Guerra a Gaza, Onu: Israele non approverà più i convogli Unrwa

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Il capo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi afferma che Israele non approverà più i convogli alimentari dell'Unrwa verso il nord di Gaza. "Questo è oltraggioso e rende intenzionale ostacolare l'assistenza salvavita". L'Oms chiede la revoca del blocco. La delegazione israeliana a Doha ha accettato una proposta di compromesso sul rapporto che dovrebbe essere stabilito fra la liberazione di ciascun israeliano ostaggio di Hamas e il numero di prigionieri palestinesi reclusi in Israele

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Manifestazione pro Palestina davanti agli Uffizi

Un gruppo di circa 25 ragazzi, studenti delle scuole superiori, ha manifestato per la Palestina nel primo pomeriggio davanti a uno dei portoni della Galleria degli Uffizi, nel piazzale omonimo. Nessun problema di ordine pubblico nè per l'accesso al museo, che ha più ingressi. La manifestazione è durata meno di un'ora, dalle 14:10 alle 14:55: esposto uno striscione con scritto 'Stop al genocidio - Palestina libera' e alcune bandiere palestinesi. E 'Palestina libera' è stato gridato a più riprese dai giovani che partecipano al flash mob. Sul posto personale dei carabinieri e della polizia. 


Lazzarini, Israele non approverà più i convogli Unrwa

Il capo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) Philippe Lazzarini afferma su X che Israele ha informato le Nazioni Unite che non approverà più i convogli alimentari dell'Unrwa verso il nord di Gaza. "Nonostante la tragedia che si sta consumando sotto i nostri occhi, le autorità israeliane hanno comunicato all'Onu che non approveranno più alcun convoglio alimentari Unrwa verso il nord. Questo è oltraggioso e rende intenzionale ostacolare l'assistenza salvavita durante una carestia provocata dall'uomo".

Rafah, la disperazione della popolazione dopo il raid israeliano

Gallant partito per incontri politici a Washington

Il ministro della difesa Yoav Gallant è partito per Washington dove incontrerà fra gli altri il segretario alla difesa Lloyd Austin, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ed il capo della Cia William Burns, che ha preso parte attiva ai colloqui nel Qatar sul cessate il fuoco e sullo scambio di prigionieri fra Israel e Hamas. Gallant - ha riferito la radio militare - porterà con sè aggiornamenti sui piani di Israele riguardo una operazione a Rafah, nel sud della Striscia, nonchè sull'ingresso di aiuti umanitari per i palestinesi. Affronterà inoltre la questione di nuove forniture di armi necessarie ad Israele e discuterà gli orizzonti politici per uno scenario futuro in cui sia stato impedito a Hamas di gestire la striscia di Gaza. 

Media, Hamas insoddisfatto dai colloqui a Doha

Hamas è rimasto insoddisfatto dalle posizioni presentate a Doha dalla delegazione di Israele. Lo scrive Maariv, citando informazioni divulgate dalla rete televisiva al-Arabiya. ''Israele - secondo Hamas - non ha fatto riferimento al cessate il fuoco e al ritiro delle forze da Gaza"."Le nostre richieste erano realistiche - ha aggiunto Hamas, secondo la emittente saudita - ma non c'è una volontà di Israele di raggiungere un accordo. Noi vogliamo un meccanismo chiaro e reale per un cessate il fuoco e per il rientro degli sfollati". 

L'Ue condanna Israele per confisca di territori palestinesi

L'Ue ha espresso oggi, attraverso il portavoce del servizio per l'azione esterna, la sua "ferma condanna" rispetto alla decisione annunciata dal ministro delle finanze israeliano, Bezalel Smotrich, di confiscare 800 ettari di territori occupati dai palestinesi. In una nota dell'Eeas, l'Ue ricorda che gli insediamenti rappresentano una "grave violazione" dei diritti umani e che il vertice europeo svoltosi giovedì e venerdì scorsi ha condannato la decisione di espandere ulteriormente gli insediamenti illegali in Cisgiordania chiedendo a Israele di fare marcia indietro. Parallelamente, si legge ancora nella nota dell'Eeas, "l'Ue ribadisce il suo impegno per garantire la sicurezza di Israele e per assicurare che gli orribili attacchi del 7 ottobre non si ripetano mai più. L'Ue è determinata a combattere questo terrorismo in ogni modo condannando Hamas nei termini più forti possibili e attraverso sanzioni e altre misure. L'espansione degli insediamenti va contro questo obiettivo. Alimenta tensioni e mina la prospettiva di due stati che rimane la sola garanzia per la sicurezza a lungo termine sia per gli israeliani che per i palestinesi". 

Media: 'Israele ha bisogno di reclutare migliaia di soldati'

Dopo quasi sei mesi di guerra, le forze armate israeliane (Zahal) necessitano un reclutamento urgente di altri 7.000 soldati e di 7.500 ufficiali e comandanti di altri genere, oltre ai militari che comunque prevedono di reclutare il prossimo aprile. Lo scrive il quotidiano Yediot Ahronot secondo cui i vertici militari provano forte preoccupazione e comprendono che devono non solo riempire le file assottigliatesi nei combattimenti ma anche far fronte a nuove necessità di difesa che non erano previste un anno fa. Dall'attacco del 7 ottobre l'esercito ha perso 596 militari (di cui 252 dall'inizio delle operazioni di terra, a fine ottobre). Inoltre migliaia di soldati sono rimasti feriti, nel corpo o nello spirito, e fra questi una buona parte non è in grado di tornare a combattere nel prossimo futuro. Elevata inoltre la percentuale degli ufficiali uccisi in combattimento, in base alla pratica israeliana che sono loro a condurre le forze in aree nemiche. Per creare nuovi quadri di comando, nota il giornale, sarà necessario un periodo prolungato. Dopo il 7 ottobre Zahal si vede poi costretto ad accrescere le difese delle proprie basi militari, delle zone di confine nonché le difese aeree, sempre più messe alla prova dalle grandi quantità di razzi a disposizione di Hamas e degli Hezbollah. Riferendosi alle polemiche relative al possibile esonero in massa dei giovani ortodossi (esaminato in questi giorni nella coalizione di governo di Benyamin Netanyahu) Yediot Ahronot precisa che oggi l'esercito recluta annualmente solo 1.200 giovani ortodossi in un totale di 11-12 mila. 

Baerbock va in Israele per chiedere faccia passare aiuti

Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock parte per una missione in Medio Oriente per chiedere al governo israeliano ad aprire i valichi di frontiera a molti più aiuti: lo ha annunciato lei stessa. In vista del suo viaggio in Egitto, Israele e nei territori palestinesi, Baerbock ha detto che ogni cassa di aiuti che si trova sui camion di fronte alle recinzioni al confine con Gaza è una di troppo. 

Domenica Palme, Israele impedisce a cristiani Cisgiordania di andare a Gerusalemme

Le autorità israeliane avrebbero impedito a migliaia di cristiani che vivono in Cisgiordania di recarsi a Gerusalemme per partecipare alla celebrazione della Domenica delle Palme. Lo sostiene l'agenzia di stampa palestinese Wafa, sottolineando che le forze israeliane hanno imposto rigide misure militari ai posti di blocco che circondano la città di Gerusalemme e nelle vicinanze della Città Vecchia.

Patriarca Gerusalemme, ‘non siamo soli, non abbiamo paura’

“Non abbiate paura” a tornare in Terra Santa, siete una presenza di pace in un luogo che di pace ne ha tanto bisogno”. Lo ha detto il Patriarca di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, pensando ai pellegrini di tutto il mondo che, a causa della situazione di grave tensione, non sono potuti partire per la Terra Santa. Pizzaballa, nel messaggio per la Processione delle Palme, si è rivolto ai cristiani di Terra Santa che non potranno partecipare alle celebrazioni: “Non siete soli perché tutta la Chiesa di Gerusalemme è unita”. Quindi il ringraziamento per la “testimonianza di forza e coraggio”. 

 “Sappiamo bene – scrive nel messaggio rilanciato dai media vaticani – quanto sia difficile stare dentro quella terribile notte che sembra non finire mai, resistere uniti e saldi, dentro la violenza che vi circonda e la fame”. Tutto il sostegno possibile verrà dato, garantisce, anche con le preghiere, affinché “questa notte passi quanto prima”. L’invito che il porporato rivolge è quello di non scoraggiarsi, perché per tutti “verrà l’alba del terzo giorno, l’annuncio di risurrezione”.

Mezzaluna Rossa, due ospedali assediati a Khan Younis

Le forze israeliane hanno assediato altri due ospedali di Gaza, bloccando le squadre mediche sotto un pesante fuoco delle armi: la denuncia arriva dalla Mezzaluna Rossa palestinese, che aggiunge che uno dei suoi dipendenti è rimasto ucciso. Gli ospedali sotto il fuoco sono l'Al-Amal e il Nasser nella città di Khan Younis.

Guterres chiede rilascio immediato degli ostaggi a Gaza

Il rilascio immediato degli ostaggi israeliani a Gaza è stato chiesto dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres in una conferenza stampa svolta al Cairo dopo un incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, presenti il ministro degli Esteri Sameh Shoukry e il capo dell'Unrwa, l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini. "Nulla giustifica la punizione collettiva dei palestinesi nella Striscia di Gaza", ha aggiunto tornando a sollecitare "un cessate il fuoco immediato". Ha quindi invitato i Paesi membri a non far mancare i finanziamenti all'Unrwa, che "svolge un ruolo vitale". 

Guterres ha poi concordato con i vertici egiziani sulla necessità di respingere lo spostamento forzato dei palestinesi e di evitare qualunque azione che possa esacerbare e ampliare il conflitto, come un attacco massiccio sulla Rafah palestinese. Ha infine ammesso che "abbiamo divisioni in Consiglio di Sicurezza che impediscono diverse decisioni".

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L'APPROFONDIMENTO

Ue condanna confisca Israele 800 ettari terre palestinesi

L'Unione europea ha condanna  il fatto che il governo israeliano abbia dichiarato demaniali 800 ettari di territorio nella Valle del Giordano, nel territorio palestinese della Cisgiordania occupata, quella che è "la più grande confisca" di terre dagli Accordi di Oslo del 1993. Lo ha detto, a nome dei Paesi Ue, il portavoce del Servizio europeo per l'azione esterna (il corpo diplomatico dei Ventisette), Peter Stano, in una nota. Con la dichiarazione di quegli 800 ettari come terre statali, resa pubblica questo venerdì, Israele non considera più queste terre come proprietà privata dei palestinesi e impedisce loro di utilizzarle, dal momento che lo Stato le affitta agli israeliani solo per espandere i loro insediamenti. L'Ue sottolinea che gli insediamenti "costituiscono una grave violazione del diritto internazionale umanitario" e ritiene che l'espansione di queste colonie "alimenti le tensioni e mina le prospettive di una soluzione a due Stati" per Israele e Palestina. Gli 800 ettari dichiarati terra demaniale si trovano in un'area tradizionalmente popolata da agricoltori palestinesi, ma che Israele vuole annettere al vicino insediamento di Yafit. L'ong israeliana Peace Now, che documenta la colonizzazione nei territori palestinesi occupati da Israele dal 1967, assicura che in questo inizio 2024, quando sono passati appena quattro mesi, si è già registrato il record di estensione delle terre dichiarate statali. E' un'operazione sponsorizzata dal governo di Benjamin Netanyahu, sostenuto dall'estrema destra, e promossa dal ministro delle Finanze, il colono di estrema destra Bezalel Smotrich, che dirige anche il dipartimento all'interno del Ministero della Difesa che autorizza la costruzione degli insediamenti.

Il piano di Netanyahu per il dopoguerra: a Gaza funzionari locali e chiusura dell'Unrwa

Il primo ministro israeliano ha presentato per la prima volta formalmente al gabinetto di sicurezza un documento di principi sulla gestione della Striscia dopo il conflitto. Dopo la distruzione della capacità militari e delle strutture di governo di Hamas, la sicurezza sarà garantita da Israele. L’Agenzia per i rifugiati Onu verrà chiusa. Ecco i dettagli

Yemen, chi sono gli Houthi e perché hanno attaccato una nave italiana nel Mar Rosso

Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. Il 12 gennaio 2024 Usa e Gran Bretagna hanno condotto un raid contro obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli, mentre nel marzo 2024 la nave Carlo Duilio, il cacciatorpediniere della Marina Militare italiana, ha neutralizzato un attacco con un drone. COSA SAPERE

Medioriente, Guterres: "Blocco aiuti è oltraggio morale". VIDEO

Idf e Shin Bet confermano una nuova offensiva ad Al Amal, a Khan Yunis

L'esercito israeliano e il servizio di sicurezza nazionale israeliano, lo Shin Bet, hanno confermato domenica l'inizio di una nuova offensiva nella zona di Al Amal, nella città di Khan Younis, a Gaza, dove si trova un ospedale attualmente circondato dalle forze israeliane, secondo la  Mezzaluna Rossa Palestinese.

Secondo quanto annunciato, l'offensiva è condotta dalla 98ma divisione dell'esercito israeliano e mira a "smantellare le infrastrutture terroristiche ed a eliminare i terroristi nell'area". L'operazione è stata preceduta da attacchi aerei contro 40 obiettivi di Hamas nella zona, "compresi gli edifici utilizzati dal gruppo terroristico, i tunnel e altre infrastrutture", affermano i militari. 

La Mezzaluna Rossa aveva precedentemente denunciato che "veicoli israeliani" stavano circondando l'ospedale di Al Amal, "effettuando estesi lavori di scavo" intorno ad esso, lanciando l'allarme per i suoi dipendenti,  "in estremo pericolo" perché "completamente bloccati". 

Media: "Delegazione di Israele ha accettato la proposta Usa"

La delegazione israeliana a Doha avrebbe accettato la proposta di compromesso, avanzata dagli Usa nei cosiddetti accordi di Parigi, sul rapporto tra la liberazione degli ostaggi israeliani e il numero di prigionieri palestinesi in Israele che dovrebbero essere rilasciati. Lo scrive Jerusalem Post secondo cui ora si attende una risposta da parte di Hamas. Ieri sono rientrati da Doha, dove si svolgono i colloqui per la tregua, il capo del Mossad David Barnea e il capo dello Shin Bet Ronen Bar, nonche' il capo della Cia Bill Burns. Tutti hanno comunque lasciato nel Qatar i loro collaboratori per portare avanti i contatti.  Secondo una fonte citata dal Jerusalem Post sarebbe iniziata ora una discussione sul rientro di alcuni residenti nel Nord di Gaza come parte della trattativa. 

Guterres: "Israele rimuova ostacoli per aiuti a Gaza"

Il capo delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha dichiarato al Cairo che per fornire gli aiuti necessari a Gaza minacciata dalla carestia "è necessario che Israele rimuova gli ostacoli e le strozzature rimanenti per fornire assistenza". Ieri, dopo una visita alle porte del territorio palestinese assediato al valico di frontiera di Rafah, Guterres aveva ripetuto il suo appello per un "cessate il fuoco umanitario immediato" per alleviare "la difficile situazione dei bambini, delle donne e degli uomini palestinesi che lottano per sopravvivere all'incubo di Gaza".

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