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Sanremo 2020, la terza serata: cover, duetti e il Cantico dei Cantici

Spettacolo

Gabiele De Palma

Serata dedicata alle cover dei vecchi successi del Festival, eseguiti in duetto. Lewis Capaldi e Mika ospiti internazionali, l’attesissimo Benigni recita il Cantico dei Cantici

 

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Serata affollatissima di ospiti e di concorrenti, questa terza del settantesimo Festival di Sanremo. E con nuove regole rispetto alle due precedenti. A votare le 24 esibizioni oggi sono solo ed esclusivamente i Maestri dell'orchestra dell'Ariston. E ad accompagnare i concorrenti ci sono altrettanti grandi cantanti, perché è questa la serata dei duetti e delle cover. Le canzoni in concorso lasciano spazio ai grandi classici delle edizioni passate del Festival.

Georgina e Alketa

Georgina Rodriguez, in forma smagliante, riesce addirittura ad imbarazzare Amadeus che incespica sullo spagnolo colloquiale e poi sfodera una maglietta metà bianconera - in omaggio al marito di Georgina - e metà nerazzurra, che rispecchia la fede calcistica del conduttore. Segue poi un siparietto con Cristiano Ronaldo, tra il pubblico in sala. Poi, a mezzanotte, si esibisce in un tango sulle note di Roxanne. La seconda padrona di casa della terza serata è Alketa Vejsiu, bravissima e a tratti incontenibile conduttrice albanese, che a fine serata ha tenuto un discorso di ringraziamento per l’Italia, che per molti albanesi come lei ha rappresentato un modello e un ideale di libertà, prima di cantare Una lacrima sul viso, di Bobby Solo, intervenuto eccezionalmente - e in eccezionale forma - per duettare con la presentatrice.

I duetti

Apre le danze la coppia Michele Zarrillo e Fausto Leali, che interpreta Deborah, seguiti da Junior Cally che, di nuovo senza maschera, ha azzardato insieme ai Viito la reinterpretazione di un grande classico di Vasco Rossi, Vado al massimo. Anche Marco Masini e Arisa osano e propongono la splendida Vacanze Romane, canzone dalla linea melodica molto estesa. L'interpretazione convince. Ricky e Ana Mena eseguono invece L'edera di Nilla Pizzi. Tradizionalissima la versione di E se domani proposta da Raphael Gualazzi e Simona Molinari, che però riescono a usare bene l'interplay nel duetto finale: molto bene lei sulle note alte, più sofisticato lui nelle modulazioni sui toni bassi. Assai più rivisitata, e davvero bene, Le spalle al muro, portata a Sanremo da Renato Zero e cantata e riscritta in parte da Anastasio che è stato accompagnato dalla sempre precisissima PFM. Il 'vecchio' e il 'nuovo' possono suonare insieme, e possono farlo in modo interessante.

Il trio Levante, Francesca Michelin Maria Antonietta replica al femminile il trio vincente Raf, Morandi Ruggeri e il loro Si può dare di più. La voce del Silenzio (Mogol-Limiti-Isola), brano che non ebbe fortuna a Sanremo ma moltissima tra il pubblico, viene rivisitato dal duo Alberto Urso, voce potente, e Ornella Vanoni, voce sofferta ma ancora piena di qualità. Delicata la versione di Adesso tu, di Eros Ramazzotti, proposta da Elodie, accompagnata al pianoforte da Aehma Ahman. Rancore - insieme a Dardust Rappresentante di lista - invece se l'è vista con Luce, brano di Elisa e Zucchero.

Ospiti Internazionali

Il primo ospite internazionale è stato Lewis Capaldi, che ha incantato il pubblico in sala e a casa con Before you go e con la hit Someone to love.
È stato poi il turno poi di Mika, contornato da un coro di una ventina elementi, con Jealousy e Happy Ending dal proprio repertorio e a seguire con un tributo a Fabrizio De André, eseguendo Amore che viene, amore che va.

Roberto Benigni

Fa il suo ingresso all’Ariston passando dal red carpet e fiancheggiato da una banda (Canta e Sciuscià Sanremo) il premio Oscar Roberto Benigni, l’ospite più atteso non solo di questa serata ma di tutta la settantesima edizione del Festival di Sanremo. Assente da nove anni dal palcoscenico rivierasco, si cala immediatamente nel clima dei duetti e delle reinterpretazioni, abbozzando il celebre sketch in cui inseguiva Pippo Baudo, con Amadeus come preda. Poi alza decisamente il livello del suo intervento e della serata declamando alcuni versi dal Cantico dei cantici, il libro biblico dedicato all’amore.

Cristicchi, Celentano e Dalla

I Pinguini tattici nucleari hanno proposto Settanta volte, un medley di brani del passato, da Papaveri e Papere a Rolls Royce passando per Nessuno mi può giudicare, Gianna, Sarà perché ti amo e Salirò.
Ti regalerò una rosa, brano vincente del 2007 di Simone Cristicchi, interpretata da Enrico Nigiotti in coppia con Cristicchi stesso. La nevicata del ‘56, portato a Sanremo da Mia Martini nel 1990, è stata eseguita Giordana Angi con il Solis String Quartet. 
Le vibrazioni e i Canova hanno suonato e cantato
Un’emozione da poco, scritta da Ivano Fossati. Riproposto da Diodato, ottimamente supportato da Nina Zilli, anche 24mila baci, il primo brano rock del Festival, correva l’anno 1961.
Con una versione in pizzicato di
Piazza Grande di Lucio Dalla, si è cimentato invece Tosca con la spagnola Silvia Perez Cruz

Tiziano Ferro

In assenza di Fiorello, è stato Tiziano Ferro, vero e proprio artist-in-residence, a dare continuità con le prime due serate del Festival, ma sparigliando un po’ la serata a tema cantando non delle cover ma due suoi brani, In mezzo a questo inverno e per la prima volta l’inedito Amici per Errore. 

Cover e chiusura

Amedeo Minghi torna sul palco dell’Ariston, insieme al suo brano 1950 presentato e scartato negli anni ‘80, a dare manforte a Rita Pavone. Achille Lauro, con un look ispirato a David Bowie, si avventura in Gli uomini non cambiano insieme ad Annalisa. La splendida Canzone per te di Sergio Endrigo è stata Bugo e Morgan, in triplice veste di cantante, pianista e direttore d’orchestra. La musica è finita si è rivelata indicata per le corde (vocali) di Irene Grandi e Bobo Rondelli, così come Cuore Matto per quelle di Piero Pelù.
Da padre in figlio: Paolo Jannacci prosegue la tradizione famigliare cantando in un bel duetto con il comico Francesco Mandelli, Se me lo dicevi prima, del papà Enzo. Chiudono la serata le interpretazioni di
Elettra Lamborghini che canta insieme a Myss Keta Non succederà più; e Francesco Gabbani, che ha rispolverato L’italiano di Toto Cutugno. Interpretazione classica condita da un outfit da astronauta col tricolore (un omaggio a Luca Parmitano?) per una delle canzoni più rappresentative della storia del Festival. Non vinse, arrivò quarta ma la conoscono tutti.