Mostra del Cinema di Venezia 2025, Gal Gadot e Gerard Butler non ci saranno

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L'attrice israeliana e l'attore britannico, co-protagonisti del film Fuori Concorso In the Hand of Dante di Julian Schnabel, sono tornati al centro delle polemiche dopo la lettera di Venice4Palestine, che ha chiesto alla Biennale di ritirare l'invito a entrambi, "insieme a qualunque artista e celebrità che sostenga pubblicamente e attivamente il genocidio" in corso a Gaza. Secondo l'Adnkronos, nessuno dei due aveva in ogni caso formalizzato la propria presenza, e questo anche prima dello scoppio delle polemiche

Gal Gadot e Gerard Butler non saranno alla Mostra del Cinema di Venezia (LO SPECIALE). Secondo quanto apprende l'agenzia di stampa Adnkronos, l'attrice israeliana e l'attore britannico, protagonisti del film Fuori Concorso In the Hand of Dante di Julian Schnabel, non avrebbero mai confermato la propria partecipazione alla kermesse. Entrambi sono appena tornati al centro delle polemiche dopo la lettera aperta con oltre 1500 firme del mondo del cinema tra registi, attori e artisti italiani e internazionali, che ha chiesto alla Biennale di Venezia sia di prendere posizione sul conflitto in Medio Oriente, sia di escludere lei e al suo compagno di set, che invece sarà regolarmente sul red carpet. “Chiediamo che venga ritirato l’invito a partecipare alla Mostra a Gerard Butler, Gal Gadot e a qualunque artista e celebrità che sostenga pubblicamente e attivamente il genocidio. E che invece quello spazio venga messo a disposizione di una nostra delegazione che sfili sul red carpet con la bandiera palestinese”. Il gruppo di attori, registi e attivisti riuniti sotto la sigla di Venice4Palestine, che venerdì 22 agosto aveva già indirizzato alla Biennale di Venezia un primo appello a favore di una presa di posizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia sulla situazione in corso a Gaza, ha così risposto alla replica dell’istituzione culturale, che aveva ribadito la consolidata natura di “luoghi di confronto aperti e sensibili a tutte le questioni più urgenti della società e del mondo” e che aveva concluso di essere “come sempre, aperta al dialogo”. La Biennale di Venezia aveva citato anche le dichiarazioni del presidente Pietrangelo Buttafuoco e del direttore artistico della Mostra, Alberto Barbera, alla presentazione di Venezia 82, in occasione della Biennale Architettura 2025 e della Biennale Arte 2024, e ancora la lectio magistrali di Luciano Violante dello scorso giugno. Ora che l’82esima edizione della kermesse cinematografica, in programma da mercoledì 27 agosto a sabato 6 settembre, si avvicina sempre di più, e nonostante l’incoraggiante riscontro ricevuto dalle Giornate degli Autori e l’apertura al confronto mostrata da SNCCI – Settimana Internazionale della Critica, i membri di Venice4Palestine si sono detti “amareggiatә” dalla risposta ricevuta dalla Biennale. Infatti, “la comunicazione ufficiale della Biennale sceglie ancora di non menzionare la Palestina e il genocidio in corso, né tantomeno lo Stato di Israele che lo sta perpetuando. Se la Biennale vuole davvero essere un “luogo di confronto aperto e sensibile”, allora questo spazio deve essere innanzitutto uno spazio di verità”. Ha proseguito: “Apprezziamo ovviamente la presenza di film come The Voice of Hind Rajab della regista Kaouther Ben Hania, ma allo stesso tempo ci chiediamo come si può rendere omaggio a figure come Gerard Butler e Gal Gadot, protagonisti di un film Fuori Concorso, che sostengono ideologicamente e materialmente la condotta politica e militare di Israele?”. Tra i sostenitori dell'iniziativa ci sono Marco Bellocchio, Audrey Diwan e Charles Dance, Abel FerraraValeria GolinoMatteo GarroneKen LoachFiorella MannoiaMario MartoneLaura MoranteAlba e Alice Rohrwacher, Céline Sciamma, Toni e Peppe Servillo, Paola TurciJasmine Trinca e Carlo Verdone). In ogni caso, né Gadot, né Butler, che sono stati accusati di presunte dichiarazioni pubbliche a sostegno del governo israeliano, avevano formalizzato la propria presenza al Festival, e questo anche prima dello scoppio delle polemiche.

"NON C'È PIÙ SPAZIO PER LE MEZZE PAROLE"

La lettera ha ribadito che “ascoltare la voce di chi vive in prima persona l’inferno di questi giorni è necessario e urgente”. I firmatari hanno richiesto quindi che “durante la cerimonia d’apertura della Mostra sia dato spazio” ad artisti e artiste palestinesi che possano portare “una testimonianza diretta”. Ancora, la lettera ha espresso sostegno alla manifestazione Stop al genocidio – Palestina libera, indetta per sabato 30 agosto alle ore 17 al Lido, promossa da diverse realtà politiche, collettivi e associazioni regionali e nazionali e sostenuta dalla rete Artisti #NoBavaglio e da tante realtà e firme del cinema che, come spiega il relativo comunicato stampa, intende essere “una scelta simbolica e politica per rompere il silenzio e puntare i riflettori della Mostra del Cinema sulla Palestina”. Infatti, come prosegue il comunicato stampa del corteo, “il genocidio è sotto gli occhi di tutte e tutti. L’esercito israeliano a Gaza massacra la popolazione civile palestinese, prendendo di mira ospedali, campi profughi, punti di distribuzione del cibo e dell’acqua, scuole, università, chiese e moschee”. Pertanto, occorre “una grande mobilitazione per chiedere lo stop al genocidio in Palestina perpetrato da Israele e denunciare la complicità dei governi occidentali”. Dal canto suo, l’appello di Venice4Palestine ha chiesto alla Biennale “di esporsi con azioni e con posizioni chiare e che si impegni a interrompere le partnership con qualunque organizzazione che sostiene il governo israeliano, direttamente o indirettamente”, a maggior ragione in considerazioni delle “tragiche e sconvolgenti immagini di chi muore di fame” e della recente certificazione della carestia a Gaza da parte dell’Onu. I firmatari hanno infine sottolineato che, “se sono bastate poche ore per radunarsi così in tanti, vuol dire che finalmente il cinema italiano ha scelto di stare dalla parte del popolo palestinese – aggredito e massacrato da decenni – e non riconosce più lo spazio per le mezze parole e l’equidistanza”.

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