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Sanremo 2022, le pagelle della prima serata del Festival

Musica

Fabrizio Basso

©Getty

La prima serata si è chiusa con Mahmood e Blanco in testa alla classifica parziale. Dodici artisti hanno presentato il loro brano per la prima volta. Ecco le nostre pagelle

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LA CLASSIFICA DELLA PRIMA SERATA
LA CLASSIFICA DOPO LA SECONDA SERATA

Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir - Domenica - Voto 8

Lo sguardo spavaldo, quasi disinteressato, il fisico sembra disegnato da Keith Haring. Parte punk, poi vira sul pop e sconfina nel gospel col suo Choir. La coreografia è da Sister Act impuro. Lui ancora una volta centra il bersaglio. Romanzo rosa o piuttosto hard? Va bene tutto per questo San Sebastiano 2.0.

Yuman - Ora e qui - Voto 6-
Sono pronto a scommettere che vent'anni fa sarebbe stato da podio, oggi profuma di deja vu. Anche il look è troppo serioso per un ragazzo del 1995. Compensa con un messaggio quanto mai attuale: il vivere nel presente. Certo bisogna capire quella strada tutta curve tra il cuore e la testa dove lo condurrà.

Noemi - Ti amo non lo so dire - Voto 7+
E prima ancora di aprire la voce Veronica mette già il punto esclamativo con un abito color rosa cipria di rara eleganza (firmato Alberta Ferretti). La canzone è costruita su di lei e per lei. La sua voce è una carezza, ha la tonalità di chi non ha niente da perdere perché ha già dimostrato se non tutto molto. E come ti amo lo sa dire lei...nessuno mai!

Gianni Morandi - Apri tutte le porte - Voto 7-
Aveva ragione il ragazzo di Monghidoro, col geghegè aveva anticipato certi ritmi. E ora li ha ritrovati grazie alla complicità di Jovanotti. E' un brano molto Jova Beach Party, fatto per ballare con un interludio melodico per fare tornare l'amore.

La Rappresentante di Lista – Ciao ciao - Voto 8+
L'urbanista Carlos Moreno ha definito Parigi la città del quarto d'ora, il tempo massimo per avere qualunque cosa a domicilio. Adatto il concetto a Veronica e Dario e conio la coppia dei tre minuti: bastano tre giri di lancetta a LRDL per costruire un mondo con le mani e con i piedi. E con una coroncina sul capo.

Michele Bravi – Inverno dei fiori - Voto 6+
Sembra uscito da Grease, con Euroflora sulle maniche. Un testo d'amore, carico di emotività e di speranza. Michele è teso, almeno inizialmente, poi si scioglie e fa fiorire la sua musica. Da tatuaggio la frase "insegnami come si fa a non aspettarsi niente a parte quello che si ha". Un invito delicato a godersi la nostra bella, sana quotidianità.

Massimo Ranieri – Lettera di là dal mare - Voto 6/7
Da Napoli a New York cullati dal mareggiare del pianoforte. E un brano quasi brechtiano per la sua crepuscolarità. Altro è il crepuscolo che si vedeva quando la Statua della Libertà quasi si lasciava sfiorare. La avrei vista bene come ghost track in Titanic di Francesco de Gregori. Quando canta terra terra terra vengono i brividi pensando al Mediterraneo e alle sue tragedie.

Mahmood & Blanco - Brividi - Voto 6/7
Per un attimo ho pensato che fossero Batman e Robin vestiti da Mahmood e Blanco. Poi ho ritrovato la realtà e una simbologia forte. È una canzone che parla anche attraverso il movimento dei corpi. È una storia per pugili all'angolo ma mai domi. Sono sospinti da venti di vittoria che arrivano anche dal Golfo dei Leoni. Brividi si ma non da sentirli sulla pelle.

Ana Mena – Duecentomila ore – Voto 6-
Ci aspettavamo il diavolo della sensualità ed è arrivato un rosso porpora(to). Un pezzo dance, con un finale quasi mistico. Nonostante l’impegno il brano non arriva, o meglio resta in una bolla sospesa. Conoscendo un po’ la sua storia so che Ana è altro, ma qui il brivido latita.

Rkomi – Insuperabile – Voto 7
Un Hell Angel al Festival! Oppure lo Spadino di Happy Days. Però tolte le disquisizioni estetiche, il brano acchiappa. Sembra avere messo il turbo a Ma Quale Idea, epico brano di Pino D’Angiò. Lui piace molto al popolo femminile che lo sosterrebbe anche se si presentasse vestito da tonno. Insuperabile!

Dargen D'Amico – Dove si balla - Voto 8/9
Se l'abito è rosa il futuro è roseo. È un brano che fa ballare e fa pensare. Ha ragione che anche un alieno lo impara ma la questione è quanti umani lo capiscono. Ora (forse) abbiamo capito perché si vive e non si balla. La sorpresa di quest'anno, nel senso che in un mio sondaggio personale tra non addetti ai lavori ho trovato nessuno che lo conosceva. Quindi... vai Dargen!

Giusy Ferreri – Miele - Voto 6+
Gioca subito la carta della sensualità scendendo le scale con una leggiadria inusuale. E se le avesse uguali a casa sua? Il brano è delicato, gioca sui ricordi e supportato da una trama melodica con un buon ritmo, quasi da canzone popolare. Il vento veicola la memoria ma il sospetto è che sia molto debole questa tramontana e che questo miele possa non diventare ambrosia!