Sanremo 2022, Gianni Morandi, complice Jovanotti, porta il ritmo di Apri Tutte le Porte

Musica

Fabrizio Basso

In gara all'Ariston con un brano allegramente Motown, l'artista racconta il suo progetto e la sua collaborazione con Lorenzo (che si collega in diretta). Vorrebbe una donna al Quirinale e intanto si regala un ciclo di concerti nella sua Bologna. L'INTERVISTA

Sembra un romanzo l'apparizione di Gianni Morandi al festival di Sanremo, una saga sudamericana degna di Juan Rulfo o Eduardo Galeano. Prima il dramma delle gravi ustioni, poi la ripresa, la complicità della moglie e la vicinanza di Lorenzo, infine il benestare di Amadeus. Si intitola Apri Tutte le Porte la canzone che lo rimette in gara, dopo che all'Ariston è stato anche conduttore e direttore artistico. La gemma avvia il suo germoglio con una telefonata di Jovanotti che chiede informazioni sulla sua salute: i due si conoscono da tempo ma mai hanno collaborato. Lorenzo è rimasto colpito dal sapere che è caduto nel fuoco e ha fatto 27 giorni di ospedale. E gli propone L’Allegria: a Morandi piace e vanno a Milano a registrarla: "Per me è stata una terapia", chiosa Gianni. Hanno iniziato a sentirsi più spesso, si è recato a fargli visita a Cortona e lentamente è nata la speranza di Apri tutte le Porte: "Ci è venuta l’idea di mandarla ad Amadeus -aggiuge Morandi- io poi amo il Festival, un palco straordinario". Aspettando di andare in Liguria riprendere i concerti al Teatro Duse di Bologna. Entusiasmo anche per Jovanotti che si è collegato telefonicamente: "Gli ho proposto di andare in gara a Sanremo con un pezzo, io avevo una bozza e mi sono messo al lavoro; quando Amadeus ci ha preso, e non era scontato, ci siamo detti…ora ci dobbiamo andare davvero!". E alla speranza contenuta nel testo se ne aggiunge un'altra: e se, nella serata dei duetti, Lorenzo raggiungesse Gianni Morandi sul palco dell'Teatro Ariston? Difficile ma non è utopia.

Tu di Sanremo sei stato anche conduttore e direttore artistico: ti è utile averlo vissuto anche dall’altra parte?
E’ vero, lo ho visto in tutte le forme. Ho vinto con Enrico Ruggeri e UmbertoTozzi nel 1987 con Si Può Dare di Più. Per me è ritornare nella mischia dopo tanto tempo. Quando nel 1958 vidi Domenico Modugno cantare Volare mi venne la voglia di fare questo mestiere e ho iniziato a sognare l’Ariston. A Monghidoro c’era una tv in un bar e il Festival lo vedeva tutto il paese insieme. Tornarci è una scossa, una emozione.
E’ una canzone ottimista.
E’ di speranza, con un ritmo che trasmette una bella carica. Spero possa piacere e divertire. A forza di credere che il male passerò sto passando io e lui resta…inizia così poi si passa alla speranza che si aprano le porte. Quando Lorenzo la ha scritta pensava a venire fuori da questa cappa che abbiamo addosso.
Va bene che è scritta da Lorenzo ma c’è anche un ritorno del tuo geghegé.
Mentre L’Allegria era jovanottiana, questa è pensata per me e dunque può avere dei riferimenti. L’Allegria è difficilissima da cantare dal vivo. Può essere che con Apri Tutte le Porte abbia pensato a me inconsciamente.
Come vivi l’effetto Ariston?
La tremarella viene, mi immagino i cinque minuti prima che mi sudano le mani. Forse i ragazzi giovani lo sentono meno. Io che ho visto e vissuto tante esperienze so che è un momento importante.
Sei scaramantico?
Spero ci sia mia moglie a spingermi sul palco. Mi sto preparando cantando molte volte la canzone, ha meccanismi e ritmi interni che si incastrano tra loro. Voglio essere padrone del pezzo.
Come stai?
Ora bene. Ho salvato la pelle. Quello che è successo mi ha cambiato. Mi hanno salvato e ora vado avanti. Va detto che senza l’incidente non sarei andato in ospedale, Jovanotti non mi avrebbe chiamato…diciamo che ha influenzato la scelta sanremese.
Albano ha detto che avere saputo che trovava te e Ranieri sarebbe venuto anche lui.
Da tempo si parla di un progetto a tre. Ci conosciamo da più di 50 anni. Con Ranieri c’è uno storico dualismo, noi arriviamo entrambi da famiglie povere. Poi con Massimo siamo diventati amici. Chissà che un giorno si realizzi questo progetto. Ma quei due mi ammazzano con la voce.

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Certo che con Lorenzo siete proprio una strana coppia.
Ci accomuna l’amore per lo sport: lui va in biciletta e io vado a correre. Poi la voglia di sperimentare sempre cose nuove. La positività è un altro fatto caratteriale che ci unisce. L’amore per il rischio, fare cose sempre diverse. Condividiamo un carattere che anche nelle difficoltà cerca una via d’uscita.
Cosa si prova a essere in gara contro tuo nipote che è co-autore del brano di Tananai?
E’ molto bravo. Mi ha detto che c’era questa possibilità e ora ci troviamo a Sanremo.
Noi dobbiamo essere ottimisti, ma il Governo che deve fare? Hai una idea per il Presidente della Repubblica?
Dico da sempre che le donne sono meglio degli uomini, mi sembrano più sincere. Nella mia famiglia le idee di mia moglie sono meno cialtrone delle mie. Una donna al Quirinale sarebbe una bellissima scelta. Sono brave, diamogli responsabilità. Per quanto riguarda la musica a livello politico dico che non è facile prendere decisioni ma andare a teatro con green pass e mascherina mi sembra già importante. Vedremo che accade in estate, la campagna di vaccinazione deve continuare.
La musica rende giovani?
Assolutamente. Il movimento ritmico mi fa stare meglio, forse perché in passato ho cantato tante canzoni tradizionali. Stavolta volevo fare una cosa più aggiornata anche se qualcuno dice che richiama gli anni Sessanta. Lorenzo è uno sperimentatore ma va detto che nella mia carriera, non essendo autore, ho cantato di tutto. Non sono Vasco né i Maneskin ma la mia storia ha molti pezzi ritmici. Spero che piaccia.
A chi dedicheresti oggi Si Può Dare di Più?
Possiamo farlo tutti, ma direi che servirebbe uno scambio di fiducia che vada oltre la propria famiglia. Mi spiace che i nostri governanti non abbiano il senso dell’insieme, certe liti mi sembrano pretestuose. Si sta bene se anche l’altro sta bene.
Da ospite avresti vissuto Sanremo più serenamente?
Molto meglio in gara che non ospite. E’ più divertente. Sanremo merita attenzione e negli ultimi anni lo sta dimostrando. Che cosa cambia nella storia di un artista se va male? Nula, resta un episodio. Forse una volta temevi l’eliminazione e di perdere pubblico, oggi no…pertanto prendo quello che viene.

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