Israele riaprirà l'accesso agli aiuti per Gaza dalla Giordania. LIVE

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 Lo ha annunciato un funzionario della sicurezza israeliano. "Il trasferimento di beni e aiuti dalla Giordania alla Striscia di Gaza sarà consentito attraverso il valico di Allenby", ha dichiarato. Intanto Hamas ha chiesto ai Paesi mediatori di "fare pressione" su Israele affinchè rispetti la prima fase dell'accordo

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Israele riapre oggi, mercoledì 10 dicembre, la principale via di transito per gli aiuti umanitari provenienti dalla Giordania a Gaza, dopo oltre due mesi di chiusura. Lo ha annunciato un funzionario della sicurezza israeliano. "Il trasferimento di beni e aiuti dalla Giordania alla Striscia di Gaza sarà consentito attraverso il valico di Allenby", ha dichiarato. 

La seconda fase dell'accordo di pace per Gaza non potrà iniziare fino a quando Israele continuerà "le sue violazioni" del cessate il fuoco, entrato in vigore il 10 ottobre scorso. Lo ha ribadito all'Afp Hossam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, denunciando che Israele continua "a sottrarsi ai propri impegni” ed esortando i Paesi mediatori a esercitare “pressioni” su Israele affinché rispetti la prima fase dell'accordo.

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Direttore Oms: "Grati all'Italia e ai Paesi che hanno accolto palestinesi malati"

Il direttore dell'Oms Europa, Hans Kluge, ha ''accolto con grande favore l'ulteriore evacuazione medica di 25 pazienti palestinesi verso gli ospedali'' di Paesi tra cui ''Italia, Belgio, Norvegia e Romania''. In particolare, su 'X' Kluge ha sottolineato che il trasferimento dei palestinesi malati è stato ''facilitato da Italia, Romania e Slovacchia'' e si è detto ''grato per la loro solidarietà e il rapido supporto''.

Spiegando che i palestinesi ''sono stati evacuati attraverso Karem Shalom all'aeroporto di Ramon e poi alle loro destinazioni finali', Kluge ha affermato che ''gli Stati membri hanno ricevuto un totale di 1.118 pazienti per cure urgenti''. Allo stesso tempo, ha aggiunto, ''le esigenze rimangono enormi: si stima che 16.500 pazienti, tra cui oltre tremila bambini, necessitino ancora di un'evacuazione medica urgente fuori da Gaza''. L'appello è quindi di ''continuare a consolidare questo sforzo collettivo, garantendo evacuazioni mediche tempestive e cure di qualità per ogni paziente''.

Decine di arresti dell'Idf ad Abu Dis e Nablus

Le forze armate israeliane hanno arrestato decine di palestinesi in operazioni ad Abu Dis, al limitare di Gerusalemme Est, e a Nablus, in Cisgiordania. Lo ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa, precisando che una ventina sono stati i fermi ad Abu Dis dove le truppe hanno effettuato incursioni su vasta scala. I giovani sono stati sottoposti a interrogatori e vessazioni, poi successivamente rilasciati. Ieri, i militari israeliani hanno fatto irruzione nell'Universita' Al-Quds, nella citta' di Abu Dis, così come all'ateneo di Birzeit, vicino Ramallah. Operazione dell'Idf anche a Nablus: i soldati israeliani hanno fatto irruzione in diverse abitazioni nella Città Vecchia e a Balata al-Balad, arrestando e interrogando 17 palestinesi. 

Inviato Usa: "Fiducioso su accordo tra Siria e Israele"

Il mediatore americano per la Siria, Thomas Barrack, ritiene che Damasco e Israele possano raggiungere un accordo a partire dai dossier sicurezza e confini, per poi procedere verso forme di normalizzazione. Lo ha detto in dichiarazioni al quotidiano emiratino The National, rilanciate dai media regionali. Barrack sostiene che le autorità siriane "sanno che parte della soluzione passa da un'intesa con Israele" e che, nonostante la presenza di gruppi armati contrari al processo, "Damasco sta lavorando seriamente per la pace". Il mediatore ha aggiunto che il governo siriano "sta facendo tutto ciò che Washington chiede" e mantiene "un atteggiamento pienamente collaborativo", nonostante l'intensificarsi di azioni militari israeliane nel sud-ovest della Siria.

Ong, dei rabbini israeliani hanno visitato sinagoghe ad Aleppo

Per la prima volta dei rabbini israeliani si sono recati in due antiche sinagoghe di Aleppo, un evento che riporta l'attenzione sulla crescente influenza politico-culturale e presenza militare israeliane nella vicina Siria, da un anno dominata dal nuovo potere incarnato dall'ex jihadista Ahmad Sharaa. L'Osservatorio siriano per i diritti umani pubblica un resoconto, con foto e video, di una visita di rabbini israeliani a capo di una delegazione religiosa ebraica nelle due sinagoghe di Aleppo,  nei quartieri di Jamiliye e di Bab Nasr.  È la prima volta da circa trent'anni che rappresentanti religiosi ebrei accedono ai due siti storici di Aleppo, un tempio e una scuola chiusi da decenni. E' la prima volta che degli ebrei provenienti da Israele si recano ad Aleppo in una visita approvata dal governo siriano. L'ultima famiglia di ebrei aleppini era fuggita durante l'assedio militare russo nel 2015. Fonti locali citate dai media ufficiali riferiscono che le aree delle due visite sono state sigillate per alcune ore dalle forze di sicurezza siriane, agli ordini del nuovo potere di Sharaa. Secondo l'Osservatorio, la visita aveva l'obiettivo di verificare lo stato delle proprietà appartenute agli ebrei siriani. Il governatore di Aleppo, emanazione dell'autorità di Damasco, si è impegnato secondo le fonti a facilitare il ripristino dei luoghi santi degli ebrei di Aleppo e di restituire i beni immobili ai proprietari ebrei aleppini fuggiti nel corso dei decenni. L'iniziativa, scrive l'Osservatorio, si inserisce in una più ampia strategia di influenza e occupazione militare israeliana in Siria. L'esercito israeliano da un anno ha esteso la sua occupazione dal Golan siriano fino alla valle dello Yarmuk al confine con la Giordania e lungo le pendici orientali del monte Hermon fino alla periferia di Damasco. Nella capitale siriana, ci sono già state nei mesi scorsi visite di delegazioni religiose ebraiche provenienti dagli Stati Uniti e da Israele. E in occasione delle consultazioni legislative dello scorso autunno, il figlio di un ex rabbino capo della comunità ebraica di Damasco si era candidato alle elezioni per il parlamento siriano.

Israele, incontro Katz-Zamir: accordo su inchiesta militare sul 7/10

Accordo trovato tra il ministro della Difesa israeliano Israel Katz e il capo di Stato maggiore, Eyal Zamir: i due hanno concordato di unificare le indagini supplementari relative agli eventi del 7 ottobre 2023, da loro stessi ordinate. Lo riferisce Yedioth Ahronoth. Al centro delle recenti tensioni tra i due c'è il rapporto della commissione militare sui fallimenti interni all'Idf in relazione al massacro del 7 ottobre. Due settimane fa, Katz ha ordinato una contro-relazione esterna dopo la presentazione dei risultati da parte di Zamir, accusando il capo dell'Idf di minare l'autorità politica, sfiorando l'insubordinazione. Parallelamente, il ministro ha deciso anche di congelare le promozioni che Zamir aveva proposto, una decisione poi rientrata. Da parte sua, il capo di Stato maggiore nelle ultime settimane ha più volte espresso critiche neanche troppo velate nei confronti della leadership politica, sottolineando che il Paese ha bisogno di una che sappia "riconoscere i fallimenti e allo stesso tempo osare guidare il cambiamento". Il governo guidato dal premier Benjamin Netanyahu finora ha sempre rifiutato la creazione di una commissione statale d'inchiesta sugli errori del 7 ottobre.

Israele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni

Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.

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La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025

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Israele riaprirà l'accesso agli aiuti per Gaza dalla Giordania

Israele riapre oggi, mercoledì 10 dicembre, la principale via di transito per gli aiuti umanitari provenienti dalla Giordania a Gaza, dopo oltre due mesi di chiusura. Lo ha annunciato un funzionario della sicurezza israeliano. "Il trasferimento di beni e aiuti dalla Giordania alla Striscia di Gaza sarà consentito attraverso il valico di Allenby", ha dichiarato. Il valico tra la Giordania e la Cisgiordania era stato chiuso da Israele ai camion degli aiuti a fine settembre, dopo l'attacco da parte di un autista di camion giordano che uccise due soldati israeliani.

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