Guerra Israele–Hamas, telefonata Meloni-Schlein sul Medio Oriente

Dopo il colloquio tra la premier e la segretaria del Pd alla Camera passa l'impegno sul cessate il fuoco della mozione dem. Tajani chiede a Israele di "evitare rappresaglie contro la popolazione civile palestinese". "Stop all'operazione a Rafah senza un piano credibile per i civili", dice Biden. Hamas annuncia la morte di altri tre rapiti nei bombardamenti. "Ora basta, lo Stato ebraico si fermi", dicono anche Gb, Ue e Cina

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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein hanno avuto un colloquio sul Medio Oriente. Tajani: 'Israele sbaglia, reazione sproporzionata sui civili'. Alla Camera passa l'impegno sul cessate il fuoco della mozione Pd. Tel Aviv ha preparato un piano che prevede l'evacuazione dei civili lungo la costa di Gaza e l'ha presentato all'Egitto, riferisce il Wall Street Journal. Al Jazeera: 'Feriti gravemente due nostri giornalisti a Gaza'. Parigi consegna un piano a Beirut, riferisce Reuters. Secondo fonti libanesi, Sinwar al Cairo incontrerà il capo dell'intelligence. "Gli Stati Uniti stanno lavorando ad una tregua tra Israele e Hamas di almeno sei settimane", ha detto il presidente Usa Joe Biden dopo il suo incontro alla Casa Bianca con re Abdallah di Giordania.  "Ora basta, lo Stato ebraico si fermi", dicono anche Gran Bretagna e Ue. Appello anche dalla Cina che chiede a Israele di fermare l'operazione militare a Rafah "al più presto possibile", avvertendo che si rischia "un grave disastro umanitario". 


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Blitz israeliano in ospedale di Jenin: militari travestiti da medici e donne. VIDEO

Le forze speciali israeliane, vestite da medici e pazienti, hanno fatto irruzione nella struttura sanitaria in Cisgiordania, uccidendo tre presunti terroristi palestinesi. “Crimini dell'esercito israeliano non rimarranno senza risposta” ha detto Hamas. GUARDA IL VIDEO

Prima colloqui Cairo, Netanyahu ha bocciato proposta Mossad

Il Mossad, insieme allo Shin Bet e i vertici militari israeliani avevano messo insieme una nuova ipotesi di accordo di tregua con Hamas per arrivare al rilascio degli ostaggi, proposta che però non ha superato il vaglio del premier Benjamin Netanyahu. Lo ha riferito l'emittente pubblica israeliana Kan. Non sono stati resi noti i dettagli della proposta, ma Kan sottolinea il fatto che fosse stata elaborata dal capo del Mossad David Barnea, dal capo dell'agenzia di intelligence Shin Bet Ronen Bar e dal maggiore generale Nitzan Alon, che sta coordinando gli sforzi dell'intelligence per trovare gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. La proposta è stata discussa con Netanyahu un certo numero di volte ed è stata anche sollevata nelle ultime ore, prima dei colloqui del Cairo, in una riunione preparatoria. Ma Netanyahu ha bocciato la proposta e ordinato al trio di andare ai colloqui del Cairo - presenti il capo della Cia William Burns, il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel e il premier del Qatar Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani- per "ascoltare soltanto", senza presentare nuove idee o offrire una risposta formale alle richieste di Hamas, che Netanyahu considera "deliranti". Di fronte a questa posizione di Netanyahu, Alon ha deciso di non partecipare all'incontro nella capitale egiziana e ha inviato al suo posto il suo vice. Netanyahu ha invece inviato al Cairo uno dei suoi assistenti politici, Ophir Falk. Prima dell'incontro, Israele era titubante sull'idea di mandare una delegazione al Cairo per i colloqui odierni, ma è stato messo sotto pressione dagli Stati Uniti perche' lo facesse. 

Sentenza Onu su Israele, quali sono le misure urgenti imposte dall’Aja e cosa succede ora

I provvedimenti sono in tutto sei, indirizzati soprattutto a prevenire azioni considerate tipiche di un "genocidio" nei confronti dei palestinesi. Le decisioni della Corte internazionale di Giustizia sono giuridicamente vincolanti e non esiste possibilità di appello. C’è però una contraddizione: la Corte non ha i mezzi e gli strumenti per imporre concretamente le misure decretate. GLI SCENARI

Gaza, trovata morta bimba palestinese che telefonò chiedendo aiuto durante attacco

La piccola aveva chiamato la Mezzaluna Rossa palestinese mentre l'auto in cui era con lo zio, la moglie e i loro tre figli veniva bersagliata da un tank israeliano. LEGGI L'ARTICOLO

Media: Al Cairo colloqui svolti "in clima positivo"

I colloqui tra i direttori dell'intelligence statunitense e israeliana, il primo ministro del Qatar e i leader egiziani al Cairo per "lavorare a una tregua nella Striscia di Gaza" sono stati "positivi": lo ha riferito un'emittente vicina all'intelligence egiziana al termine dell'incontro. Al Cairo c'erano il capo della Cia William Burns, il capo del Mossad David Barnea e il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, che hanno avuto colloqui con i leader egiziani "in un'atmosfera positiva", ha riferito AlQahera News, citando "un alto funzionario egiziano"; e "i negoziati continueranno per i prossimi tre giorni". Da parte sua, Hamas e' "aperta all'idea di discutere qualsiasi iniziativa per porre fine all'aggressione e alla guerra", ha detto all'Afp una delle sue figure di spicco, rimasta anonima. "Hamas e altri movimenti palestinesi stanno aspettando i risultati dei colloqui del Cairo".

Rafah, perché si rischia catastrofe umanitaria in caso di attacco. FOTO SATELLITARI

Dall’inizio dell’azione militare israeliana nella città e nell’omonimo governatorato della Striscia si sono radunati centinaia di migliaia di sfollati. L’esodo nelle immagini dal satellite. GUARDA LE IMMAGINI

Onu: offensiva a Rafah "potrebbe portare a un massacro"

L'offensiva militare, che Israele ha pianificato di condurre nella città di Rafah, ultima roccaforte nel Sud di Gaza per oltre un milione di palestinesi, "potrebbe portare a un massacro": l'allarme arriva dal coordinatore umanitario delle Nazioni Unite Martin Griffiths. "La comunità internazionale ha avvertito delle pericolose conseguenze di qualsiasi invasione di terra di Rafah. Il governo di Israele non può più ignorare questi appelli", ha detto Griffiths, aggiungendo che "le operazioni militari a Rafah potrebbero portare a un massacro a Gaza".

Unrwa, tutti i Paesi che hanno sospeso i fondi dopo le accuse

Sono 10 gli Stati che hanno finora bloccato tutti i finanziamenti all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, in seguito alle accuse di un possibile coinvolgimento di dipendenti nell’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre. Gli Usa hanno immediatamente annunciato lo stop ai finanziamenti. La scelta è stata poi condivisa da Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, Germania, Giappone e Austria. LEGGI

Fonti egiziane: riunione a quattro su Gaza è stata positiva

Una fonte egiziana di alto livello ha detto al quotidiano statale Al Qahera che il negoziato a quattro sul cessate il fuoco a Gaza "è stata positiva" e che le consultazioni proseguiranno nei prossimi giorni". All'incontro di oggi hanno partecipato i capi dell'intelligence di Usa, Egitto, Israele, il vice capo di Hamas a Gaza e Qatar e il vice premier qatariota e ministro degli Esteri Mohammed bin Abdulrahman Al Thani.

Unrwa, cosa è e come funziona l'agenzia Onu per i palestinesi

È stata per molto tempo un'ancora di salvezza vitale nella Striscia di Gaza e motivo di contesa con Israele, molto prima che alcuni dipendenti dell'agenzia fossero accusati di essere coinvolti nell'assalto di Hamas del 7 ottobre scorso. Offre una serie di servizi sociali alle persone registrate come rifugiati palestinesi nelle guerre risalenti al periodo della nascita dello Stato di Israele: costruisce e gestisce scuole, cliniche mediche, rifugi e fornisce cibo, assistenza abitativa e prestiti di emergenza. COME FUNZIONA

Rispunta Yahya Sinwar, in un video e "in fuga sottoterra"

E' rispuntato il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, ma in un video di cui Israele è entrato in possesso: è in un tunnel con la moglie e i figli, cammina ed è  guidato da un miliziano che fa luce con la torcia. Il filmato, lungo circa un minuto, è stato girato il 10 ottobre, dunque tre giorni dopo il massacro del 7 ottobre ed è  finito nelle mani israeliane nelle fasi iniziali della guerra. Israele ne ha autorizzato la diffusione solo ora. Il tunnel in questione è sotto Khan Younis e il video, che dura circa un minuto, proviene dai circuiti di sorveglianza di Hamas e recuperato dai soldati che operano in quella che è considerata la roccaforte del movimento islamista. Sinwar appare in buona salute, con una borsa e ai piedi le ciabatte: davanti a lui camminano la moglie e tre figli in tenera eta'. "A Gaza c'e' Khan Yunis 'di sopra' e c'e' Khan Yunis 'di sotto', una rete di tunnel sotterranei lunga decine di chilometri, con i complessi pensati per il soggiorno di figure di alto livello di Hamas", ha raccontato il portavoce dell'esercito, il generale di brigata Daniel Hagari, presentando alla stampa il documento. "Nei giorni scorsi, le unita' speciali hanno analizzato decine di metri di video di una telecamera di sicurezza di Hamas. Il video mostra l'assassino Yahya Sinwar che scappa con i figli, guidato da suo fratello. E' fuggito con la sua famiglia, sottoterra, in uno dei tunnel precostruiti". Hagari ha ripetuto che l'obiettivo di Israele è scovare Sinwar "vivo o morto". "Il nostro compito è quello di trovarlo. Questa è  la nostra missione, ma non diremo 'quando' e 'come'. Siamo determinati a catturarlo e lo cattureremo. Continuiamo ad arrestare i terroristi, a interrogarli e a scoprire altre informazioni. Le informazioni sulla leadership di Hamas e sui miliziani più anziani dell'organizzazione ci rivelano ulteriori roccaforti".

Israele, negato l'ingresso alla funzionaria Onu italiana Francesca Albanese

La decisione, hanno fatto sapere i ministeri degli Esteri e degli Interni, è legata alle sue oltraggiosi affermazioni che "le vittime del massacro del 7 ottobre non sono state uccise per la loro ebraicità ma in risposta all'oppressione israeliana'". LEGGI L'ARTICOLO

Hezbollah boccia il piano francese per il Libano

Hezbollah ha già bocciato il piano francese per un cessate il fuoco tra Israele e la milizia filoiraniana  accusando i mediatori stranieri che cercano di allentare le tensioni nel sud del Libano di servire gli interessi dello Stato ebraico. In un discorso televisivo, Hassan Nasrallah ha assicurato che il movimento islamico libanese fermerà i suoi attacchi contro Israele, quotidiani per quattro mesi dal sud del Libano, solo in caso di cessate il fuoco a Gaza. "Tutte le delegazioni che sono venute in Libano negli ultimi quattro mesi hanno un obiettivo: proteggere Israele", ha detto il leader di Hezbollah. Il ministro degli Esteri francese Stephane Sejourne aveva annunciato proprio oggi di aver avanzato "proposte" durante la sua recente visita a Beirut per evitare un conflitto aperto tra Israele e Hezbollah. Questo piano prevede, secondo fonti diplomatiche, la fine delle violenze da entrambe le parti e il ritiro dei combattenti Hezbollah da dieci a dodici chilometri a nord del confine. "Nessuno pensi che il Libano sia debole, che abbia paura e che possa imporci condizioni a sette o dieci chilometri di distanza", ha detto il leader di Hezbollah. "Ciò che ci viene chiesto è di garantire la sicurezza degli israeliani, di chiudere il fronte con gli israeliani" e senza rispondere alle richieste libanesi, in particolare la risoluzione della controversia sul confine con Israele, ha sottolineato Hassan Nasrallah. Il piano prevede anche la piena attuazione della risoluzione ONU 1701 che stabilisce che solo l'esercito libanese e le forze di pace delle Nazioni Unite siano dispiegati nel sud del Libano. Secondo l'entourage del ministro degli Esteri francese, le proposte francesi "sono state consegnate direttamente alle massime autorità dei due Paesi", Libano e Israele. Da parte sua il primo ministro libanese, Najib Mikati, ha

affermato di aver "ricevuto dai francesi non un documento

ufficiale, ma un foglio contenente idee al quale hanno chiesto

di rispondere". Un funzionario libanese liquida la proposta come

un tentativo di Parigi di "avere un ruolo in Libano" e ha

accusato la diplomazia francese di "giocare da soli", in

particolare senza coordinare l'azione con gli Stati Uniti.

Ambasciatore Israele: "È l'ora in cui vediamo chi sono i veri amici"

"Questo è un momento di prova per noi. Non siamo certamente dei santi. Abbiamo fatto, e purtroppo probabilmente faremo, anche degli errori. Ma questo è anche un momento di prova per i nostri amici, dei Paesi amici. L'ora in cui vediamo chi ci sta accanto. Chi è davvero impegnato per la sicurezza di Israele e non si limita a usare questo slogan nei giorni di calma, tanto per togliersi l'obbligo". Lo afferma l'ambasciatore israeliano a Roma, Alon Bar, intervenendo alle celebrazioni del 75esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l'Italia e Israele.

Haaretz: negoziati capi intelligence al Cairo sono finiti

I colloqui dei capi dell'intelligence al Cairo sono terminati. Lo ha riferito Haaretz secondo cui l'aereo israeliano ha lasciato l'Egitto per riportare in patria i capi del Mossad e dello Shin Bet.

Ambasciatore Israele: "Con i negoziati Hamas vuole riorganizzarsi"

"Nei negoziati che si svolgono in questi giorni, Hamas e i suoi sostenitori sono interessati - approfittando della difficile situazione umanitaria a Gaza e delle campagne di influenza sull'opinione pubblica - a riorganizzare le proprie capacità per attaccare Israele, e ripetere il massacro del 7 ottobre". Lo afferma l'ambasciatore israeliano a Roma, Alon Bar intervenendo alle celebrazioni del 75 esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l'Italia e Israele. "Noi stiamo lavorando per ottenere la liberazione dei rapiti, e per l'adempimento del dovere morale nei confronti dei nostri cittadini: garantire che la minaccia di Hamas venga rimossa, e consentire il ritorno dei residenti del sud e del nord, nelle loro case, senza la minaccia dei missili e del terrorismo".

Italia-Santa Sede, Parolin: "Israele si fermi, troppi morti"

Quella di chi chiede a Israele di fermarsi "è una voce generale, che non si può continuare così e bisogna trovare altre strade per risolvere il problema di Gaza, il problema della Palestina". E "la Santa Sede l'ha detto fin dall'inizio: da una parte, una condanna netta e senza riserve di quanto avvenuto il 7 ottobre, e qui lo ribadisco; una condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo, e qui lo ribadisco, ma nello stesso tempo anche una richiesta perché il diritto alla difesa di Israele che è stato invocato per giustificare questa operazione sia proporzionato e certamente con 30 mila morti non lo è". Così il segretario di Stato vaticano al termine della bilaterale Italia- Santa Sede.

Ambasciatore Israele: "Tajani sa sforzi per evitare vittime civili"

"Il ministro Tajani è stato in Israele: ha incontrato Netanyahu, il nostro ministro degli Esteri e il presidente del Parlamento, che gli hanno fornito i dettagli sugli sforzi di Israele per evitare vittime civili. Noi dobbiamo essere sicuri che Hamas non abbia più la capacità di attaccarci come il 7 ottobre. Stiamo provando a farlo, riducendo al mimino il numero di vittime civili". Lo afferma l'ambasciatore israeliano a Roma Alon Bar a margine delle celebrazioni del 75esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra l'Italia e Israele, commentando le parole di stamattina del titolare della Farnesina.

Unrwa: nessuna prova accuse; Israele collabori

"Nessuna evidenza è stata fornita ed è proprio questo quello che chiediamo al governo di Israele: di collaborare pienamente col gruppo investigativo sul terreno per trovare queste prove. Anche noi vogliamo chiarezza come la volete voi". Lo ha dichiarato Marta Lorenzo, rappresentante dell'Unrwa per l'Europa, in audizione alle commissioni Affari esteri e sviluppo del Parlamento europeo. "Il 18 gennaio l'Unrwa è stata informata delle accuse di coinvolgimento di 12 dipendenti negli attacchi del 7 ottobre che l'agenzia continua a condannare in modo inequivocabile.

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