Guerra in Ucraina, rivelazione di un disertore russo: Mosca era pronta ad attacco nucleare
MondoIntroduzione
All'inizio della guerra con l'Ucraina, nel febbraio del 2022, la Russia fu posta in stato di massima allerta nucleare: era pronta a rispondere a ipotetici attacchi altrui e - forse - anche a un passo dal potenziale momento di non ritorno. A dirlo è stato un uomo, rimasto anonimo, presentato dalla Bbc come disertore russo di primo piano.
L'ex ufficiale ha avvertito come il suo Paese, al di là dell'obsolescenza di qualche armamento d'origine sovietica, possa contare comunque su migliaia di testate atomiche in piena efficienza
Quello che devi sapere
L’intervista
- Secondo la Bbc, a rivelare questo retroscena è stato l’ex ufficiale di una base delle forze non convenzionali di Mosca, riparato mesi fa in un imprecisato Paese estero dopo la fuga. La Bbc ha anche assicurato di aver potuto visionare documenti sulle credenziali del suo curriculum militare. In un'intervista dagli echi apocalittici trasmessa dall'emittente britannica, la gola profonda russa - indicata col nome di facciata di Anton, a tutela della sua sicurezza - evoca l'esperienza vissuta nella base di appartenenza, oltre due anni e mezzo fa. E racconta come, nelle ore del via all'invasione russa su vasta scala in Ucraina, quella struttura venne messa in stato di preallarme totale
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La rivelazione
- L’uomo ha quindi rivelato che il giorno dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sono state messe in stato di piena allerta le basi delle forze strategiche con all’interno le armi nucleari russe: è stata la prima volta al di fuori di una esercitazione. L’uomo, appunto, prima di disertare e riuscire a lasciare il Paese prestava servizio in una di queste installazioni
Il racconto
- "Prima di allora avevamo avuto solo esercitazioni. Ma il giorno in cui è iniziata la guerra, le armi erano tutte al loro posto, pienamente operative", come se dovessimo tenerci "pronti a scatenare le nostre forze in mare e in aria e, in teoria, a condurre uno strike nucleare", ha raccontato l’uomo. Il militare ha aggiunto che quello stesso giorno la sua unità fu "chiusa all'interno della base", in assetto da combattimento, e che quel livello di stato di allerta fu poi revocato nel giro di due o tre settimane. "Tutto quello che avevamo a disposizione (per informarci) era la Tv di stato russa, non sapevo davvero cosa significasse tutto questo. Ho svolto automaticamente i miei doveri", ha aggiunto l’ex ufficiale, precisando di non avere mai avuto la sensazione di stare "combattendo", bensì di dover "sorvegliare le armi nucleari"
Le armi nucleari
- A proposito dell’efficacia delle armi nucleari russe, sullo sfondo dell'escalation ulteriore di queste settimane fra il Cremlino e il fronte Nato e delle rinnovate minacce di scenari da Armageddon, l'ex ufficiale delle forze non convenzionali di Mosca ha suggerito al resto dell'Occidente di non illudersi: ha avvertito come il suo Paese, al di là dell'obsolescenza di qualche armamento d'origine sovietica, possa contare comunque su migliaia di testate atomiche in piena efficienza. E ha spiegato come le basi che ospitano le armi nucleari russe siano in grado di garantire un tempo di risposta di "due minuti" in caso di emergenza
“Un enorme arsenale nucleare”
- Anton, nel botta e risposta a volto oscurato con la Bbc, è stato categorico nel replicare a quegli analisti occidentali convinti che la Russia continui a doversi affidare soprattutto a vecchie testate ereditate dalla produzione dell'Urss, che in parte potrebbero magari non funzionare. Convinzioni respinte alla stregua di "facilonerie di cosiddetti esperti". "Armamenti di vecchio tipo possono essere custoditi in alcune aree, ma il mio Paese – ha detto il disertore – dispone di un enorme arsenale nucleare, con una gigantesca quantità di testate, incluse quelle in dotazione a unità da combattimento attive in terra, mare e cielo". Armi, ha ribadito, pienamente operative e in assetto da battaglia, in quanto "il lavoro di manutenzione è condotto costantemente: non si ferma mai, nemmeno per un minuto"
Il disertore
- Riguardo al perché è fuggito, l'ex ufficiale non ha messo in relazione la propria decisione di disertare con riserve sulla strategia nucleare di Vladimir Putin. Ha invece giustificato la decisione con il rifiuto etico di fronte a ordini definiti “criminali” rispetto alla guerra con Kiev, laddove bersagli civili ucraini sarebbero stati additati alla stregua di "combattenti da distruggere": qualcosa che "per me è una linea rossa, un crimine di guerra, propaganda che non voglio diffondere", ha spiegato. L’uomo era quindi stato trasferito a una brigata di assalto regolare in un'altra zona del Paese, da cui in seguito sarebbe stato dispiegato al fronte. A queste unità di "carne da cannone", di solito, vengono assegnati coloro che si oppongono alla guerra. Anton ha quindi raccontato di aver firmato per terminare il suo servizio nelle forze armate e di essere riuscito a lasciare il Paese con l'organizzazione che aiuta i disertori "Idite Lesom" (“Imboscatevi”), che al momento viene contattata da circa 350 soldati al mese
- Per approfondire: Guerra, quale sarebbe la possibile risposta Usa a un attacco nucleare russo
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