Introduzione
La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe arrivare a breve a un nuovo bivio decisivo. Tra meno di due mesi Donald Trump si insedierà alla Casa Bianca: il nuovo presidente degli Stati Uniti avrà una posizione molto diversa rispetto a Biden sul sostegno di Washington a Kiev. Negli ultimi giorni sta tornando d’attualità la possibilità di inviare truppe europee in Ucraina. Insieme alla Francia - che per prima aveva ventilato l'ipotesi - ora c'è il Regno Unito. Parigi e Londra sarebbero le azioniste di maggioranza dell'iniziativa, alla quale si aggiungerebbero altri Paesi sulla stessa linea d’onda.
Quello che devi sapere
L’asse Londra-Parigi
- La Nato sta incoraggiando gli alleati a "cambiare i modelli" di formazione dei soldati perché "servono più uomini" per affrontare la mutata realtà di sicurezza in Europa. Con la leva che, ormai, non è più un tabù in vari membri dell'Ue. Una "fonte britannica" ha confidato a Le Monde che "discussioni sono in corso fra il Regno Unito e la Francia sulla cooperazione in materia di difesa, in particolare con l'obiettivo di creare un nocciolo duro fra alleati in Europa, centrato sull'Ucraina e la sicurezza europea in senso ampio”.
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L’impegno europeo in Ucraina
- Pur in assenza, per il momento, di decisioni ufficiali, il quotidiano parla di "proposte sul tavolo" al ministero della Difesa, come quella della società Défense Conseil International (Dci), il principale operatore del ministero delle forze armate che si occupa dei contratti di export di armamenti francesi e del trasferimento di savoir-faire militare che ne consegue. Dci sarebbe dunque "pronta a proseguire, in Ucraina, la formazione di soldati ucraini, come fa già in Francia e in Polonia. Potrebbe così, in caso di necessità, assicurare la manutenzione degli equipaggiamenti militari francesi inviati a Kiev. Dci ha contattato per questo Babcock, una società omologa britannica già presente in Ucraina, per condividere le installazioni di cui essa già dispone”. Inoltre sarebbe anche allo studio la presenza di società di difesa private sul suolo ucraino
E l’Italia cosa fa?
- L'Italia, attraverso il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha ribadito che non invierà soldati a combattere in Ucraina. "Aiutiamo politicamente, finanziariamente, militarmente l'Ucraina inviando materiale militare, ma non manderemo soldati italiani a combattere. Noi dobbiamo evitare un'escalation. La Russia si sta assumendo una grave responsabilità facendo combattere i soldati nordcoreani e arruolando houthi”, ha sottolineato
Il ritorno della leva?
- Lo scenario attuale è sempre più precario e la Nato sta correndo ai ripari perché non si tratta solo di spendere di più, ora serve anche trovare il personale necessario a difendere l'Europa. La settimana scorsa c'è stata una riunione al livello di Stato Maggiore sul tema. Ma la questione è squisitamente politica e alle capitali non viene imposto un metodo - la leva - a favore di un altro (per esempio le riserve, strada preferita al momento dall'Italia). Sta di fatto che varie forme di coscrizione stanno tornando in Europa. La Lettonia l'ha reintrodotta (dal 2028 7.500 uomini saranno chiamati ogni anno) e persino la Germania ci sta pensando. Anche se molti citano il modello ibrido svedese - introdotto dopo l'annessione della Crimea - come un esempio. Tutti i diciottenni, infatti, devono presentarsi (obbligatoriamente) per una valutazione: ogni anno solo il 5-10% circa sia degli uomini che delle donne prende parte al servizio militare e vengono reclutati solo i giovani disposti a farlo
Il piano della Germania per i bunker
- Intanto la Germania, davanti all'ipotesi di un'escalation della guerra tra Kiev e la Russia, comincia a pensare a un piano nazionale sui bunker antiatomici. Il Paese ne ha pochi, avendo dismesso quelli del passato. Berlino sta stilando una lista di bunker che potrebbero rappresentare un rifugio di emergenza per i civili, come ha annunciato il ministero degli Interni, specificando che l'elenco includerebbe stazioni ferroviarie sotterranee, parcheggi, edifici statali e proprietà private. Un portavoce del ministero ha dichiarato che verrà redatto un elenco digitale di bunker e rifugi di emergenza, in modo che le persone possano trovarli rapidamente utilizzando un'app telefonica. Il portavoce ha inoltre incoraggiato la popolazione a creare rifugi nelle proprie case, convertendo scantinati e garage
Le tempistiche
- Il ministero non ha fornito una timeline precisa, trattandosi di un grande progetto che richiederà del tempo e che vedrà il coinvolgimento dell'Ufficio della Protezione Civile e altre autorità. Il Paese, che conta 84 milioni di abitanti, dispone di 579 bunker, per lo più risalenti alla seconda guerra mondiale e alla guerra fredda, che possono fornire riparo a 480.000 persone. Secondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, la Germania avrebbe già avviato preparativi per un potenziale conflitto con la Russia o per l'attraversamento della frontiera occidentale ucraina da parte delle truppe di Mosca, implementando attivamente un documento strategico chiamato “Piano d’operazione Germania’”. Il documento di circa 1000 pagine contiene istruzioni dettagliate per operazioni militari, ed elenca le infrastrutture soggette a una protezione speciale. In caso di tensioni sul fianco orientale della Nato, infatti, la Germania diventerebbe un centro chiave per il trasferimento di truppe, attrezzature militari, cibo e medicinali.
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