Il direttore del dipartimento di Microbiologia dell'Università di Padova: "I casi di trombofilia sono infinitesimali". E sulla campagna vaccinale: "La disponibilità delle dosi si risolverà a breve". Per quanto riguarda la situazione della pandemia: "L'elevata mortalità che vediamo è la conseguenza di scelte sbagliate nelle priorità della vaccinazioni"
Il vaccino AstraZeneca è “tra i più sicuri al mondo”. A dirlo è Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, intervenuto a Sky TG24. "Su 35 milioni di persone immunizzate abbiamo una sessantina di casi di reazioni avverse, di cui forse dieci con decessi. È un vaccino che ha una complicazione grave ogni 2 milioni e mezzo di casi, difficilmente si raggiungono livelli di sicurezza come questo", sottolinea Crisanti. Sempre sul tema dei vaccini, il professore ha sottolineato che "il problema della disponibilità delle dosi si risolverà a breve". Sulla situazione della pandemia in Italia, Crisanti afferma che "l'elevata mortalità che stiamo vedendo è la conseguenza di scelte sbagliate, è l'effetto della priorità data nelle vaccinazioni a categorie non prioritarie". E ancora: "L'iniziativa su chi vaccinare o meno deve essere centrale, non deve essere lasciata alle singole regioni" (COVID, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE).
"Casi di trombofilia infinitesimali"
Crisanti spiega che "i casi di trombofilia" registrati dopo le vaccinazioni con AstraZeneca "sono infinitesimali" e che comunque "non esiste un vaccino sicuro per tutti al 100%", anche perché si tratta di una vaccinazione di massa che coinvolge tutta la popolazione, con tantissime differenze che possono esserci da persona a persona. Crisanti conclude dicendo che "alle donne giovani consiglierei AstraZeneca, senza dubbio".
"Difficile separare effetti protettivi da complicazioni collaterali"
Sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca il professore aggiunge: "Le complicazioni tromboemboliche sono scatenate da un parte dal processo infiammatorio che causa il virus, ma sicuramente anche da alcune proteine e componenti che il virus sintetizza. Non è da escludere che la proteina spike possa essere parte di questo meccanismo. Sarà molto difficile, se questo è il caso, disgiungere l’effetto protettivo del vaccino da una possibilità di rare complicazioni collaterali”.
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"Decisione di bloccare AstraZeneca è politica"
Secondo Crisanti i Paesi che hanno bloccato la somministrazione di AstraZeneca “rispondono alle sensibilità, le percezioni e i sentimenti dei loro elettori. Ad esempio Germania, Paesi Bassi e Usa hanno una percentuale di persone contrarie ai vaccini estremamente elevata, in questi Paesi c’è anche tutta una storia di contenziosi sui vaccini, molto probabilmente non vogliono correre nessun rischio su questo. È una decisione politica, non ancora suffragata da dati scientifici”.
"400 morti al giorno per vaccinazioni non fatte un mese fa"
Sulla mortalità, Crisanti ribadisce che "i 400 morti al giorno che stiamo vedendo sono il risultato di vaccinazioni non fatte un mese fa. Se avessimo vaccinato le persone giuste probabilmente adesso avremmo meno decessi". Se il 20 aprile sarà possibile riaprire “ce lo dirà il virus con i livelli di occupazione delle terapie intensive. Non penso che al momento attuale i test che facciamo riflettano il livello di trasmissione, abbiamo ancora troppe terapie intensive occupate e troppi morti", afferma Crisanti. "È una decisone che dovremo prendere sulla base di questa fotografia. È chiaro che bisogna cogliere qualsiasi opportunità che ci permetta di aprire, perché la qualità della vita degli italiani è terribile e non è che il Paese può restare immobile per mesi e mesi”.
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Scuola, "fare test a tutti è inutile, bisogna capire dove sta il rischio"
Sulla riapertura della scuola, Crisanti sottolinea: “Fare i test a tutti o non farli a nessuno sono due facce della stessa medaglia, di una totale incapacità di affrontare il problema. Il problema non è fare i test a tutti, il problema è capire che cosa succede in una scuola. Le scuole non sono tutte uguali, ci sono scuole che sono state costruite in epoche diverse, che hanno un numero di studenti diverso, scuole di quartiere e scuole che attraggono ragazzi da molti Comuni. La pendolarità è un rischio gravissimo. La necessità di prendere trasporti, la densità: non è stata fatta nessuna analisi per capire dove sta il rischio. Che senso ha testarli tutti? Bisogna fare campionamenti su diversi tipi di scuola e capire che succede”.
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