Lo riporta Axios, citando un funzionario della Casa Bianca. Assieme a Germania e Uk, l'Italia avrebbe espresso agli Usa il suo "impegno affinché i rispettivi leader si uniscano a Trump nell'organismo che supervisionerà la gestione postbellica", si legge sul Times of Israel. Secondo le autorità locali citate da Al Jazeera, Israele continua a limitare l'ingresso di forniture per ripari e altri aiuti umanitari, nonostante le rigide condizioni invernali
in evidenza
L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff incontrerà venerdì a Miami alti funzionari del Qatar, dell'Egitto e della Turchia per discutere della seconda fase del cessate il fuoco a Gaza, riporta Axios, citando un funzionario della Casa Bianca e due fonti a conoscenza diretta della questione. Secondo il rapporto, i quattro Paesi ritengono che, sia Israele sia Hamas, stiano tergiversando per evitare di attuare la seconda fase dell'accordo.
"Ritardi e violazioni del cessate il fuoco" a Gaza "mettono a rischio l'intero processo" per la pace nella Striscia e "pongono i mediatori in una posizione di difficoltà": è quanto sostenuto dal premier del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, in dichiarazioni riportate da Al Jazeera.
Italia, Germania, Regno Unito, Egitto, Qatar, Emirati Arabi Uniti avrebbero espresso agli Stati Uniti il loro "impegno affinché i loro leader si uniscano al presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel Board of peace, che supervisionerà la gestione postbellica di Gaza". Lo riporta il Times of Israel citando quattro funzionari a conoscenza del dossier. Gli impegni di sei Paesi, scrive il media israeliano, offrono un fondamentale sostegno internazionale agli sforzi dell'amministrazione Trump per far progredire il suo piano di pace per Gaza oltre la fase iniziale del cessate il fuoco.
Il presidente Usa Donald Trump ha annunciato che "probabilmente" incontrerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu in Florida durante le festività natalizie.
Secondo le autorità locali citate da Al Jazeera, Israele continua a limitare l'ingresso di forniture per ripari e altri aiuti umanitari, nonostante le rigide condizioni invernali.
Gli approfondimenti:
- Piano di pace per Gaza: il testo integrale dell'accordo
- Da Oslo a Sharm el Sheik, i piani di pace degli ultimi decenni
- Chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas
- Dagli ostaggi rilasciati alle vittime, i numeri della guerra
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
Per ricevere le notizie di Sky TG24:
- Il canale Whatsapp di Sky TG24 (clicca qui)
- Le notizie audio con i titoli del tg (clicca qui)Esponenti dell'amministrazione Trump stanno cercando di reclutare una forza multinazionale di circa 10.000 soldati, sotto il comando di un generale statunitense, per stabilizzare Gaza nel dopoguerra.
Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno lavorato alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?
Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Vai al contenutoGaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?
Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Vai al contenutoOnu: "Arrestati dai ribelli Houthi altri 10 membri del nostro team"
Le Nazioni Unite hanno riferito dell'arresto in Yemen di 10 membri del personale locale da parte dei ribelli Houthi. Si tratta dell'ultima operazione contro il personale Onu nel Paese devastato dalla guerra. Negli ultimi anni, i ribelli yemeniti hanno arrestato decine di membri del personale e operatori umanitari delle Nazioni Unite, accusandoli di spionaggio per gli Stati Uniti e Israele. Queste accuse, punibili con la morte in Yemen, sono state fermamente respinte dall'Onu. Gli arresti sono aumentati dall'inizio della guerra di Gaza nell'ottobre del 2023, iniziata dopo l'attacco senza precedenti del movimento islamista palestinese Hamas sul suolo israeliano e, più recentemente, dopo i raid aerei israeliani in Yemen ad agosto, che hanno decimato quasi metà del governo ribelle. "Possiamo confermare l'arresto arbitrario di oggi di dieci membri del personale Onu da parte delle autorità de facto degli Houthi a Sanaa, portando il numero totale dei detenuti Onu a 69", ha dichiarato Farhan Haq, vice portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.
Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
Vai al contenutoCrosetto: "Disponibili per addestrare polizia Gaza"
Ci e' stato chiesto un primo contributo nell'addestramento delle future forze di polizia, quelle che dovranno in qualche modo essere lo scheletro su cui costruire la sicurezza anche a Gaza e di farlo attraverso i Carabinieri. Abbiamo dato la nostra disponibilita' e nelle prossime settimane e nei prossimi mesi saranno definite e forze e i Paesi che dovranno impegnarsi su quel territorio che e' stato drammaticamente ferito per ripristinare un minimo di condizioni di vita e ridare un futuro al palestinese che fino adesso ha avuto soltanto guerra". Lo ha ribadito il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato a 'Ore 14 Sera' su Rai 2. "Da decenni abbiamo utilizzato i nostri militari di tutte e quattro le forze armate, compresi i Carabinieri, per operazioni di peacekeeping, dove c'e' la necessita' che qualcuno intervenga per aiutare a stabilizzare la situazione", ha concluso Crosetto rammentando che tuttora l'Italia ha oltre 7mila militari dispiegati in tutto il mondo in zone di crisi.
Crosetto: "Da disponibilità italiana a partecipare a operazioni di pace a Gaza"
"Da decenni abbiamo utilizzato i nostri militari in quelle che abbiamo chiamato operazioni di pace o peacekeeping. Dovunque c'è stato un conflitto, c'è poi la necessità che qualcuno intervenga per aiutare a stabilizzare la situazione. E lo stiamo facendo adesso con 7mila persone nel mondo. Abbiamo dato la nostra disponibilità, qualora partissero missioni di questo tipo a Gaza, a contribuire. C'è stato chiesto un primo contributo nell'addestramento delle future forze di polizia, quelle che dovranno essere lo scheletro su cui si costruisce la sicurezza e in futuro anche a Gaza, di farlo attraverso i carabinieri. Abbiamo dato la nostra disponibilità e nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, saranno definite le forze, i Paesi che dovranno impegnarsi su quel territorio che è stato drammaticamente ferito per dare un futuro a un popolo, quello palestinese, che fino adesso ha avuto soltanto guerra". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto a Ore 14 di sera su Rai 2.
Mo, Crosetto: dire 'genocida' a governo supera decenza
"Quando qualche italiano usa nel confronto la parola genocida" riferendosi al governo "questo supera la decenza, ma anche qualsiasi forma di rispetto umano: genocidio e' il tentativo di sterminare una razza e utilizzare questo termine a fianco a nomi del governo italiano e' un modo violento per usare le parole, per fare del male". Lo ha ribadito il ministro della difesa Guido Crosetto ospite a Ore 14 Sera su Rai 2. "I pazzi esistono - ha ripreso - e quando si utilizzano queste parole in qualche modo, vicino a esponenti del governo, sia io o Meloni, si indicano a queste persone degli obiettivi. Non sai cosa scateni con questi termini in persone folli e ce ne sono tantissime in giro. Per questo mi sono rivolto a magistratura: e' un tipo di violenza - ha concluso - che non puoi usare impunemente.
Schlein: "Sanzioni giudici che fanno proprio lavoro è fine stato di diritto"
"Quando sanzioni un giudice per avere fatto il suo lavoro è la fine dello stato di diritto". Così la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein a Genova, ospite del 'Che Stella', il festival organizzato da Music for Peace, commentando la notizia della sanzione del governo statunitense che ha sanzionato due giudici della Corte Penale Internazionale che hanno indagato su Israele. "Non è un caso che l'attacco alla Corte Penale Internazionale arrivi da Trump, da Netanyahu, da Putin ma anche dal governo italiano".
Schlein: "A governo chiesto riconoscimento Stato Palestina"
"Non si può parlare di pace senza il rispetto del diritto all'autodeterminazione dei palestinesi e questo ci porta a chiedere il riconoscimento dello Stato della Palestina come fatto da 150 governi, perché anche i palestinesi come gli israeliani hanno diritto a esistere. Due popoli due stati implica il riconoscimento dello Stato palestinese". Lo ha detto la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein a Genova all'incontro 'Che Stella' organizzato da Music for Peace. "La tregua va rispettata da tutte le parti, ma questo non accade, si continua a morire, non è una pace, perché lo diventi servono passi fondamentali non fatti", ha aggiunto. "Dalla firma della tregua l'attenzione è calata, ma il dovere della politica è mantenere alta l'attenzione su una situazione inaccettabile. Ho chiesto al governo di sbloccare gli aiuti umanitari indispensabili", ha concluso Schlein.
Mo, Schlein: "Se valico chiuso per Music for Peace lo è anche per Tajani e Meloni"
"A Meloni ho detto che se il valico con la Giordania è chiuso non passa neanche Food for Gaza, devono dirci la verità, abbiamo in testa le loro parole quando dicevano, a proposito della Global Sumud Flottilla, che se si trattava di aiuti si riusciva a farli passare in poche ore. Sono bugie, se il valico è chiuso per Music for Peace lo è anche per Tajani e Meloni". Lo ha detto la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein a Genova all'incontro 'Che Stella' organizzato da Music for Peace. Schlein, ospite dell'associazione, ha parlato dopo avere sentito le parole del presidente Stefano Rebora che ha ribadito l'impossibilità di fare entrare le circa 300 tonnellate di aiuti raccolti a Gaza.
Mo, esercito libanese: "Documenteranno in modo rigoroso progressi compiuti nel disarmo di Hezbollah"
Le forze armate libanesi "documenteranno in modo rigoroso" i progressi compiuti nel disarmo di Hezbollah, una decisione emersa al termine di una serie di riunioni tenutesi a Parigi con la partecipazione di rappresentanti libanesi, statunitensi, sauditi e francesi. L’obiettivo, secondo quanto riferito dal ministero degli Esteri francese, è rafforzare la credibilità dell’impegno di Beirut ed evitare il rischio di una nuova offensiva israeliana. Il disarmo di Hezbollah è previsto dall’accordo di cessate il fuoco che oltre un anno fa ha posto fine alla guerra tra il movimento sciita filo-iraniano e Israele, ma Tel Aviv accusa il gruppo di riarmarsi con l’appoggio dell’Iran e mette in dubbio l’efficacia dell’esercito libanese. Quest’ultimo si è impegnato a smantellare entro fine anno tutte le infrastrutture militari di Hezbollah tra il confine israeliano e il fiume Litani. Nelle ultime settimane Israele ha intensificato i raid in Libano, che secondo una compilazione dell’Afp basata su dati del ministero della Sanità hanno causato circa 340 morti dall’inizio del cessate il fuoco.
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
Vai al contenutoJared Kushner, chi è il genero di Trump e il ruolo tra Israele e Hamas
Del genero del presidente americano Donald Trump (marito della figlia Ivanka), si è tornati a parlare dopo l'accordo di tregua tra Israele e Hamas, siglato dopo oltre due anni di conflitto. Insieme a Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina e in Medio Oriente, Kushner ha avuto un ruolo attivo nelle trattative tra le parti: ecco chi è.
Jared Kushner, chi è il genero di Trump e il ruolo tra Israele e Hamas
Vai al contenutoIsraele: ultraortodossi bloccano ingresso di Ashkelon
Nuova protesta degli ultraortodossi: decine di estremisti della fazione di Gerusalemme hanno bloccato l'ingresso di Ashkelon. I manifestanti avevano programmato una protesta davanti l'abitazione di un agente della polizia militare in citta' ma, bloccati dagli agenti, si sono riversati in strada, interrompendo il traffico. "Ashkelon e' assediata, nessuno esce e nessuno entra", ha affermato la fazione di Gerusalemme.
Accordi di Abramo, cosa sono e cosa prevedono
Nel 2020 gli sforzi diplomatici hanno portato a una serie di intese con l’obiettivo di normalizzare le relazioni tra Israele e diversi Paesi arabi. Gli accordi furono mediati dagli Usa durante la prima presidenza di Donald Trump. L’escalation in Medio Oriente degli ultimi due anni ha più volte fatto vacillare gli accordi. Ecco cosa sapere.
Accordi di Abramo, cosa sono e cosa prevedono
Vai al contenutoTrump: "Probabilmente Netanyahu verrà da me in Florida durante le feste"
Donald Trump ha detto ai reporter che non è ancora stato fissato un incontro ma che il premier israeliano Benyamin Netanyahu vuole vederlo e andrà probabilmente ad incontrarlo in Florida durante le feste.
Consiglio europeo "condanna il massiccio aumento della violenza dei coloni"
Il Consiglio europeo "condanna fermamente il massiccio aumento della violenza dei coloni contro i civili palestinesi, compresa la violenza contro le comunità cristiane, e le politiche e minacce di sfollamento forzato e annessione in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est". Lo si legge nella parte di conclusioni adottate finora dai Ventisette, che esortano il governo israeliano a rispettare i proprio obblighi ai sensi del diritto internazionale, "proteggere la popolazione palestinese dei territori occupati" e "invertire l'espansione degli insediamenti, illegali ai sensi del diritto internazionale", paventando anche ulteriori sanzioni contro i coloni estremisti e le entità che li sostengono. Il testo approvato dai leader Ue accoglie la risoluzione Onu ricalcata sul piano di Donald Trump per la fine della guerra a Gaza e ricorda la necessità di disarmare Hamas. In parallelo i Ventisette riaffermano il "forte impegno dell'Ue" per una pace basata sulla soluzione a due Stati e si impegnano a contribuire alla sua implementazione, anche rafforzando le missioni europee locali. Contestualmente, sottolineano l'importanza della consegna "senza impedimenti" di aiuti umanitari su larga scala in tutta Gaza, "anche attraverso il corridoio marittimo di Cipro per integrare le rotte terrestri", e invita Israele "a non implementare la legge di registrazione delle ong nella sua forma attuale", che la renderebbe più ardua. Le conclusioni del Consiglio evidenziano che l'Ue intende contribuire agli sforzi di ripresa e ricostruzione "e continuerà a sostenere l'Autorità palestinese, compresa la sua agenda di riforma in corso", ribadendo a tal proposito l'importanza di implementarla "affinché possa riprendere in modo sicuro ed efficace il controllo di Gaza". Nel mentre invitano il governo israeliano a rilasciare le entrate doganali palestinesi che trattiene ed estendere i servizi bancari corrispondenti tra banche israeliane e palestinesi, "entrambi necessari per garantire il corretto funzionamento dell'Autorità Palestinese e la fornitura di servizi essenziali alla popolazione".
Sit-in a Torino per il boicottaggio dei farmaci israeliani Teva
A Torino un piccolo gruppetto di manifestanti ha organizzato questo pomeriggio un sit-in di fronte la farmacia comunale di Porta Nuova per chiedere al Comune di vietare nelle proprie farmacie la vendita di farmaci Teva e di altri prodotti di origine israeliana. Alcuni dimostranti sono anche entrati nella farmacia per sensibilizzare i clienti sull'importanza di boicottare i farmaci a marchio Teva, proponendo loro di firmare una petizione. "Abbiamo appena depositato la petizione per il Consiglio comunale - spiega uno dei presenti, medico - e stiamo raccogliendo le firme dei cittadini per chiedere l'interruzione della commercializzazione dei farmaci di origine israeliana nelle farmacie comunali, affinché non si sia complici di crimini contro l'umanità". Teva, ricordano gli organizzatori della protesta, è una multinazionale farmaceutica israeliana specializzata nella produzione di farmaci generici ampiamente presenti anche in Italia. "E' la più grande azienda del mercato israeliano - sottolineano - per patrimonio netto, utile netto, reddito operativo e valore di mercato. I suoi profitti sostengono direttamente o indirettamente l'occupazione dei territori palestinesi. Boicottarla - sostengono - è un atto di giustizia etica, non un attacco alle persone che vi lavorano. Queste godono delle tutele previste dal diritto del lavoro, compresa la possibilità di scioperare o presentare istanze sindacali per fare pressione sull'azienda e interrompere le sue complicità con il sistema di oppressione israeliana".
Netanyahu loda leadership e forte azione Usa contro Cpi
"Israele apprezza la leadership decisa e la forte azione del segretario di Stato Marco Rubio, e la determinazione degli Stati Uniti, sotto la guida del presidente Donald Trump, nell'affrontare la piaga della 'guerra legale' che rappresenta una seria minaccia per entrambe le nostre nazioni". E' il messaggio postato su X dall'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu dopo che Washington ha sanzionato altri due giudici della Corte penale internazionale (Cpi) coinvolti nel procedimento contro lo stesso leader israeliano e l'ex ministro della Difesa Yoav Gallant.
Al tavolo dei leader il dossier Medio Oriente, agenda capovolta
I leader europei, dopo una pausa di circa mezz'ora, sono tornati al tavolo del Consiglio europeo dove è atteso il dibattito sul dossier Medio Oriente. L'agenda del vertice è stato di fatto capovolta per permettere agli sherpa, e soprattutto alla Commissione e alla delegazione belga, di trovare un compromesso sulle garanzie per l'uso degli asset russi, prima che il tema venga affrontato a livello di leader. Dopo il dossier mediorientale i 27 avranno sul tavolo il capitolo "geoeconomia", che rischia di essere particolarmente lungo perché è in questo contesto che potrebbe emergere il delicato punto dell'accordo Ue-Mercosur. E solo dopo il summit si preparerà ad affrontare il più spinoso dei dossier, l'uso degli asset russi.
Save the Children: "Il nostro impegno per gli aiuti a Gaza prosegue"
"Siamo stati informati che la nostra richiesta di registrazione per operare come organizzazione internazionale presso il governo di Israele non è stata approvata. Questa decisione potrebbe limitare i movimenti del nostro staff attraverso i confini controllati da Israele e non permetterci di far entrare nuovo personale internazionale nei Territori Palestinesi Occupati. Abbiamo già chiesto che questa decisione venga riesaminata. Nel frattempo, però, il lavoro salvavita che Save the Children porta avanti per sostenere tanti bambini a Gaza e in Cisgiordania continuerà grazie al nostro team composto da oltre 300 operatori palestinesi, insieme ai nostri partner locali": lo dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia. "I bambini palestinesi non hanno bisogno soltanto di beni di prima necessità, ma anche di accesso all'educazione, alla protezione e servizi igienici, che continuiamo a garantire con regolarità. Nonostante le enormi difficoltà e i rischi operativi a Gaza, siamo riusciti a mantenere attivi i nostri programmi durante tutto il conflitto, sostenendo oltre 1 milione e 600mila persone a Gaza, la metà dei quali erano bambini. Ad essi si sommano ulteriori 118mila persone in Cisgiordania", aggiunge Fatarella. L'impegno di Save the Children, afferma inoltre la direttrice generale dell'ong in Italia, è quello di "proseguire e ampliare ulteriormente i servizi. Sebbene non siamo più in grado di far arrivare direttamente forniture dall'estero dallo scorso marzo, stiamo lavorando senza sosta per individuare soluzioni innovative per aiutare la popolazione e reperire materiali a livello locale. Questo ci sta permettendo di continuare a offrire interventi salva-vita, come screening nutrizionali e il trattamento della malnutrizione".
L'ambasciatore Usa in Israele incontra il vicepresidente dell'Anp
L'ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee ha avuto ieri a Ramallah un incontro con il vicepresidente dell'Autorità nazionale palestinese Hussein al-Sheikh per discutere delle tensioni in corso in Cisgiordania. Lo hanno rivelato oggi al Times of Israel un funzionario statunitense e un funzionario dell'Autorità nazionale palestinese. Si è trattato del secondo incontro noto tra i due dall'inizio dell'amministrazione Trump e si è verificato nel mezzo di un'altra ondata di violenza dei coloni. Gli Stati Uniti hanno esortato Israele a rispondere in modo più aggressivo a queste violenze, ma con scarso successo, ha affermato il funzionario statunitense.
Attivisti Israele contro coloni: "No ritorno a Gaza"
Attivisti israeliani del movimento arabo-ebraico di sinistra 'Standing Together' hanno fatto irruzione e interrotto un evento organizzato al confine con Gaza da sostenitori dell'estrema destra e del Likud. I militanti sono saliti sul palco indossando magliette con la scritta "Nessun ritorno a Gaza". "La visione della destra sugli insediamenti non conosce limiti. Dopo due anni di una guerra che ha portato alla catastrofe - dopo l'abbandono degli ostaggi e la morte di decine di migliaia di persone - sognano ancora insediamenti a Gaza", ha commentato Standing Together, definendo tale visione "pericolosa per tutti noi". "Li fermeremo ovunque vadano. C'e' un modo per porre fine al conflitto: un accordo di pace israelo-palestinese".
Domani incontro Witkoff con Qatar, Egitto e Turchia
Si tratta dell’incontro di più alto livello dalla firma dell’accordo su Gaza lo scorso ottobre, ha sottolineato Barak Ravid di Axios, spiegando che all’incontro — insieme a Witkoff — dovrebbero partecipare il premier del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman al-Thani e i ministri degli Esteri di Turchia ed Egitto, Hakan Fidan e Badr Abdelatty. L'obiettivo è concordare i prossimi passi per spingere sia Israele sia Hamas a rispettare gli impegni assunti. La sensazione è che entrambi stiano prendendo tempo, più interessati a mantenere l’attuale status quo. In base ai termini dell’intesa, Hamas deve accettare di lasciare il potere a Gaza, avviare il processo di disarmo e lo smantellamento delle proprie infrastrutture militari, nonché il dispiegamento di una Forza internazionale di stabilizzazione (Isf). Da parte sua, Israele deve riaprire il valico di Rafah tra Egitto e Gaza in entrambe le direzioni, attuare un ulteriore ritiro delle truppe, accettare il dispiegamento dell’Isf e la formazione di un governo tecnico palestinese a Gaza.
Cpi: sanzioni Usa attacco a indipendenza Corte
La Corte Penale Internazionale ha respinto "fermamente" le nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti ad altri due dei suoi giudici per la loro indagine su Israele. Le misure sono "un attacco flagrante all'indipendenza di un'istituzione giudiziaria imparziale", ha dichiarato la Cpi in un comunicato. I giudici sanzionati il georgiano Gocha Lordkipanidze e il mongolo Erdenebalsuren Damdin hanno respinto ieri l'appello di Israele per mettere fine all'indagine sulla guerra a Gaza.
Qatar: "Intero accordo su Gaza a rischio per le violazioni della tregua"
"Ritardi e violazioni del cessate il fuoco" a Gaza "mettono a rischio l'intero processo" per la pace nella Striscia e "pongono i mediatori in una posizione di difficoltà": è quanto sostenuto dal premier del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, in dichiarazioni riportate da Al Jazeera, pronunciate dopo un incontro ieri a Washington con il segretario di stato Usa Marco Rubio. La stessa emittente qatariota precisa che Al Thani ha attribuito tali violazioni della tregua "a Israele".
Israele prepara un piano d'emergenza contro i roghi di rifiuti in Cisgiordania
In un nuova, singolare offensiva israeliana in Cisgiordania, i ministri Israel Katz e Bezabel Smotrich annunciano un piano di emergenza per lo smaltimento dei rifiuti, definendo il loro incenerimento "una questione di sicurezza nazionale". I ministri della Difesa e delle Finanze hanno avuto un incontro urgente con i vertici delle autorità locali prima di varare il piano che prevede "aggressive misure di contrasto per contrastare gli incendi", sequestri amministrativi di camion palestinesi per la raccolta dei rifiuti, rimozione dei rifiuti su larga scala e la creazione di una nuova discarica nella Cisgiordania centrale. La decisione fa seguito agli avvertimenti del ministero della Salute che questa settimana ha esortato i residenti di alcune aree del centro di Israele a rimanere in casa e a spegnere i condizionatori durante la notte a causa del grave inquinamento atmosferico causato dalla combustione illegale di rifiuti in Cisgiordania, in ragione di livelli elevati di benzene e altri inquinanti. L'Amministrazione Civile ha riferito di aver sigillato quattro siti di combustione di rifiuti ma i due ministri sono decisi ad "affrontare la questione con la massima serietà, con tutte le nostre forze, per risolvere il problema una volta per tutte", ha detto Katz, mentre Smotrich ha parlato degli incendi di rifiuti come "terrorismo ambientale". I costi del piano, hanno precisato, saranno addebitati all'Autorità nazionale palestinese.
Egitto: "Nostre forniture energetiche diversificate, nessuna pressione"
Il fabbisogno energetico egiziano è coperto da fonti diversificate, tale da non "essere soggetto ad alcuna pressione o restrizione". Lo ha detto il capo dell'ufficio stampa statale egiziano Diaa Rashwan commentando l'intesa con Israele sul gas e riaffermando, anche dal punto di vista energetico ed economico, la sua indipendenza dal Paese vicino. "L'accordo - ha detto - rientra nel quadro di un chiaro interesse strategico per l'Egitto, ovvero quello di rafforzare la propria posizione di unico hub regionale per il commercio di gas nel Mediterraneo orientale, facendo affidamento su infrastrutture avanzate e ingenti investimenti in impianti di liquefazione e reti di trasmissione, garantendo così il funzionamento sostenibile di queste risorse e massimizzandone i benefici economici". "L'Egitto - ha aggiunto - possiede un'infrastruttura completa e avanzata nel settore del gas naturale, che gli consente di diversificare le sue fonti di approvvigionamento di gas da molteplici rotte e partner, senza essere soggetto ad alcuna pressione o restrizione, e offrendogli ampio margine di manovra e flessibilità nella gestione di questo settore". Detto questo, Rashwan ha messo in guardia dal "qualsiasi propaganda o campagna mediatica ostile che cerchi di politicizzare un accordo commerciale", sottolineando che "la tempistica dell'annuncio non altera il fatto che l'accordo è il frutto di negoziati commerciali condotti da tempo secondo i principi di mercato".
Witkoff vede domani i mediatori per Gaza di Qatar Egitto e Turchia
L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff incontrerà domani a Miami alti funzionari del Qatar, dell'Egitto e della Turchia per discutere della seconda fase del cessate il fuoco a Gaza, riporta Axios , citando un funzionario della Casa Bianca e due fonti a conoscenza diretta della questione. Secondo il rapporto, i quattro Paesi ritengono che, sia Israele sia Hamas, stiano tergiversando per evitare di attuare la seconda fase dell'accordo. All'incontro, il più alto livello di mediatori dall'entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza in ottobre, parteciperanno il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdul Rahman al-Thani, il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty.
Egitto: "Nostra posizione su Palestina è incrollabile, non cambierà"
"La posizione dell'Egitto sulla questione palestinese è incrollabile e non cambierà. Si basa sul sostegno ai legittimi diritti del popolo palestinese, sul rifiuto degli sfollamenti forzati e sull'adesione alla soluzione dei due Stati". Lo ha detto il capo della Comunicazione egiziana Diaa Rashwan, commentando l'intesa sul gas israeliano. "L'Egitto ha svolto un ruolo decisivo nel contrastare i piani di sfollamento e nel proporre un percorso per la ricostruzione di Gaza, come affermato nei risultati del vertice di Sharm El-Sheikh, a testimonianza della coerenza della posizione politica e morale dell'Egitto", ha concluso.
Coloni forzano il confine dei territori occupati nella Striscia di Gaza
Un gruppo di coloni israeliani ha forzato la linea gialla del confine tra territori occupati e Striscia di Gaza, hanno piantato una bandiera e hanno scattato delle foto prima riportati in Israele dalle forze dell'Idf. Gli attivisti di estrema destra hanno forzato la barriera in auto e hanno scattato le foto nel sito di un vecchio insediamento, il kibbutz di Kfar Darom, nella Striscia di Gaza centrale. Gran parte di quello che un tempo era Kfar Darom si troverebbe oltre la Linea Gialla del dispiegamento dell'Idf. "Diversi civili israeliani hanno attraversato il confine dal territorio israeliano alla Striscia di Gaza - hanno riferito le Forze di difesa israeliane -. I civili erano costantemente monitorati dalle missioni di osservazione delle Idf. Le truppe delle IDF presenti nella zona sono state inviate sul posto e li hanno riportati in territorio israeliano". Vi è stato poi un secondo tentativo di attraversare la barriera di sicurezza da un altro punto. "Le Idf e le forze di polizia israeliane sono state inviate sul posto e hanno impedito loro di attraversare la Striscia di Gaza", precisa l'esercito.
Mo, Usa sanzionano altri due giudici Cpi
Gli Stati Uniti hanno deciso di sanzionare altri due giudici della Corte penale internazionale (Cpi) coinvolti nel procedimento nei confronti del premier Benjamin Netanyahu e dell'ex ministro Yoav Gallant. A quanto riferito dal segretario di Stato americano, Marco Rubio, in una nota, si tratta del magistrato georgiano Gocha Lordkipanidze e il mongolo Erdenebalsuren Damdin, che hanno votato per respingere l'appello presentato da Israele. "Oggi indico due giudici della Corte penale internazionale (Cpi), Gocha Lordkipanidze della Georgia ed Erdenebalsuren Damdin della Mongolia, ai sensi dell'Ordine Esecutivo 14203, 'Imposizione di sanzioni alla Corte penale internazionale'", si legge nella nota diffusa dal dipartimento di Stato. "Questi individui hanno partecipato direttamente alle iniziative della Cpi volte a indagare, arrestare, detenere o perseguire cittadini israeliani senza il consenso di Israele, votando anche con la maggioranza a favore della sentenza della Cpi contro il ricorso presentato da Israele il 15 dicembre", si ricorda. La Cpi "ha continuato a intraprendere azioni politicizzate contro Israele e creato un pericoloso precedente per tutte le nazioni. Non tollereremo gli abusi di potere della Corte penale internazionale che violano la sovranita' degli Stati Uniti e di Israele e sottopongono ingiustamente cittadini statunitensi e israeliani alla giurisdizione della Corte penale internazionale", prosegue Rubio. "Il nostro messaggio alla Corte e' stato chiaro: gli Stati Uniti e Israele non sono parti dello Statuto di Roma e quindi rifiutano la giurisdizione della Corte penale internazionale. Continueremo a rispondere con conseguenze significative e tangibili alle azioni legali e agli abusi della Corte penale internazionale", avverte il segretario di Stato.
Egitto: "Accordo con Israele sul gas è commerciale, non politico"
L'intesa stretta tra l'Egitto e Israele sul gas è "puramente commerciale, concluso sulla base di pure considerazioni economiche e di investimento, e non implica alcuna dimensione o intesa politica". Lo ha detto il capo dell'ufficio stampa statale egiziano all'indomani dell'intesa da 30 miliardi di dollari approvata ieri dal premier israeliano Benjamin Netanyuahu. "L'accordo - spiega il capo della comunicazione egiziano Diaa Rashwan - rientra nel quadro di un chiaro interesse strategico per l'Egitto, che è quello di rafforzare la propria posizione di unico hub regionale per il commercio del gas nel Mediterraneo orientale, facendo affidamento su infrastrutture avanzate e ingenti investimenti". Smentite, quindi alcune interpretazioni attribuite a "piattaforme mediatiche e social network", di un avvicinamento a Israele dell'Egitto, da sempre strenuo sostenitore dello Stato palestinese. "Quanto accaduto - ha insistito Radwan - è stato un contratto commerciale soggetto alle regole del mercato e ai meccanismi di investimento internazionali, ben lontano da qualsiasi strumentalizzazione o interpretazione politica. Le parti dell'accordo sono note società commerciali internazionali che operano da anni nel settore energetico, tra cui la società americana Chevron, insieme ad aziende egiziane specializzate nella ricezione, nel trasporto e nel commercio di gas, il tutto senza alcun intervento governativo diretto nella conclusione di questi contratti".
Axios: "Witkoff vede domani i funzionari si Qatar, Egitto e Turchia su Gaza"
Steve Witkoff incontrerà domani a Miami i funzionari di Qatar, Egitto e Turchia per parlare della prossima fase dell'accordo per mettere fine alla guerra a Gaza. Lo riporta Axios citando fonti della Casa Bianca, secondo le quali gli Stati Uniti e i tre paesi mediatori ritengono che Israele e Hamas stiano rallentando l'attuazione della secondo fase dell'accordo e siano interessati al mantenimento dello status quo.
Alla Knesset una proposta di legge per la difesa degli ebrei ortodossi
La Knesset ha giudicato ammissibile con 49 voti contro 35 una proposta di legge sulla "Realizzazione dell'identità ebraica nella sfera pubblica", che mira a difendere l'ortodossia ma che, secondo i detrattori, limiterebbe la libertà di culto dando alla religione un peso eccessivo nelle decisioni statali. Tra le norme previste, il divieto di interferire con le pratiche religiose ortodosse in pubblico, l'obbligo per i giudici di sostenere un esame di diritto ebraico. La legge priverebbe poi il presidente della Corte Suprema del potere sulle commissioni giudiziarie. Il provvedimento, promosso dal parlamentare del Likud Galit Distel Atbaryan e dal parlamentare di Otzma Yehudit Yitzhak Kroizer, dovrà ora passare in commissione e da altri passaggi per la sua conversione in legge. I firmatari affermano che il suo scopo è quello di consentire agli ebrei israeliani di osservare la legge ebraica, "come comandato dal Creatore del mondo, secondo le usanze dei loro antenati" e "senza timore di interferenze o persecuzioni da parte di coloro che detengono l'autorità". In questo modo però - dice l'opposizione - "qualunque iniziativa degli ultraortodossi diverrebbe lecita e qualsiasi interferenza con esse, compresi piccoli ostacoli burocratici, potrebbe essere considerata un reato".
Israele apre nuovo fronte, "guerra" a inquinamento Cisgiordania
Il governo israeliano ha deciso di dichiarare 'guerra' all'inquinamento in Cisgiordania, definendolo una minaccia alla sicurezza nazionale. Nel mirino ci sono in particolare i roghi illegali di rifiuti e lo sversamento di liquidi da parte dei palestinesi. Il primo atto e' stato quello di imporre sanzioni e revocare i permessi ai proprietari di diverse fabbriche palestinesi che operano a sud di Hebron. Queste sono accusate dal Cogat israeliano di "grave inquinamento ambientale" per lo scarico illegale di liquami nel fiume Hebron e nelle aree attorno, che ha causato un significativo inquinamento atmosferico e ambientale a Beersheba e nelle comunita' circostanti. Tra le misure messe in atto nei confronti degli stabilimenti, anche la chiusura dei sistemi fognari. Il ministro della Difesa Israel Katz, insieme al ministro delle Finanze e leader dell'estrema destra Bezalel Smotrich, ha anche annunciato un piano di emergenza nazionale che verra' attuato insieme alle autorita' locali e alle agenzie di sicurezza e includera' misure di contrasto aggressive per contrastare gli incendi, sequestri amministrativi di camion dei rifiuti palestinesi, rimozione dei rifiuti su larga scala e la creazione di un nuovo sito di smaltimento nella Cisgiordania centrale. La decisione fa seguito ai recenti avvertimenti del ministero della Salute che ha esortato i residenti di Shoham, nel centro di Israele, a rimanere in casa e a spegnere i condizionatori durante la notte dopo che un rilevatore mobile ha registrato livelli di inquinamento superiori a quelli stabiliti per legge. "Non permetteremo ai residenti delle comunita' vicine alla linea di giunzione di respirare fumi avvelenanti e nocivi per la salute", ha affermato Katz, assicurando che la questione verra' affrontata "con la massima serieta' e tutte le forze per risolvere il problema una volta per tutte". Per Smotrich, i roghi sono "terrorismo ambientale" e dimostrano come "la Linea Verde sia virtuale" e la Cisgiordania sia "il cortile di casa di Israele", con "l'intero popolo israeliano che subisce le conseguenze". "Sradicheremo questo fenomeno attraverso l'applicazione delle leggi, la rimozione dei rifiuti, multe severe e dolorose e, naturalmente, creando soluzioni alternative per lo smaltimento dei rifiuti, addebitandone i costi all'Autorita' nazionale palestinese", ha aggiunto. Come ha ricordato Times of Israel, il ministero della Protezione Ambientale aveva chiesto 41 milioni di dollari per combattere gli incendi, ma il ministro dell'estrema destra non li ha inclusi nel bilancio statale approvato dal governo.
Turchia: "Siamo pronti a fare parte delle forze per Gaza"
La Turchia ha ribadito di essere pronta a partecipare alla International Stabilization Force (Isf) per Gaza nonostante le obiezioni di Israele. "Siamo pronti a partecipare alla Isf, gli israeliani si oppongo apertamente e stiamo discutendo con gli altri partner", ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, durante un'intervista con la versione in inglese della tv di Stato turca, Trt World. Per Ankara è importante "vedere quello che è necessario sul campo" e "se qualcun altro può andare e fare qualcosa a favore dei valori umanitari a Gaza per noi va bene ma se c'è davvero bisogno della nostra assistenza siamo pronti a contribuire", ha aggiunto Fidan. Il ministro turco ha sottolineato che è importante raggiungere una "seconda fase" dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco e che sono in corso discussioni riguardo alla creazione di un "consiglio per la pace" che si combini alle forze di stabilizzazione per Gaza. "Ci sono costanti violazioni del cessate il fuoco e questo è per noi molto frustrante" ha detto Fidan, sottolineando che "quasi 400 palestinesi sono stati uccisi da quando è stato dichiarato il cessate il fuoco" e che "i palestinesi stanno cercando di rispettare il cessate il fuoco".
Idf: in Libano smantellato centro di addestramento degli Hezbollah
L'esercito israeliano ha annunciato di avere preso di mira in Libano un complesso militare utilizzato da Hezbollah per condurre addestramenti pratici e corsi teorici per i terroristi dell'organizzazione, dotato di piattaforme di lancio di artiglieria e depositi di armi, il tutto finalizzato a "pianificare ed eseguire attacchi terroristici contro le truppe delle Idf e i civili israeliani". Le Forze di difesa israeliani hanno colpito altre infrastrutture terroristiche in diverse aree del Libano contro "strutture militari di Hezbollah in cui erano immagazzinate armi e da cui i terroristi di Hezbollah hanno continuato a operare nell'ultimo periodo", in "violazione degli accordi tra Israele e Libano". Nel corso delle operazioni, le Idf dicono di aver colpito un terrorista di Hezbollah nella zona di Taybeh, nel Libano meridionale. Beirut, 'serie di attacchi di Israele nel sud e nell'est del Libano'
Idf: "Eliminati decine di terroristi lungo la linea gialla"
"Abbiamo eliminato decine di terroristi, localizzato armi appartenenti all'organizzazione terroristica Hamas e smantellato arsenali di armi destinate ad essere usate contro Israele e centinaia di basi terroristiche tra cui diversi tunnel": è il bilancio degli ultimi mesi di attività dell'esercito israeliano lungo la linea gialla, la linea di demarcazione che attualmente divide longitudinalmente la Striscia di Gaza, in pratica il nuovo confine tra Gaza e Israele. L'Idf ha reso noto il bilancio in occasione della fine della missione della 2/a brigata, che in queste ore sta lasciando la Striscia e che sarà sostituita dalle truppe della 16/a. Intanto, nella mattinata di oggi soldati dell'Idf hanno ucciso "un terrorista che ha oltrepassato la linea gialla e si è avvicinato alle truppe" nel sud della Striscia.
Netanyahu a capo panel commissione inchiesta 7/10
Il primo ministro Benjamin Netanyahu guiderà il panel incaricato di determinare il mandato e la portata dell'indagine della controversa commissione d'inchiesta governativa sull'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Un annuncio subito contestato da ex ostaggi e dalle loro famiglie che considerano questa decisione un ulteriore insulto alle vittime. Lo riferiscono i media israeliani. La commissione ministeriale si riunirà per la prima volta lunedì, secondo quanto riportato dal notiziario di Ynet News.
Hamas: "Neonato di un mese morto di freddo a Gaza"
Un neonato di un mese è morto nella Striscia di Gaza a causa dell'esposizione al freddo, secondo quanto riferito dal ministero della Salute di Hamas nel suo briefing quotidiano. Saeed Abdeen, questo il nome del piccolo, è morto all'ospedale Nasser di Khan Younis che ne ha annunciato il decesso questa mattina precisando che la sua famiglia risiede nel vicino campo profughi di Mawasi. Almeno quattro bambini sono morti a causa dell'esposizione al freddo quest'inverno, secondo il ministero, che dà notizia di altre nove persone almeno uccise dal crollo degli edifici bombardati che hanno ceduto agli acquazzoni di questi giorni.
Saar: "Nel 2026 apertura ambasciata nelle Figi"
Tre mesi dopo l'apertura dell'ambasciata delle Figi a Gerusalemme, il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar annuncia che Israele aprirà una sua ambasciata nella capitale dell'isola, Suva, nel 2026. Lo riferisce il quotidiano Times of Israel. In un post su X, Sa'ar afferma di aver informato questa mattina il primo ministro e ministro degli Esteri delle Figi, Sitiveni Rabuka, della decisione, aggiungendo che la nuova ambasciata "rafforzerà le relazioni tra i due Paesi e contribuirà a coltivare la nostra amicizia di lunga data e a rafforzare la nostra cooperazione nei settori dello sviluppo, dell'economia, della sicurezza e altro ancora". Sa'ar ha poi elogiato il sostegno delle Figi a Israele presso le Nazioni Unite, sottolineando che "l'ambasciata israeliana alle Figi rafforzerà la presenza di Israele nell'intera regione del Pacifico, che è amica di Israele, e approfondirà i nostri legami con le altre nazioni insulari del Pacifico". Le Figi sono state uno dei dodici Paesi ad astenersi dal voto delle Nazioni Unite di settembre, che ha approvato a larga maggioranza la creazione di uno Stato palestinese, a cui Israele si oppone fermamente. In passato Israele aveva un'ambasciata nelle Figi, ma è stata chiusa negli anni '90 a causa di tagli al bilancio.
Caltagirone revoca mozione cittadinanza onoraria Albanese
Il Consiglio comunale di Caltagirone, nel Catanese, ha approvato con 10 sì e 6 no una mozione del centrodestra con cui si revoca una precedente mozione che prevedeva il riconoscimento della cittadinanza onoraria e il sostegno della candidatura di Francesca Albanese al Premio Nobel per la Pace. Nel documento del centrodestra si sottolineano "gli aspetti divisivi assunti negli ultimi mesi" dalla rapporteur dell'Onu, che per "il contenuto e il tono delle sue dichiarazioni, non può oggi rappresentare, in modo equilibrato e rispettoso, l'intera comunità calatina". Pertanto, con la mozione in questione, oltre a contemplare la revoca di quella precedente, si prevede "di non procedere in alcun modo a proporre e/o effettuare eventi, gesti simbolici o cerimoniali vari che andrebbero esclusivamente a dividere una comunita' che, al contrario, su questi temi deve trovare l'unità e l'armonia complessiva". Il centrosinistra ha sostenuto "al di là di alcune ultime uscite infelici, i grandi meriti di Albanese come relatrice Onu e, quindi, la positività e incisività dell'azione da lei svolta contro il genocidio a Gaza". Infine, il voto con l'ok a maggioranza alla mozione.
14 Ong vietate da Israele, più controllo su aiuti Gaza (2)
Nel mezzo di una catastrofe umanitaria nel territorio palestinese devastato dalla guerra, ancora privo di acqua corrente ed elettricità, una grande incertezza aleggia quindi sulle organizzazioni internazionali prima della scadenza del 31 dicembre, entro la quale tutti dovrebbero conoscere il loro destino. La decisione della messa al bando di ben 14 Ong giunge in un momento in cui gli aiuti in entrata a Gaza rimangono ampiamente insufficienti. Mentre l'accordo di cessate il fuoco del 10 ottobre prevedeva l'ingresso di 600 camion al giorno, in realtà, solo da 100 a 300 trasportano aiuti umanitari, secondo le Ong e le Nazioni Unite, mentre il resto è costituito principalmente da beni commerciali inaccessibili alla stragrande maggioranza dei cittadini di Gaza. La partenza di alcune Ong internazionali avrà ovviamente un impatto considerevole sul territorio. Medici Senza Frontiere, ad esempio, attualmente gestisce circa un terzo dei 2.300 posti letto ospedalieri a Gaza. Tra le Ong non autorizzate ci sono Save the Children, una delle più note e consolidate a Gaza, dove fornisce aiuti a 120mila bambini e l'American Friends Service Committee (Afsc), secondo un primo elenco ufficiale pubblicato di recente. Hanno 60 giorni di tempo per ritirare tutto il loro personale internazionale dalla Striscia di Gaza, dalla Cisgiordania occupata e da Israele, e non saranno piu' in grado di fornire alcun aiuto lì, per non parlare delle difficoltà di accesso al sistema bancario israeliano da cui dipendono per pagare affitti e stipendi. Da parte sua, Save the Children ha dichiarato di "esplorare tutte le possibili vie per ottenere una revisione di questa decisione", comprese azioni legali, e di "rimanere pienamente impegnata a fornire aiuti vitali ai bambini e alle famiglie nei territori palestinesi occupati". Tutti esprimono preoccupazione per ciò che accadrà all'inizio del 2026 e per il rischio che vengano selezionate Ong prive delle capacità e delle competenze di organizzazioni con una presenza di lunga data nei territori palestinesi.
14 Ong vietate da Israele, più controllo su aiuti Gaza
Nuova stretta di Israele sull'assistenza umanitaria a Gaza, flagellata da una crisi umanitaria sempre più grave oltre che dal maltempo. Quattordici Ong sono state messe al bando dalle autorità israeliane, che hanno respinto la loro domanda di registrazione in quanto considerate "ostili" o coinvolte in "terrorismo" o "antisemitismo". Un divieto di operare e accedere all'enclave palestinese che colpisce anche le Ong accusate di "delegittimare lo Stato di Israele". Diversi funzionari umanitari hanno denunciato la decisione come un tentativo di "controllo politico" delle loro operazioni. Va invece in direzione opposta la spiegazione a questo divieto fornita dalle autorità israeliane. Delle circa 100 domande di registrazione presentate negli ultimi mesi, "solo 14 sono state respinte" entro la fine di novembre, afferma una dichiarazione del ministero per gli Affari della Diaspora e la Lotta contro l'Antisemitismo, che supervisiona questa nuova procedura obbligatoria da marzo scorso. "Gli altri sono stati approvati o sono in fase di revisione", ha aggiunto la stessa fonte, sottolineando che "Israele incoraggia l'azione umanitaria, ma non permetterà ad alcun attore ostile o a nessun sostegno al terrorismo di operare sotto la copertura degli aiuti umanitari". Le autorità "non forniscono alcuna prova a sostegno delle loro affermazioni, quindi è molto difficile per le Ong rispondere a queste accuse", ha commentato l'avvocato israeliano Yotam Ben-Hillel, che sta assistendo diverse di queste organizzazioni nei loro sforzi e ha già presentato ricorso presso l'Alta Corte di Giustizia.
Qatar: accordo su Gaza a rischio per violazioni Israele
Il primo ministro del Qatar ha avvertito che le violazioni quotidiane israeliane del cessate il fuoco a Gaza stanno minacciando l'intero accordo, chiedendo urgenti progressi verso la fase successiva per porre fine alla guerra. "Ritardi e violazioni del cessate il fuoco mettono a rischio l'intero processo e mettono i mediatori in una posizione difficile", ha dichiarato lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani.
Beirut: "Serie di attacchi di Israele nel sud e nell'est del Libano"
Giovedì Israele ha lanciato diversi attacchi nel Libano meridionale e orientale, secondo quanto riportato dai media statali libanesi, mentre l'esercito israeliano ha dichiarato di aver preso di mira infrastrutture di Hezbollah, tra cui un complesso militare. Nonostante un cessate il fuoco del novembre 2024 che avrebbe dovuto porre fine a oltre un anno di ostilità tra Israele e il gruppo militante Hezbollah, Israele ha continuato a lanciare attacchi in Libano e ha anche mantenuto truppe in cinque aree meridionali che ritiene strategiche.
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
Vai al contenutoGaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.