Nella settimana fra il 25 novembre e il primo dicembre, rispetto alla precedente, i ricoveri con sintomi sono aumentati dell'11,1% (845 in più, da 7.613 a 8.458) e i ricoveri nelle terapie intensive sono aumentati del 28% (70 in più, da 250 a 320). Lo indica la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio indipendente. Nello stesso periodo si osserva anche un aumento dei decessi pari al 9,5% (da 580 a 635, ossia 55 in più, 14 dei quali riferiti a periodi precedenti)
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"In questo contesto - dice Cartabellotta - preoccupa che, a fronte dell’aumentata circolazione virale, continuino a diminuire le somministrazioni delle quarte dosi per anziani e fragili, lasciando scoperte quasi tre persone su quattro".
In termini assoluti i decessi sono stati 635 (+9,5%), di cui 14 riferiti a periodi precedenti, con una media di 91 al giorno rispetto agli 83 della settimana precedente.
Gimbe, copertura quarta dose sotto il 27%
La platea per la quarta dose, si spiega nel report, "include 19 milioni di persone: di queste, 12,3 milioni possono riceverlo subito, 1,7 non sono eleggibili nell’immediato in quanto guarite da meno di 120 giorni e 5 milioni l’hanno già ricevuto. Al 2 dicembre sono state somministrate 5.140.534 quarte dosi, con una media mobile di 24.378 somministrazioni al giorno, in lieve calo rispetto alle 24.858 della settimana precedente (-1,9%)".
In base alla platea ufficiale (19.119.772 di cui 13.060.462 over 60, 3.990.080 fragili e immunocompromessi, 1.748.256 di personale sanitario e 320.974 di ospiti delle Rsa che non ricadono nelle categorie precedenti), aggiornata al 17 settembre, il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è sotto il 27% con nette differenze regionali: dal 12% della Calabria al 40,3% del Piemonte. Per quanto riguarda la quinta dose, invece, non è ancora disponibile nessun dato ufficiale sulle somministrazioni, rileva Gimbe.
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in Italia ci sono temi sanitari più importanti e impellenti del virus". Lo ha dichiarato in una intervista al quotidiano Libero il ministro della Salute, Orazio Schillaci. "Uno degli effetti collaterali più dannosi della lotta al Covid 19 - ha detto il ministro - è stato aver costretto la maggior parte delle strutture ospedaliere a concentrarsi sul contrasto al contagio, con la conseguenza di un forte rallentamento o addirittura della sospensione delle altre attività sanitarie, per cui sono risultate compromesse le iniziative di prevenzione, soprattutto in ambito oncologico".