Dopo il recente caso di alcuni infermieri risultati positivi alla variante inglese del coronavirus nonostante la doppia dose di vaccino ricevuta, alcuni esperti hanno provato a far chiarezza. "Il fatto che una persona immunizzata possa essere colonizzata dal virus non sorprende: il vaccino impedisce la replicazione del virus, ma non che il soggetto venga infettato”, ha riferito Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma
E’ possibile risultare positivi dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid? Sull’argomento hanno espresso la propria opinione diversi esperti, anche in virtù del recente caso che ha riguardato sette infermieri che lavorano presso l’ospedale di Abbiategrasso, in provincia di Milano, vaccinati lo scorso mese di gennaio grazie ad una doppia dose di Pfizer, ma poi risultati positivi alla variante inglese del coronavirus. Tra loro, due hanno manifestato sintomi molto lievi, tra cui tosse e mal di testa, gli altri nessun sintomo.
L’importanza del vaccino
A commentare la situazione, in un’intervista concessa all’agenzia Agi, è stato Nicola Mumoli, primario del reparto di subintensiva dello stesso ospedale milanese. “Questo fatto dimostra l’importanza del vaccino perché senza di esso uno degli infermieri sarebbe potuto finire in ospedale. Quando si dice che il vaccino è efficace nel 93% dei casi si intende che è praticamente azzerato il rischio di sviluppare la polmonite che può portare all’ospedalizzazione”, ha spiegato. Sottolineando anche come sia differente “il discorso della trasmissibilità da una persona all’altra, soprattutto nel caso della variante inglese che non è più ‘cattiva’ ma è più contagiosa”. In sostanza, ha detto l’esperto, “una volta che si è vaccinati, il virus non porta a sviluppare una malattia grave”, ma è importante segnalare come, soprattutto in questa particolare fase della pandemia in cui le vaccinazioni non proteggono la maggior parte della popolazione, “che anche dopo che ci si è vaccinati, bisogna continuare ad utilizzare i dispositivi di protezione e le distanze sociali”.
I pareri degli esperti
Sull’argomento, l’Adnkronos ha raccolto di recente i pareri di alcuni esperti. "Le positività al Covid-19 che si stanno riscontrando in alcuni vaccinati erano prevedibili e preannunciate. Non è mai stato dichiarato, né dagli enti regolatori quali l'Agenzia europea del farmaco Ema o l'Agenzia italiana nel farmaco Aifa, né dai vari esperti, che il vaccino proteggesse dall'infezione: il vaccino protegge dalla gravità della malattia, dall'andamento patologico dell'infezione, ma non dalla possibilità che il virus possa infettare", ha commentato Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. L’ipotesi, da convalidare dopo una serie di studi tuttora in corso, è “che l'infezione che potrebbe verificarsi nei vaccinati produca una carica virale bassa e che quindi sia probabilmente poco infettante, anche se non ci sono le prove. Tant'è vero che più volte abbiamo raccomandato di mantenere le misure anti-contagio perché, soprattutto nei confronti di pazienti anziani o fragili, potremmo diventare vettori di infezione anche se vaccinati".
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Un fenomeno da tenere sotto controllo
Secondo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, questi particolari casi di persone vaccinate con due dosi, ma risultate poi positive al Covid-19, "è un fenomeno da tenere sotto controllo", ha detto. "Il fatto che una persona immunizzata possa essere colonizzata dal virus non sorprende, perché il vaccino impedisce la replicazione del virus, ma non che il soggetto venga infettato”, ha poi sottolineato l’esperto. Spiegando ancora come questo processo possa accadere “non solo con i vaccini anti-Covid, ma anche con gli altri vaccini che impediscono ai virus di replicarsi”. In base al parere dell'immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di medicina personalizzata "il vaccino non è una cortina impenetrabile per il virus, non è uno schermo né il mantello magico di Harry Potter al di sotto del quale si diventa invisibili al Sars- Cov-2”, ha riferito, spiegando che ad oggi, “non ci sono evidenze che i vaccinati non si possano mai più infettare, magari senza avere sintomi di alcun genere, e quindi contagiare altre persone". Il motivo è, secondo Minelli, che "il vaccino, non solo quello anti-Covid, fa sì che, una volta entrato nell’organismo che ha provveduto ad infettare, il vero Sars-Cov-2 trovi pronti gli anticorpi che, impedendogli di riprodursi, lo bloccano facendo in modo che la persona non si ammali”, ha osservato.