Guerra Ucraina Russia, Cremlino a Trump: “Zelensky cancelli divieto a negoziati”

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All'Eliseo si è svolto l'incontro trilaterale tra Macron, Trump e Zelensky. Il presidente eletto americano ha fatto appello per un "cessate il fuoco immediato" in Ucraina e per l'avvio di "negoziati", affermando che Zelensky "vorrebbe concludere un accordo" con Mosca. Ma ha anche promesso meno aiuti a Kiev. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha risposto che Zelensky deve annullare il divieto di trattative con la Russia per facilitare i negoziati

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Il presidente eletto americano, Donald Trump, ha fatto appello per un "cessate il fuoco immediato" in Ucraina e per l'avvio di "negoziati" e ha affermato che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, "vorrebbe concludere un accordo" con Mosca per mettere fine al conflitto. 

In risposta, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha riferito che per facilitare negoziati sull'Ucraina il presidente Volodymyr Zelensky deve annullare il decreto con cui aveva vietato trattative con la leadership russa.

Ieri Trump a Parigi ha avuto un incontro trilaterale all'Eliseo con Zelensky e con il presidente francese, Emmanuel Macron.

Nuovo pacchetto da 988 milioni di dollari di aiuti militari Usa a Kiev con droni, munizioni per Himars, attrezzature e pezzi di ricambio per sistemi di artiglieria, carri armati e veicoli blindati. Anche se in un'intervista registrata prima dell'incontro con Zelensky, lo stesso Trump ha dichiarato come "probabile" che gli Usa versino meno aiuti a Kiev.


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Guerra in Ucraina, rivelazione di un disertore russo: Mosca era pronta ad attacco nucleare

All'inizio della guerra con l'Ucraina, nel febbraio del 2022, la Russia fu posta in stato di massima allerta nucleare: era pronta a rispondere a ipotetici attacchi altrui e - forse - anche a un passo dal potenziale momento di non ritorno. A dirlo è stato un uomo, rimasto anonimo, presentato dalla Bbc come disertore russo di primo piano. L'ex ufficiale ha avvertito come il suo Paese, al di là dell'obsolescenza di qualche armamento d'origine sovietica, possa contare comunque su migliaia di testate atomiche in piena efficienza. LEGGI L'ARTICOLO

Guerra Ucraina-Russia, da Francia e Uk ipotesi invio soldati. Germania pensa a bunker

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Guerra, quale sarebbe la possibile risposta Usa a un attacco nucleare russo

È dal 24 febbraio 2022, giorno d’inizio dell’invasione russa in Ucraina, che ciclicamente si torna a parlare del possibile peggioramento del conflitto con l’utilizzo di armi nucleari. Negli ultimi giorni i toni si sono alzati ancora una volta. Prima Mosca ha lanciato il missile balistico ipersonico Oreshnik sul suolo ucraino, poi ne ha annunciato “la produzione in serie”, con il presidente russo Vladimir Putin che continua a parlare di una guerra ormai diventata “globale”. Resta però sempre la speranza che il Cremlino stia solo cercando di spaventare i suoi avversari. Ma se così non fosse? Quale potrebbe essere la risposta all’utilizzo di armi nucleari da parte della Russia? LE IPOTESI

Cos'è il nuovo missile ipersonico russo Oreshnik e dove può colpire in Europa

Una nuova arma è stata utilizzata dalla Russia per colpire in Ucraina, ad oltre mille giorni dall'inizio del conflitto. È il missile balistico ipersonico Oreshnik, di medio raggio. Lo ha annunciato Vladimir Putin, che ha poi confermato come il missile verrà testato nuovamente in combattimento e che non può essere intercettato, definendola un'arma unica. Il leader russo ha anche annunciato la produzione in serie dell'Oreshnik, mentre il comandante delle truppe missilistiche russe ha confermato che questa nuova arma può colpire "in tutto il territorio europeo". Vediamo le caratteristiche del missile Oreshnik e quando è stato utilizzato. DI COSA SI TRATTA

Guerra Russia-Ucraina: chi è Kim Yong-bok, il generale nordcoreano al servizio di Mosca

Sono quasi 11mila i soldati nordcoreani che sono stati schierati nel Kursk, in Russia. A dirlo è la Bbc, che cita il National Intelligence Service (NIS) di Seul. Un membro della commissione parlamentare per l'intelligence, Lee Seong-Kweun, ha dichiarato che le truppe sono state trasferite nella regione alla fine di ottobre, dopo aver completato l'addestramento di adattamento nella Russia nordorientale. Ha anche confermato che la Corea del Nord ha spedito altre forniture militari, tra cui numerosi lanciarazzi e artiglieria a lungo raggio. IL PROFILO

Russia, economia arranca tra inflazione e sanzioni. Tensioni intorno alla banca centrale

Il rublo crolla ai minimi dall’inverno 2022. L’inflazione in Russia galoppa intorno al 9% e la banca centrale alza i tassi di interesse al 21%, mai così in alto dalla fine dell’Unione Sovietica, nel tentativo di frenarla. Secondo quanto dichiarato a Reuters da Andrei Kostin, Ceo del secondo istituto di credito russo, VTB, entro la fine dell’anno si potrebbe arrivare anche al 23%. Intanto cala la forza lavoro e sempre più imprese entrano in crisi. Non è un quadro ottimale quello dell’economia russa, ormai dentro il terzo anno di guerra contro l’Ucraina. Nemmeno le previsioni per il futuro sembrano esserlo: le stime della banca centrale parlano di una crescita che il prossimo anno dovrebbe assestarsi in una forbice compresa tra lo 0,5 e l’1,5%, contro il 3,5-4% del 2024. Eppure il governo di Mosca sta continuando a immettere nell’economia grandi volumi di denaro. A beneficiarne sono però soltanto gli industriali bellici: la spesa più ingente è per il mantenimento della guerra. Così, tra il caro vita che cresce e le attività che arrancano, c’è chi inizia a parlare di stagflazione. LEGGI QUI

Ucraina, 20 anni dalla Rivoluzione Arancione del 2004: cosa accadde

Vent’anni fa scoppiava la Rivoluzione arancione nelle piazze di Kiev: la causa era il contestato risultato elettorale che aveva visto vincere alle elezioni presidenziali il candidato filorusso Viktor Janukovich ai danni del leader dell’opposizione Viktor Juščenko. Le proteste incendiarono il Paese per 13 giorni fino alla mancata convalida del voto da parte della Corte Suprema ucraina. LEGGI QUI

Tusk: "La caduta di Assad mostra che la Russia può essere sconfitta"

La caduta del presidente siriano Bashar al-Assad dimostra che la Russia e i suoi alleati "possono essere sconfitti". Lo ha detto il primo ministro polacco Donald Tusk. "Gli eventi in Siria hanno fatto sì che il mondo si rendesse conto ancora una volta, o almeno dovrebbe, che anche il regime più crudele può cadere e che la Russia e i suoi alleati possono essere sconfitti", ha scritto Tusk sul social network. 

Trump minaccia di lasciare la Nato: "Meno aiuti a Kiev"

Donald Trump parte a tutta velocità e, nella sua prima intervista dalla vittoria di novembre, lascia intendere che la sua presidenza sarà fuoco e fiamme, in patria come all'estero. A parte ribadire che deporterà tutti gli immigrati illegali, abolirà lo ius soli e grazierà tutti gli inserruzionisti dell'assalto a Capitol Hill, il presidente eletto ha subito messo in chiaro con gli alleati che gli Stati Uniti sono pronti a uscire dalla Nato "se non saranno trattati giustamente". Una minaccia lanciata anche durante il suo primo mandato alla Casa Bianca e ribadita più volte in campagna elettorale ma che, a un mese dall'insediamento e con il caos di guerre e conflitti in Europa e Medio Oriente, fa tremare i polsi ai partner dell'Alleanza. "Devono pagare i loro conti", è l'attacco del tycoon che da anni accusa i Paesi del Vecchio Continente di non spendere abbastanza per la difesa e di approfittare dell'ombrello americano, soprattutto in questi ultimi due anni con l'aggressione della Russia all'Ucraina. Anche su questo tema The Donald resta coerente con le sue promesse elettorali avvertendo che un taglio agli aiuti a Kiev è molto probabile. A onor del vero, l'intervista con Nbc news è stata registrata venerdì, quindi prima dell'incontro a Parigi con Volodymyr Zelensky. Dal colloquio all'Eliseo, sancito da una simbolica stretta di mano tra i due con la benedizione del presidente francese Emmanuel Macron che ha permesso al tycoon un ritorno in pompa magna sul palcoscenico globale, è emerso che Zelensky punta ad un "cessate il fuoco immediato" e l'avvio di "negoziati" per raggiungere un accordo e mettere fine al conflitto, secondo Trump. Una "pace giusta e duratura" nelle parole del leader di Kiev, che ha sottolineato la necessità di garanzie e ha chiesto ai Paesi amici, Stati Uniti in primis, di non "chiudere un occhio" sull'occupazione russa, uno dei principali timori degli ucraini quando alla Casa Bianca non ci sarà più Joe Biden. 

Zelensky dopo l'incontro con Trump: "Pace duratura"

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di volere una "pace duratura" per il suo Paese, all'indomani dell'incontro a Parigi con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il quale ha detto che Kiev dovrebbe "probabilmente" aspettarsi meno aiuti statunitensi dopo il suo insediamento. Trump, che ha chiesto un "cessate il fuoco immediato" e negoziati per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia, ha ripetutamente criticato le decine di miliardi di dollari dati in passato a sostegno di Kiev. "Si', probabilmente, certo", ha risposto il futuro presidente americano quando la NBC News gli ha chiesto se l'Ucraina dovrebbe prepararsi a una riduzione degli aiuti statunitensi quando entrera' in carica il 20 gennaio, in un'intervista trasmessa oggi ma registrata prima del suo incontro con Zelensky ieri a Parigi.

Zelensky si e' a lungo opposto categoricamente a qualsiasi concessione a Vladimir Putin, ma negli ultimi mesi ha ammorbidito questa posizione di fronte alle difficolta' del suo esercito in prima linea e ai timori di un indebolimento degli aiuti occidentali. In particolare, ha ventilato l'idea che l'Ucraina rinunci temporaneamente a rivendicare il territorio controllato dalla Russia - quasi un quinto del Paese - in cambio di garanzie di sicurezza da parte della Nato e di forniture di armi occidentali.

Zelensky

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Usa, Donald Trump: “Kiev si prepari a ricevere meno aiuti. Lasceremo la Nato se non trattati giustamente”

Così il presidente eletto americano, parlando nel corso di un'intervista rilasciata alla Nbc. Il tycoon, poi, ha ribadito che gli alleati della Nato "devono pagare i loro conti", altrimenti prenderà "assolutamente" in considerazione l'idea di far uscire il Paese dall'alleanza stessa. Ha parlato, tra gli altri temi, anche di dazi e di immigrati

Trump: Usa fuori da Nato se alleati non pagheranno di più

Gli Stati Uniti lasceranno la NATO a meno che i suoi alleati non contribuiscano con più denaro, ha dichiarato Donald Trump in un'intervista con NBC News, di cui sono stati trasmessi alcuni estratti. "Se pagano i loro conti e ci trattano in modo equo, la risposta e' 'assolutamente, restero' nella NATO'", ha detto il futuro presidente degli Stati Uniti, prima di rispondere "assolutamente" alla domanda se prenderebbe in considerazione l'idea di lasciare l'Alleanza Atlantica se non lo facessero.


Kiev: “Dittatori che scommettono su Putin destinati a cadere”

"I dittatori che si appoggiano e scommettono su Vladimir Putin sono destinati a cadere", come dimostra la caduta di Bashar al Assad in Siria: lo ha dichiarato il ministero degli Esteri dell'Ucraina.

Zelensky: “Pace duratura che Mosca non possa distruggere”

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky ha dichiarato che l'Ucraina ha bisogno di una "pace duratura" che Mosca "non possa distruggere dopo qualche anno" ai suoi interlocutori dell'incontro trilaterale a Parigi con Donald Trump e Emmanuel Macron. Lo ha comunicato il leader ucraino oggi, dopo che Trump ha detto che lui "vorrebbe concludere un accordo" con Mosca. "Ho dichiarato che abbiamo bisogno di una pace giusta e duratura: una pace che i russi non siano in grado di distruggere in pochi anni, come hanno fatto ripetutamente in passato. Gli ucraini vogliono la pace più di qualunque altra cosa. La Russia ha portato la guerra alla nostra terra ed è la Russia che cerca soprattutto di mandare all'aria le possibilità di pace", ha aggiunto Zelensky, rimarcando che Kiev ha bisogno di "previse garanzie". Chiedendo agli alleati di "non chiudere un occhio" sull'occupazione russa. "Un cessate il fuoco senza garanzie può riprendere fuoco in qualsiasi momento, come Putin ha già fatto prima. La guerra non può essere senza fine, solo la pace deve essere permanente e affidabile", ha detto Zelensky.

Cremlino a Trump: “Zelensky cancelli divieto a negoziati”

Per facilitare negoziati sull'Ucraina il presidente Volodymyr Zelensky deve annullare il decreto con cui aveva vietato trattative con la leadership russa. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ripondendo all'invito del presidente eletto Usa Donald Trump a un "cessate il fuoco immediato". Secondo Peskov, tuttavia, i negoziati dovranno tenere conto "delle realtà che emergono sul terreno", e per Mosca rimangono immutate le condizioni poste dal presidente Vladimir Putin lo scorso giugno: ritiro degli ucraini dalle quattro regioni parzialmente occupate dai russi e rinuncia ufficiale a entrare nella Nato. "Leggiamo con attenzione la dichiarazione del presidente eletto degli Stati Uniti, rilasciata dopo un incontro a Parigi con Macron e Zelensky", ha detto Peskov. "Il presidente Putin ha ripetutamente affermato che la Russia è aperta ai negoziati sull'Ucraina e accoglie con favore le iniziative di pace provenienti principalmente dai paesi del Sud del mondo", ricorda il portavoce, per poi ribadire che "le condizioni per la cessazione immediata delle ostilità sono state stabilite dal presidente Putin nel giugno di quest'anno nel suo discorso al Ministero degli Esteri russo". "È importante ricordare qui - conclude Peskov - che è l'Ucraina che ha rifiutato e continua a rifiutare i negoziati. Inoltre Zelensky, con il suo decreto, ha vietato a se stesso e alla sua amministrazione qualsiasi contatto con la leadership russa".

Il Papa: per Natale cessate fuoco su tutti fronti guerra

"Continuiamo a pregare per la pace: nella martoriata Ucraina, nel Medio Oriente, Palestina, Israele, il Libano, adesso la Siria, in Myanmar, in Sud Sudan, e dovunque si soffre per la guerra e per le violenze". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus. "Faccio appello ai governanti e alla comunità internazionale perché si possa arrivare alla festa del Natale con un cessate il fuoco su tutti i fronti di guerra", ha aggiunto il Pontefice.

Mosca: basi russe in Siria in allerta ma non in pericolo

"Le basi militari russe in Siria sono in massima allerta ma al momento non vi è alcun pericolo serio per la loro incolumità". Lo afferma il ministero degli Esteri di Mosca. 

Zelensky: 43.000 i soldati ucraini uccisi, 370.000 feriti

Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che finora sono morti  in guerra 43.000 soldati ucraini e altri 370.000 sono rimasti feriti, aggiungendo che molti feriti "hanno ricevuto assistenza medica" e che però "metà di loro è tornata al fronte a combattere". E' la seconda volta in 3 anni di guerra che Zelensky dà delle cifre sulle perdite ucraine, che non vengono solitamente divulgate dalle autorità di Kiev. In febbraio parlò di 31.000 morti e in una recente intervista all'agenzia Kyodo ha contestato la cifra stimata dal Wall Street Journal di 80.000 caduti. 

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