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Guerra, quale sarebbe la possibile risposta Usa a un attacco nucleare russo

Mondo
©IPA/Fotogramma

Introduzione

È dal 24 febbraio 2022, giorno d’inizio dell’invasione russa in Ucraina, che ciclicamente si torna a parlare del possibile peggioramento del conflitto con l’utilizzo di armi nucleari. Negli ultimi giorni i toni si sono alzati ancora una volta. Prima Mosca ha lanciato il missile balistico ipersonico Oreshnik sul suolo ucraino, poi ne ha annunciato “la produzione in serie”, con il presidente russo Vladimir Putin che continua a parlare di una guerra ormai diventata “globale”.

 

Resta però sempre la speranza che il Cremlino stia solo cercando di spaventare i suoi avversari. Ma se così non fosse? Quale potrebbe essere la risposta all’utilizzo di armi nucleari da parte della Russia?

Quello che devi sapere

Margelletti (Csi): “C’è rischio concreto che Mosca non stia bluffando”

  • Tra gli analisti serpeggia la preoccupazione che quelle di Putin non siano solo mere minacce. "C'è un rischio chiaro, evidente e concreto che la Russia non stia assolutamente bluffando" sul nucleare, ha detto al QN il presidente del Centro studi internazionali, Andrea Margelletti. Anche se è vero che “al momento i russi stanno vincendo la guerra” – e “non hanno dunque bisogno di ricorrere a uno strumento come il lancio di un'arma tattica” – Margelletti ricorda che “Putin ha firmato la nuova dottrina nucleare” e definisce “una cosa gigantesca” il lancio di un missile ipersonico “caricandolo con testate convenzionali”. Se Mosca dovesse davvero utilizzare un'arma tattica sull'Ucraina, continua Margelletti, "questo porterebbe immediatamente all'ingresso di alcune nazioni europee all'interno dell'Ucraina”.  

Per approfondire: 

Ucraina, cosa prevederebbe il piano di pace di Putin con la ripartizione dei territori

Margelletti (Csi): “C’è rischio concreto che Mosca non stia bluffando”

La Russia e il missile Oreshnik

  • Tutti gli occhi al momento sono puntati sul missile a medio raggio Oreshnik, con il capo delle forze missilistiche strategiche che avverte: può "colpire obiettivi in tutta Europa". Oltre ad annunciarne l'avvio della produzione in serie, Putin ha fatto sapere che il missile continuerà ad essere testato "in condizioni di combattimento", cioè per bombardamenti sull'Ucraina

La riunione Nato-Ucraina

  • L’Oreshnik, secondo quanto fanno sapere le stesse autorità russe, ha una velocità di dieci volte superiore a quella del suono, cosa che lo rende abile nell’eludere i sistemi di difesa aerea degli Stati avversari. Kiev è molto preoccupata: "L'Ucraina chiede ai suoi partner occidentali sistemi di difesa aerea aggiornati", ha annunciato il presidente Volodymyr Zelensky dopo il lancio dell'Oreshnik. E della nuova minaccia si discuterà domani, martedì, 26 novembre, in occasione di riunione del Consiglio Nato-Ucraina, a livello di ambasciatori, convocata proprio su richiesta di Kiev 

La riunione Nato-Ucraina

Una minaccia globale?

  • Ma Putin ha ampliato il discorso oltre l'Ucraina, per dire che questo ed altri missili a medio e corto raggio ai quali gli scienziati militari russi stanno lavorando serviranno a mantenere un equilibrio strategico con gli Usa, che Mosca vede minacciato. Specie dopo che, nel luglio scorso, Washington ha annunciato che schiererà missili in Germania a partire dal 2026 come primo passo dopo l'uscita nel 2019 degli Usa - durante la prima presidenza Trump - dal trattato Inf che nel 1987 aveva messo al bando gli euromissili. Per questo il presidente russo ha sottolineato che l'Oreshnik è una "garanzia dell'integrità territoriale e della sovranità della Russia"

L'analisi di Defense Express

  • Quello che il Cremlino non sta valutando, secondo l'analisi del portale d'informazione ucraino Defense Express, è che gli Stati occidentali - o meglio, gli Stati Uniti - non starebbero certo immobili di fronte all'impiego su larga scala di armi nucleari. Anzi. "Ogni aggressione nucleare garantirebbe l'annichilimento della stessa Russia: dopo tutto, è così che funziona il concetto di deterrenza nucleare", scrive la testata

L'analisi di Defense Express

L'arsenale nucleare della Russia

  • I numeri aiutano a comprendere meglio la situazione. La Federazione russa, considerata lo Stato con il più grande arsenale di armi nucleari al mondo, può disporre al momento di circa 4.400 testate. Di queste, 1.710 sono già dispiegate (e quindi pronte a essere utilizzate). Si tratta di 870 testate su sistemi terrestri (circa 870 testate), 640 sui sottomarini e 200 sui bombardieri strategici

L'arsenale nucleare degli Stati Uniti

  • Dall'altra parte ci sono gli Stati Uniti, con un arsenale complessivo di 3.700 testateDefense Express fa però notare come Washington abbia in realtà più armi nucleari strategiche dispiegate, circa 1.770. I vettori includono 400 missili balistici intercontinentali Minuteman III ospitati in silos fortificati e 294 missili balistici Trident II lanciati da sottomarini

La deterrenza nucleare e i sottomarini Usa nel Mare del Nord

  • Qui entra in gioco il già richiamato concetto di deterrenza nucleare: si fonda sul principio di un cosiddetto attacco di rappresaglia, che porterebbe alla distruzione reciproca tra Paesi. In sintesi: se una tra le parti in guerra lanciasse i suoi missili, l'altra risponderebbe immediatamente. Il portale ucraino evidenzia che per Mosca l'ipotesi sarebbe devastante, perché i sottomarini Usa in pattugliamento nel Mare del Nord sono ben più vicini ai bersagli russi rispetto agli equivalenti russi nei confronti degli Usa

La triade nucleare Usa

  • L'analisi mette poi in luce come la "triade nucleare" a stelle e strisce serve a  garantire che una risposta parta in qualsiasi condizione. "I missili ospitati in silos rinforzati e trasportati dai sottomarini assicurano la sopravvivenza anche in caso di un devastante primo attacco nemico, e il sistema di controllo del lancio aereo degli Stati Uniti (ALCS) fornisce un meccanismo di sicurezza per emettere ordini di lancio anche se la Casa Bianca non dovesse più esistere", scrive Defense Express

Francia e Regno Unito

  • Bisogna anche tener conto del fatto che non esistono solo gli Stati Uniti, ma anche Francia e Regno Unito. Entrambi i Paesi garantirebbero "la capacità di un secondo attacco", in quanto "mantengono la loro deterrenza nucleare su piattaforme sottomarine". Parigi e Londra hanno quattro sottomarini a testa: i primi sono di classe Triomphant (con 16 missili MIRV M51 ciascuno, in grado di trasportare in tutto 240 testate nucleari), i secondi di classe Vanguard (armati con missili Trident II, per un totale di 120 cariche nucleari dispiegabili). 

Per approfondire: 

Guerra Ucraina, cosa sono e come funzionano le mine antiuomo in arrivo dagli Stati Uniti