Guerra in Siria, Damasco ai jihadisti. Biden: non consentiremo che torni l'Isis

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Damasco è in mano ai ribelli a guida islamica che annunciano l'inizio di una "nuova era" in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il leader degli insorti Al-Jolani si inginocchia e bacia la terra: "Il futuro è nostro". Poi in serata l'incontro con l'ex premier per la transizione. Il rais è fuggito a Mosca con i familiari e la Russia ha concesso loro asilo politico. Biden avverte sulla formazione di uno Stato Islamico. I ribelli concedono l'amnistia ai militari siriani

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Usa: incursione israeliana in Siria deve essere temporanea

"Israele ha detto che l'incursione in territorio siriano è temporanea e così deve essere". Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller. 

Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria in guerra con i ribelli jihadisti

Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato colpito dall'invasione di forze jihadiste filo-turche, che hanno assediato Aleppo: non è ancora chiaro se abbia lasciato il Paese. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità compiuti durante la guerra in Siria. IL PROFILO

Media, due esplosioni avvertite a Damasco

Almeno due esplosioni sono state udite nella capitale siriana Damasco. Lo riporta l'agenzia Reuters citando tre testimoni secondo cui le esplosioni sono avvenute a Barzeh, vicino a un centro governativo siriano collegato alla produzione di armi chimiche. La fonte delle esplosioni non è stata immediatamente chiara. Ieri Israele ha condotto tre attacchi aerei a Damasco contro un complesso di sicurezza e un centro di ricerca governativo che, secondo funzionari israeliani, sono stati utilizzati dall'Iran per sviluppare missili, hanno riferito all'agenzia di stampa due fonti di sicurezza regionali. Oggi un attacco israeliano ha preso di mira un'installazione di difesa aerea nei pressi del porto mediterraneo di Latakia in Siria, hanno riferito fonti della sicurezza siriana.

Ong: "Oltre 100 raid Israele su siti militari in Siria oggi"

Israele ha compiuto più di 100 raid su siti militari della Siria oggi. Lo afferma l'Osservatorio siriano dei diritti umani secondo cui un attacco ha colpito un centro di ricerca militare nel nord di Damasco. 

Onu: "Idf in zona cuscinetto violazione accordo 1974" (2)

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato ieri di aver ordinato all'esercito di "prendere il controllo" di questa zona cuscinetto dopo la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad. Si tratta di una "misura limitata e temporanea presa per motivi di sicurezza", ha dichiarato il ministro degli Esteri. La Forza di osservazione per il disimpegno delle Nazioni Unite (UNDOF) può "confermare che le forze armate israeliane sono entrate nella zona di separazione, si sono spostate nell'area e rimangono presenti in almeno tre località", ha dichiarato il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, aggiungendo che Israele aveva avvertito i Caschi Blu dell'ingresso delle sue truppe. In risposta, l'UNDOF "ha informato le sue controparti israeliane che queste azioni sarebbero una violazione dell'accordo di disimpegno del 1974", ha aggiunto. "Non ci devono essere forze o attività militari nella zona di separazione. Israele e Siria devono continuare ad applicare i termini dell'accordo del 1974 e preservare la stabilità del Golan", ha insistito. Israele ha conquistato parte delle alture del Golan dalla Siria nella guerra arabo-israeliana del 1967. La zona cuscinetto demilitarizzata sotto il controllo delle Nazioni Unite è stata creata a seguito di un accordo per il disimpegno delle forze israeliane e siriane nel 1974, dopo la guerra arabo-israeliana del 1973. Israele ha annesso la parte del Golan sotto il suo controllo nel 1981.

Palazzo Chigi: "Su Siria stretto contatto con partner regionali, Ue e G7"

"Il Governo continuerà a seguire da vicino gli sviluppi, in stretto contatto con i principali partner regionali, europei e del G7". Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi al termine del vertice presieduto dalla premier Giorgia Meloni, "per valutare l'evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare". 

Palazzo Chigi: "L'Italia mantiene la presenza diplomatica in Siria"

"Nel decidere di mantenere la presenza diplomatica a Damasco, l'esecutivo esprime profonda gratitudine a tutto il personale della nostra sede diplomatica". Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi al termine del vertice presieduto dalla premier Giorgia Meloni, "per valutare l'evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare". 

Vertice Palazzo Chigi: "Priorità incolumità dei civili e necessità transizione pacifica"

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del Consiglio dei Ministri, ha presieduto a Palazzo Chigi un vertice per valutare l’evoluzione della situazione in Siria, le sue prime implicazioni e le relative misure da adottare. Alla riunione hanno partecipato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Ministro della Difesa Guido Crosetto, il Sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata per i servizi di sicurezza, e i vertici dei servizi segreti. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi. 

"In un momento in cui i combattimenti ancora proseguono in alcune regioni della Siria, la riunione ha ribadito l’assoluta priorità attribuita all’incolumità dei civili e alla necessità di assicurare una transizione pacifica e inclusiva. Particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza dei cittadini italiani, alla tutela dei cristiani e di tutte le minoranze", viene sottolineato. 

L'Italia sospende le richiese di asilo dalla Siria

"Il Governo ha stabilito, analogamente a quanto fatto da altri partner europei, di sospendere i procedimenti circa le richieste di asilo dalla Siria". Lo afferma una nota di Palazzo Chigi al termine del vertice "per valutare l'evoluzione della situazione in Siria", presieduto dalla premier Giorgia Meloni.

Netanyahu: "Regime Assad crudele, ha massacrato il suo popolo"

"Il regime di Assad, elemento chiave nell'asse del male guidato dall'Iran, è collassato. Teheran ha investito miliardi in Siria per sostenere un regime tirannico che ha oppresso il proprio popolo.  È stato un regime crudele e tirannico che ha calpestato i suoi cittadini e li ha massacrati". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu questa sera in conferenza stampa.

Netanyahu: "Crollo regime Assad risultato dei colpi inferti a Hamas, Hezbollah e Iran"

Il crollo del regime del Presidente siriano Bashar al Assad è "il risultato diretto dei duri colpi che abbiamo inferto ad Hamas, Hezbollah e Iran".A dichiararlo, durante una conferenza stampa trasmessa in televisione, è stato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. "Dal 7 ottobre - ha affermato -  abbiamo lavorato sistematicamente per smantellare l'asse del male, eliminare le capacità di Hamas a Gaza e neutralizzare la minaccia di un'invasione di Hezbollah dal nord".

Dal Dipartimento al Tesoro Usa sanzioni contro il padre di Asma al-Assad

Washington ha annunciato oggi l'adozione di sanzioni economiche contro il suocero di Bashar al Assad, padre della moglie Asma, per il sostegno materiale, finanziario e tecnologico che gli ha garantito. Il Dipartimento del Tesoro ha annunciato in un comunicato che Fawaz al-Akhras è stato sanzionato per aver fornito "sostegno e aiuti a Bashar al-Assad in relazione a questioni finanziarie e all'evasione delle sanzioni". Akhras è nato nella città siriana di Homs nel settembre 1946 e ha la doppia cittadinanza siriana e britannica. Si è formato come cardiologo e ha esercitato la professione medica a Londra, dove è nata sua figlia Asma, sposata con l'ex presidente deposto. Akhras è stato precedentemente sanzionato dagli Stati Uniti nel 2020 insieme ad Asma, sua moglie Sahar e diversi altri membri della famiglia.

Media: "Raid Israele su porto Latakia"

L'Aeronautica israeliana ha bombardato obiettivi militari siriani nel porto di Latakia. Secondo al-Arabiya, sarebbero state colpite installazioni per la difesa aerea, mentre altri media sostengono che siano state prese di mira navi militari.

Media: "Accordo Usa-Turchia per ritiro dei curdi da Manbij"

Stati Uniti e Turchia hanno raggiunto un accordo per garantire il ritiro sicuro delle forze curde siriane sostenute dagli Usa dalla città assediata di Manbij, nel nord-est del Governatorato di Aleppo nel nord della Siria. Lo scrive Reuters online citando una fonte dell'opposizione siriana. Il gruppo curdo Sdf "si è ritirato dalla città e deve ancora ritirarsi dalle altre aree" a est dell'insediamento, ha affermato la fonte dell'opposizione siriana a conoscenza della questione. 

Rutte sente Erdogan: "Speriamo in transizione pacifica"

"E' bello parlare con Recep Tayyip Erdogan di Siria. Questo è un momento di gioia ma anche di incertezza per milioni di persone. Speriamo in una transizione pacifica, nel rispetto dello stato di diritto e nella protezione delle minoranze. Russia e Iran sono stati complici dei crimini di Assad". Lo scrive su X il segretario generale della Nato, Mark Rutte.

Onu chiede "pazienza e vigilanza" su ritorno rifugiati siriani

"La Siria ha una straordinaria possibilità di avvicinarsi alla pace e di far tornare a casa la sua popolazione. Ma con la situazione ancora incerta, milioni di rifugiati stanno valutando attentamente quanto sia sicuro farlo. Alcuni sono impazienti, altri esitano. L'Unhcr consiglia di rimanere concentrati sulla questione dei ritorni. Sarà necessaria pazienza e vigilanza, sperando che la situazione sul terreno si evolva in maniera positiva, consentendo finalmente ritorni volontari, sicuri e sostenibili - con i rifugiati in grado di prendere decisioni informate". Lo afferma in una nota l'Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi. "Il fatto che le parti in Siria diano priorità all'ordine pubblico giocherà un fattore importante in queste decisioni. Una transizione che rispetti i diritti, le vite e le aspirazioni di tutti i siriani - a prescindere dall'etnia, dalla religione o dalle convinzioni politiche - è fondamentale affinché le persone si sentano al sicuro. Con l'evolversi della situazione, monitoreremo gli sviluppi, ci impegneremo con le comunità di rifugiati e sosterremo gli Stati per eventuali ritorni volontari organizzati", ha aggiunto. 

Colloquio tra al-Jowlani ed ex premier per "coordinare transizione di potere"

Il capo dei ribelli siriani, Abou Mouhammad al-Jowlani, si è intrattenuto con l'ex-premier Mohammed al-Jalali per "coordinare una transizione di potere che garantisca la fornitura dei servizi" alla popolazione siriana. A darne notizia sono stati i ribelli di Hts in un comunicato e con un breve estratto video del colloquio. All'incontro era presente anche il primo ministro a capo del Governo di salvezza del nordovest della Siria. 

Erdogan: "La Turchia non ha mire espansionistiche sulla Siria"

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la Turchia non sta cercando di espandere il proprio territorio verso la Siria. "La Turchia non ha mire sulle terre e sulla sovranità di nessun altro Paese. L'unico obiettivo delle nostre operazioni transfrontaliere è proteggere la nostra patria e i nostri cittadini dagli attacchi terroristici", ha detto, riferendosi alla Siria in un discorso dopo la riunione del suo gabinetto. 

Erdogan annuncia riapertura valico di frontiera

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha promesso di riaprire un valico di frontiera al confine con la Siria per facilitare il ritorno dei rifugiati dopo la fuga di Bashar al-Assad. "Per facilitare il traffico alla frontiera, stiamo aprendo il valico di confine di Yayladagi", ha detto Erdogan, riferendosi al valico che era chiuso dal 2013.

Il Regno Unito blocca le richieste di asilo dalla Siria

Il Regno Unito ha annunciato la sospensione di qualsiasi decisione sulle richieste di asilo provenienti dalla Siria dopo la caduta del regime di Bashar Al Assad. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero degli Interni, secondo cui è necessario valutare l'evolversi della situazione. La decisione arriva sulla scia di quanto fatto già dalla maggioranza dei Paesi europei.

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