Siria, cosa cambia per la Russia con la caduta di Assad? Gli scenari

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Introduzione

Dopo 54 anni si è dissolto in una decina di giorni il regime della famiglia Assad in Siria, con il suo ultimo esponente, il presidente Bashar al Assad, che dopo un quarto di secolo a potere è fuggito a Mosca insieme alla famiglia sotto la protezione di Vladimir Putin che ha concesso loro l'asilo "per motivi umanitari". La Russia è da sempre convinta sostenitrice di Assad, per il quale è intervenuta militarmente nel 2015 nella guerra civile: un intervento cruciale, all'epoca, per la salvezza del regime alawita e delle strategiche basi russe nel Paese. Ma cosa può rappresentare quindi la caduta di Assad per Putin?

Quello che devi sapere

Cosa significava la Siria per Putin

  • Nel 2015 Putin inviò migliaia di truppe in Siria non solo per sostenere Assad, ma anche per dimostrare come la Russia fosse un attore forte nello scenario internazionale, una potenza globale capace di sfidare l’Occidente. In cambio dell'assistenza militare - ricorda la Bbc - le autorità siriane diedero a Mosca la concessione di 49 anni della base aerea di Hmeimim e della base navale di Tartous, un punto d’appoggio fondamentale nel Mediterraneo orientale anche per gli spostamenti dei contractor militari da e verso l’Africa

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Hmeimim e Tartous

  • Proprio la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartous sono un punto centrale dell’attuale situazione. Da Mosca, annunciando la concessione dell’asilo ad Assad, hanno fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato la volontà di garantire la sicurezza dei due siti, e il ministero degli Esteri russo ha detto che non c’è nessuna seria minaccia in merito. Un’affermazione che però al momento non appare del tutto certa e se Putin dovesse perdere le due basi sarebbe un duro colpo alla sua posizione geopolitica nel Mediterraneo

La presa di distanza di Mosca

Secondo il Wall Street Journal, la Russia sta vivendo il suo "momento Saigon". Ma la posizione di Mosca al momento sembra quella di voler commentare l’accaduto negando qualsiasi conseguenza negativa per sé stessa e attaccando invece l’esercito siriano. Durante il notiziario di domenica sera della tv di Stato - riporta la Bbc - il conduttore ha detto che "Tutti potevano vedere che la situazione stava diventando sempre più drammatica per le autorità siriane. Ma ad Aleppo, per esempio, le posizioni sono state cedute praticamente senza combattere. Le aree fortificate sono state cedute una dopo l'altra e poi fatte saltare in aria, nonostante [le truppe governative] fossero meglio equipaggiate e superassero di gran lunga in numero la parte attaccante. È un mistero"

Putin fra Siria e Ucraina

"Certo che non siamo indifferenti a ciò che sta accadendo in Siria. Ma la nostra priorità è la sicurezza della Russia stessa, ovvero ciò che sta accadendo nella zona dell'Operazione militare speciale [la guerra della Russia in Ucraina]", ha aggiunto il conduttore della tv di Stato russa. Un’affermazione che fa rientrare nello scenario attuale anche il conflitto contro Kiev e l’ipotesi che su di esso possa influire il colpo subito da Putin con la caduta di Assad. Un’ipotesi che tuttavia - spiega Il Corriere della Sera - diversi analisti non considerano fondata perché quanto accaduto, insieme alla concessione dell’asilo ad Assad, potrebbe essere usato dal presidente russo come "credito" in futuri negoziati. L’Ucraina infatti è ormai percepita come la questione principale per i russi, al contrario della Siria dove - infatti - a combattere contro l’Isis e i ribelli sono stati mandati i mercenari del Gruppo Wagner e non le truppe regolari del Cremlino

Il messaggio di Trump a Putin

  • Tuttavia non è escluso che l’immagine di Putin possa uscire indebolita dalla caduta del regime siriano, o comunque venga ritenuta tale da altri attori internazionali. È il caso del presidente degli Stati Uniti eletto Donald Trump, che domenica sul suo social Truth ha commentato così la fuga di Assad: "Il suo protettore, la Russia, la Russia, la Russia, diretta da Vladimir Putin, non intende più proteggerlo". Secondo il tycoon, Mosca "ha perso ogni interesse per la Siria a causa dell'Ucraina, dove quasi 600.000 soldati russi sono feriti o morti in una guerra che non avrebbe mai dovuto iniziare e che potrebbe durare in eterno". Affermazioni che sembrano voler sottolineare la situazione di difficoltà con cui - almeno secondo Trump - il leader del Cremlino arriverà agli ipotetici negoziati con l’Ucraina auspicati dal futuro inquilino della Casa Bianca

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