni, e lo studente tanzaniano Joshua Loitu Mollel, 22 anni, entrambi erano in Israele per studiare agricoltura. 

Wafa: "Bombe israeliane su tenda sfollati, 5 morti"

L'agenzia di stampa palestinese Wafa riporta che la notte scorsa cinque membri di una famiglia, inclusi tre bambini, sono stati uccisi in un bombardamento dell'esercito israeliano che ha preso di mira una tenda che ospitava gli sfollati nell'area di Mawasi della città di Al-Qarara, vicino alla moschea di Al-Hedaya, a nord di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. 

Qatar, il cessate il fuoco a Gaza da domani alle 8:30

Il cessate il fuoco a Gaza inizierà domenica alle 8:30 ora locale (le 7:30 in Italia): lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, come riporta Al Jazeera. "Consigliamo ai nostri fratelli di rimanere cauti, di esercitare la massima attenzione e di attendere istruzioni da fonti ufficiali", ha scritto il portavoce Majed al-Ansari in un post su X in arabo. 

Sondaggio, 73% Israele sostiene accordo e 19% contrario

Il 73% degli israeliani sostiene l'accordo di cessate il fuoco a Gaza, mentre solo il 19% è contrario. E' quanto riporta un sondaggio pubblicato dal quotidiano Maariv, secondo il quale l'intesa gode di grande supporto tra gli elettori dei partiti di opposizione (91%), molto meno tra quelli della coalizione (52%) che per il 37% vi si oppongono. Un altro sondaggio, diffuso dall'emittente pubblica Kan, ha mostrato che il 55% degli israeliani sostiene la prosecuzione dell'accordo nella seconda fase, anche se ciò significa porre fine alla guerra a Gaza, il 27% ritiene che il conflitto dovrebbe riprendere dopo la prima fase, sacrificando gli ostaggi rimanenti, mentre il 18% non sa. Durante la prima fase, Israele e Hamas dovrebbero riprendere i negoziati per definire i termini della seconda fase durante la quale verranno rilasciati gli ostaggi ancora in vita in cambio di un cessate il fuoco permanente. Il sondaggio di Kan mostra anche che il 62% del pubblico sostiene l'accordo rispetto al 18% che è contrario e al 20% che è indeciso. Tra gli elettori della coalizione, il 45% è favorevole all'intesa mentre il 30% vi si oppone. Tuttavia, il 46% degli elettori della coalizione ritiene che Israele dovrebbe riprendere a combattere nella seconda fase, a spese degli ostaggi che dovrebbero essere rilasciati in quel momento, e il 35% vuole invece che l'accordo prosegui nella seconda fase. Alla domanda su quale parte fosse responsabile del fatto che ci sono voluti quasi 470 giorni per raggiungere l'accordo, il 36% ha indicato Hamas, il 25% Israele e il 22% ha detto entrambe le parti in egual modo.

Anp raggiunge accordo con miliziani Hamas e JI a Jenin

L'Autorità nazionale palestinese ha raggiunto un accordo con i miliziani armati del Battaglione Jenin, mettendo fine all'operazione militare in corso da oltre un mese nell'omonima città nel nord della Cisgiordania. In base all'intesa, squadre civili entreranno nel campo per ripristinare le infrastrutture idriche ed elettriche, mentre le squadre di sicurezza neutralizzeranno tutti gli esplosivi nell'area. Secondo fonti riprese dai media, membri specifici del Battaglione Jenin - che unisce militanti delle brigate Qassam di Hamas, delle brigate al-Quds della Jihad Islamica e delle brigate Martiri di al-Aqsa di al-Fatah - dovranno consegnare le loro armi e sarà garantito loro un giusto processo, mentre sarà consentito alle forze di sicurezza dell'Anp di operare liberamente nel campo profughi. Inoltre, verrà istituita una commissione d'inchiesta per indagare sugli eventi che hanno portato all'uccisione di civili nel campo e chiunque risulti coinvolto verrà processato. 

Anp pronta a governare a Gaza dopo cessate il fuoco

Il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) Mahmoud Abbas dopo l'annuncio dell'accordo sul cessate il fuoco, ha detto che il partito che governa solo piccole aree della Cisgiordania occupata, è pronto ad assumersi "la piena responsabilità" della Striscia di Gaza alla fine della guerra. "Il governo palestinese, sotto le direttive del presidente Abbas, ha completato tutti i preparativi per assumere la piena responsabilità a Gaza", si legge in una dichiarazione ufficiale della presidenza, che è pronta a mettersi al lavoro per il ritorno degli sfollati, fornire servizi di base come acqua ed elettricità e controllare i valichi di frontiera.

Contro accordo Gaza ministri estrema destra più due Likud

Nella votazione sull'accordo di cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi otto ministri su 24 del governo israeliano si sono schierati contro. Come previsto, vi si sono opposti i due leader di estrema destra Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich insieme ai colleghi dei rispettivi partiti, Otzma Yehudit e Sionismo Religioso (Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu, Orit Strock e Ofir Sofer). A loro si sono aggiunti due ministri del Likud, David Amsalem e Amichai Chikli.

Israele libererà 737 prigionieri per primi ostaggi Hamas

Israele rilascerà 737 prigionieri palestinesi in cambio dei primi ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, nella prima fase dell'accordo di tregua nella Striscia di Gaza. Lo ha annunciato il Ministero della Giustizia israeliano. Tra i prigionieri che saranno rilasciati c'è anche Zakaria Zubeidi, responsabile di diversi attacchi contro civili israeliani ed ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, braccio armato del partito Fatah, evaso da una prigione israeliana nel 2021. 

Tregua Israele-Hamas, la lista dei 33 ostaggi che saranno liberati nella prima fase

È stata resa nota la lista dei 33 ostaggi che saranno rilasciati durante la prima delle tre fasi dell'accordo di tregua per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza tra Israele e Hamas, che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio. IL FOCUS

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