Gaza, Hamas: "Se l'occupazione finirà consegneremo le armi"

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Il leader di Hamas Khalil al-Hayya ha dichiarato che "le armi di Hamas verranno consegnate se l'occupazione finirà". Un alto dirigente di Hamas ha dichiarato ad Al Jazeera che "oggi ci sarà un ingresso in nuove aree della Striscia per cercare i corpi degli ostaggi". Droni Usa sorvegliano la Striscia per assicurarsi che Israele e Hamas rispettino il cessate il fuoco

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"Le armi di Hamas sono legate all'esistenza dell'occupazione e dell'aggressione israeliana e, se l'occupazione dovesse finire, queste armi verrebbero consegnate allo Stato". Lo ha detto, in un'intervista esclusiva con al Jazeera, il leader di Hamas Khalil al-Hayya in cui ha affrontato una serie di questioni, dalle opinioni del gruppo sulla futura governance di Gaza alla sua disponibilità a disarmarsi. Khalil al-Hayya, alto dirigente di Hamas, ha dichiarato ad Al Jazeera che "oggi ci sarà un ingresso in nuove aree della Striscia per cercare i corpi degli ostaggi".

Nel frattempo, gli Usa hanno iniziato a operare con droni di sorveglianza sopra la Striscia, come occhi per assicurarsi che Israele e Hamas rispettino il cessate il fuoco. 

L'Idf ha reso noto di aver effettuato un attacco con droni a Nuseirat, nella zona centrale di Gaza, prendendo di mira un agente della Jihad islamica palestinese che stava pianificando un "attacco imminente" contro le truppe.

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La questione israelo-palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell'ottobre del 2025

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Accordo Israele-Hamas, chi sono i prigionieri palestinesi che sono stati rilasciati

L'accordo sulla prima fase del piano Trump per la fine della guerra a Gaza prevede la liberazione di 20 ostaggi israeliani e di circa 2mila detenuti palestinesi: 250 ergastolani, condannati per attentati e omicidi, e 1.722 incarcerati dal 7 ottobre 2023, non coinvolti nell'attacco di Hamas, tra cui anche 22 minorenni.

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Mattarella: speranza da Gaza si estenda a Ucraina

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Venti persone rapite nell’attacco del 7 ottobre 2023 sono state liberate, consegnate alla Croce Rossa e riportate in Israele. Ecco le loro storie

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Unifil: "Attacco Idf a nostra pattuglia, nessun ferito"

Questo pomeriggio "un drone israeliano si è avvicinato a una pattuglia Unifil in azione nei pressi di Kfar Kila e ha sganciato una granata. Pochi istanti dopo, un carro armato israeliano ha sparato contro le forze di peacekeeping. Fortunatamente, non sono stati causati feriti o danni alle forze di peacekeeping e ai mezzi dell'Unifil". Lo scrive in una nota la forza di pace Onu in Libano

"Idf si ritirano da zone ricerche corpi per evitare scontri"

Le Forze di Difesa israeliane si stanno ritirando dall'area in cui sono in corso le ricerche di civili rapiti nel territorio controllato da Israele oltre la Linea Gialla, per timore di uno scontro con membri di Hamas e a seguito delle pressioni dei Paesi mediatori. Lo scrive Ynet citando fonti vicine alla vicenda.

Mattarella: "Speranza da Gaza si estenda a Ucraina"

"L'auspicio è che la "scintilla di speranza", come l'ha definita Leone XIV, innescata in Terra Santa si estenda anche all'Ucraina, dove le iniziative negoziali stentano ancora a prendere concretezza mentre le sofferenze di bambini, donne, uomini procurate dall'aggressione russa non accennano a diminuire. Quanto avviene ci impone di perseverare in una risposta comune, equilibrata, mossa dal senso di giustizia e di rispetto per la legalità internazionale, dalla vigenza universale dei diritti dell'uomo. Sono i principi in cui si riconosce la Repubblica Italiana". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo all'Incontro Internazionale "Osare la Pace" organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio.

Procura Israele: "Incostituzionale ddl che blocca processo Bibi"

L'ufficio del Procuratore Generale israeliano ha duramente criticato il disegno di legge presentato alla Knesset che consentirebbe di ritardare senza limiti il ;;processo in corso contro Benyamin Netanyahu, definendolo "incostituzionale" e affermando che danneggerebbe gravemente il principio di uguaglianza davanti alla legge e l'indipendenza del sistema giudiziario. Lo riporta il Times of Israel.    Il disegno di legge è stato proposto dal parlamentare di estrema destra Limor Son Har-Melech del partito Otzma Yehudit e sarà esaminato oggi dalla Commissione Ministeriale per la Legislazione, che deciderà se il governo sosterrà il disegno di legge alla Knesset. Il ddl, che consiste in una sola frase operativa, consentirebbe alla Commissione della Camera della Knesset di ritardare il processo a un primo ministro o a un ministro del governo in qualsiasi momento dopo un'incriminazione e prima di una sentenza definitiva.    "Il disegno di legge consente a considerazioni politiche di insinuarsi nel processo penale, danneggiando gravemente l'integrità del processo penale, il principio di uguaglianza davanti alla legge, l'indipendenza del sistema giudiziario e delle forze dell'ordine e il principio di separazione dei poteri", scrivono due vice della procuratrice generale Gali Baharav-Miara, secondo i quali il testo normativo è stato redatto per aiutare il premier a "sfuggire alla giustizia". "In considerazione della profonda e fondamentale violazione dei principi fondamentali di un regime democratico, nonché dell'impatto diretto del disegno di legge sugli interessi personali del primo ministro, la proposta è incostituzionale e deve essere contrastata", continua il documento.    Poiché si tratta di un disegno di legge di iniziativa parlamentare e non di un disegno di legge governativo, l'opposizione dell'Ufficio del Procuratore non ne impedirà l'avanzamento, qualora il governo decidesse per il via libera.

Crosetto: "Tempi lunghi, interverremo quando necessario"

"Un'ipotesi per la pacificazione è difficile da fare. Cito sempre come esempio il Kosovo: siamo da 30 anni lì ed è ancora difficile mantenere la pace, figuriamoci in un luogo come Gaza, dove lo scontro dura da decenni e decenni e dove le ferite che si sono aperte negli ultimi anni dureranno probabilmente ancora per altri decenni. Sarà una cosa lunghissima. Non aspettiamoci che i tempi di soluzione delle crisi tra popoli o tra nazioni si risolvano col tempo con cui risolviamo le crisi familiari". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo a margine della cerimonia di consegna della Bandiera di combattimento a Nave Trieste rispondendo sulla situazione in Medio Oriente.

Media: "Comandante locale Hezbollah ucciso in raid Idf nel sud del Libano"

Un attacco di droni israeliano ha colpito un’area nei pressi della città di Naqoura, nel sud del Libano, causando la morte di una persona. Lo riportano i media libanesi, citati dal Times of Israel.  L’emittente saudita al-Hadath riferisce che l’obiettivo e vittima del raid sarebbe stato Abd a-Sayed, comandante delle forze di Hezbollah nella zona.

Israele, Procuratore generale: rinvio processo Netanyahu è incostituzionale

Il procuratore generale di Israele, Gali Baharav-Miara, ha definito "incostituzionale" la proposta di legge destinata a consentire il rinvio dei processi per corruzione contro il primo ministro, Benjamin Netanyahu. Il testo, che dovrebbe essere approvato oggi in prima lettura, secondo il Procuratore "consente a considerazioni politiche di interferire nel processo penale, compromettendone gravemente la purezza, il principio di uguaglianza davanti alla legge, l'indipendenza della magistratura e delle forze dell'ordine e il principio di separazione dei poteri".

Netanyahu: "Non mi serve un via libera per colpire i nemici di Israele"

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato di non aver bisogno di alcun via libera per colpire i nemici di Israele, che è uno "Stato indipendente". "La nostra politica di sicurezza è nelle nostre mani", ha detto durante una riunione di gabinetto, prima di aggiungere: "Rispondiamo a nostra discrezione agli attacchi, come abbiamo visto in Libano e più recentemente a Gaza". Netanyahu ha parlato dopo una settimana in cui ha ricevuto visite da una serie di alti funzionari statunitensi che cercavano di consolidare il cessate il fuoco in vigore a Gaza dal 10 ottobre.

Netanyahu: "Veto Israele sui membri della forza a Gaza" (2)

Netanyahu ha aggiunto che Israele sarà l'unico a decidere quali Paesi ammettere a fare parte della forza internazionale.    In base all'accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele, mediato dagli Stati Uniti, una coalizione di potenze prevalentemente arabe e musulmane schiererà truppe nel territorio palestinese. Ma Netanyahu, che si oppone al ruolo della Turchia, sua rivale regionale, ha dichiarato: "Abbiamo chiarito che, per quanto riguarda le forze internazionali, Israele determinerà quali forze sono per noi inaccettabili".

Netanyahu: "Veto Israele sui membri della forza a Gaza"

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele avrà il diritto di veto sui membri della forza di sicurezza Gaza.

Yemen, Houthi arrestano tre collaboratori Onu presunte spie israeliane

Gli Houthi dello Yemen hanno arrestato tre collaboratori locali delle Nazioni Unite, accusandoli di spionaggio per Israele, secondo quanto riferito all'Afp da una fonte di sicurezza del gruppo ribelle. La fonte ha spiegato che "due donne che lavorano per il Programma Alimentare Mondiale sono state prelevate dalle loro abitazioni sabato" nella capitale Sana'a, controllata dai ribelli, mentre "un uomo yemenita che lavora anch’egli per il Wfp è stato arrestato nella notte". La fonte ha aggiunto che "i servizi di sicurezza e intelligence di Sana'a hanno ancora una lista di persone ricercate per collaborare con il nemico israeliano e americano".  Si tratta degli ultimi episodi di una serie di arresti che hanno colpito personale locale delle Nazioni Unite e altre organizzazioni no-profit: solo questa settimana sette dipendenti locali dell’Onu erano stati fermati con accuse simili di collaborazione con Israele. Lo scorso venerdì l’Onu ha denunciato che dal 2021 gli Houthi hanno arrestato 55 tra i suoi collaboratori. Il leader ribelle Abdulmalik al-Huthi ha accusato alcune agenzie Onu, tra cui Wfp e Unicef, di aver partecipato a "spionaggio aggressivo" e di aver avuto un ruolo nei raid israeliani che ad agosto hanno colpito un incontro di governo, uccidendo il primo ministro ribelle.

Pizzaballa: "Pace non è tregua ma ascoltare ragioni dell'altro"

"Dio insegna a fare giustizia e lo fa perdonando" mentre "quanta sofferenza si può causare con la propria idea di giustizia". Lo ha detto il cardinale di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa nell'omelia della messa a San Giovanni in Laterano che ha aperto l'incontro della Comunità di Sant'Egidio "Osare la pace". Pizzaballa ha parlato della situazione in Terra Santa: "Un odio e profondo e lacerante ci ha invaso. C'era già ma oggi le proporzioni sono enormi", "ognuno è convinto di essere nel giusto". E quindi occorre "una conversione" perché "la pace non si costruisce con le dichiarazioni ma con cuori aperti a Dio e all'ascolto di Dio e dell'altro. La pace non è una tregua: è riconoscere la verità e la dignità di ogni uomo". Ci sono tuttavia "tanti testimoni che sono strumento di consolazione e speranza. Sono loro che potranno ricostruire dalle macerie".  La messa che apre l'evento di Sant'Egidio si è tenuta nella basilica di San Giovanni con 2mila presenti e almeno 8mila collegati dalle varie sedi della Comunità a Roma, in Italia e all'estero. Le offerte raccolte nella messa sono state destinate alla comunità di Gaza e consegnate allo stesso Patriarca Pizzaballa. Tra i concelebranti anche il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi, l'arcivescovo di Kiev Vitalij Kryvyckyj, il cardinale di Kinshasa Fridolin Ambongo, il cardinale di Baghdad Luis Sako.   L'evento comincerà invece nel pomeriggio alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'incontro internazionale della Comunità di Sant'Egidio, che vedrà fino a martedì i leader di tutte le fedi, nel cosiddetto "spirito di Assisi", dialogare per immaginare concreti cammini di pace, si colloca in un momento storico difficile, con il perdurare dei conflitti, non solo in Ucraina e a Gaza ma nelle tante guerre disseminate nel mondo spesso dimenticate. Per il Presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, questi momenti sono fondamentali per "osare la pace in un frangente nel quale tutto sembra dire il contrario. Occorre invece unire gli sforzi, mobilitare tutti nel mondo della politica, della cultura, della società e i leader religiosi. Non possiamo e non vogliamo rassegnarci ad un destino di guerra ma rafforzare la consapevolezza che invece il nostro deve diventare un destino di pace".

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Media: "Israele voleva bloccare aiuti ma Trump l'ha impedito"

Dopo che da diversi giorni Hamas non è riuscita a consegnare i corpi ancora mancanti degli ostaggi, Israele ha preso in considerazione l'idea di interrompere le consegne di aiuti a Gaza nel fine settimana per fare pressione sul gruppo terroristico affinché rispettasse i termini dell'accordo di cessate il fuoco. Lo scrive Channel 12. L'emittente afferma che però l'amministrazione Trump avrebbe bloccato la mossa, temendo che avrebbe portato al crollo della tregua. "Per quanto lo riguarda, mettere in pericolo gli aiuti umanitari è una linea rossa", hanno affermato i funzionari statunitensi, riferendosi al presidente Donald Trump. Ieri Trump aveva intimato ad Hamas di rilasciare i corpi degli ostaggi nelle prossime 48 ore, in linea con i termini dell'accordo.

Katz: "Ordine a Idf di distruggere i tunnel di Gaza"

L'esercito israeliano ha ricevuto l'ordine di iniziare a distruggere i tunnel sul lato israeliano della 'Linea Gialla' di Gaza, la parte del territorio palestinese della Striscia che rimane sotto il controllo israeliano. Lo ha comunicato su X il ministro della Difesa israeliano Israel Katz. Katz ha spiegato che la distruzione dei tunnel era la "missione centrale" dell'esercito, sostenendo che il 60% delle strutture è ancora intatto. "Ho dato istruzioni all'Idf di porre la questione della distruzione dei tunnel come missione centrale ora nell'area gialla sotto il nostro controllo" ha scritto.

Hamas: "Se l'occupazione finirà consegneremo le armi" (2)

Hamas, ha detto il leader, non ha riserve nel trasferire le responsabilità amministrative di Gaza a qualsiasi organismo nazionale palestinese e vuole anche che si tengano elezioni in tutta la Palestina. "Accettiamo le forze delle Nazioni Unite come osservatori di frontiera e di controllo del cessate il fuoco a Gaza", ha detto. Sulla consegna dei corpi degli ostaggi Israeliani non ancora restituiti, oggi, ha detto, si entrerà in nuove aree per cercare i cadaveri. Infine, sul tema della quantità di aiuti che entrano nella Striscia di Gaza al-Hayya si è detto insoddisfatto e ha chiesto ai mediatori di intervenire. Gaza, è stato il suo calcolo, ha bisogno di 6.000 camion al giorno, non solo di 600, aggiungendo che, per Hamas, Israele sta ancora ritardando l'ingresso degli aiuti.

Hamas: "Se l'occupazione finirà consegneremo le armi"

"Le armi di Hamas sono legate all'esistenza dell'occupazione e dell'aggressione israeliana e, se l'occupazione dovesse finire, queste armi verrebbero consegnate allo Stato". Lo ha detto, in un'intervista esclusiva con al Jazeera, il leader di Hamas Khalil al-Hayya in cui ha affrontato una serie di questioni, dalle opinioni del gruppo sulla futura governance di Gaza alla sua disponibilità a disarmarsi. Il futuro delle armi, ha spiegato, è ancora in fase di discussione con le altre fazioni armate e i mediatori. La versione integrale verrà trasmessa stasera.

Israele-Palestina, da Oslo a Sharm el-Sheikh: i piani di pace negli ultimi decenni

Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell'accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l'impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese.

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Hamas: "Oggi nuovi ingressi a Gaza per cercare corpi degli ostaggi"

Khalil al-Hayya, alto dirigente di Hamas, ha dichiarato ad Al Jazeera che "oggi ci sarà un ingresso in nuove aree della Striscia per cercare i corpi degli ostaggi". Nella notte, forze egiziane e mezzi pesanti sono entrati a Gaza per assistere nelle operazioni di recupero, in coordinamento con le autorità locali. Al-Hayya ha inoltre annunciato che Hamas è pronta a trasferire "tutto il controllo amministrativo della Striscia di Gaza al comitato temporaneo, compresa la sicurezza". Il movimento palestinese aveva già espresso l’intenzione di affidare la gestione del territorio a una commissione composta da palestinesi indipendenti e senza affiliazione politica, ma tale organismo non è ancora stato formalmente istituito.

Quanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra

All'indomani della firma ufficiale dell'accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla "fase 2" del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

Dagli ostaggi liberati alle vittime: i numeri della guerra a Gaza

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Gaza, Hamas giustizia palestinesi in strada dopo la tregua: che cosa succede

Mentre il cessate il fuoco a Gaza sembra reggere, e Israele e Hamas hanno iniziato i negoziati sulla seconda fase del piano Trump, dalla Striscia sono arrivate nei giorni scorsi notizie di esecuzioni pubbliche e gambizzazioni compiute dai miliziani del gruppo. Secondo diversi fonti, si tratterebbe di regolamenti di conti e veri e propri scontri tra l’organizzazione terroristica e gruppi locali, soprattutto per il controllo del territorio dopo che le truppe dell’IDF si sono ritirate a seguito del cessate il fuoco

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“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza

Mentre regge - a fatica - il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

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Gaza, il nuovo piano Usa: ipotesi divisione della Striscia in due parti. Cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l'altra sotto Hamas. L'ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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Droni Usa per la tregua: "Israele usa milizie anti-Hamas"

Gli Stati Uniti non vogliono rischiare una nuova crisi del cessate il fuoco a Gaza come quella degli scontri di Rafah della scorsa settimana. Così, accanto al lavoro del comitato Cmcc istituito nel sud di Israele - dove sono arrivati anche i primi diplomatici e un generale dall'Italia - gli Usa hanno iniziato a operare con droni di sorveglianza sopra la Striscia, come occhi per assicurarsi che Israele e Hamas rispettino il cessate il fuoco. Una mossa, giudicata dagli esperti quantomeno sorprendente, che potrebbe suggerire una mancanza di trasparenza nei rapporti tra Israele e Stati Uniti.

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