Sanremo 2022, l'intervista a Mahmood e Blanco, il duo (favorito) più atteso del Festival
MusicaSuper favoriti dai bookmakers, Mahmood e Blanco saliranno sul palco della 72ma edizione del Festival (1-5 febbraio 2022), in gara nella categoria Campioni, con il brano Brividi. Ecco cosa ci hanno raccontato dell’avventura sanremese alle porte, e non solo.
Cresce l'attesa per Mahmood (FOTOSTORIA) e Blanco, per la prima volta insieme al Festival di Sanremo (LO SPECIALE). I due artisti, tra i favoriti dei bookmakers, saranno in gara nella categoria Campioni, con il brano Brividi, e nella serata dedicata alle cover si esibiranno con Il cielo in una stanza di Gino Paoli, "pezzo epico della musica italiana" - per dirla con le parole di "Ale", vincitore all'Ariston nel 2019 con il brano Soldi, e secondo classificato all'Eurovision Song Contest.
l'alchimia perfetta del duo
Da un lato uno degli esponenti più amati del cantautorato urban pop italiano con 12 dischi di platino, 9 dischi d’oro in Italia, 6 dischi di platino, 3 dischi d’oro all’estero e quasi 1,5 miliardi di streaming totali all’attivo, dall’altro una tra le voci più dirompenti del panorama nazionale e rivelazione musicale del 2021 con 28 dischi di platino, 7 dischi d’oro e 1 miliardo di streaming totali, in meno di un anno. Insieme, Alessandro Mahmoud e Riccardo Fabbriconi (questo il nome di Blanco all’anagrafe), formano un duo ricco di contrasti, ma altrettanto affine. Ad accomunarli la voglia di divertirsi avendo la fortuna di fare ciò che più li appassiona, musica. E' uno sguardo che si completa il loro, in una visione non banale delle cose che annulla oltre dieci anni di differenza e crea un’alchimia perfetta, come raramente accade.
In Brividi, brano scritto da entrambi e composto assieme a Michelangelo, che ne è anche produttore, le voci e il vissuto dei due artisti si intrecciano in totale armonia e raccontano come, in amore, la paura di essere inadeguati, appartenga a tutte le generazioni. Due universi apparentemente distanti si legano grazie alla versatilità e alla forza emotiva della loro scrittura, e rivelano le due facce di una stessa medaglia, da una parte l’amore più disilluso, cantato con maggiore consapevolezza di Mahmood, dall’altra quello più impulsivo e genuino di Blanco, per una ballad romantica con pianoforte e archi che “è un incrocio di vite: la mia, che trova un punto in comune con quella di Mahmood e in un certo senso con quella di tutti, perché ad ogni età i sentimenti - soprattutto l’amore - ci rendono fragili e felici nello stesso momento”. In attesa di vederli sul palco della 72ma edizione del Festival, li abbiamo intervistati, ecco cosa ci hanno raccontato dell’avventura sanremese alle porte, dei loro progetti futuri e non solo.
approfondimento
Sanremo 2022, Mahmood e Blanco con Brividi: il testo
l'intervista
Sono molti i bookmaker che puntano su di voi, che effetto fa essere i favoriti?
Mahmood: “Ricordate una volta in cui i favoriti hanno vinto il Festival? Quando l’ho vinto io, chi lo avrebbe mai detto, neanche mia zia! La verità è che abbiamo ancora un sacco di lavoro da fare e non pensiamo a queste cose. Vogliamo l’adrenalina, vogliamo fare una bella performance e divertirci. Tutto il resto alla fine sono chiacchiere. Sanremo è come andare sulle montagne russe, sali e poi scendi vertiginosamente, prima hai più paura, dopo meno. Comunque noi arriviamo schisci, il cast è stellare ci sono artisti come Massimo Ranieri, Gianni Morandi...
Blanco: “Siamo in ventidue (più i tre nomi vincitori dell’area Sanremo Giovani, ndr) e comunque non scommettete su di noi, quando ho detto che sarei andato a Sanremo ho ricevuto un sacco di opinioni e risposte positive, vedo che anche tra i giovani pian piano c’è un sacco di interesse per la musica italiana. Sono super contento e a proposito del cast stellare, il mio preferito è Gianni Morandi, è il numero uno, un grande, quando arriva lui porta una scia di energia pazzesca, si vede che anche lui è lì per divertirsi”.
Quando e come nasce il brano che portate al Festival?
Blanco: “In realtà nasce quasi casualmente, in studio da Michelangelo, un giorno arrivo e c’era anche Ale che dovevo conoscere, Michelangelo si è messo a suonare il piano e abbiamo scritto il ritornello di Brividi, dopo non ci siamo più visti per via dell’estate di mezzo, lui ha scritto la sua strofa in Sardegna, io a casa mia in cantina, quando ci siamo rivisti l’abbiamo registrata e fatta sentire ai nostri genitori: è piaciuta, diciamo che loro sono stati le colonne portanti del nostro andare a Sanremo, i genitori non sbagliano mai”.
Mahmood, che consigli dai a Blanco al suo debutto sanremese?
“Sarà una settimana tosta ed è bella tosta come se fosse la prima volta anche per me, è una nuova esperienza, una nuova storia, un nuovo messaggio, un nuovo sapore, i consigli miei sono inutili perché quando sali su quel palco vivi e assorbi in maniera totalmente indipendente e personale.
Per Blanco com’è questa prima volta?
“Per me è tutto nuovo, il fatto che non ci sia uno schema preciso nella nostra mente mi piace, è stato un bel mese di fuoco. Quello che noi facciamo è bello, è passione e divertimento”.
Perché la scelta della cover, "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli?
Blanco: “Perché è un capolavoro incredibile, è uno di quei pezzi in cui mi sono innamorato subito, mi dà delle vibes pazzesche, davvero. Cambiarla sarebbe da pazzi”.
Mahmood: “Porteremo la versione originale ed è il brano giusto da presentare in questa occasione, in Brividi parliamo anche di cielo e ci piaceva non uscire troppo fuori tema con la cover, seppur con massimo rispetto, cerchiamo di personalizzarla, ma non vogliamo cambiarla, nella scelta c’è un filo conduttore, oltre a essere un pezzo epico della musica italiana”.
Un verso di Brividi, dice “la tua paura cos’è?”: quali sono le vostre paure di questi giorni?
Mahmood: “La paura che esprimiamo nel brano è quella di un mare in cui non tocchi mai, e sta nel non venire capiti dall’altro, questa paura sta nel voler amare qualcuno e nel sentirsi sempre sbagliati, anche se uno dà il massimo a volte non si riesce proprio”.
Blanco: “Per me anche confrontandomi con Ale, una paura di oggi è quella di non suonare ai tour, e di non farli. A Sanremo fare cinque serate col pubblico sarà bellissimo, ma il tour ci manca, ci manca il contatto con la gente e spero si possa tornare presto a suonare a capienza piena”.
Cosa vi unisce?
Mahmood: “Il messaggio di libertà, e l’universalità del tema del disagio di cui parliamo in Brividi, il non essere capiti, nel testo del brano una frase è mia e una è sua, si sono incrociate le nostre menti, siamo allineati su tante cose”.
Blanco: “Il ritornello perché lo cantiamo insieme, ma anche il disagio, abbiamo qualche anno di differenza di età ma non conta perché come ha detto Ale, siamo allineati, ci accomuna il fatto che tutti abbiamo la stessa difficoltà nei sentimenti”.
Dopo Sanremo c’è l’idea di proseguire la vostra collaborazione oppure ognuno tornerà a concentrarsi sui progetti individuali?
Blanco: “Dipende perché forse, faremo un figlio (ridono entrambi ndr)”.
Mahmood: “Ne avevamo in programma due, ma forse è too much, scherzi a parte, lo capiremo, del resto il futuro è pieno di sorprese, no?”.