Almeno sette palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano oggi. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera. Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha sollecitato il rapido dispiegamento di una forza internazionale di monitoraggio del cessate il fuoco nella Striscia. Waltz è in visita da oggi in Giordania e successivamente in Israele: incontrerà Netanyahu e Herzog. La Casa Bianca ha come obiettivo quello di annunciare la transizione alla seconda fase del piano di pace
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Almeno sette palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano oggi nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera.
Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha sollecitato il rapido dispiegamento di una forza internazionale di monitoraggio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Il cessate il fuoco a Gaza resta "incompleto" senza il "ritiro totale" delle forze israeliane dal territorio palestinese: lo ha detto il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, durante una conferenza a Doha. "Siamo in un momento critico. Non possiamo ancora considerare che ci sia un cessate il fuoco", ha aggiunto, sottolineando che “i mediatori stanno lavorando insieme per passare alla fase successiva dell'accordo tra Israele e Hamas”.
L'inviato statunitense alle Nazioni Unite Waltz è in visita da oggi in Giordania e successivamente in Israele: incontrerà il premier Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog "per promuovere la cooperazione tra Stati Uniti e Israele alle Nazioni Unite e discutere le priorità comuni per la sicurezza regionale e gli aiuti umanitari". Secondo fonti Usa e israeliane, la Casa Bianca ha come obiettivo quello di annunciare la transizione alla seconda fase del piano di pace per Gaza, vale a dire l'istituzione di una forma di amministrazione e di un meccanismo di sicurezza nella regione in sostituzione ad Hamas, entro due settimane. Sarà Donald Trump ad annunciare l'elenco dei Paesi e le personalità coinvolte nel meccanismo.
Gli approfondimenti:
- Piano di pace per Gaza: il testo integrale dell'accordo
- Da Oslo a Sharm el Sheik, i piani di pace degli ultimi decenni
- Chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas
- Dagli ostaggi rilasciati alle vittime, i numeri della guerra
- Quali Paesi riconoscono lo Stato palestinese e quali sono contrari. LA MAPPA
- Blocco E1: cos’è l’insediamento di Israele che divide la Cisgiordania
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Herzog oggi a New York, Netanyahu riceve il cancelliere Merz. LIVE
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Tregua Gaza, chi sono gli ostaggi israeliani rilasciati da Hamas. FOTO
Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie.
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Vai al contenutoMerz a Gerusalemme: "Sostegno a Israele nucleo immutabile politica tedesca"
Il sostegno a Israele è una parte fondamentale della politica tedesca. Lo ha ribadito il cancelliere tedesco Friedrich Merz poco dopo il suo arrivo a Gerusalemme. "Considero un grande onore e un vero privilegio essere qui e ribadire che sostenere questo Paese è e rimarrà il nucleo fondamentale e immutabile della politica della Repubblica Federale di Germania”, ha affermato
La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025.
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Vai al contenutoIsraele-Palestina, da Oslo a Sharm: i piani di pace negli anni
Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.
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Vai al contenutoTajani: "Prepariamo piani per seguire l'emergenza a Gaza"
"Stiamo continuando a seguire l'emergenza a Gaza, ho chiesto ai nostri ambasciatori di preparare i piani d'azione per rispondere alle normi necessità di questa fase in cui la tregua è ancora incerta". Lo ha scritto su X il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. Tajani ha inoltre ricordato che "è partito oggi per la Giordania un nuovo carico di aiuti umanitari destinato a Gaza" e che "la Farnesina ha raccolto 85 tonnellate di beni alimentari e di prima necessità in collaborazione con Coldiretti, Conad, Confagricoltura, Confcooperative". "Il volo speciale della Cooperazione italiana è decollato dalla base Onu di Brindisi, in collaborazione con il Programma Alimentare Mondiale. Grazie a #FoodForGaza, l'Italia ha consegnato finora circa 2.400 tonnellate di aiuti di emergenza", ha concluso il ministro degli Esteri.
Hamas: "Pronti a consegnare armi ad autorità palestinese con lo stop all'occupazione"
Hamas si dice pronto a consegnare le armi nella Striscia di Gaza ad un'autorità palestinese che governerà il territorio, a condizione che cessi l'occupazione da parte dell'esercito israeliano. "Le nostre armi sono legate all'esistenza dell'occupazione e dell'aggressione", ha dichiarato in un comunicato Khalil al-Hayya, leader di Hamas per Gaza e principale negoziatore del movimento palestinese, che aggiunge: "Se l'occupazione avrà fine, queste armi saranno poste sotto l'autorità dello Stato”. Interrogato dall'Afp, l'ufficio di Hayya ha precisato che si riferiva a uno Stato palestinese sovrano e indipendente.
"Accettiamo il dispiegamento delle forze dell'Onu come forze di separazione, incaricate di sorvegliare i confini e di garantire il rispetto del cessate il fuoco a Gaza”, ha aggiunto Hayya, esprimendo chiaramente il rifiuto del movimento al dispiegamento di una forza internazionale nella Striscia di Gaza con il compito di disarmarlo.
Striscia di Gaza, le foto di un matrimonio di massa tra le macerie
Donne in abito tradizionale e uomini con un completo elegante: così 54 coppie sono convolate a nozze a Khan Younis, tra le macerie della Striscia. Un timido segnale di normalità in uno scenario di guerra e devastazione.. "Nonostante tutto ciò che è accaduto, inizieremo una nuova vita", ha detto uno di loro. Centinaia le persone che hanno assistito alla cerimonia
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Vai al contenutoDagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza
Il giorno dopo la firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori hanno lavorato alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile. Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?
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Vai al contenutoIdf, uccisi due terroristi palestinesi a Hebron
L'Idf scrive su X che due palestinesi a bordo di un veicolo che accelerava verso le truppe nella città di Hebron, in Cisgiordania, sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco. I soldati della Brigata Paracadutisti, che operavano nei pressi di un posto di blocco in citta', "hanno aperto il fuoco sui terroristi e li hanno eliminati", afferma l'IDF. I primi soccorritori affermano che un soldato è rimasto leggermente ferito nell'incidente.
Merz: "Cessate il fuoco a Gaza si stabilizza, ora la fase due"
"Il cessate il fuoco a Gaza si sta stabilizzando. Ora dobbiamo passare con successo alla seconda fase" Lo scrive su X il cancelliere tedesco Friedrich Merz, evidenziando che "ciò significa rimuovere definitivamente le basi del terrore di Hamas e garantire che la precaria situazione umanitaria della popolazione civile di Gaza migliori rapidamente e in modo significativo".
Israele, mille manifestanti contro il governo in piazza Habima
Circa 1.000 manifestanti antigovernativi si sono radunati in piazza Habima a Tel Aviv, tra cui un folto gruppo proveniente dallo svincolo Begin-Kaplan. Ad Habima sono rappresentati membri di diversi gruppi di attivisti. Brothers in Arms, un gruppo di protesta dei riservisti, allestisce un grande stand all'estremita' sud della piazza per protestare contro il tentativo del governo di codificare l'esenzione degli Haredi dal servizio militare. Da un lato del palco, gli attivisti del gruppo di sinistra Looking the Occupation in the Eyes tengono cartelli con la scritta: "Siamo rimasti in silenzio sull'occupazione, ora abbiamo una dittatura". Circa altri 100 manifestanti di sinistra sollevano cartelli con le foto dei bambini di Gaza uccisi. Dall'altra parte del palco, il Movimento per la Governance di Qualità ha allestito una tenda per chiedere una commissione d'inchiesta statale sui fallimenti legati all'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 - una richiesta che il primo ministro Benjamin Netanyahu respinge. Appeso tra due alberi vicini c'è un grande striscione con la scritta "Ministro della Criminalita'", con il volto di Netanyahu; questo è il nome di un gruppo di protesta nato lo scorso decennio, quando le accuse di corruzione contro Netanyahu vennero alla luce per la prima volta. Su uno schermo viene riprodotto un video che accusa Netanyahu di aver organizzato pagamenti in contanti dal Qatar ad Hamas e di aver salvato la reputazione di entrambi quando erano entrambi emarginati da gran parte del mondo arabo, portando all'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e spiegando perchè Netanyahu è riluttante a consentire un'indagine adeguata, secondo il video. A guidare la manifestazione è l'attivista Shikma Bressler, salita alla ribalta nelle proteste del 2023 contro il tentativo del governo di ndebolire il sistema giudiziario, che si è interrotto con l'attacco di Hamas che ha scatenato la guerra di Gaza.
Gaza, cos'è il 'modello IRA' per il disarmo di Hamas
Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?
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Vai al contenutoParroco Gaza: "Esplosione a 200 mt dalla chiesa, stiamo bene"
“C'è stata un'esplosione a circa 200 metri dalla parrocchia”. Il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, lo fa sapere dai suoi canali social postando il momento dell’esplosione mentre in chiesa si recitava il rosario. “Grazie a Dio stiamo bene”, rassicura.
Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo
La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.
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Vai al contenutoHerzog su Netanyahu: "Tutti capiscono che qualsiasi grazia deve essere valutata nel merito"
Il presidente israeliano Isaac Herzog rispetta l'opinione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo cui dovrebbe concedere la grazia al primo ministro Benjamin Netanyahu nel caso giudiziario di corruzione, ma sottolinea che Israele è un paese sovrano. E' stato lo stesso Herzog a chiarire la propria posizione: "Tutti capiscono che qualsiasi grazia deve essere valutata nel merito", ha dichiarato Herzog al sito di notizie Politico. "Ci sono moltissime questioni da discutere. Da un lato, la piena uguaglianza di fronte alla legge, come diciamo in Israele. E dall'altro, naturalmente, le circostanze uniche di ogni singolo caso", ha aggiunto. "Rispetto l'amicizia del presidente Trump e la sua opinione", ha continuato, riferendosi alle ripetute richieste di Trump di concedere la grazia a Netanyahu. "Perché? Perché, come dico a molti israeliani, è lo stesso Presidente Trump che abbiamo implorato di riportare indietro i nostri ostaggi e che ha coraggiosamente compiuto un passo enorme per farlo e far approvare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma Israele, naturalmente, è un Paese sovrano e rispettiamo pienamente il sistema giudiziario israeliano e i suoi requisiti."

©Ansa
Turchia, Fidan: "Il disarmo di Hamas non può essere la prima cosa da fare"
"Il disarmo di Hamas non può essere la prima cosa da fare nel processo. Dobbiamo andare in ordine, essere realisti", ha affermato il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, nel momento in cui sembra apriresi lo spazio per negoziare la seconda fase del piano di pace proposto dalla Casa Bianca che riguarda il disarmo del movimento, appunto, e l'insediamento di una autorità per governare la Striscia.
Germania: Merz in Israele dopo incontro con re Abdullah ad Amman
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, è diretto in Israele per la sua prima visita nel Paese da quando è entrato in carica, con l'obiettivo di riaffermare i legami tradizionalmente solidi con Tel Aviv, scossi durante la guerra di Gaza. Merz si è fermato brevemente in Giordania nelle scorse ore per colloqui con Re Abdullah II, che, come ha dichiarato Merz ai giornalisti, si sono concentrati principalmente sul processo di pace in Medio Oriente. Prima di prendere il volo per Israele, Merz ha auspicato un maggiore afflusso di aiuti umanitari a Gaza e il disarmo di Hamas. Il cancelliere ha sottolineato che sia la Giordania che la Germania rimangono impegnate a favore di una
soluzione negoziata a due stati. "Non puo' esserci posto per il terrorismo e l'antisemitismo in questo futuro comune", ha dichiarato Merz, che domani a Gerusalemme visiterà il memoriale dell'Olocausto Yad Vashem prima di incontrare il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Media, almeno 7 persone uccise da fuoco israeliano a Gaza
Almeno sette palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano oggi nella Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera.
Herzog, rispetto Trump ma su Netanyahu siamo Paese sovrano
Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha espresso rispetto per l'opinione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che gli chiede di concedere la grazia al primo ministro Benjamin Netanyahu, ma ha sottolineato che Israele è un Paese sovrano. "Tutti capiscono che qualsiasi grazia preventiva deve essere valutata nel merito", ha dichiarato Herzog a 'Politico'. "Ci sono moltissime questioni da discutere. Da un lato, la piena uguaglianza di fronte alla legge, come diciamo in Israele. E dall'altro, naturalmente, le circostanze uniche di ogni singolo caso", ha affermato Herzog, "rispetto l'amicizia del presidente Trump e la sua opinione perche', come dico a molti israeliani, è lo stesso Presidente Trump che abbiamo implorato e che ha coraggiosamente compiuto un passo enorme per riportare indietro i nostri ostaggi e far approvare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ma Israele, naturalmente, è un Paese sovrano e rispettiamo pienamente il sistema legale israeliano e i suoi requisiti".
Due persone uccise da un drone israeliano a Gaza
Due persone sono state ucciso da un drone israeliano nel quartiere di Zeitoun, nel Sud Est della Città di Gaza. Lo riferiscono ad Al Jazeera fonti ospedaliere. Secondo Hamas, le vittime sono una donna anziana e suo figlio.
Unicef, 'a Gaza oltre 70 bimbi uccisi dallo scorso 10 ottobre'
"Secondo le notizie", a Gaza, dallo scorso 10 ottobre, quando è entrato in vigore un accordo di cessate il fuoco, "sono stati uccisi più di 70 bambini" nella Striscia: è quanto denuncia l'Unicef in un comunicato. "Il cessate il fuoco deve tradursi in una reale sicurezza per i bambini, non in ulteriori perdite. Ogni bambino ha il diritto di vivere. L'uccisione dei bambini deve finire ora", si legge. "Secondo le notizie - denuncia ancora l'Unicef - "lo scorso sabato due fratelli, di 8 e 11 anni, sono stati uccisi mentre andavano a prendere la legna per tenere al caldo le loro famiglie. Mercoledì altri due bambini, di 8 e 10 anni, sono stati uccisi nelle loro tende improvvisate. Queste non sono statistiche. Questi erano bambini, che dovrebbero giocare, studiare, sognare un futuro".
Turchia, disarmo Hamas a Gaza non è la priorità
Il disarmo di Hamas non può essere la priorità assoluta a Gaza. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, a Doha. "Il disarmo non puo' essere la prima cosa da fare nel processo. Dobbiamo procedere nel giusto ordine; dobbiamo essere realisti", ha detto Fidan, rispondendo a una domanda sul disarmo di Hamas.
Libano, Hezbollah non si disarmerà senza decisione Iran
Hezbollah non consegnerà le armi senza una decisione dell'Iran. Lo ha affermato il ministro degli Esteri libanese Youssef Rajji secondo cui sarà Teheran ad avere l'ultima parola nella crisi. "Hezbollah non consegnera' le sue armi senza una decisione iraniana", ha dichiarato Rajji all'emittente saudita Al Arabiya. "In questo momento il gruppo si preoccupa infatti di preservare se stesso e
riconquistare il potere". Mentre gli Stati Uniti e Israele premono su
Beirut affinché disarmi Hezbollah, Rajji afferma che "smantellare la sua struttura militare è una richiesta libanese, indipendentemente dalle richieste internazionali". Hezbollah "provoca il governo ogni giorno con le dichiarazioni del suo capo, lo sceicco Naim Qassem, sul riarmo", ha detto Rajji dicendo anche di sperare che l'invio dell'inviato civile, il diplomatico libanese Simon Karam, sia stato un "passo positivo" che potrebbe "risparmiare al Libano un'operazione militare su larga scala" da parte di Israele. Tuttavia, ha aggiunto, "il Libano è ben lontano dal firmare un accordo di pace con Israele", ha affermato.
Al Sharaa, 'Israele esporta crisi nella regione per distrarre dai massacri a Gaza'
"Israele cerca di sfuggire agli orribili massacri commessi a Gaza, e lo fa tentando di esportare crisi". E' quanto ha detto il presidente siriano Ahmed al-Sharaa dal palco del Doha Forum in Qatar, secondo quanto riporta Times of Israel. "Israele è diventato un Paese che è in lotta con fantasmi", ha continuato, affermando che "da quando siamo arrivati a Damasco abbiamo inviato messaggi positivi riguardo la pace e la stabilità regionale e sul fatto che non siamo interessati ad essere un Paese che esporta conflitti, anche in Israele". "Ma in risposta, Israele ci ha approcciati con estrema violenza. la Siria ha sofferto massicce violazioni del nostro spazio aereo e siamo stati vittime di oltre mille raid aerei e 400 incursioni", ha detto ancora ribadendo la necessità che Israele si ritiri dai territori occupati in Golan dopo la caduta lo scorso dicembre del regime di Bashar Assad. E ribadendo il sostegno all'accordo di disimpegno tra Israele e Siria del 1974, sottolineando che minando questa intesa e "cercando altri accordi come una zona demilitarizzata ci potrebbe portare in una situazione pericolosa".
A Gaza si prepara il presepe nella parrocchia della Sacra Famiglia
Nella parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza si prepara il presepe. Il parroco, padre Gabriel Romanelli, sui suoi canali social ha postato le immagini della preparazione della Natività con le religiose e i bambini.
Egitto, 'Israele viola la tregua ogni giorno, serve forza pace'
Il capo della diplomazia egiziana, Badr Abdelatty, ha invocato un rapido dispiegamento nella Striscia di Gaza della forza di stabilizzazione internazionale prevista nel piano di pace sostenuto dall'Onu. "Abbiamo bisogno di schierare questa forza il prima possibile sul terreno, perché una parte, che è Israele, viola il cessate il fuoco ogni giorno," ha dichiarato durante una conferenza a Doha, la capitale del Qatar. Il ministro degli Esteri egiziano ha anche ribadito che il valico di frontiera di Rafah tra Gaza e l'Egitto, la cui riapertura è prevista dall'accordo di tregua, non servirà "allo spostamento" dei residenti di Gaza, ma "solo a convogliare l'aiuto umanitario e medico".
Egitto: "Valico Rafah non sarà porta accesso sfollati"
Il valico di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza "non sara' una porta d'accesso per gli sfollati. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty. Il passaggio, ha sottolineato Abdelatty, "serve solo a inondare Gaza di assistenza umanitaria e medica".
Egitto: "Forza internazionale a Gaza il prima possibile"
Il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha sollecitato il rapido dispiegamento di una forza internazionale di monitoraggio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza nell'ambito della seconda fase del piano di pace. "Per quanto riguarda la Forza Internazionale di Stabilizzazione, dobbiamo dispiegarla sul campo il prima possibile perche' una delle parti, Israele, viola ogni giorno il cessate il fuoco", ha affermato Abdelatty, "quindi abbiamo bisogno di osservatori".
Libano, attacco a truppe Unifil: sei arresti
L'esercito libanese ha arrestato sei persone in relazione all'attacco subito giovedi' scorso da una pattuglia dell'Unifil, la forza di pace schierata dall'Onu. Lo comunica l'esercito di Beirut. Secondo l'Unifil, sei uomini a bordo di tre ciclomotori avevano aperto il fuoco su un veicolo di pattuglia nel Sud del Paese, senza ferire nessuno. Gli arrestati sono cittadini libanesi. Le forze armate del Paese dei cedri hanno affermato che non sarebbero stati tollerati attacchi contro l'Unifil, ritenuta a Beirut un'importante forza di stabilizzazione a Sud del fiume Litani, vicino al confine israeliano.
Idf: "Eliminati tre terroristi oltre la Linea Gialla a Gaza"
L'esercito israeliano ha reso di aver "eliminato tre terroristi", in due diversi episodi, che "avevano oltrepassato la Linea Gialla rappresentando una minaccia" per le truppe, senza tuttavia precisare in quale località della Striscia. L'Idf denuncia "una violazione del cessate del fuoco".
Siria: al-Sharaa a Doha, incontro con l'emiro del Qatar
Il leader siriano Ahmed al-Sharaa ha incontrato a Doha l'emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani, durante il primo giorno di lavori del Doha Forum. Lo riferisce l'agenzia siriana Sana, precisando che era presente all'incontro il ministro degli Esteri siriano, Asaad Hassan al-Shaibani. Lo scorso gennaio Al Thani è stato il primo leader in visita a Damasco dopo la fine dell'era Assad.
Wafa: "Quattro palestinesi uccisi in raid israeliani da stamani"
Quattro palestinesi sono rimasti uccisi da stamattina nei raid aerei israeliani nella Striscia di Gaza. Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa, precisando che uno di loro è morto nella zona di Jabalia, a nord di Gaza, un altro a Beit Lahia, sempre nel nord della Striscia. Secondo la Wafa, inoltre, l'esercito israeliano "continua a demolire edifici nella città di Rafah, mentre proseguono i bombardamenti di artiglieria in diverse zone di Gaza City e Khan Yunis, nella Striscia meridionale.
Libano, attacco a truppe Unifil: sei arresti
L'esercito libanese ha arrestato sei persone in relazione all'attacco subito giovedi' scorso da una pattuglia dell'Unifil, la forza di pace schierata dall'Onu. Lo comunica l'esercito di Beirut. Secondo l'Unifil, sei uomini a bordo di tre ciclomotori avevano aperto il fuoco su un veicolo di pattuglia nel Sud del Paese, senza ferire nessuno. Gli arrestati sono cittadini libanesi. Le forze armate del Paese dei cedri hanno affermato che non sarebbero stati tollerati attacchi contro l'Unifil, ritenuta a Beirut un'importante forza di stabilizzazione a Sud del fiume Litani, vicino al confine israeliano. L'Unifil ha il compito di fungere da cuscinetto tra Israele e Libano dal marzo 1978 e di monitorare il cessate il fuoco del novembre 2024, che mirava a porre fine a oltre un anno di ostilita' tra Israele e Hezbollah. La tregua avrebbe dovuto prevedere il ritiro delle forze israeliane dal Libano e il disarmo di Hezbollah. La milizia sciita ha pero' rifiutato di deporre le armi e Israele ha reagito con continui attacchi su obiettivi di Hezbollah in territorio libanese. L'Unifil si e' piu' volte lamentata che le forze israeliane sparano spesso contro o nelle vicinanze delle loro postazioni. Mercoledi' scorso, per la prima volta in decenni, si sono svolti colloqui diretti tra funzionari civili israeliani e libanesi sul meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco.
Premio Cassin a Albanese, protestano comunità ebraiche
Il governo Basco ha attribuito a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite, il premio Rene' Cassin, per "il suo impegno a favore dei diritti umani". Secondo le motivazioni della giuria, Albanese "guidata dai principi di legalita', giustizia e dignita' umana, ha contribuito a far luce sulla situazione delle persone colpite dall'occupazione e dal conflitto, nonche' a promuovere la responsabilita' e il genuino rispetto dei diritti universali". Il premio Rene' Cassin creato nel 2003 con lo scopo di riconoscere le azioni eccezionali intraprese a sostegno dei diritti umani, sara' consegnato ad Albanese il 10 dicembre a Bilbao. La decisione del governo della comunita' autonoma basca e' stata duramente contestata dalle comunita' ebraiche di Francia e Spagna: "La Federazione delle comunita' ebraiche di Spagna e il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia esprimono il loro profondo disaccordo con l'assegnazione da parte del governo basco, del Premio Rene' Cassin per i diritti umani 2025 a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi", si legge in una dichiarazione delle due comunita'. "Le dichiarazioni antisemite e l'apparente complicita' nel terrorismo attribuite alla signora Albanese sono state chiaramente condannate da Francia, Germania, Stati Uniti e dalle principali organizzazioni ebraiche internazionali", aggiunge la nota. Secondo le comunita' ebraiche spagnola e francese, l'atteggiamento di Albanese "e' incompatibile con lo spirito del Premio Rene' Cassin, autore della Dichiarazione universale dei diritti umani, premio Nobel per la pace e fervente sostenitore della giustizia, che ha mantenuto un impegno incrollabile per la pace, la dignita' umana e il diritto del popolo ebraico a vivere in sicurezza. L'assegnazione di questo premio alla signora Albanese costituisce una distorsione dell'eredita' di Cassin e un grave fraintendimento dei valori dei diritti umani", concludono le comunita' ebraiche.
Merz sente Abu Mazen prima di visita Israele: "Riformi Anp"
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha esortato il presidente dell'Autorita' Nazionale Palestinese, Abu Mazen, ad attuare le riforme necessarie a svolgere un ruolo costruttivo nell'ordine postbellico a Gaza. Merz, che domani effettuera' la sua prima visita di Stato in Israele, ha avuto con Abu Mazen una "lunga" telefonata che si e' svolta in un'"atmosfera amichevole", si legge in una nota. "Il Cancelliere ha sottolineato il suo sostegno al piano di pace del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e ha accolto con favore la posizione di cooperazione dell'Autorita' Nazionale Palestinese", prosegue il comunicato, "l'Autorita' Nazionale Palestinese dovrebbe ora intraprendere con urgenza le riforme necessarie" in quanto "in caso di successo, potrebbe svolgere un ruolo costruttivo nell'ordine postbellico". Berlino ha ribadito che l'obiettivo finale deve essere una soluzione a due stati, che consenta di raggiungere "pace e sicurezza durature" sia per i palestinesi che per gli israeliani. Merz si rechera' oggi in Giordania e domani in Israele, dove incontrera' il primo ministro di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu. Merz diventera' quindi il primo cancelliere tedesco e il primo leader di un importante paese europeo a visitare Israele da quando la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per Netanyahu per il suo presunto coinvolgimento in crimini di guerra a Gaza.
L'Ue e il Qatar avviano i negoziati per partenariato strategico
L'Ue e il Qatar hanno annunciato l'avvio dei negoziati per un accordo di partenariato strategico, considerato "una tappa fondamentale nelle relazioni bilaterali" per rafforzare la cooperazione. L'annuncio è arrivato al termine di un incontro tra il primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e l'Alta rappresentante dell'Ue Kaja Kallas, a margine del Forum di Doha. "Riconoscendo il ruolo di primo piano del Qatar, in particolare i suoi importanti sforzi di mediazione a sostegno della pace e della risoluzione dei conflitti in diverse crisi, e l'impegno di principio dell'Ue nel salvaguardare l'ordine internazionale basato sulle regole, le due parti hanno ribadito la loro comune determinazione a collaborare più strettamente per sostenere la pace, la prosperità e la sicurezza nella regione", evidenzia Bruxelles in una nota, indicando che nel corso dei negoziati verranno esplorate "nuove strade per una maggiore cooperazione in settori prioritari di reciproco interesse".
Unicef: "A Gaza oltre 70 bimbi uccisi dallo scorso 10 ottobre"
"Secondo le notizie", a Gaza, dallo scorso 10 ottobre, quando è entrato in vigore un accordo di cessate il fuoco, "sono stati uccisi più di 70 bambini" nella Striscia: è quanto denuncia l'Unicef in un comunicato. "Il cessate il fuoco deve tradursi in una reale sicurezza per i bambini, non in ulteriori perdite. Ogni bambino ha il diritto di vivere. L'uccisione dei bambini deve finire ora", si legge. "Secondo le notizie - denuncia ancora l'Unicef - "lo scorso sabato due fratelli, di 8 e 11 anni, sono stati uccisi mentre andavano a prendere la legna per tenere al caldo le loro famiglie. Mercoledì altri due bambini, di 8 e 10 anni, sono stati uccisi nelle loro tende improvvisate. Queste non sono statistiche. Questi erano bambini, che dovrebbero giocare, studiare, sognare un futuro".
Merz parla con Mahmud Abbas prima di viaggio in Israele
Il Cancelliere tedesco Friedrich Merz ha parlato al telefono con il Presidente dell'Anp Mahmud Abbas prima di partire per una visita in Israele, ha reso noto il portavoce del governo, Stefan Kornelius A Mahmud Abbas, Merz ha chiesto di procedere "con le riforme che sono necessarie in modo urgente" dell'Autorità in modo da consentire che "svolga un ruolo costruttivo nell'ordine del dopo guerra". Merz ha inoltre riconosciuto "l'atteggiamento cooperativo dell'Anp". Il Cancelliere si fermerà in Giordania, per un incontro con Re Abdullah II, e poi arriverà a Gerusalemme, per incontrare fra gli altri il Premier Benjamin Netanyahu.
Fidan: "Convergenza con Trump su Siria, Ucraina e Gaza"
I tentativi di mediazione per la pace del presidente americano Donald Trump sono in linea con le strategie della Turchia. Una convergenza su cui si e' soffermato oggi il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, intervenuto in occasione di un forum in Qatar. "Abbiamo sempre agito per portare pace e stabilita'. Lo abbiamo fatto a Gaza, in Ucraina, in Siria, dove le cose ora iniziano a funzionare. Le mediazioni e i tentativi di portare la pace messi in atto da Trump convergono con gli interessi della Turchia. Per noi l'obiettivo e' realizzare una politica umanitaria nelle regioni afflitte da guerre e conflitti", ha detto Fidan.
Ambasciature Israele negli Usa ai libanesi: "Vogliamo pace con voi"
Mano tesa ai libanesi dall'ambasciatore israeliano negli Stati Uniti, Yechiel Leiter. In un'intervista pre registrata pubblicata dal quotidiano libanese in lingua inglese 'This is Beirut', il diplomatico assicura che "desideriamo ardentemente perseguire la pace con voi". Leiter afferma, inoltre, che le preoccupazioni di Israele sono esclusivamente legate alla sicurezza: "Non abbiamo problemi con il vostro territorio. Abbiamo problemi solo con la nostra sicurezza. Quando siamo minacciati, dobbiamo reagire". Guardando al futuro, l'ambasciatore parla di potenziali legami bilaterali economici e turistici, immaginando "israeliani in visita a Beirut" e "libanesi in visita a Gerusalemme". Paragona le possibilita' delle relazioni israelo-libanesi agli Accordi di Abramo firmati con gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, aggiungendo: "Penso che possiamo chiaramente passare agli Accordi di Abramo 2.0. Dobbiamo ampliare l'ampio rapporto di moderazione in Medio Oriente".
Fidan: "Missione Gaza problematica, serve realismo"
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha sottolineato l'incertezza e chiesto "realismo" rispetto alla missione per la stabilizzazione della Striscia di Gaza che il presidente americano Donald Trump vorrebbe far partire 2026. "Quando parliamo di una missione da parte di una forza internazionale di stabilizzazione dobbiamo essere realisti alla luce di quella che e' la realta' sul campo", ha detto Fidan a un forum nella capitale del Qatar, Doha. Parole che arrivano dopo che la Turchia ha offerto di schierare militari e operatori umanitari nella Striscia di Gaza trovando pero' la ferma opposizione di Israele. Ankara ha avuto un ruolo chiave nella mediazione garantendo per i palestinesi di Hamas, allo stesso tempo il governo turco si e' contraddistinto per le dure critiche allo Stato di Israele, con cui ha interrotto legami diplomatici e commerciali. "Sono in corso discussioni su come formare questa forza internazionale, quali saranno gli specifici obiettivi e le regole di ingaggio. Tra l'altro la lista dei Paesi partecipanti e il sistema di comando non sono ancora definiti. La nostra priorita' e' che questa forza internazionale divida israeliani da palestinesi in modo da evitare scontri", ha dichiarato Fidan. Fidan ha ribadito anche che il proprio Paese "vuole intervenire ed e' pronto a fare di tutto per contribuire al processo di pace in corso" Una transizione che passa anche attraverso l'addestramento della polizia palestinese che agira', secondo quanto aggiunto dal ministro turco, per conto di "un amministrazione palestinese sotto l'egida di un Consiglio di pace guidato da Donald Trump".
Crocieristi israeliani a Brindisi, tensione con comitato Pro Pal
Si sono vissuti momenti di tensione ieri mattina a Brindisi, nei pressi del lungomare, all'arrivo della nave da crociera 'Crown Iris', partita da Haifa e con a bordo decine di turisti israeliani. A poca distanza dalla banchina dove c'è stato l'attracco era stato organizzato un sit-in di protesta del 'Comitato contro il genocidio del popolo palestinese'. Agli slogan e agli striscioni contro Israele da parte degli aderenti alla protesta i turisti hanno risposto con gesti offensivi. Una volta a terra, poi, c'è stato quasi un contatto fisico tra alcuni componenti del gruppo in vacanza, ed i membri del comitato. L'intervento delle forze dell'ordine, che stavano già presidiando l'area ha evitato che la situazione degenerasse.
Media: "3 palestinesi uccisi e diversi altri feriti dall'Idf nel nord di Gaza"
Tre palestinesi sono stati uccisi e diversi altri feriti dalle forze militari israeliane a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, rende noto al Jazeera citanto fonti dell'ospedale Shifa di Gaza. Due persone sono uccise nel raid di un drone, precisa l'agenzia palestinese Wafa.
Commissaria Ue a Washington: "Ora ricostruire Gaza insieme"
La commissaria Ue Dubravka Suica, in missione negli Stati Uniti, ha incontrato il sottosegretario per gli aiuti esteri Jeremy Lewin a Washington. "Mantenere la pace e la stabilità in Medio Oriente è la nostra priorità comune", ha scritto Suica su X, evidenziando che "il prossimo grande passo" che Ue e Usa devono compiere "insieme è il recupero e la ricostruzione di Gaza". "Dopo gli sforzi guidati dagli Stati Uniti che hanno garantito il cessate il fuoco, ora è il momento di guardare avanti: garantire la tenuta del cessate il fuoco, eliminare la minaccia del terrorismo e raggiungere sicurezza e stabilità a lungo termine", ha sottolineato.
Turchia: "In corso i colloqui per la Forza di pace a Gaza"
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan ha affermato che i negoziati sulla Forza internazionale di stabilizzazione (Isf) a Gaza, compresi il suo mandato e le sue regole di ingaggio, sono ancora in corso. Lo riferiscono i media israeliani. "L'obiettivo principale" della Forza dovrà essere quello di "separare israeliani e palestinesi lungo il confine", ha aggiunto Fidan al Forum di Doha. La Turchia è disposta a inviare un proprio contingente a Gaza nell'ambito della Forza di pace ma Israele vi si oppone.
Fassino: "Sorpreso da reazione Pd, condanno Netanyahu ma rischioso parlare di genocidio"
''Sono stato in visita al Parlamento israeliano per via di un protocollo tra Italia e Israele rinnovato in ogni legislatura, di cui fanno parte cinque parlamentari. Io rappresento il Pd, motivo per cui sono sorpreso della reazione assurda che c’è stata e non capisco dove sia lo scandalo. Abbiamo avuto incontri con tutti, maggioranze, opposizioni, esponenti della società e delle autorità religiose, questo era l’obiettivo della missione in seguito all’adozione del piano Trump''. Lo ha detto Piero Fassino, parlamentare del Pd, ospite di Radio Cusano Campus, nel programma 'Battitori Liberi', condotto da Gianluca Fabi e Savino Balzano. "Ho sottolineato che Israele è un Paese democratico, importante e libero, e ribadisco -ha rimarcato- che i governi passano ma i paesi restano. Questa mia frase ha sollevato scandalo. Dire che Israele è una democrazia non è una bestemmia. Ho sempre criticato duramente il governo Netanyahu, così come lo fanno migliaia di persone in Israele, ma non confondo un governo con uno stato - ha proseguito l’Onorevole - Israele è un Paese democratico, con una libera stampa e una magistratura indipendente che ha anche messo sotto accusa il primo ministro. Se si vuole davvero costruire la soluzione due popoli due stati bisogna riconoscere i diritti dei palestinesi ma anche che Israele esiste. Si sono diffusi talmente tanti episodi di antisemitismo verso gli ebrei che sono un’aberrazione assoluta”. “Io critico Netanyahu, ma ho sempre pensato che la parola genocidio sia rischiosissima. Il genocidio è una cosa precisa, è l’annientamento di un popolo con azioni di soppressione, come quello dei nazisti nel ghetto di Varsavia. A Gaza non è successo questo, c’è stata una guerra con un numero di vittime enormi, crimini e violazioni di diritti umane, ma vanno date le giuste definizioni: un crimine non è necessariamente genocidio - ha concluso Fassino - Il grande tema che secondo me deve impegnare la comunità internazionale è ricostruire una fiducia tra le parti che consenta poi di fare un negozio: senza fiducia la pace non la fai”.
Papa: "S.Sede non rimarrà in silenzio davanti ingiustizie mondo"
"La Santa Sede non rimarra' in silenzio di fronte alle gravi disparita', alle ingiustizie e alle violazioni dei diritti umani fondamentali nella nostra comunita' globale, sempre piu' frammentata e incline ai conflitti". Lo ha ribadito Papa Leone XIV ricevendo i tredici nuovi ambasciatori presso la Santa Sede di Uzbekistan, Moldavia, Bahrein, Sri Lanka, Pakistan, Liberia, Thailandia, Lesotho, Sud Africa, Figi, Micronesia, Lettonia e Finlandia, in occasione della presentazione delle Lettere credenziali. Il Pontefice ha auspicato "un rinnovato impegno multilaterale" che rivitalizzi gli organismi internazionali "istituiti per risolvere le controversie tra le nazioni" in un "momento in cui e' assolutamente necessario". La diplomazia della Santa Sede "e' costantemente orientata a servire il bene dell'umanita', soprattutto facendo appello alle coscienze e rimanendo attenta alle voci di coloro che sono poveri, in situazioni vulnerabili o emarginati dalla societa'", ha ricordato Leone. "Confido che insieme potremo mettere in luce le situazioni di coloro che sono nel bisogno e che troppo spesso vengono dimenticati, e che il nostro impegno comune ispirera' la comunita' internazionale a gettare le basi per un mondo piu' giusto, fraterno e pacifico", ha sottolineato. "Speranza" e "pace" sono poi le due parole chiave che il Papa indica ai diplomatici. Speranza alla luce del Giubileo a essa dedicata, celebrazione che chiama tutti "a ritrovare la fiducia di cui abbiamo bisogno, nella Chiesa e nella societa', nelle nostre relazioni interpersonali, nelle relazioni internazionali e nel nostro compito di promuovere la dignita' di tutte le persone e il rispetto del dono di Dio della creazione", ha precisato il Pontefice. E poi: pace. Ricordando le sue prime parole dalla Loggia delle Benedizioni come vescovo di Roma "Pace a voi", invitando a una "pace disarmata e disarmante", il Pontefice ha sottolineato che "la pace non e' semplicemente assenza di conflitto, ma un dono attivo ed esigente, che si costruisce nel cuore e dal cuore" che "chiama ciascuno di noi a rinunciare all'orgoglio e alla vendetta e a resistere alla tentazione di usare le parole come armi". Ed e' questa una visione diventata piu' che mai "urgente" oggi, poiche' "la tensione e la frammentazione geopolitiche continuano ad aggravarsi in modi che gravano sulle nazioni e che mettono a dura prova i legami della famiglia umana".In particolare sono poveri ed emarginati a soffrire piu' degli altri a causa di questi sconvolgimenti. In tal senso Leone XIV richiama l'esortazione apostolica Dilexi Te per rimarcare ancora che il mondo "non puo' permettersi di distogliere lo sguardo da coloro che sono facilmente resi invisibili dai rapidi cambiamenti economici e tecnologici". Auspica, allora, Papa Leone, che la missione diplomatica come pure le relazioni costruttive tra Santa Sede e diverse nazioni, possano offrire "un aiuto concreto" nell'affrontare queste "gravi preoccupazioni".
Waltz in Israele e Giordania: "Impegno Usa per pace"
L'ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite Mike Waltz e' in visita da oggi in Giordania e successivamente in Israele. Una visita, riferiscono i media israeliani citando Waltz, che dimostra "il profondo impegno degli Stati Uniti nel promuovere la stabilita' regionale, attuare il piano in 20 punti del presidente Trump per Gaza e promuovere gli obiettivi della risoluzione 2803 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che stabilisce la strada da seguire per la regione". Durante la visita, iniziata oggi e che proseguira' fino a mercoledi', Waltz incontrera' il re Abdullah in Giordania, per poi recarsi a Gerusalemme dove avra' colloqui con il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog.
Media: la milizia anti-Hamas a Gaza ha già un nuovo leader
E' Rasan al Dahini il nuovo comandante delle Forze Popolari Gaza Palestina, la controversa milizia anti-Hamas di Rafah sostenuta da Israele, che ha preso il posto di Abu Shabab ucciso giovedì in uno scontro a fuoco nella Striscia. Lo riferisce Channel 12. Dahini, 39 anni, ex jihadista, era il vice di Shabab e ha promesso che continuerà a combattere Hamas: "Li combatto, arresto i loro uomini, confisco le loro attrezzature e li caccio via. Faccio ciò che meritano in nome del popolo e delle persone libere", ha sottolineato dopo aver pubblicato un video per "dimostrare che le Forze popolari continuano a lavorare", ha detto in un'intervista al canale israeliano. "Prepareremo l'area per i civili, punteremo a un'area in cui solo le forze armate siano dotate di armi. Lì ci sono civili che credono nella pace. Stiamo preparando un luogo sicuro dove poterli accogliere adeguatamente", ha concluso.
Qatar: "Tregua Gaza incompleta senza ritiro totale Israele"
Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza non sara' completato finche' le truppe israeliane non si ritireranno dal territorio palestinese, nell'ambito del piano di pace sostenuto da Washington e dall'Onu. Lo ha dichiarato primo ministro del Qatar, Paese mediatore. "Ora siamo nel momento critico. Non possiamo ancora considerarlo un cessate il fuoco, un cessate il fuoco non puo' essere completato senza un ritiro completo delle forze israeliane e il ritorno della stabilita' a Gaza", ha detto il premier del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, al Doha Forum, una conferenza diplomatica annuale nella capitale dello Stato del Golfo. Al Thani, citato dal media qatarino al Araby, ha tuttavia aggiunto i mediatori stanno lavorando insieme per passare alla fase successiva dell'accordo tra Israele e Hamas.
Capo milizia pro Israele: "Niente paura Hamas, pugno duro"
Ghassan al-Dahini, il nuovo capo della milizia "Forze Popolari" sostenuta da Israele nel sud di Gaza, ha affermato di non aver paura di Hamas e promette di intensificare i combattimenti. Lo ha detto in un'intervista a Channel 12, impegnandosi a rafforzare le operazioni del suo gruppo contro Hamas dopo l'uccisione del suo precedente leader, Yasser Abu Shabab. Al-Dahini, 39 anni, proviene dalla tribù beduina al-Tarabin - la stessa tribu' di Abu Shabab - e in precedenza ha comandato il braccio armato della milizia sotto la sua guida. Prima di unirsi al gruppo, ha prestato servizio come ufficiale nell'apparato di sicurezza dell'Autorita' Nazionale Palestinese fino alla presa di Gaza da parte di Hamas nel 2007, secondo Channel 12. In seguito, sarebbe diventato comandante di Jaish al-Islam, strettamente legato allo Stato Islamico, ed e' stato a un certo punto arrestato da Hamas e inserito tra gli individui piu' ricercati del gruppo.
Merz atteso in Giordania, poi visita in Israele
Missione in Giordania e Israele per Friedrich Merz. E' la prima volta che il cancelliere tedesco si reca in visita nei due Paesi da quando ha assunto l'incarico lo scorso maggio. Ad Amman è prevista la prima tappa della missione, con i colloqui con re Abdullah II. In serata sarà ricevuto a Gerusalemme dal presidente israeliano Isaac Herzog. Per domani è atteso il faccia a faccia con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Merz visiterà lo Yad Vashem. Al centro della missione, le relazioni tra Israele e Germania e la situazione nella Striscia di Gaza.
Eurovision 2026, quanto costa il boicottaggio anti-Israele
Spagna, Paesi Bassi, Slovenia e Irlanda hanno scelto di opporsi alla decisione dell'Ebu di mantenere Israele in gara. Ma che cosa significa in termini di numeri? La defezione di questi quattro Paesi porterà una perdita immediata di quasi 10 milioni di spettatori rispetto alla finale 2025. Numeri che potrebbero aumentare ulteriormente, nel caso in cui altri decidessero di adottare la stessa linea.
Eurovision 2026, quanto costa il boicottaggio anti-Israele
Vai al contenutoWaltz: da oggi al 10 dicembre in Israele e Giordania.
L'inviato statunitense alle Nazioni Unite conferma che visiterà Israele nei prossimi giorni, nell'ambito di un viaggio in Medio Oriente. Una dichiarazione dell'ufficio dell'ambasciatore Mike Waltz afferma che si recherà in Giordania e nello Stato ebraico tra il 6 e il 10 dicembre. Waltz sottolineerà "l'impegno degli Stati Uniti - si legge nella nota - nel promuovere la stabilità regionale, attuando il Piano in 20 punti del presidente" americano Donald "Trump per Gaza e sostenendo gli obiettivi della Risoluzione 2803 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che stabilisce la strada da seguire per la regione". Waltz incontrerà il premier Benjamin Netanyahu e il presidente Isaac Herzog "per promuovere la cooperazione tra Stati Uniti e Israele alle Nazioni Unite e discutere le priorità comuni per la sicurezza regionale e gli aiuti umanitari", secondo la dichiarazione. Il suo itinerario in Israele include anche visite al valico di Kerem Shalom. In Giordania, Waltz incontrerà Re Abdullah II e il ministro degli Esteri Ayman Safadi; la dichiarazione degli Stati Uniti cita il "ruolo fondamentale della monarchia nel facilitare gli aiuti umanitari a Gaza".