La premier Meloni ha sentito al telefono il primo ministro israeliano Netanyahu chiedendo di "porre immediatamente fine alle ostilità, a fronte di una situazione a Gaza che è insostenibile". Il Regno Unito riconoscerà a settembre lo Stato palestinese. Parigi approva la scelta. Anche Canada e Australia valutano il riconoscimento. "Non ne abbiamo parlato e non abbiamo un'opinione" ha detto Trump dopo l'incontro con Starmer. La carestia nella Striscia è confermata dall'osservatorio dell'Onu sulla fame globale
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La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto questa sera una conversazione telefonica con il primo ministro dello Stato d'Israele, Benjamin Netanyahu. Lo comunica Palazzo Chigi. Meloni "ha insistito sulla necessità di porre immediatamente fine alle ostilità, a fronte di una situazione a Gaza che - ha sottolineato - è insostenibile ed ingiustificabile".
Il Regno Unito riconoscerà a settembre lo Stato palestinese. È quanto emerge da una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri a Londra. Il cambio di linea del premier Starmer è dovuto alla pressione politica interna alla Gran Bretagna aumentata a causa dell'aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza, con parlamentari e membri del governo laburista che sollecitano il riconoscimento della Palestina dopo la mossa della Francia. Parigi approva la scelta: 'Insieme riapriamo una prospettiva di pace'. "Non ne abbiamo parlato e non abbiamo un'opinione" ha detto Trump dopo l'incontro con Starmer. Anche Canada e Australia valutano il riconoscimento dello Stato di Palestina.
La carestia nella Striscia è confermata dal monitoraggio dell'osservatorio dell'Onu sulla fame globale. Ancora morti per gli aiuti, superate le 60mila vittime dal 7 ottobre. Pressing europeo per i rifornimenti, missione Londra-Berlino-Parigi la prossima settimana.
Gli approfondimenti:
- Medio Oriente: dove si trovano le basi Usa e cosa rischiano dopo l’attacco all’Iran
- Stretto Hormuz, perché è strategico e cosa succede se l’Iran lo chiude
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- Francesca Albanese: "Sanzioni Usa per Gaza violano mia immunità Onu"
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Presidio di coloni israeliani al confine con Gaza
Centinaia di coloni israeliani di estrema destra hanno inscenato una protesta sul confine con Gaza, reclamando i territori occupati fino al 2005 e poi evacuati con il ritiro concordato. Sventolando bandiere israeliane accanto agli striscioni arancioni di Gush Katif, un blocco di insediamenti smantellati nel 2005, i manifestanti si sono recati dalla città di Sderot al punto di osservazione di Asaf Siboni, con vista sulle rovine di Beit Hanun. Il ritiro di Israele da Gaza, 20 anni fa, ha posto fine a 38 anni di presenza militare. Circa 8.000 coloni sono stati evacuati e 21 comunità demolite. Ma una frangia rumorosa non ha mai rinunciato al sogno del ritorno e ora, nel mezzo della guerra con Hamas e con i falchi al governo, alcuni credono che i tempi siano maturi.
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Ministero Gaza, "proteggete tir con materiale medico"
Il ministero della Salute di Gaza ha lanciato un appello ai cittadini affinche' proteggano il convoglio di sei camion con materiale medico che entreranno domani nella Striscia. Lo ha riferito al Jazeera, citando un comunicato ufficiale. Le forniture per gli ospedali arriveranno tramite l'Organizzazione Mondiale della Sanita'."Gli articoli sono di grande importanza e urgenti per continuare a fornire cure mediche ai feriti e ai malati, e per salvare vite umane", si legge nella nota.
Carney: "Riconosceremo Palestina a settembre se Anp farà riforme"
Anche il Canada, dopo Francia e Gran Bretagna, verso il riconoscimento della Palestina. Il premier canadese Mark Carney ha annunciato oggi la sua intenzione di riconoscere lo Stato palestinese in occasione della prossima Assemblea generale dell'Onu a settembre, a condizione però che l'Autorità palestinese presieduta da Mahmoud Abbas organizzi le elezioni e proceda a riforme.
L'Iran minaccia la vincitrice del premio Nobel Narges Mohammadi
Narges Mohammadi, Nobel per la Pace 2023, ha ricevuto minacce di morte dal regime iraniano per il suo impegno a favore dei diritti umani e della democrazia; il Comitato del Nobel lancia l’allarme sulla sua sicurezza.
L'Iran minaccia la vincitrice del premio Nobel Narges Mohammadi
Vai al contenutoGiubileo dei giovani, il Papa a sorpresa tra la folla: "Gridiamo per la pace"
Leone XIV ha salutato i 120mila giovani radunati per la messa di benvenuto. Dopo la celebrazione presieduta da monsignor Rino Fisichella, il Pontefice è salito sulla papamobile e ha attraversato Piazza San Pietro, spingendosi fino a Via della Conciliazione per incontrare quanti non avevano trovato posto nella piazza. Nel suo intervento, ha parlato in italiano, inglese e spagnolo, lanciando un accorato appello alla pace e invitando i ragazzi a essere “luce del mondo”
Giubileo dei giovani, il Papa a sorpresa tra la folla: 'Gridiamo per la pace'
Vai al contenutoTajani: "Pronti a lanciare aiuti con aerei su Gaza"
"È inconcepibile quello che accade a Gaza. Basta bombardamenti, basta morte. Hamas deve rilasciare immediatamente gli ostaggi. L’Italia non fa solo dichiarazioni. Ho appena finito di presiedere una riunione al ministero degli Esteri durante la quale abbiamo deciso di acquistare beni alimentari per cinque milioni di euro da consegnare a Gaza. Abbiamo deciso che cinquanta palestinesi verranno portati in Italia tra una dozzina di giorni. Son bambini con le loro famiglie. Abbiamo deciso di spingere affinché il governo israeliano sblocchi i beni che abbiamo inviato e di far entrare della Giordania altri beni alimentari inviati con il progetto food for Gaza. Abbiamo deciso di lanciare beni alimentari e sanitari con aerei della nostra Aeronautica militare tra sette e otto giorni. Abbiamo preso iniziative che vanno nella direzione concreta di sostenere i palestinesi. L'Italia è il paese che ha raccolto maggior numero di rifugiati". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Roma, a Trastevere spunta murale a sostegno di Francesca Albanese
L’opera porta la firma dell’artista romano Harry Grab e raffigura un ritratto della giurista accompagnato da una grande scritta blu: "Nobel".
Roma, a Trastevere spunta murale a sostegno di Francesca Albanese
Vai al contenutoGaza, la testimonianza di un medico palestinese: "Ecco come la fame distrugge il corpo"
Secondo Medici senza Frontiere, un quarto dei bambini di Gaza è malnutrito, mentre Unicef lancia l'appello: “In tre mesi, il numero di bambini morti per malnutrizione è aumentato del 54%”. La testimonianza del dottor Mohammed Abu Mughaisib, vicecoordinatore medico di Medici Senza Frontiere nella Striscia.
Medico palestinese a Gaza: 'Così la fame distrugge il corpo'
Vai al contenutoTajani: "Inconcepibile ciò che avviene a Gaza"
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è tornato a chiedere a Israele di consentire l'arrivo di aiuti a Gaza. "E' inconcepibile quello che accade a Gaza. Basta morti", ha detto intervistato a Zona Bianca. "Naturalmente Hamas deve rilasciare gli ostaggi", ha aggiunto. Tajani ha ricordato che l'Italia ha deciso di acquistare beni alimentari per 5 milioni di euro da consegnare a Gaza, che accoglierà 50 tra bambini palestinesi malati e famigliari tra una decina di giorni e che spingerà "affinché Israele sblocchi i beni inviato e che sono fermi ad Ashdod e quelli inviati tramite la Giordania". Oggi, poi, è stato deciso "di lanciare beni alimentari e sanitari con aerei della nostra Aeronautica militare tra 7-8 giorni", ha annunciato.
Tajani: "Inconcepibile ciò che avviene a Gaza"
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e' tornato a chiedere a Israele di consentire l'arrivo di aiuti a Gaza. "E' inconcepibile quello che accade a Gaza. Basta morti", ha detto intervistato a Zona Bianca. "Naturalmente Hamas deve rilasciare gli ostaggi", ha aggiunto. Tajani ha ricordato che l'Italia ha deciso di acquistare beni alimentari per 5 milioni di euro da consegnare a Gaza, che accogliera' 50 tra bambini palestinesi malati e famigliari tra una decina di giorni e che spingera' "affinche' Israele sblocchi i beni inviato e che sono fermi ad Ashdod e quelli inviati tramite la Giordania".
Difesa civile di Gaza: "Almeno 30 uccisi in attesa degli aiuti"
La Protezione civile di Gaza ha dichiarato che le forze israeliane hanno aperto il fuoco sui palestinesi in attesa di ricevere aiuti umanitari nella Striscia di Gaza settentrionale, indicando un bilancio provvisorio di 30 vittime, mentre al Jazeera indica in 75 morti il totale dei palestinesi uccisi in tutta la Striscia dall'alba di oggi. "Almeno 30 persone sono state uccise in attesa di aiuti a nord di Gaza City", ha dichiarato all'Afp il portavoce della difesa civile Mahmud Bassal, aggiungendo che oltre 300 persone sono rimaste ferite. Mohammed Abu Salmiya, direttore dell'ospedale Al-Shifa di Gaza City, ha intanto dichiarato all'Afp che la sua struttura ha ricevuto 35 corpi di persone uccise nella sparatoria avvenuta nei pressi del valico di Zikim, punto di accesso per i camion di aiuti umanitari diretti nella Striscia di Gaza. Al Jazeera, citando fonti mediche, parla di 75 persone uccise negli attacchi israeliani dall'alba, tra cui 63 in attesa degli aiuti. I servizi di emergenza hanno dichiarato che 37 persone in attesa degli aiuti sono stati uccisi e oltre 270 sono rimasti feriti nel nord di Gaza.
Media: "75 morti a Gaza. 63 erano persone in cerca aiuti"
Sono 75 i palestinesi uccisi oggi dalle forze israeliane a Gaza, tra cui 63 persone che erano in fila per ricevere aiuti. Lo riporta al Jazeera citando fonti mediche. Il bilancio più pesante è stato nel nord della Striscia, dove sono almeno 37 le vittime e più di 270 i feriti.
Witkoff chiama Il Cairo: "Più pressione per l'accordo su Gaza"
L'inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty poco prima della sua visita in Israele. Fonti del Cairo riferiscono che i due "hanno discusso della necessità di intensificare la pressione per raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi il prima possibile". Witkoff e Abdelatty "hanno scambiato opinioni sugli sforzi congiunti delle tre parti garanti - Egitto, Stati Uniti e Qatar - per garantire un cessate il fuoco intensificando la pressione affinché un accordo venga raggiunto il prima possibile", si legge nel comunicato egiziano. Abdelatty ha sottolineato che la "catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza è il risultato di palesi violazioni israeliane e dell'uso della fame come arma contro i palestinesi", circostanza quest'ultima negata da Israele che ha aperto un corridoio per gli aiuti dopo aver mantenuto un blocco per 78 giorni.
Medioriente, card. Parolin: "Riconoscere Palestina è la soluzione, noi lo abbiamo fatto"
Il Segretario di Stato Vaticano ha parlato a margine di un evento organizzato per il Giubileo degli Influencer. "Quella è la soluzione, cioè il riconoscimento dei due Stati che vivono vicino l'uno all'altro in autonomia e sicurezza", ha ribadito. Poi sull'attacco alla Parrocchia cristiana a Gaza: "L'impressione è che tante volte questi errori si ripetano".
Medioriente, card. Parolin: 'Riconoscere Palestina è la soluzione, noi lo abbiamo fatto'
Vai al contenutoMedia, 75 morti a Gaza. 63 erano persone in cerca aiuti
Sono 75 i palestinesi uccisi oggi dalle forze israeliane a Gaza, tra cui 63 persone che erano in fila per ricevere aiuti. Lo riporta al Jazeera citando fonti mediche. Il bilancio piu' pesante e' stato nel nord della striscia, dove sono almeno 37 le vittime e piu' di 270 i feriti.
Difesa civile Gaza, "30 palestinesi uccisi da fuoco israeliano"
La Difesa civile di Gaza ha annunciato la morte di 30 palestinesi, uccisi nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce, Mahmoud Bassal all'Afp, che ha aggiunto: “Almeno trenta martiri sono stati uccisi in un massacro perpetrato contro persone che erano in attesa di aiuti nel nord di Gaza”. L'esercito israeliano, interpellato, ha affermato di stare esaminando queste accuse.
Difesa civile Gaza: "30 palestinesi uccisi da fuoco israeliano"
La Difesa civile di Gaza ha annunciato la morte di 30 palestinesi, uccisi nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce, Mahmoud Bassal all'Afp, che ha aggiunto: “Almeno trenta martiri sono stati uccisi in un massacro perpetrato contro persone che erano in attesa di aiuti nel nord di Gaza”. L'esercito israeliano, interpellato, ha affermato di stare esaminando queste accuse.
Gaza, Ue propone stop parziale di Israele nel programma ricerca e innovazione Horizon
La Commissione europea chiede di sospendere temporaneamente la partecipazione di alcune aziende e start-up israeliane al programma Horizon, in risposta alla situazione a Gaza. La misura non coinvolge università e ricercatori
Gaza, Ue propone stop parziale di Israele nel programma ricerca
Vai al contenutoStato Palestinese, quali Paesi lo riconoscono ufficialmente e quali lo faranno a breve
Francia, Regno Unito e Malta hanno annunciato che nel settembre 2025 riconosceranno lo Stato di Palestina e porteranno a 150 su 193 i membri dell'Onu che hanno assunto questa posizione. Tra loro non ci sono l'Italia e gli Stati Uniti. La mappa dei Paesi
Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente
Vai al contenutoPalazzo Chigi: "Accolti altri 50 civili e lancio di aiuti a Gaza"
La conversazione tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu "ha costituito anche l'occasione per ribadire l'urgenza indifferibile di garantire un accesso umanitario pieno e senza ostacoli alla popolazione civile, rinnovando l'impegno dell'Italia in tale ambito, tramite l'iniziativa Food for Gaza". E' quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi in cui si sottolinea che "grazie all'impegno italiano saranno accolti ulteriori 50 civili palestinesi e verrà predisposto il lancio di aiuti per la popolazione di Gaza".
Meloni sente Netanyahu: "Garantire accesso umanitario"
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto questa sera una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. La conversazione ha costituito anche l'occasione per ribadire l'urgenza indifferibile di garantire un accesso umanitario pieno e senza ostacoli alla popolazione civile, rinnovando l'impegno dell'Italia in tale ambito, tramite l'iniziativa Food for Gaza. Grazie all'impegno italiano saranno accolti ulteriori 50 civili palestinesi e verrà predisposto il lancio di aiuti per la popolazione di Gaza, viene sottolineato.
Meloni sente Netanyahu: "A Gaza situazione insostenibile"
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto questa sera una conversazione telefonica con il primo ministro dello Stato d'Israele, Benjamin Netanyahu. Lo comunica Palazzo Chigi. Meloni "ha insistito sulla necessità di porre immediatamente fine alle ostilità, a fronte di una situazione a Gaza che - ha sottolineato - è insostenibile ed ingiustificabile".
Meloni sente Netanyahu: "Porre fine subito a ostilità"
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, - riferisce una nota di palazzo Chigi - ha avuto questa sera una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. La premier Meloni ha insistito sulla necessità di porre immediatamente fine alle ostilità, a fronte di una situazione a Gaza che - ha sottolineato - è insostenibile ed ingiustificabile.
Farnesina: "Pronta operazione trasferimento bimbi malati"
E' stata finalizzata un'operazione di trasferimento da Gaza di bambini palestinesi malati, per un totale di 50 persone compresi gli accompagnatori. Lo rende noto la Farnesina, dopo la riunione sulla situazione a Gaza presieduta dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Tajani: "Israele acceleri su aiuti. Si valuta lancio"
Il governo israeliano acceleri l'ingresso e la distribuzione a Gaza degli aiuti in attesa. E' la richiesta arrivata dopo la riunione che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha presieduto oggi alla Farnesina, a quanto si legge in una nota. Con il ministero della Difesa, si sta valutando la possibilità di lanci aerei di aiuti umanitari.
Spagna, polemiche su festival per legami indiretti con Israele
In Spagna è al via tra le polemiche l'Arenal Sound, festival di musica indipendente che si tiene da 15 anni a Burriana (Castellón): come già nel caso di altri eventi del genere tenutisi nelle ultime settimane, il motivo delle discussioni è il fatto che l'organizzatore è controllato indirettamente da Kkr, fondo statunitense con linee di business in Israele sospettate di essere legate a tecnologia militari e a progetti immobiliari controversi. In programma fino al 3 agosto, l'Arenal Sound vive oggi la sua giornata inaugurale: esordio che potrebbe essere accompagnato da proteste di collettivi pro-Palestina, i quali invitano il festival a "partecipare al boicottaggio culturale nei confronti di Israele" e hanno annunciato una contestazione contro Kkr, accusata di essere "complice di gravi violazioni del diritto internazionale". In questa linea, una delle band che avrebbe dovuto esibirsi, La Fúmiga, ha cancellato la propria partecipazione. Decisioni del genere erano già state adottate da altri gruppi e artisti invitati ad altri festival spagnoli organizzati da The Music Republic (tra questi Sónar e Viñarock), promotrice controllata da Kkr attraverso Superstruct Entertainment: è il caso, ad esempio, del notissimo rapper portoricano Residente (ex Calle 13), che ha cancellato le proprie date in programma al FIB di Benicassim e al Morriña Festival. A inizio giugno, Superstruct ha pubblicato un comunicato in cui manifestava "orrore" per quanto "sta succedendo a Gaza e in Israele", chiedeva "la fine immediata del conflitto" e invocava "la fornitura senza ritardi di aiuti umanitari" alla popolazione di Gaza. Dichiarandosi "cosciente dei dibattiti in corso" sui suoi proprietari (tra cui ci sono "diversi gruppi di investimento", la società aggiungeva di essere "indipendente dal punto di vista operativo" e che i propri ricavi e profitti sono riutilizzati "integralmente all'interno" del proprio business legato alla gestione di eventi musicali.
Oltre 800 sanitari Toscana digiunano a staffetta per Gaza
"Come persone, e come operatori e operatrici del Servizio sanitario toscano, non possiamo restare in silenzio di fronte alla tragedia di Gaza, dove - dopo 21 mesi di guerra e oltre 60.000 vittime, tra cui moltissimi bambini - adesso si muore di fame". Inizia così l'appello sottoscritto via whatsapp da oltre 800 operatori, in crescita di ora in ora, del servizio sanitario toscano che dal 29 luglio si alternano nel digiuno a staffetta davanti ad oltre 40 sedi ospedaliere e territoriali, distretti sanitari, pronto soccorso, uffici amministrativi per protestare contro il genocidio in corso a Gaza. Il primo giorno di digiuno ha visto 300 lavoratrici e lavoratori "metterci la faccia", si spiega in una nota, che hanno passato il testimone ad altre 200 persone che a loro volta lo passeranno agli altri colleghi e colleghe. Aderire all'iniziativa è semplice. Basta stabilire il giorno e la sede in cui si sceglie di digiunare, timbrare l'uscita dal lavoro per la pausa pranzo, recarsi fuori dall'ingresso della sede e farsi una foto con un cartello con la scritta: "Digiuno contro il genocidio a Gaza" e condividerla sui social con l'hashtag #digiunogaza. "Si tratta di una iniziativa nata dal basso e autorganizzata - spiegano i promotori - è un'azione che impegna a livello personale, che si svolge fuori dall'orario di lavoro, che non ostacola gli utenti e, soprattutto, è un gesto di testimonianza civile e umana contro un massacro a cui non possiamo rimanere indifferenti. Ci auguriamo che questa sia un'iniziativa che trovi terreno fertile anche fuori dalla Toscana". Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Firenze, commenta la mobilitazione: "Non possiamo restare in silenzio davanti alla tragedia che si sta consumando a Gaza: il dolore della popolazione civile, la fame, la mancanza di cure e di prospettive di vita riguardano tutti noi come persone e come professionisti della salute. Per questo come Ordine vogliamo esprimere pieno sostegno all'iniziativa del digiuno lanciata dai nostri colleghi toscani: un gesto semplice ma potente, che rompe il silenzio e chiede umanità".
Gli Usa confermano: "Domani Witkoff sarà in Israele"
L'amministrazione Trump ha confermato che l'inviato speciale statunitense Steve Witkoff si recherà in Israele domani. Witkoff "incontrerà i funzionari per discutere i prossimi passi per affrontare la situazione a Gaza", ha dichiarato un funzionario statunitense ai giornalisti, come riporta il Times of Israel. Si tratta della prima visita dell'inviato americano in tre mesi e arriva sullo sfondo delle crescenti preoccupazioni per la crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza.
Palestina, Starmer ne parla con Australia e Nuova Zelanda
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha parlato della crisi umanitaria a Gaza e della sua proposta di riconoscere uno Stato palestinese con diversi leader mondiali nelle ultime 24 ore. Downing Street ha reso noto che oggi il premier ha avuto colloqui con gli omologhi australiano e neozelandese, rispettivamente Anthony Albanese e Christopher Luxon, e ieri sera ha sentito il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed. Starmer ha affrontato la situazione umanitaria a Gaza dopo aver annunciato ieri che il Regno Unito riconoscera' lo Stato palestinese a settembre all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a meno che Israele non soddisfi una serie di condizioni, come la dichiarazione di un cessate il fuoco nella Striscia e la garanzia di non annettere la Cisgiordania. Riguardo al suo colloquio con Albanese, il leader laburista "ha iniziato delineando il quadro di pace del Regno Unito e ha ribadito la sua attenzione nel garantire che il riconoscimento non sia un gesto, ma un motore per un cambiamento reale che garantisca una soluzione praticabile a due Stati", ha dichiarato una portavoce di Downing Street in una nota. Col presidente degli Emirati Arabi Uniti, Stramer "ha ribadito che il Regno Unito chiede inequivocabilmente il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e che Hamas deve firmare un cessate il fuoco, disarmare e accettare di non avere alcun ruolo nel futuro di Gaza". I leader hanno convenuto che "uno Stato palestinese vitale e sovrano, che coesista con un Israele sicuro e protetto, puo' essere l'unica base per una pace giusta e duratura", ha aggiunto Downing Street.
Libano, Hezbollah: "Chi ci chiede consegna armi serve Israele"
Il leader di Hezbollah Naim Qassem ha attaccato duramente le richieste di disarmo e accusato l'inviato degli Stati Uniti Tom Barrack di "intimidire" il Libano. "Chiunque chieda oggi la consegna delle armi, sia dall'interno sia dall'estero, sulla scena araba o internazionale, sta servendo il progetto israeliano", ha detto in un discorso televisivo in occasione del primo anniversario dell'uccisione mirata del comandante Fuad Shukr. Barrack ha aggiunto, usa "intimidazioni e minacce" con l'obiettivo di "aiutare Israele".
Grecia, scontro ministro-opposizioni sulle proteste per Gaza
Il ministro della Giustizia ellenico, Giorgos Floridis, si è scontrato con l'opposizione durante un dibattito in parlamento, in cui ha accusato i partiti della sinistra greca di "cercare di minare l'alleanza strategica" tra la Grecia e lo stato di Israele, sostenendo le recenti proteste avvenute nel Paese in occasione dell'approdo della crociera Crown Iris, gestita da una compagnia israeliana. "I deputati di Nea Dimokratia (partito al governo) sostengono l'alleanza strategica con Israele mentre voi cercate di minarla", ha dichiarato Floridis rivolgendosi all'opposizione, come riporta Kathimerini. Nella scorsa settimana, i passeggeri della Crown Iris non erano sbarcati nell'isola di Siro a seguito di una manifestazione organizzata da decine di residenti, che nel porto avevano esposto le bandiere della Palestina e striscioni con scritto "Stop al genocidio". Lo scorso lunedì, un analogo presidio è stato organizzato nel porto di Rodi, dove la Crown Iris ha fatto una tappa. In quell'occasione i turisti sono sbarcati mentre alcuni manifestanti si sono scontrati con la polizia, che ha proceduto a otto arresti. Una terza protesta si è tenuta ieri a Creta, dove la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni per disperdere 300 manifestanti contrari all'approdo della Crown Iris nel porto di Agios Nikolaos. I turisti israeliani, sbarcati dalla nave, hanno poi lasciato il porto a bordo degli autobus, hanno riportato i media locali. "Non pensate che il popolo non capisca cosa state facendo nei porti del Paese quando cercate, con questi ridicoli gruppi marginali, di impedire alle navi di attraccare per minare questa alleanza (tra Grecia e Israele), il che va a vantaggio della Turchia", ha attaccato Floridis, alludendo alle relazioni spesso tese tra Atene e Ankara. Dimitris Mantzos, deputato del Pasok, ha risposto chiedendo al ministro di "ritirare ciò che aveva detto" o di "dimettersi". "Non tolleriamo alcuna discussione sul nostro patriottismo", ha dichiarato da parte sua Sokratis Famellos, leader di Syriza.
Netanyahu: "Missione salvataggio ostaggi vicina ma non ancora completa"
“La missione di salvataggio dei nostri ostaggi è vicina, ma non ancora completata”. Lo ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, durante una visita alla prigione di Ayalon a Ramla, nel centro di Israele, dove sono detenuti i terroristi di Hamas, come riporta Haaretz. “Abbiamo ancora una battaglia da portare a termine: l'eliminazione di uno dei proxy dell'asse iraniano (Hamas ndr,). Otterremo la vittoria assoluta assicurando il rilascio dei nostri ostaggi”, ha concluso Netanyahu.
Media, ultranazionalisti marciano verso Gaza: "Vogliamo colonizzare"
Gruppi di attivisti ultranazionalisti intenzionati a costruire nuovi insediamenti ebraici nella Striscia di Gaza sono partiti da un punto di ritrovo vicino a Sderot e stanno camminando verso ovest, in direzione di un punto panoramico a meno di un chilometro dal confine con Gaza. Lo riporta il Times of Israel, evidenziando che si tratta di vari gruppi coordinati dall’associazione Nachala, che condividono l'obiettivo di colonizzare la Striscia e lo perseguono anche attraverso pressioni sul governo.
Nel corso della giornata sei ministri e 16 deputati della coalizione che sostiene il governo hanno chiesto al ministro della Difesa, Israel Katz, di autorizzare una missione di ricognizione degli attivisti all’interno di Gaza, nell'ambito del piano di Nachala per la fondazione di insediamenti, rileva la testata. Per il momento, Katz non ha ancora fornito risposta pubblica.
"L’idea è promuovere la colonizzazione a Gaza. Sionismo, insediamento, sicurezza", ha dichiarato la presidente di Nachala e storica attivista Daniella Weiss in un video diffuso questa mattina dall’organizzazione e visionato dal Times of Israel. Weiss precisa che mille famiglie appartenenti ai gruppi pro-insediamento marceranno verso il punto panoramico e che alcune di esse, in caso di via libera da parte di Katz, entreranno effettivamente nel territorio, "oltre la linea di demarcazione nord", dove "vedranno i resti di quelli che una volta erano insediamenti, i ruderi di edifici costruiti dai gazawi e poi distrutti, e segneranno dove speriamo molto presto di fondare nuovi insediamenti".
Leader Hezbollah: "Chi chiede nostro disarmo serve Israele"
"Chiunque oggi chieda la consegna delle armi, sia internamente che esternamente, in ambito arabo o internazionale, sta servendo il progetto israeliano". Lo dichiara il leader di Hezbollah, Naim Qassem, nel corso di un discorso televisivo tenuto in occasione del primo anniversario dell’uccisione mirata da parte di Israele dell’alto comandante Fuad Shukr. Il capo del "Partito di Dio" ha anche accusato l’inviato statunitense Tom Barrack di aver usato "intimidazioni e minacce" con l’obiettivo di "aiutare Israele".
Rabbino capo Gb: "Riconoscimento Palestina mina pace e sicurezza"
La decisione annunciata dal governo britannico di riconoscere uno Stato palestinese anche se Hamas rimane al potere nella Striscia di Gaza e non rilascia gli ostaggi "non farebbe altro che disincentivare" dall’accettare un cessate il fuoco e dunque "mina la causa della pace e della sicurezza sia per i palestinesi che per gli israeliani". Lo scrive il rabbino capo del Regno Unito, Ephraim Mirvis, in un post su X, criticando "l’asimmetria nell'intimare un chiaro ultimatum a Israele ma non ad Hamas" come un "errore incomprensibile".
"Molti membri della comunità ebraica vedono ciò come un profondo tradimento della ricerca di Israele di vivere senza il terrore ai propri confini. E come spesso accade, quando lo Stato ebraico appare più vulnerabile, gli estremisti in patria e all’estero si sentono rafforzati, rendendo gli ebrei più esposti ai pericoli", argomenta Mirvis. "Imploro il nostro governo di esercitare una pressione inflessibile dove è necessario: su Hamas, il più grande pericolo per la popolazione di Gaza e il principale ostacolo alla pace", conclude.
Netanyahu: "Missione compiuta solo con eliminazione Hamas"
Israele potrà dichiarare la fine della guerra a Gaza solo quando Hamas sarà eliminata. A chiarirlo è stato il primo ministro Bejamin Netanyahu. "La missione per salvare i nostri ostaggi è vicina, ma non ancora completata", ha detto durante una visita al carcere di Ayalon, nella città di Ramla, nel centro di Israele, dove sono detenuti terroristi di Hamas, a quanto riferisce Haaretz. "Abbiamo anche una battaglia da portare a termine: l'eliminazione di uno degli esponenti dell'asse iraniano. Otterremo la vittoria assoluta e garantiremo il rilascio dei nostri ostaggi", ha assicurato.
Anche un giornalista tra 3 morti in attacchi a Gaza, 178 da inizio guerra
Almeno tre persone, tra cui il fotoreporter palestinese Ibrahim Mahmoud Hajjaj, sono state uccise nel corso di attacchi aerei israeliani sulla città di Gaza. Lo rivela l'emittente Aljazeera che riferisce di caccia israeliani che hanno preso di mira un gruppo di persone vicino alla scuola Al-Zahraa, uccidendone due e ferendone altre nel centrale quartiere al-Daraj. Mentre, un altro attacco nella zona orientale della città, ha colpito e ucciso il fororeporter Hajjaj di 35 anni. Il Comitato per la protezione dei giornalisti ha affermato che, a giugno scorso, risultavano 178 i giornalisti uccisi durante la guerra di Israele a Gaza.
Mattarella: "Uccisi a Gaza e in altre guerre martiri libertà informazione"
A "Gaza si pretende di oscurare la realtà in atto. Impedire ai giornalisti di svolgere la propria funzione è imperdonabile. I giornalisti uccisi in questa come in altre guerre sono martiri della causa della libertà di informazione". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia del Ventaglio.
Crosetto incontra al Sisi: "Egitto cruciale per l'area"
"Oggi, l'incontro con il Presidente della Repubblica Araba d'Egitto Abdel Fattah al Sisi e' stata una preziosa occasione per rafforzare i rapporti di collaborazione tra i nostri due Paesi, forti di millenarie tradizioni e accomunati dall'obiettivo di garantire la sicurezza tanto nella regione mediorientale quanto nel Mediterraneo allargato. Abbiamo consolidato una visione condivisa sulla delicatissima situazione in Medio Oriente e su ogni altra area di crisi internazionale. E abbiamo sottolineato la volonta' di lavorare in stretta sinergia per promuovere la stabilita' regionale". Cosi' il ministro della Difesa Guido Crosetto su X. "Ho dato il pieno appoggio della Difesa italiana e del nostro Paese - scrive Crosetto - per qualsiasi iniziativa che possa portare a una tregua e alla pace nella striscia di Gaza. L'Egitto svolge un ruolo cruciale sia in questo ambito e sia, piu' in generale, per garantire il delicato equilibrio dell'intera area. Un impegno concreto che ha consentito alla comunita' internazionale - e in particolare all'Italia - di condurre importanti attivita' umanitarie in aiuto alla popolazione palestinese. In questo contesto, le navi e i velivoli della Difesa hanno potuto contare sull'indispensabile supporto egiziano per il trasporto degli aiuti a Gaza e per altre importanti iniziative umanitarie, come il trasferimento di numerosi bambini negli ospedali italiani per ricevere le cure necessarie. Un dialogo che si inserisce in un percorso piu' ampio per un approccio di de-escalation che punta a facilitare il dialogo e a sostenere la pace. Un nuovo slancio, il nostro - conclude - per affrontare insieme le sfide regionali, contrastare i traffici illegali e promuovere uno sviluppo sostenibile".
Media: "Israele consegna a Hamas un documento con 3 osservazioni"
Israele ha trasmesso ad Hamas, tramite i mediatori, un "documento con osservazioni" in risposta alla controproposta inviata dal gruppo la settimana scorsa per un accordo sugli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza, ha dichiarato oggi un alto funzionario israeliano. Secondo quanto riferisce il canale qatariota Al-Araby, le tre riserve principali israeliane sono state comunicate a Hamas dai mediatori: Israele ha espresso opposizione al ritiro dal corridoio Filadelfia, ha respinto il principio di restituzione dei corpi degli israeliani in cambio della liberazione di prigionieri palestinesi e ha sollevato obiezioni su alcune disposizioni relative al ridispiegamento delle forze nella Striscia.
Emirati avviano progetto condotta idrica Egitto-Gaza
Gli Emirati Arabi Uniti hanno avviato la costruzione di una grande condotta idrica per trasportare acqua desalinizzata dall’Egitto al sud della Striscia di Gaza. Squadre tecniche emiratine hanno iniziato a trasportare le attrezzature necessarie per il progetto, ha riferito l’agenzia di stampa statale emiratina Wam, secondo cui la condotta sarà lunga quasi sette chilometri e potrà alleviare quella che definisce una "crisi idrica" nel territorio. In parallelo Abu Dhabi ha avviato "diverse iniziative per scavare e riabilitare pozzi di acqua potabile", sottolinea l'agenzia stampa.
Anche l’ente del ministero della Difesa israeliano che sovrintende agli affari civili nei territori palestinesi, Cogat, ha dichiarato di recente che la costruzione della condotta sarebbe cominciata nei prossimi giorni e avrebbe richiesto alcune settimane. Il progetto collegherà un impianto di desalinizzazione in Egitto all’area di Al-Mawasi, lungo la costa di Gaza, e potrebbe fornire acqua a circa 600.000 persone al giorno, spiega l'ente.
L’accesso all’acqua potabile è estremamente limitato in tutta Gaza, costringendo i suoi 2,4 milioni di residenti a dover contare sull'acqua salata, spesso imbevibile, o su consegne irregolari di aiuti. Secondo le stime dell’Autorità palestinese per l’acqua, oltre l’80% delle infrastrutture idriche di Gaza è stato danneggiato durante la guerra tra Israele e Hamas. Dopo i tagli delle forniture israeliane, la maggior parte dei gazawi si affida a pozzi inquinati o a sporadiche consegne di acqua da parte delle ong, esse stesse ostacolate dall'accesso limitato. L’impianto di desalinizzazione di Deir el-Balah, nel centro di Gaza, ha ripreso a funzionare a pieno regime lo scorso fine settimana dopo essere stato ricollegato alla rete elettrica israeliana per la prima volta dalla primavera.
Presidente Knesset: "Chi vuole Stato palestinese lo faccia nei propri Paesi"
"Se volete quello che voi chiamate lo Stato palestinese, fatelo a Londra, a Parigi, nei vostri Paesi". E' questa la provocazione, diretta in particolare a Francia e Regno Unito che hanno annunciato che riconosceranno la Palestina a settembre, contenuta nel discorso che Amir Ohana, il presidente della Knesset, ha pronunciato alla sesta conferenza mondiale dei presidenti dei Parlamenti in corso a Ginevra.
"Premiare Hamas, riconoscendo uno Stato palestinese alla luce del 7 ottobre non porterà stabilità, coesistenza e cooperazione, ma porterà più assassini di israeliani e ebrei", ha aggiunto l'esponente del Likud, secondo quanto riporta Times of Israel, notando che al momento del suo discorso i rappresentanti parlamentari di Iran, Yemen e Anp hanno lasciato l'aula dove si svolge l'incontro.
"La cosiddetta pace che alcuni Paesi europei invocano porterà solo nuova guerra, ma la guerra che stiamo combattendo porterà alla pace", ha detto ancora riferendosi all'offensiva militare israeliana a Gaza, chiedendo alla comunità internazionale di "schierarsi per la verità invece che per la propaganda, dalla parte giusta della storia, la nostra". Prima degli annunci di Francia e Regno Unito, Spagna, Norvegia, Irlanda e Slovenia hanno già riconosciuto lo Stato palestinese.
Wafa: "Coloni attaccano abitazioni palestinesi a sud di Betlemme"
Un gruppo di coloni israeliani ha attaccato le abitazioni palestinesi nell'area di Wadi Ubayyan, nel sud-est di Betlemme. Lo ha riferito l'agenzia ufficiale palestinese Wafa, citando Ahmed Ghazal, segretario del movimento Fatah a Kisan. Secondo Ghazal, i coloni hanno preso di mira le case di Nassar Rashaida e dei suoi figli, rubando beni personali tra cui pannelli solari e teli di protezione, per poi devastare completamente le abitazioni. Due giorni prima dell'assalto, avevano minacciato la famiglia di sgombero forzato in caso di mancata partenza volontaria. Sette famiglie palestinesi vivono nell'area, tra cui donne e bambini, e subiscono ripetutamente, secondo Wafa, violazioni sistematiche da parte dei coloni che mirano a espellerli per ampliare gli insediamenti limitrofi. Ghazal ha aggiunto che l'attacco avviene pochi giorni dopo lo sfollamento di circa 15 famiglie palestinesi da una zona vicina, in un'escalation che rientra in una politica volta a svuotare il territorio dalla sua popolazione originaria. Ha lanciato un appello urgente alle organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani affinché intervengano a tutela dei residenti, denunciando che tali attacchi avvengono spesso con la protezione dei soldati israeliani. L'area di Kisan, ha concluso, è da mesi teatro di aggressioni crescenti, incendi di proprietà, blocchi stradali, pestaggi di pastori e impedimenti all'accesso alle terre agricole, tutto questo in un silenzio internazionale definito "assordante".
Netanyahu: "Altri Paesi si uniscano ai lanci di aiuti a Gaza"
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha invitato le nazioni del mondo a unirsi alla campagna di lanci aerei di aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza. In un post pubblicato sull'account ufficiale del governo in inglese, ha scritto: "Hamas ha rubato il cibo alla sua gente. Israele è intervenuta. Abbiamo lanciato aiuti per la popolazione di Gaza e invitato le altre nazioni a unirsi. Alcune hanno già risposto. Abbiamo garantito la sicurezza dello spazio aereo, quella dei lanci e che il cibo arrivasse a destinazione. Qualsiasi Paese che voglia davvero aiutare è invitato a unirsi a noi".
Ciriani: "Altre 450 tonnellate di farina a Gaza la settimana prossima"
"Il ministro Tajani ha chiesto con fermezza un accesso stabile, sicuro e continuativo agli aiuti alimentari e sanitari nella Striscia. Continuiamo a lavorare in stretto coordinamento con le Nazioni Unite attraverso Food for Gaza, il programma alimentare mondiale che sta organizzando nuovi convogli di generi alimentari". Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, nel corso del Question time alla Camera dei Deputati, rispondendo a un'interrogazione sul riconoscimento dello Stato della Palestina, nel quadro del principio "due popoli, due stati".
"Dall'inizio del conflitto abbiamo stanziato complessivamente 110 milioni di euro per affrontare la crisi umanitaria in Palestina: un impegno concreto che si è tradotto soprattutto nell'iniziativa Food for Gaza", ha detto il ministro che ha spiegato che "700 tonnellate di farina saranno in consegna entro questa settimana che si aggiungono alle 800 già distribuite e alle ulteriori 450 tonnellate previste nella prossima settimana" per portare avanti l'obiettivo di assistere "oltre un milione di civili palestinesi nella Striscia".
Domani a Baku incontro tra ministri Israele e Siria
Il ministro degli Esteri siriano, Assaad al-Shaibani, e il ministro degli Affari strategici israeliano, Ron Dermer, dovrebbero tornare a incontrarsi per la seconda volta nel giro di una settimana. Lo hanno riferito fonti diplomatiche. Il solitamente ben informato Axios ha però messo in dubbio l'incontro. I due ministri si erano visti già a Parigi il 24 luglio, alla presenza dell'inviato americano Tom Barrack, e domani hanno in programma una riunione a Baku, in Azerbaigian. Secondo il diplomatico, l'incontro di Baku dovrebbe concentrarsi sulla "situazione della sicurezza, soprattutto nel sud della Siria".
Mattarella: "Disumano ridurre alla fame la popolazione di Gaza"
"Due mesi addietro, in una delle occasioni più solenni del Quirinale - l'incontro, per la nostra Festa nazionale, con gli ambasciatori che rappresentano in Italia i Paesi di ogni parte del mondo - dopo avere ricordato l'orrore del barbaro attacco di Hamas del 7 ottobre di due anni fa, con tante vittime tra inermi cittadini israeliani e con l'ignobile rapimento di ostaggi, ancora odiosamente trattenuti, ho sottolineato come sia inaccettabile il rifiuto del governo israeliano di rispettare a Gaza le norme del diritto umanitario, ricordato pochi giorni fa da Leone XIV". Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la cerimonia del "Ventaglio", in corso al Quirinale. "Ho aggiunto, in quell'incontro, che è disumano ridurre alla fame un'intera popolazione, dai bambini agli anziani e che è grave l'occupazione abusiva, violenta, di territori attribuiti all'Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania. Ho espresso l'allarme per la semina di sofferenza e di rancore che si sta producendo, che, oltre ad essere iniqua, contrasta con ogni vera esigenza di sicurezza".
Media: "Trasmessi ad Hamas paletti Israele per tregua"
Israele ha fatto arrivare ieri ad Hamas, attraverso i mediatori, un documento con i suoi punti fermi per il raggiungimento di una tregua. Lo ha rivelato l'emittente israeliana Canale 12. Il testo contiene le contro-osservazioni alle richieste avanzate da Hamas la settimana scorsa nella sua risposta all'ultimo compromesso proposto da Israele. Tre i paletti mesi dal governo di Benjamin Netanyahu: no a uno scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi, no ad alcune delle richieste sui punti di ridispiegamento e ritiro delle truppe, e no al ritiro dal corridoio Philadelphi.
Mattarella: "A Gaza difficile credere catena errori e non ostinazione uccidere"
"L’incredibile bombardamento della Parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza è stato definito un errore. Da tanti secoli, da Seneca a S. Agostino, ci viene ricordato che 'errare humanun est, perseverare diabolicum'". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della tradizionale cerimonia del Ventaglio con la stampa parlamentare. "Si è parlato di errori anche nell’avere sparato su ambulanze e ucciso medici e infermieri che recavano soccorso a feriti, nell’aver preso a bersaglio e ucciso bambini assetati in fila per avere acqua, per l’uccisione di tante persone affamate in fila per ottenere cibo, per la distruzione di ospedali uccidendo anche bambini ricoverati per denutrizione. E’ difficile, in una catena simile, vedere una involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere indiscriminatamente".
Il Capo dello Stato ha sottolineato ancora che "sembra che sia stata scelta la strada della guerra continua e ovunque, dimenticando che la guerra suscita nuove schiere avverse, nuovi reclutamenti di nemici, indotti anche dal risentimento, dalla frustrazione, dalla disperazione".
Al Jazeera: "22 morti a Gaza dall'alba"
Ventidue persone sono rimaste uccise dall'alba in attacchi israeliani a Gaza, nonostante l'esercito israeliano abbia dichiarato pause tattiche nei combattimenti per incrementare l'afflusso di aiuti umanitari. Lo hanno riferito fonti mediche ad Al Jazeera. Tra i morti, 15 erano palestinesi in fila per ricevere generi di prima necessità.
Artisti e intellettuali israeliani: "Imporre durissime sanzioni a Tel Aviv per Gaza"
"La comunità internazionale deve imporre durissime sanzioni a Israele fino a quando non metta fine alla brutale campagna e applichi un cessate il fuoco permanente" a Gaza. E' quanto si legge in un appello pubblicato sul Guardian e firmato da 31 accademici, intellettuali, artisti, figure politiche e pubbliche, come l'ex procuratore generale Michael Ben-Yair e l'ex presidente della Knesset, Avraham Burg, in cui si accusa il governo israeliani di "affamare a morte la popolazione di Gaza e contemplare la rimozione forzata di milioni di palestinesi dalla Striscia".
"Noi israeliani impegnati per un futuro pacifico per il nostro Paese e per i nostri vicini palestinesi, scriviamo questo con profonda vergogna, in uno stato di rabbia e agonia", si legge ancora nell'appello che ha come primo firmatario Yuval Abraham, vincitore del premio Oscar come co-regista di "No Other Land".
Re Abdullah: "A Gaza peggior catastrofe umanitaria storia moderna"
Nella Striscia di Gaza è in corso la ''catastrofe umanitaria'' ''peggiore nella storia moderna''. Lo ha detto il re Abdullah II di Giordania. ''Gaza sta assistendo a una catastrofe umanitaria al pari di nessuna di quelle a cui abbiamo assistito nella storia moderna'', ha detto re Abdullah, aggiungendo che Amman è in contatto con gli alleati internazionali in modo da ''fare pressione per la fine della guerra''.
Cina "profondamente preoccupata" per disastro Gaza
La Cina è "profondamente preoccupata" per il disastro umanitario che sta colpendo la popolazione della Striscia di Gaza e invita le parti interessate, in particolare Israele, a interrompere immediatamente le operazioni militari a Gaza e a prevenire una crisi umanitaria su larga scala, ha dichiarato oggi un portavoce del Ministero degli Esteri.
La situazione umanitaria a Gaza è motivo di grande preoccupazione nella comunità internazionale. Il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer hanno ventilato la possibilità di riconoscere uno Stato palestinese all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Nel frattempo, è stato riportato che il Gabinetto di sicurezza israeliano sta ancora valutando un'occupazione militare completa della Striscia di Gaza e un assedio delle città in cui è attiva Hamas. In risposta, il portavoce Guo Jiakun ha dichiarato in una conferenza stampa che la Cina segue da vicino l'attuale situazione a Gaza e si oppone all'escalation delle operazioni militari israeliane nella regione.
Socialisti Ue: "Stop accordo con Israele, riconoscere Palestina"
"Si tratta di una carestia deliberata. L'orrore incessante della distruzione di Gaza da parte di Israele ha raggiunto nuovi livelli, dopo che il Paese ha sottratto all'Onu il controllo della distribuzione degli aiuti. Da allora, sono state distribuite quantità inaccettabilmente basse di aiuti e oltre 800 civili palestinesi sono stati uccisi nei luoghi di distribuzione. Un altro crimine di guerra. Le organizzazioni umanitarie hanno bisogno di far entrare circa 600 camion di aiuti ogni giorno, ma Israele ne fa entrare solo un quinto. Inoltre, impedisce deliberatamente l'ingresso di latte in polvere a sufficienza, causando malnutrizione e fame nei neonati." Lo scrive il gruppo dei Socialisti all'Eurocamera chiedendo "la sospensione dell'accordo Ue-Israele, il riconoscimento della Palestina e il porre fine ai crimini di guerra." "Anche se domani arrivassero magicamente aiuti sufficienti, le persone soffriranno di malattie croniche a causa di tutto questo. Gaza ha una costa, ma l'esercito israeliano impedisce ai suoi abitanti di pescare. Ponete fine a questo orrore. Chiediamo a tutti i governi di tradurre le loro parole in azioni e di esercitare la pressione necessaria su Israele affinché smetta", è l'appello di S&D.
Ministero Gaza: "Oltre 100 morti in ultime 24 ore"
Almeno 104 persone sono morte nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza e altre 399 sono rimaste ferite. Lo ha reso noto il ministero della Sanità dell'enclave palestinese nel suo ultimo bollettino. Sale così a 60.138 il bilancio totale delle vittime dall'inizio del conflitto il 7 ottobre del 2023, aggiunge il ministero.
Palestina, Schlein: "Italia riconosca Stato palestinese"
Stato di Palestina, Starmer sonda l'Australia e la Nuova Zelanda
Il primo ministro britannico Keir Starmer ha illustrato oggi in due conversazioni con i leader di Australia e Nuova Zelanda il suo annuncio di ieri sull'intenzione di riconoscere formalmente lo Stato palestinese all'Onu a settembre, laddove Israele non accetti un cessate il fuoco a Gaza e non s'impegni per rilanciare il processo di pace. Lo riporta Downing Street precisando che Starmer ha spiegato al premier australiano Anthony Albanese e a quello neozelandese Christopher Luxon, che l'iniziativa "non vuole essere un gesto" simbolico, bensì "una spinta per un cambiamento reale che assicuri la sostenibilità della soluzione dei due Stati". Nelle due telefonate si è parlato pure di coordinamento degli aiuti umanitari disperatamente necessari per la popolazione civile allo stremo nella Striscia di Gaza, bambini inclusi. Il doppio colloquio segue quello dello stesso tenore avuto già ieri da sir Keir con il primo ministro canadese Mark Carney. A conferma della volontà britannica di provare a coinvolgere nella sua svolta diplomatica in primis gli alleati più stretti della cosiddetta anglosfera. Australia, Canada e Nuova Zelanda, un tempo possedimenti dell'Impero Britannico, sono tutte e tre membri del Commonwealth, restano legate alla corona di casa Windsor (riconoscendo formalmente il sovrano inglese di turno come loro capo dello Stato) e fanno parte con Londra e con gli Usa del coordinamento d'intelligence del cosiddetto gruppo Five Eyes.
Ufficio Netanyahu: "Witkoff atteso oggi in Israele"
L'inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff arriverà oggi in Israele. Lo conferma l'ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu all'Afp. Witkoff incontrerà il premier e visiterà i centri di distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza gestiti dalla fondazione Ghf, confermano fonti di Ynet. Lo scopo della visita è promuovere l'impegno umanitario verso i residenti della Striscia. Witkoff avrebbe dovuto recarsi in Medio Oriente la scorsa settimana per i colloqui sugli ostaggi, ma ha annullato il viaggio a causa del fallimento delle trattative. L'ultima visita dell'inviato di Trump in Israele risale a gennaio.
Svizzera ribadisce sostegno soluzione due Stati
La soluzione a due Stati è l'unica che possa garantire a israeliani e palestinesi una vita in pace, sicurezza e dignità. È quanto sostenuto a New York dalla rappresentante della Svizzera, Monika Schmutz Kirgöz, durante la Conferenza dell'Onu sul Medio Oriente copresieduta dalla Francia e dall'Arabia Saudita. Un riconoscimento dello Stato Palestinese potrebbe essere preso in considerazione, se venissero adottate misure concrete per l'attuazione di questo obiettivo.
Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae), è importante procedere urgentemente sulla via della diplomazia per attuare la soluzione a due Stati. Al riguardo, la Svizzera è pronta a dare un sostegno decisivo agli sforzi internazionali in questo senso. Inoltre, precisa il comunicato, la Svizzera pensa che il riconoscimento di uno Stato palestinese sia una delle premesse per una pace duratura basata sulla soluzione a due Stati.
Il riconoscimento potrebbe essere preso in considerazione se venissero adottate misure concrete per la sua attuazione, che garantiscano sia la sicurezza di Israele sia il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese. Nel corso della conferenza, la responsabile della Divisione Medio Oriente e Nord Africa ha espresso il proprio rammarico per le sofferenze sempre più gravi della popolazione nella Striscia di Gaza. La Svizzera ha inoltre ribadito che tutte le parti devono rispettare rigorosamente il diritto internazionale, compreso quello umanitario, come anche lo Statuto delle Nazioni Unite e le risoluzioni dell'Onu, in modo da fermare la spirale di violenza.
Schlein al governo: "Riconoscere immediatamente Palestina" (2)
"Francia, Malta, Regno Unito hanno annunciato che riconsceranno lo stato di Palestina aggiungendosi agli oltre 140 paesi che già la riconoscono. Cosa aspetta l'Italia? Anche i palestinesi hanno diritto come gli israeliani a vivere in pace e sicurezza in uno stato, percj Meloni dice che sarebbe controproducente, ma qui l'unica cosa controproducente e' la vostra inerzia davanti ai crimini di Netanyahu, davanti alla carestia patita dai palestinesi perché Netannyahu porta avanti un piano di eliminazione e annessione, anche in Cisgiordania", aggiunge Schlein. "Voi così voltate le spalle ai palestinesi ed e' insopportabile questa ipocrisia nel dire che prima dovrebbe esistere uno stato e non vedete che lo stanno radendo al suolo quello stato", continua la segertaria Pd rivolgendosi al ministro Ciriani. "Il riconoscimento della Palestina entro i confini del 1967 con Gerusalemme capitale condivisa è necessario per difendere la prospettiva dei due popoli due stati contro il piano di Netanyahu. Le vostre parole non bastano, servono fatti concreti. Il governo italiano in sede Onu si è astenuto tradendo la nostra tradizione diplomatica. Ora come voterete sulla sospensione dei programmi Orizon? Voterete contro per non irritare Trump e Netanyahu. Siete ideologicamente subalterni".
Schlein al governo: "Riconoscere immediatamente Palestina"
"Vi chiediamo di riconoscere immediatamente la Palestina". Lo dice la segretaria del Pd, Elly Schlein, durante il question time con il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani alla Camera, sulla situazione in Medio Oriente e la crisi di Gaza.
Ciriani: "Intollerabile quanto accade a Gaza, aprire agli aiuti"
"Quanto sta avvenendo a Gaza è intollerabile. La guerra nella Striscia deve finire ora. È un messaggio che il ministro Tajani ha ribadito in ogni suo contatto con l'omologo israeliano Sa'ar. L'ultimo, lunedì scorso, per chiedere di nuovo, con la massima fermezza, l'immediata, completa cessazione degli attacchi contro la popolazione civile e la riapertura dell'accesso degli aiuti umanitari. Il dialogo con i nostri principali partner per arrivare al cessate il fuoco è continuo" e "il messaggio è uno solo: gli attacchi dell'esercito israeliano contro i civili, gli ospedali e i luoghi di culto, di qualsiasi religione, sono inaccettabili. La forte richiesta del completo stop delle operazioni militari israeliane a Gaza era stata anche al centro della dichiarazione sottoscritta pochi giorni fa dal ministro italiano insieme ad altri 29 ministri degli Esteri e alla Commissaria Europea Lahbib. Ora più che mai è il momento della pace". Lo ha detto il ministro dei Rapporti con il parlamento Luca Ciriani al question time alla Camera. "Chiediamo che Israele rispetti il diritto internazionale umanitario e revochi immediatamente le restrizioni al flusso degli aiuti, consentendo all'ONU e alle organizzazioni umanitarie di operare in sicurezza. Chiediamo la fine delle violenze dei coloni estremisti - anche contro le comunità cristiane palestinesi - e dell'espansione degli insediamenti in Cisgiordania", ha aggiunto.
"Aiuti umanitari saccheggiati a Gaza, esplode il mercato nero"
Nonostante l'aumento dei lanci di aiuti da parte di Giordania, Emirati Arabi ed Egitto, gran parte dei pacchi umanitari destinati alla popolazione della Striscia di Gaza viene saccheggiata lungo il percorso e rivenduta sul mercato nero a prezzi fuori controllo. Lo riferiscono diverse fonti di Gaza alla stampa israeliana. I camion che attraversano i valichi di Zikim e Kerem Shalom vengono assaliti da gruppi armati, che svuotano i sacchi di farina per fare spazio a prodotti più redditizi come olio, zucchero e caffè. Secondo le fonti locali, nell'ultima settimana di luglio sono stati derubati 456 camion, rispetto ai 152 della settimana precedente. I prodotti rubati vengono trasferiti in magazzini privati e poi venduti nei mercati a prezzi esorbitanti, riporta Channel 12 pubblicando la lista dei prezzi fornita da Gaza: un litro di olio costa 250 shekel (circa 64 euro), un chilo di zucchero 400 shekel (oltre 100 euro), un pacco di caffè fino a 500 shekel (circa 128 euro), mentre una banana può arrivare a costare 17 shekel (oltre 4 euro). Le differenze di prezzo tra le varie zone della Striscia riflettono il caos sul terreno: a Khan Yunis, dove entra la maggior parte dei camion, i prezzi sono relativamente bassi; a Gaza City e nei campi profughi del centro, dove i saccheggi sono frequenti e i trasferimenti di merci vietati da Hamas, i prezzi raggiungono livelli record. In assenza di un meccanismo di controllo e distribuzione efficace, bande locali e clan armati si appropriano degli aiuti destinati alla popolazione, lasciando migliaia di famiglie senza accesso ai beni di prima necessità. Ieri il quotidiano del Qatar Al-Araby Al-Jadeed ha scritto che più della metà dei camion di aiuti egiziani entrati domenica nella Striscia sono stati saccheggiati e il loro contenuto è stato poi venduto nei mercati locali. Su 130 camion, 73 sono stati derubati nei pressi dell'asse Morag, che separa Rafah da Khan Younis, solo 37 tir sono arrivati ai magazzini della Mezzaluna Rossa palestinese e del gruppo di aiuti del Comitato egiziano.
Media: "Inviato Trump in visita in Israele per crisi Gaza"
L'inviato speciale Usa, Steve Witkoff, dovrebbe presto visitare Israele per discutere della crisi umanitaria a Gaza. Secondo quanto riporta Axios, citando due funzionari statunitensi, Witkoff dovrebbe recarsi in Israele oggi. "Il presidente vuole sapere di piu' sulla situazione umanitaria a Gaza per capire come fornire maggiore assistenza ai civili di Gaza", ha affermato un funzionario, dopo che Donald Trump ha sottolineato l'importanza di fornire cibo ai cittadini della Striscia durante il suo viaggio in Scozia. Secondo Axios, Witkoff potrebbe entrare a Gaza e visitare i siti di distribuzione della controversa Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele. L'ultima volta l'inviato di Trump e' stato in Israele era gennaio. Witkoff avrebbe dovuto recarsi in Medio Oriente la scorsa settimana per i colloqui su tregua e ostaggi a Doha, ma ha annullato il viaggi a causa del fallimento delle trattative.
Belgio trasmette a Cpi indagini su due soldati israeliani
La Procura federale belga ha trasmesso alla Corte penale internazionale l'indagine su due soldati israeliani che erano stati fermati e interrogati il 18 luglio al festival Tomorrowland a Boom. La decisione - spiega la Procura in una nota - è stata presa nell'interesse della corretta amministrazione della giustizia e nel rispetto degli obblighi internazionali del Belgio. La Corte penale internazionale sta già conducendo un'indagine su potenziali gravi violazioni del diritto internazionale umanitario commesse nei territori palestinesi". Il fermo e l'interrogatorio erano scattati in seguito alla denuncia della Fondazione Hind Rajab contro i due militari israeliani per crimini di guerra nella Striscia di Gaza.
Ex ostaggio Gb: "Starmer vergognati, su Palestina fallimento morale"
Emily Damari, cittadina israelo-britannica tenuta in ostaggio da Hamas per oltre 15 mesi, ha accusato il premier Keir Starmer di ''fallimento morale'' per aver annunciato l'intenzione di riconoscere lo stato della Palestina. Con un post su Instagram, Damari ha scritto che il "primo ministro Starmer non è dalla parte giusta della storia. Se fosse stato al potere durante la Seconda Guerra Mondiale, avrebbe sostenuto il riconoscimento del controllo nazista su paesi occupati come Olanda, Francia o Polonia?''. Damari ha concluso affermando: "Questa non è diplomazia, è un fallimento morale. Vergognati, primo ministro".
L'ex ostaggio ha poi aggiunto che la decisione di Starmer "non promuove la pace, rischia di premiare il terrore" e "invia un messaggio pericoloso: che la violenza acquisisce legittimità". Damari ha aggiunto: "Legittimando un'entità statale mentre Hamas controlla ancora Gaza e continua la sua campagna terroristica, il primo ministro non sta promuovendo una soluzione, sta prolungando il conflitto. Il riconoscimento in queste condizioni incoraggia gli estremisti e mina ogni speranza di una vera pace. Vergognatevi".
Axios: "Witkoff potrebbe volare oggi in Israele per Gaza"
L'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff dovrebbe volare oggi in Israele, per la prima volta in tre mesi, per discutere della crisi umanitaria a Gaza. Lo riferisce su X Barak Ravid, giornalista di Axios, citando due alti funzionari statunitensi, aggiungendo che domani Witkoff dovrebbe incontrare il premier israeliano Benyamin Netanyahu e altri alti funzionari israeliani per discutere della situazione umanitaria a Gaza e delle possibili soluzioni. E' "possibile", prosegue il post, che Witkoff visiti anche Gaza e raggiunga i centri di aiuto del Gaza Humanitarian Foundation, ha affermato l'alto funzionario americano. "Il presidente Trump vuole saperne di più sulla situazione umanitaria a Gaza, per capire come fornire maggiori aiuti ai civili", ha aggiunto la fonte.
31 Paesi non riconoscono Israele come Stato
Sono 31 i Paesi che non riconoscono lo Stato di Israele e/o che non hanno relazioni diplomatiche non le autorità israeliane. Alcuni non lo hanno mai fatto, 13 invece hanno riconosciuto Israele in passato e ora non più. Diciotto i Paesi che non hanno mai riconosciuto l'esistenza dello Stato di Israele. Si tratta di Afghanistan, Algeria, Bangladesh, Brunei, le isole Comore, il Gibuti, l'Indonesia, l'Iraq, il Kuwait, il Libano, la Libia, la Malaysia, la Corea del Nord, il Pakistan, l'Arabia Saudita, la Somalia, la Siria e lo Yemen. Quattordici di quest Paesi non accettano persone che hanno passaporto israeliano (Afghanistan, Algeria, Bangladesh, Brunei, Iran, Iraq, Kuwait, Libano, Libia, Malaysia, Pakistan, Arabia Saudita, Siria e Yemen).
Ci sono poi Paesi che hanno avuto relazioni con Israele in passato, ovvero il Belize fino al 2023, la Bolivia fino al 2009, la Colombia fino al 2024, Cuba fino al 1973, l'Iran fino alla Rivoluzione islamica del 1979, le Maldive fino al 1974, il Mali fino al 1973, la Mauritania fino al 2010, il Niger fino al 2002, l'Oman fino al 2000, il Qatar fino al 2009, la Tunisia fino al 2000 e il Venezuela fino al 2009. Israele è invece riconosciuto come stato sovrano da 164 stati membri delle Nazioni Unite.
Partiti ultraortodossi Israele: "Appoggeremo accordo per rilascio ostaggi"
I partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism (Utj) annunciano in una dichiarazione congiunta che appoggeranno qualsiasi accordo per il rilascio degli ostaggi che venga sottoposto alla Knesset. Lo riporta il Times of Israel, ricordando che i due partiti sono recentemente usciti dal governo per non aver ottenuto l'esenzione degli ultraortodossi dalla leva militare, anche se Shas è rimasto nella coalizione al Parlamento israeliano, assicurando una risicata maggioranza al premier Benjamin Netanyahu.
"Nonostante il fatto che siamo stati costretti a lasciare il governo a causa delle ripetute violazioni degli accordi da parte dei partner della coalizione, restiamo pienamente impegnati nei confronti dei nostri fratelli e sorelle, i prigionieri nei tunnel di Gaza, sia i vivi che i morti", scrivono i due partiti nella dichiarazione, promettendo che le loro fazioni parlamentari "forniranno sostegno a qualsiasi proposta di accordo sugli ostaggi che sarà portata al governo e alla Knesset".
"Non c’è mitzvah più importante del riscatto dei prigionieri", proseguono, utilizzando un termine ebraico traducibile sia con "comandamento" che con "buona azione", accentuando il dovere morale di liberare gli ostaggi nelle mani di Hamas. "Torniamo a chiedere al primo ministro di fare tutto il possibile per riportare i nostri fratelli e sorelle rapiti, senza eccezione, dalle loro famiglie il prima possibile".
Ministri chiedono a Katz tour a Gaza per "esplorare possibilità insediamento"
Ministri e parlamentari della coalizione israeliana di destra hanno scritto al ministro della Difesa Israel Katz, chiedendogli di consentire loro di visitare il perimetro settentrionale della Striscia di Gaza allo scopo di "esplorare le possibilità di insediamento" in un'area "sotto il pieno controllo delle Forze di difesa israeliane, priva di abitanti di Gaza e che non ha restrizioni di sicurezza straordinarie". Tra i firmatari figurano i ministri del Likud Miki Zohar, May Golan e Shlomo Karhi, e i ministri di Otzma Yehudit Itamar Ben-Gvir, Amichay Eliyahu e Yitzhak Wasserlauf.
Nella lettera al ministro della Difesa, i parlamentari hanno scritto che "la Striscia di Gaza è il cuore pulsante della Terra di Israele" e che impedire un simile tour, senza un'adeguata giustificazione, potrebbe essere percepito come "l'affermazione di una posizione politica e il silenziamento della destra della mappa politica". I legislatori hanno chiesto a Katz di approvare il tour, che sarebbe organizzato dal Nachala, movimento guidato dalla leader dei coloni Daniella Weiss, che ha anche chiesto di organizzare una marcia dimostrativa intitolata "Ritorno nella Striscia di Gaza, a partire dal perimetro settentrionale".
Il Belgio si unisce alla missione sugli aiuti umanitari per Gaza
Il Belgio ha annunciato la sua partecipazione a un'operazione di distribuzione di aiuti per Gaza coordinata dalla Giordania. Un aereo da difesa belga carico di attrezzature mediche e cibo decollerà in queste ore per la Giordania, hanno annunciato il ministro degli Esteri Maxime Prévot e il ministro della Difesa Theo Francken. "La ripresa dei lanci aerei delle Nazioni Unite e dei convogli umanitari via terra consentirà al Belgio di contribuire concretamente al miglioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza", ha scritto in un post su X il premier belga Bart De Wever, annunciando il via libera ricevuto da Amman. "Insieme ai nostri partner europei, continuiamo a esercitare pressioni affinché gli aiuti umanitari possano essere consegnati in modo sicuro e accessibile. Se ciò non dovesse avvenire, non escludiamo l'introduzione di ulteriori misure o sanzioni", ha avverto il premier, sottolineando che "la lotta contro Hamas è legittima", ma "Israele è una democrazia occidentale e, in quanto tale, deve essere richiamato all'ordine: le sofferenze di civili innocenti devono finire. Anche la guerra deve finire". "La coesistenza tra Israele e uno Stato palestinese democratico è l'unica via per la pace", ha aggiunto.
Madrid, da Gaza in arrivo 13 bimbi malati con famiglie
La Spagna si mobilita per portare soccorso alla popolazione di Gaza, duramente colpita dalla crisi umanitaria. Un aereo militare dalla base militare di Torrejon de Ardoz (Madrid), diretto ad Amman, in Giordania, per portare in Spagna tredici bambini palestinesi gravemente malati e le loro famiglie, perché siano presi in carico per le cure necessarie in ospedali spagnoli. Lo ha annunciato la ministra della Difesa, Margarita Robles, sottolineando "il grave peggioramento della situazione a Gaza". Robles ha definito "inaccettabile" il livello di "crudeltà" mostrato dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e ha sollecitato una reazione da parte della comunità internazionale. Ha, inoltre, sottolineato che l'intervento a favore di Gaza rafforza l'impegno della Spagna per la pace nell'area, come dimostra il riconoscimento dello Stato di Palestina, nel maggio dell'anno scorso. L'impegno spagnolo prevede anche l'invio di un secondo volo militare in partenza domani dalla base aerea di Saragozza, che trasporterà 12 tonnellate di aiuti alimentari, annunciati lunedì dal premier Pedro Sanchez. Sono forniti dall'Agenzia Spagnola per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo (Aecid) e saranno paracadutati sulla Striscia di Gaza.
Ministero Salute Gaza,7 morti per fame nelle ultime 24 ore
Il Ministero della Salute palestinese ha annunciato che negli ospedali di Gaza sono stati registrati sette decessi dovuti a fame e malnutrizione nelle ultime 24 ore. Lo riportano i media israeliani. Secondo i dati del Ministero della Salute della Striscia di Gaza, guidato da Hamas, dall'inizio della guerra sono morte di fame 154 persone, di cui 89 bambini.
147 Paesi Onu riconoscono Palestina come Stato, 11 nella Ue e 10 nel G20
A settembre Francia e Regno Unito riconosceranno formalmente lo Stato palestinese, diventando così le prime grandi potenze occidentali a compiere questo passo. Ma sono 147, su 193, i membri delle Nazioni Unite che già riconoscono lo Stato palestinese, anche se finora la formalità era limitata ai paesi di Africa, Sud America e Asia che storicamente hanno una posizione critica rispetto a Israele. Inoltre dal novembre del 2012 la Palestina è uno Stato osservatore non membro dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L'anno scorso l'Assemblea Generale dell'Onu ha concesso alla Palestina ulteriori diritti, tra cui la partecipazione agli stati membri, il diritto di presentare proposte e di partecipare alle commissioni. Non ha ancora diritto di voto.
Nell'Unione europea Svezia, Slovenia, Irlanda e Spagna sono gli unici ad aver finora riconosciuto la Palestina come membri del blocco. Sette paesi della Ue avevano già compiuto questo passo prima di aderire all'Unione: Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Polonia e Slovacchia. Diversi altri membri della Ue, tra cui Malta e Belgio, hanno manifestato l'intenzione di riconoscere lo Stato di Palestina.
Tra i paesi del G20, dieci riconoscono lo Stato di Palestina. Si tratta di Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica e Turchia. La Ue, che è considerata un'entità del G20, non riconosce la Palestina. Nessuno dei paesi del G7 (Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia e Giappone) riconosce attualmente uno Stato palestinese.
Gaza, camion con aiuti umanitari in arrivo dall'Egitto. VIDEO
Famiglie ostaggi: "Stato palestinese un premio al terrore"
Il Forum delle famiglie degli ostaggi ha attaccato le iniziative europee per il riconoscimento di uno Stato palestinese, affermando che "riconoscere uno Stato palestinese mentre 50 ostaggi si trovano ancora nei tunnel di Hamas significa premiare il terrore". Secondo il Forum, "questa decisione non rappresenta un passo verso la pace, ma una grave violazione del diritto internazionale e una vergognosa e pericolosa legittimazione dei crimini di guerra più orrendi".
Egitto addestra "agenti" palestinesi per dopoguerra Gaza
L'Egitto sta addestrando centinaia di "agenti" palestinesi che verranno dispiegati nella Striscia di Gaza e assumeranno ruoli di sicurezza una volta terminata la guerra. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri del Cairo, Badr Abdelatty al canale di notizie saudita Al Arabiya, spiegando anche che l'Egitto ha un piano chiaro per gli accordi di sicurezza e governance a Gaza. Nella clip, di cui riporta il Times of Israel, Abdelatty non specifica se i palestinesi addestrati facciano parte di un'organizzazione formale, come l'Autorità Nazionale Palestinese, ma fa sapere che l'Egitto tiene colloqui quotidiani con il Qatar e gli Stati Uniti nel quadro degli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco e un accordo di rilascio degli ostaggi tra Israele e Hamas. Il ministro ha anche criticato duramente Israele per le sue azioni a Gaza, accusandolo di usare il cibo come arma di guerra e affermando che il livello di fame nella Striscia è "inimmaginabile".
Guterres: "Pace in Medio Oriente è un impegno non un sogno"
"L'unica soluzione realistica, giusta e sostenibile per la pace in Medio Oriente è quella dei due Stati, Israele e Palestina, che convivono fianco a fianco in pace e sicurezza": lo ha ribadito il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. E' necessario scegliere "la via della pace. Non come concetto ma come impegno. Non come un sogno ma come realtà. Per i palestinesi, per gli israeliani, per le persone del Medio Oriente e del mondo" ha aggiunto.
Nyt si corregge su bimbo di Gaza. Bennett attacca: "Vergogna"
L'ex primo ministro israeliano Naftali Bennett ha attaccato duramente il New York Times dopo che il quotidiano ha ammesso di aver aggiornato solo in un secondo momento un articolo su un bambino malnutrito a Gaza, rivelando che il piccolo soffriva di gravi patologie pregresse. In un post pubblicato sul suo account X, Bennett ha condiviso la dichiarazione ufficiale del giornale e ha scritto: "Sapevate esattamente cosa avrebbe provocato quella foto. È stata una calunnia. Non avete vergogna?". Il bambino in questione, Mohammed Zakaria al-Mutawaq, ha circa 18 mesi ed era stato mostrato come simbolo della crisi umanitaria nella Striscia. Il New York Times ha spiegato di aver ricevuto successivamente informazioni mediche dall'ospedale che lo ha curato, e di aver aggiornato l'articolo per includere il contesto clinico mancante. Il Console Generale d'Israele a New York, Ofir Akunis, che ha avuto colloqui con il quotidiano Usa ha dichiarato: "È deplorevole che i media internazionali credano ripetutamente alle abominevoli menzogne di Hamas. Prima pubblicano, poi verificano, se mai lo fanno. La correzione del New York Times è solo l'inizio. Continueremo a lottare per la verità e i fatti senza sosta e a stroncare l'atroce propaganda di Hamas in ogni modo".
Card. Zuppi: "Il dolore della Terra Santa è il nostro"
La Conferenza Episcopale Italiana "resta accanto alle comunità della Terra Santa, provate da anni di violenze e ora da un conflitto che sta seminando morte e distruzione, con pesanti ricadute anche nei territori limitrofi". Il Servizio nazionale per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli ha finanziato 143 progetti per quasi 43 milioni di euro. Nei mesi scorsi, per l'emergenza a causa della chiusura degli altri ospedali e il grande afflusso dei profughi, è stato necessario finanziare l'ospedale nel Karak, gestito dalle Missionarie Comboniane al confine con la Cisgiordania, e in questi giorni sono stati messi a disposizione ulteriori 300mila euro. Inoltre, attraverso Caritas Italiana, sono stati sostenuti progetti di Caritas Gerusalemme e di altri partner della società civile palestinese e israeliana. Negli ultimi due anni sono stati destinati 1.645.000 euro per far fronte all'emergenza umanitaria, offrire cure mediche e supporto psicosociale alle famiglie di Gaza, di Gerusalemme Est e della Cisgiordania, avviare percorsi di riabilitazione socioeconomica, tessere un dialogo tra israeliani e palestinesi, non perdendo mai la speranza di una pace duratura. "Siamo prossimi alla comunità della Terra Santa con la preghiera e con l'aiuto concreto: il loro dolore è il nostro dolore, le loro lacrime sono le nostre. Non ci abituiamo al grido che giorno e notte sale a Dio, ma anche alle nostre orecchie. Esserci fa la differenza e promuove davvero la pace, una pace di cui la Terra Santa e il mondo intero hanno bisogno", afferma il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei.
Riconoscimento della Palestina, ora Gb corteggia il Canada
Potrebbe essere il Canada, alleato chiave del Regno Unito e membro del Commonwealth, il prossimo Paese occidentale tradizionalmente filo-israeliano in corsa per unirsi a un riconoscimento formale immediato dello Stato palestinese: lo ipotizzano oggi fonti di Londra, dopo l'annuncio con il quale ieri il premier britannico Keir Starmer ha reso noto di essere pronto a riconoscere la Palestina all'Onu a settembre, in tandem con la Francia, se Israele non accetterà una serie di stringenti condizioni verso la pace, a cominciare da un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. A suggerirlo è il fatto che sir Keir abbia sentito ieri sera - subito dopo l'annuncio di Downing Street - un solo alleato dell'Occidente, il primo ministro canadese Mark Carney, oltre ai leader interessati (il premier israeliano Benyamin Netanyahu, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen e il re di Giordania, Abdallah). E abbia discusso con lui proprio del dossier Palestina, come riporta Number 10. L'iniziativa britannica, presentata da più parti come una sorta di ultimatum, è stata già accolta dalla furiosa reazione pubblica di Netanyahu, che ne ha parlato come di "un appeasement" verso Hamas. Mentre non è stata esplicitamente criticata per ora dagli Usa, a differenza di quanto Donald Trump - che ha incontrato Starmer in Scozia giusto il giorno prima dell'annuncio evitando qualunque polemica su questo punto e denunciando a sua volta l'emergenza fame a Gaza - aveva fatto a suo tempo nei confronti del presidente francese Emmanuel Macron.
Mo: dalla Giordania nuovi convogli di aiuti dell'iniziativa italiana 'Food for Gaza'
Nell’ambito dell’impegno del Governo per un rafforzamento degli aiuti umanitari a favore della popolazione di Gaza e degli sforzi diplomatici condotti dal Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per consentire l’accesso di beni di prima necessità nella Striscia, il Programma Alimentare Mondiale (Pam) ha predisposto nuovi convogli di beni alimentari resi disponibili grazie all’iniziativa italiana “Food for Gaza”. Lo rende noto la Farnesina. Si tratta di ulteriori 700 tonnellate di farina provenienti dal territorio della Giordania che saranno pronte ad essere consegnate nella Striscia di Gaza entro la fine di questa settimana, continua la nota. Si sommano alle 800 tonnellate già distribuite dal Pam nei giorni scorsi e saranno completate da 450 tonnellate aggiuntive di farina, il cui approvvigionamento e trasferimento a Gaza proseguirà già a partire dalla prossima settimana. I convogli partiti oggi dalla Giordania nell’ambito del programma “Food for Gaza” sono parte dell’impegno cui il Pam sta lavorando, grazie al sostegno dell’Italia, per raggiungere l’obiettivo di assistere oltre 1 milione di cittadini palestinesi nella Striscia.
Iran, nessun accordo sul nucleare per nuovi colloqui con gli Usa
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha affermato che non è ancora stato trovato un accordo per un nuovo giro di colloqui con gli Stati Uniti sul dossier nucleare dell'Iran, riporta l'Irna. "Non sono ancora stati presi accordi specifici per i negoziati", ha detto ieri il capo della Diplomazia di Teheran durante una cerimonia in omaggio alle vittime degli attacchi israeliani contro l'Iran in giugno. "In qualsiasi ambito dovessimo decidere di partecipare, negoziati compresi, il nostro obiettivo sarà quello di difendere il sangue dei martiri e la causa per cui sono diventati martiri", ha aggiunto Araghchi. I colloqui con Washington sul nucleare, avviati in aprile, erano stati interrotti con la 'guerra dei 12 giorni' e l'Iran da allora ha tenuto colloqui soltanto con Russia e Cina e con Francia, Regno Unito e Germania, ovvero i tre Paesi europei firmatari dell'accordo sul nucleare del 2015, noto come Jcpoa, da cui gli Stati Uniti si sono ritirati nel 2018.
Da Egitto e Giordania continua partenza camion aiuti Gaza
Egitto e Giordania hanno continuato a inviare convogli di aiuti umanitari e medici nella Striscia di Gaza per il quarto giorno consecutivo, nel tentativo di alleviare la grave crisi nell'enclave palestinese causata dal blocco israeliano. "Per il quarto giorno, i convogli continuano ad arrivare, trasportando quasi 1.000 tonnellate di cibo e aiuti umanitari", ha dichiarato oggi la Mezzaluna Rossa egiziana sul suo account Facebook ufficiale. Questi aiuti attraversano il lato egiziano di Rafah fino al valico di Kerem Shalom, in territorio israeliano, dove vengono scaricati e ispezionati per determinare se possono o meno entrare nell'enclave.
Canada-Australia: valutiamo riconoscimento della Palestina
I ministri degli Esteri di vari Paesi occidentali, tra i quali il Canada, l'Australia, la Finlandia e il Portogallo, hanno annunciato che le loro nazioni stanno considerando in vista dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a New York a settembre il riconoscimento dello Stato di Palestina "come un passo essenziale verso una soluzione a due stati". La dichiarazione, riportata da Haaretz, è stata firmata anche dai ministri degli esteri della Nuova Zelanda, di Andorra e San Marino e rilasciata nell'ambito della Conferenza per la promozione della soluzione dei due Stati, guidata da Francia e Arabia Saudita.
M.O.: 15 Paesi occidentali invitano a riconoscere la Palestina
La Francia e 14 paesi, tra cui Canada e Australia, "invitano" i paesi del mondo a esprimere la loro volontà di riconoscere lo Stato di Palestina, l'ha dichiarato il ministro degli Esteri francese. "A New York, insieme ad altri 14 paesi, la Francia lancia un appello collettivo: esprimiamo la nostra volonta' di riconoscere lo Stato di Palestina e invitiamo coloro che non l'hanno ancora fatto a unirsi a noi", ha scritto Jean-Noel Barrot su X, il giorno dopo il lancio di questo "appello di New York" a seguito di una conferenza ministeriale delle Nazioni Unite per una soluzione a due stati per il conflitto israelo-palestinese. Oltre alla Francia, due membri del G20, Canada e Australia, aderiscono all'appello. Gli altri paesi firmatari sono: Andorra, Finlandia, Islanda, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, San Marino, Slovenia e Spagna. Nove di questi paesi, che non hanno ancora riconosciuto lo Stato palestinese, "esprimono la volonta' o la considerazione positiva del loro paese" di farlo: Andorra, Australia, Canada, Finlandia, Lussemburgo, Malta, Nuova Zelanda, Portogallo e San Marino. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha annunciato ieri che la Gran Bretagna riconoscera' la Palestina se Israele non adottera' determinate misure. Giovedi' scorso, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che la Francia riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina all'Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre.
Media, 'per ministri Israele annessione Gaza non è davvero sul tavolo'
Andrebbero letti come un tentativo di fare pressioni su Hamas, affinché torni ai negoziati ormai in stallo e accetti un accordo, i presunti piani israeliani che, secondo le rivelazioni dei giorni scorsi dei media locali, prevederebbero l'annessione di aree della Striscia di Gaza se il gruppo non dovesse accettare un'intesa. Lo scrive il giornale israeliano Haaretz, che cita un ministro israeliano secondo il quale "non si tratta di qualcosa che sta per accadere".
"E' un atto disperato per convincere il gruppo ad accettare l'accordo provvisorio che il premier Benjamin Netanyahu vuole raggiungere", scrive il giornale, che in un'analisi titola "I ministri di Netanyahu insistono: l'annessione israeliana di Gaza non è sul tavolo".
"Ritengo sia molto difficile vederlo concretizzarsi", ha commentato anche un esponente di spicco della coalizione. "Stiamo cercando di minacciare Hamas, con quello che dovrebbe fare più male, il territorio", ha aggiunto la fonte citata da Hareetz. Secondo il giornale, l'idea andrebbe quindi letta come tattica, più che come strategia per placare Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, contrari a un accordo per un cessate il fuoco, o essere indicativa di un'intenzione reale.
Ong, 'Israele ha attaccato obiettivi drusi in Siria'
Israele ha attaccato obiettivi nella provincia siriana di Sweida, a maggioranza drusa. Lo ha riferito L'Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), aggiungendo che i droni israeliani hanno colpito combattenti beduini e milizie filogovernative nella parte occidentale della provincia nella Siria meridionale.
Secondo l'ong con base in Gran Bretagna, gli attacchi rientrano in una più ampia escalation dell'attività dei droni israeliani nella regione. Testimoni e attivisti locali hanno segnalato intensi voli di ricognizione israeliani con droni ed elicotteri su varie parti della Siria meridionale nelle ultime 24 ore.
Netanyahu: 'Starmer premia Hamas e punisce le sue vittime'
"Starmer premia il mostruoso terrorismo di Hamas e ne punisce le vittime. Uno Stato jihadista al confine con Israele OGGI minaccerà la Gran Bretagna DOMANI. L'appeasement nei confronti dei terroristi jihadisti fallisce sempre. Fallirà anche per voi. Non accadrà". Lo dichiara su X il premier israeliano Benyamin Netanyahu dopo l'annuncio del premier britannico di voler riconoscere lo Stato di Palestina.
Onu, Israele allenta restrizioni aiuti ma ancora ostacoli
Le Forze israeliane hanno allentato le restrizioni per l'accesso degli aiuti umanitari a Gaza, ma le difficoltà non sono finite. E' quanto sostiene l'Onu nel suo bollettino quotidiano. "In gran parte della Striscia di Gaza - ha dichiarato il portavoce, Farhan Haq - le Nazioni Unite e i nostri partner devono ancora coordinare i movimenti umanitari con le autorita' israeliane. Stiamo riscontrando un minor numero di rifiuti espliciti da parte delle autorita' israeliane, ma le squadre continuano a incontrare ostacoli sul terreno". "Ieri - ha aggiunto - tutti i tentativi sono stati inizialmente approvati, ma solo la metà è stata effettivamente facilitata. Cinque su dieci. Questo coordinamento ha permesso alle nostre squadre di ritirare i carichi da Kerem Shalom e Zikim, gli unici valichi disponibili per noi, oltre a svolgere altre operazioni critiche". "I restanti cinque movimenti - ha continuato il portavoce - hanno incontrato ostacoli: due sono stati completati, mentre tre non sono stati portati a termine completamente o per niente".
Gallup: solo 1 americano su 3 approva linea di Israele
Il sostegno degli americani per l'azione militare di Israele a Gaza registra un calo. E' quanto emerge dal sondaggio Gallup, secondo il quale solo un americano su tre appoggia la linea di Benjamin Netanyahu. Questo dato segna un crollo dei consensi, considerato che all'inizio della guerra ad Hamas la metà degli intervistati aveva approvato la risposta israeliana. A guidare i consensi verso il basso sono soprattutto gli elettori democratici, indipendenti e i piu' giovani. Inoltre metà degli americani ha ora un giudizio negativo verso Netanyahu, il risultato piu' basso dal '97, anno in cui il premier è stato inserito nei sondaggi.
Starmer ha condiviso piano su Palestina con Netanyahu
Prima del suo annuncio pubblico, il primo ministro britannico Keir Starmer ha informato l'omologo israeliano, Benjamin Netanyahu, che il Regno Unito valuterà la possibilità di riconoscere lo Stato palestinese entro settembre e lo ha esortato a revocare immediatamente le restrizioni agli aiuti a Gaza. Lo riferisce Downing Street. Secondo il comunicato stampa, Starmer ha parlato con Netanyahu prima della riunione d'emergenza del suo gabinetto, dopo la quale ha annunciato la nuova posizione britannica sulla Palestina. In una dichiarazione televisiva, il premier di Londra ha affermato che il Regno Unito riconoscerà lo Stato palestinese a settembre, dinanzi all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, se Israele non soddisferà una serie di condizioni, tra cui compiere progressi verso la fine della "situazione catastrofica a Gaza", dichiarare un cessate il fuoco e garantire che non annetterà la Cisgiordania.
Onu risponde a Israele: conferenza su Gaza non è circo
L'Onu ha respinto le critiche israeliane alla conferenza sulla Palestina, dopo che l'ambasciatore Danny Danon ha parlato di "circo". "Sul valore della conferenza - ha commentato il portavoce Farhan Haq - ha parlato ampiamente il segretario generale". Il riferimento e' alle parole di Antonio Guterres che lunedi', nel suo intervento in apertura di conferenza - organizzata da Francia e Arabia Saudita - ha lodato l'iniziativa e chiesto di accelerare verso il riconoscimento della soluzione "due popoli due Stati".
Trump: "presto nuovi centri di distribuzione aiuti a Gaza"
Donald Trump rivelera' presto i dettagli del nuovo piano di aiuti per Gaza. Lo ha detto al Times of Israel la vice portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly dopo che lunedi', durante una conferenza stampa con il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente degli Stati Uniti aveva annunciato la costruzione di "centri alimentari dove le persone potranno entrare senza restrizioni". "Attualmente la gente vede il cibo da trenta metri di distanza ma hanno eretto delle recinzioni in modo che nessuno possa nemmeno prenderlo. E' pazzesco", ha detto Trump. Israele non ha ancora confermato che un piano del genere sia in fase di elaborazione. Parlando con i giornalisti a bordo dell'Air Force One, quando gli e' stato chiesto tra quanto tepo saranno allestiti i nuovi centri alimentari, il presidente ha detto "molto presto", sottolineando che gli Stati Uniti hanno donato 60 milioni di dollari alla causa.