
Israele spara su Hezbollah nella zona vietata al sud del Libano. Protesta l'esercito libanese: “Violata la tregua”. Si lavora per ottenere la tregua anche a Gaza con Hamas. Messaggio di Netanhayu ai miliziani: "Se salta, guerra a tutto campo". La Corte penale internazionale disponibile a revocare i mandati d'arresto contro il premier israeliano e Gallant “se Israele farà un'inchiesta seria”. Continua il controesodo degli sfollati
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Israele spara su Hezbollah nella zona vietata al sud del Libano. Protesta l'esercito libanese: “Violata la tregua”. Si lavora per ottenere la tregua anche a Gaza con Hamas. Messaggio di Netanhayu ai miliziani: "Se salta, guerra a tutto campo". La Corte penale internazionale disponibile a revocare i mandati d'arresto contro il premier israeliano e Gallant “se Israele farà un'inchiesta seria”. Continua il controesodo degli sfollati.
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Chi era Yahya Sinwar, leader e capo politico di Hamas
- Perché Israele ha attaccato la missione dei militari italiani in Libano? Le ipotesi
- Attacco Iran contro Israele, usato per la prima volta missile ipersonico Fatah. Cos’è
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Cos'è Hamas
- Hassan Nasrallah, chi era il leader di Hezbollah ucciso da Israele
- Chi era Safieddine, successore di Nasrallah alla guida di Hezbollah
- Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane
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Iran, l’arsenale degli Ayatollah tra droni, missili ipersonici e lo spettro nucleare
Dopo l’offensiva di Teheran dello scorso aprile, il 1° ottobre l'Iran ha attaccato il territorio israeliano prevalentemente con missili balistici e ipersonici. Il 26 ottobre la nuova rappresaglia israeliana con "attacchi di precisione" su obiettivi militari. L'arsenale del regime può contare su diverse soluzioni, dai droni kamikaze Shahed 136 ai missili ipersonici Kheibar e Fatah, fino a quelli da crociera tipo Paveh 351. Sono le armi più sofisticate mai affrontate dalle difese israeliane. LEGGI QUI
Israele-Iran, cronologia di una rivalità storica: le tappe dello scontro
Le pesanti tensioni tra Israele e l'Iran hanno una storia lunga decenni, tra minacce, proclami, guerre clandestine e attacchi via terra, mare, aria e cyberspazio. I raid incrociati che hanno segnato il 2024, in ordine cronologico sono solo l'ultimo stadio di una escalation tra i due Paesi, esacerbata un anno fa dall’inizio dell’operazione militare a Gaza. Ecco i principali eventi che hanno scandito il passaggio da una guerra ombra al conflitto aperto. LE TAPPE
Chi è Yoav Gallant, il ministro della Difesa licenziato da Netanyahu
Generale in pensione, è stato l'uomo al centro della sicurezza di Israele. Il primo ministro lo ha licenziato. Al suo posto Israel Katz, finora ministro degli Esteri, che sarà a sua volta occupato da Gideon Saar. IL PROFILO
Ong, i jihadisti entrano nella città siriana di Saraqib
Jihadisti siriani e i loro ribelli alleati hanno conquistato l'importante città di Saraqib nel nord del Paese. Lo annuncia l'Osservatorio siriano dei diritti umani, una ong che ha sede in Gran Bretagna ma che ha numerosi fonti nel Paese mediorientale. In precedenza i ribelli avevano preso il controllo di Aleppo, la metropoli nel nord della Siria, patrimonio mondiale Unesco, a lungo contesa nel contesto della guerra siriana.
Guerra in Medio Oriente, perché Netanyahu e Gallant sono stati incriminati dalla Cpi
Crimini di guerra e crimini contro l'umanità, commessi nell'ambito di "un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza" tra l'8 ottobre 2023, il giorno successivo al sanguinoso attacco di Hamas nel sud di Israele, e fino ad "almeno" il 20 maggio 2024, giorno nel quale la Procura della Corte penale internazionale ha depositato le richieste di arresto. Queste le accuse attraverso le quali la Camera preliminare I della Corte dell'Aja ha emesso i mandati nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, ritenuti entrambi responsabili delle "attività degli organi governativi israeliani e delle forze armate", e in base al diritto internazionale umanitario, l'insieme delle norme che regolano la protezione dei civili durante i conflitti armati. LEGGI QUI
Domani delegazione di Hamas al Cairo
Una delegazione di Hamas arriverà al Cairo domani per colloqui con i funzionari egiziani. Lo ha affermato Basem Naim, alto funzionario del gruppo. La visita arriva pochi giorni dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato che avrebbero avviato nuovi sforzi con i mediatori Qatar, Egitto e Turchia per riprendere i colloqui per il cessate il fuoco a Gaza.
Rabbino israeliano ucciso negli Emirati, chi era e cosa sappiamo
L'uomo lavorava da diverso tempo ad Abu Dhabi e non si avevano più sue notizie da giovedì. Il ministro della Difesa Katz ha subito bollato l'uccisione come un "crimine terroristico antisemita codardo e spregevole". Ancora molti i punti da chiarire sul caso. LEGGI L'ARTICOLO
Israele, cosa prevede il cessate il fuoco con il Libano e quali incertezze rimangono
Alle 3 ora italiana (le 4 ora locale, ndr) è entrato in vigore il cessate il fuoco in Libano, dopo due mesi di guerra tra l'esercito di Israele ed Hezbollah. L'intesa era stata annunciata poche ore prima da Benyamin Netanyahu, dopo che era stato dato il via libera alla proposta degli Stati Uniti. Ma in cosa consiste l’accordo? E quali sono le prospettive? COSA PREVEDE
Melenchon: "Immunità di Netanyahu? Non siamo rifugio per criminali"
"Non siamo un rifugio per criminali". Jean-Luc Mélenchon, il capofila della France Insoumise (Lfi), ha deplorato l'"immunità" di cui godrebbe il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu in Francia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale (Cpi). "Se c'è un governo ribelle in questo Paese, i criminali di guerra, i criminali di genocidio saranno arrestati non appena metteranno piede sul nostro suolo", ha dichiarato durante un incontro pubblico a Parigi. Il ministero degli Esteri francese ha annunciato mercoledì in un comunicato stampa che il primo ministro israeliano beneficerà in Francia delle "immunità degli Stati non membri della Cpi", come nel caso di Israele, previste dal diritto internazionale. Un articolo dello Statuto di Roma del 1998 che istituisce la Corte penale internazionale affronta la questione dell'immunità per i leader dei Paesi che non riconoscono la Corte, ma può rimanere aperto a varie interpretazioni.
Schlein: "Tregua Libano buon segnale, ma indispensabile anche a Gaza"
"La tregua in Libano è un buon segnale, ma non ci fa dimenticare i 44 mila morti di Gaza, è indispensabile il cessate il fuoco anche a Gaza. Non ho visto uno sforzo diplomatico sufficiente dalle istituzioni europee". Lo dice lElly Schlein, a segretaria del Pd, parlando al congresso delle Acli. "Serve il coraggio della pace, non dobbiamo più accettare che la parola pace sia bandita o strumentalizzata". "Serve -aggiunge- il pieno riconoscimento dello Stato palestinese, anche loro hanno diritto a vivere in uno Stato, proprio come gli israeliani".
Tajani: "Tregua fragile in Libano ma può agevolare cessate il fuoco a Gaza"
"Abbiamo raggiunto un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. È una tregua fragile, ma può servire per agevolare il cessate il fuoco anche a Gaza. Vogliamo arrivare alla pace per ricostruire Gaza e aiutare la popolazione civile". Lo ha detto Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, intervenendo al Congresso Nazionale delle Acli. Il leader di Fi ha poi ricordato l'invio di aiuti umanitari nella regione e il ruolo di protagonista dell’Italia nel dialogo diplomatico.
"Abbiamo inviato 70 tonnellate con una prima missione, beni consegnati alla popolazione -ha detto- . Nei prossimi giorni partiranno dal porto di Ravenna 15 tir che il governo ha regato al programma alimentare mondiale". "Non riconosciamo Hamas che ha causato morte e distruzione ma la reazione di Israele non ci ha convinto -sottolinea-. Bisogna prima riunificare e poi riconoscere la Palestina. Dobbiamo costruire una realtà unitaria riconosciuta anche da Israele. Per fare questo serve una altra missione militare delle Nazione Unite".
La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. LA STORIA
Schoof: "Netanyahu potrebbe visitare Olanda a determinate condizioni"
Il premier olandese Dick Schoof ha dichiarato che esiste la possibilità che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, possa visitare il Paese a determinate condizioni, nonostante il mandato d’arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (Cpi). "Dovremmo valutare come comportarci se il primo ministro di Israele visitasse i Paesi Bassi. Esistono scenari possibili, anche nel rispetto del Diritto Internazionale, in cui potrebbe venire in Olanda senza essere arrestato", ha affermato Schoof in conferenza stampa.
Il premier olandese non ha voluto approfondire quali potrebbero essere le condizioni, ma ha sottolineato che L'Aja "si attiene agli obblighi derivanti dalla firma del trattato che costituisce la base della Corte Penale Internazionale". Queste dichiarazioni si aggiungono a quanto già dichiarato precedentemente da Schoof, ossia che Netanyahu potrebbe, ad esempio, visitare i Paesi Bassi per partecipare a una riunione dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (Opcw), che ha sede all’Aia, senza essere arrestato.
Le parole di Schoof sembrano anche attenuare la posizione più rigida espressa in precedenza dal ministro degli Esteri, Caspar Veldkamp, che aveva dichiarato con fermezza che, se Netanyahu mettesse piede sul suolo olandese, sarebbe arrestato in virtù della decisione della Cpi.
Media: "Netanyahu vuole le dimissioni di Halevi entro la fine del cessate il fuoco"
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ed il ministro della Difesa, Israel Katz, vogliono che il capo di Stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, si dimetta entro la fine del periodo di 60 giorni di attuazione del cessate il fuoco in Libano per non aver impedito il massacro del 7 ottobre. Lo riporta l'emittente pubblica Kan, citando fonti diplomatiche e di sicurezza anonime, nonché ministri del gabinetto. Secondo la tv, tra i possibili sostituti di Halevi si fanno i nomi del direttore generale del ministero della Difesa, Eyal Zamir, del vice capo di Stato maggiore delle Idf, Amir Baram, del capo della Direzione strategica dello Stato maggiore delle Idf, Eliezer Toledano e del capo del comando settentrionale delle Idf, Ori Gordon.
Liliana Segre sulla Palestina: "A Gaza non è genocidio, crimini di guerra di Israele"
"L'abuso della parola dovrebbe essere evitato con estrema cura", ha scritto la senatrice a vita in un intervento sul Corriere della sera. LEGGI QUI
Schlein: "Cessate fuoco in Libano buona notizia ma non basta"
"Noi dobbiamo e possiamo fare di più per non accettare la normalizzazione della guerra e della polarizzazione che la guerra porta con se. Dobbiamo cercare di fare ogni sforzo per dire che il cessate il fuoco in Libano è una buona notizia, ma non ci fa dimenticare i 44 mila morti di Gaza, per cui il cessate in fuoco è indispensabile anche lì, per fermare il massacro in corso e liberare gli ostaggi ancora nelle mani di hamas, e per portare gli aiuti americani che sono stati bloccati colpevolmente e criminalmente in questi lunghi mesi". Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, intervenendo al congresso delle Acli a Roma. "Questo - ha aggiunto - si deve affiancare ad una vera iniziativa di pace che dovrebbe vedere protagonista la nostra Ue, perché non abbiamo visto uno sforzo politico e diplomatico sufficiente, in Medio Oriente come in Ucraina". "E' necessario - ha scandito - continuare a lavorare nella direzione dei due popoli e due stati, nella piena consapevolezza che ci troviamo davanti al primo governo israeliano della storia che nega apertamente questa prospettiva". "Questo ci fa sostenere con forza la necessità del pieno riconoscimento dello Stato di Palestina, perché anche i palestinesi hanno pieno diritto, come gli israeliani, ad uno Stato in cui vivere in sicurezza e questo ci ha fatto spingere a chiedere l'embargo totale delle armi in Israele e la piena attuazione delle disposizioni dell Corte Penale Internazionale", ha concluso Schlein.
Una ragazza e due donne calpestate a morte in panificio a Gaza
Due donne e un minore sono morti calpestati durante una ressa davanti a un panificio a Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Lo hanno riferito testimoni e una fonte medica. La notizia è stata confermata anche dall'ospedale locale 'Al-Aqsa'. "C'era una grande folla" e "all'improvviso abbiamo sentito delle urla". Alcune persone "sono cadute a terra" e "sono rimaste soffocate", ha dichiarato all'Afp un testimone. "Non so cosa sia successo - ha raccontato Ossama Abou Louban, che ha perso la figlia nella ressa - Sono andato al mercato con mia figlia. Lei è andata a comprare del pane, è riuscita a malapena a prenderne un pezzo prima di essere portata via da una folla di donne. Hanno riportato il corpo senza vita".
Netanyahu convoca riunione sicurezza su tregua e Siria
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu convocherà una riunione speciale sulla sicurezza per discutere degli sviluppi in Siria e del cessate il fuoco in Libano, che ha posto fine a più di 13 mesi di combattimenti con Hezbollah, secondo quanto riportato dai media israeliani. Non è chiaro chi parteciperà alla riunione. Secondo quanto riportato dalla testata Ynet, i temi di discussione saranno l'applicazione del cessate il fuoco in Libano e l'offensiva dei ribelli siriani contro il presidente Bashar Assad.
Media: "Netanyahu convoca riunione su sviluppi Siria e tregua Libano"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha convocato per questa sera una riunione di sicurezza per discutere degli ultimi sviluppi in Siria - dove i jihadisti sono entrati al Aleppo, travolgendo le truppe di Damasco - e del cessate il fuoco in Libano. Lo riferisce Ynet.
M.O.: capo Hezbollah Qassem, la nostra una "vittoria divina"
Qassem ha affermato che i soldati israeliani hanno subito molte perdite poichè "molti sono stati uccisi e feriti" nelle battaglie con Hezbollah. Ha affermato che i piani presentati dal capo assassinato del gruppo, Hassan Nasrallah, si sono dimostrati agili, efficaci e hanno tenuto conto di vari "sviluppi". Le forze israeliane hanno ucciso e sfollato migliaia di persone, ma non sono riuscite a ottenere successo tra la "ferma" popolazione libanese che "ha sbalordito il mondo e instillato paura nell'esercito israeliano", ha detto Qassem. Il capo di Hezbollah ha affermato di sperare che il 9 gennaio, durante la sessione parlamentare, venga eletto il Presidente del Libano
Mo: leader Hezbollah, 'ricostruiremo il Libano più bello di prima'
"Noi continueremo ad accompagnare il nostro popolo nel processo di ricostruzione e, in questa fase, nella costruzione di alloggi dignitosi. Vogliamo vedere il Libano ancora più bello di prima". Lo ha detto il leader di Hezbollah Naim Qassem, nel primo discorso pubblico dall'entrata in vigore del cessate il fuoco nel sud del Libano
Leader jihadista ai combattenti, rispettate la gente di Aleppo
Il leader dei jihadisti siriani filo-turchi, Abu Muhammad al Jolani, a capo della coalizione Hay'at Tahrir ash Sham (Hts) che guida l'offensiva nel nord contro le forze governative siriane, ha poco fa rilasciato un comunicato rivolto ai suoi combattenti in cui li esorta a proteggere gli abitanti di Aleppo. "Ti raccomandiamo di avere misericordia e di essere gentile con la nostra gente di Aleppo", scrive Jolani secondo il profilo ufficiale social di Hts. "La tua priorità - afferma Jolani rivolgendosi ai combattenti jihadisti - sia quella di preservare le proprietà e l'incolumità della gente di Aleppo, così come di imporre la sicurezza in città" "Non abbattete alcun albero e non spaventate nessun bambino", scrive Jolani. "Calmate il nostro popolo quale che sia la sua confessione e comunità. Perché Aleppo è sempre stata il luogo di incontro di civiltà e cultura, e ha una lunga storia di diversità culturale e religiosa. E' la storia e il presente di tutti i siriani". Il comunicato si conclude però con un ammonimento agli stessi civili di Aleppo e ai militari governativi presenti ancora in città: "oggi è salvo chi entra in casa, chiude la porta e trattiene la lingua. Oggi è salvo chi dichiara la sua defezione dal regime criminale (di Damasco). E' salvo chi depone le armi e si consegna ai rivoluzionari".
Mo: leader Hezbollah, 'non vogliamo la guerra, ma fermata grazie a nostra forza'
“La leggendaria resistenza di Hezbollah ha impressionato il mondo e minato il morale degli israeliani”. Lo ha dichiarato il leader di Hezbollah nel suo primo discorso pubblico dopo il 'cessate il fuoco' nel sud del Libano raggiunto lo scorso mercoledì. “Non vogliamo la guerra, ma siamo riusciti a fermarla con la nostra forza e il nostro fuoco”, ha aggiunto Naim Qassem
Mo: leader Hezbollah, 'grande vittoria' contro Israele
Hezbollah ha riportato "una grande vittoria" contro Israele. Lo rivendica il leader del 'Partito di Dio', Naim Qassem, nel suo primo discorso pubblico da quando è entrato in vigore due giorni fa il cessate il fuoco nel sud del Libano. "Annuncio che siamo di fronte a una grande vittoria, che ha superato quella del luglio 2006 in termini di durata, ferocia dei combattimenti, sacrifici e sostegno straniero e americano ricevuto dal nemico - ha scandito il successore di Hassan Nasrallah, ucciso in un raid israeliano a Beirut il 27 settembre scorso - Gli abbiamo impedito di eliminare Hezbollah, gli abbiamo impedito di neutralizzare la Resistenza”.
Libano: "Idf usa il cessate il fuoco per avanzare nel sud"
Le forze di occupazione israeliane usano il cessate il fuoco con Hezbollah in vigore da mercoledì per avanzare in alcune località del sud del Libano a ridosso della linea di demarcazione tra i due Paesi. Lo riferisce il ministero dell'informazione secondo cui carri armati israeliani si sono attestati su alcune posizioni nella zona di Markaba e Kafr Kila dove non erano riusciti a penetrare durante l'offensiva militare terrestre cominciata il 1 ottobre scorso e durata fino al 27 novembre.
Abu Mazen: "Non vedo l'ora di incontrare il Papa"
Il 12 e 13 dicembre il presidente palestinese Mahmoud Abbas si recherà in Italia per incontrare papa Francesco, il presidente Sergio Mattarella, e il capo del governo Giorgia Meloni. "Non vedo l'ora di incontrare il Papa. Per me è un amico - ripete Abu Mazen più volte nel corso del lungo colloquio col quotidiano Avvenire -. Non posso scordare quell'evento storico che ha promosso in Vaticano quando ha chiamato, per la prima volta nella storia insieme, noi, i musulmani, gli ebrei e i cristiani a piantare nei suoi giardini un albero di ulivo per la pace. Accogliamo ogni giorno il suo invito a pregare l'unico nostro Dio per lui".
Israele, raid aereo contro Hezbollah nel sud del Libano
L'esercito israeliano ha reso noto di aver individuato "attività terroristiche e movimenti di un lanciarazzi portatile di Hezbollah nel Libano meridionale" e di aver "sventato la minaccia" con un attacco aereo. "L'Idf" - aggiunge l'esercito su Telegram - "è schierata nel Libano meridionale e farà rispettare attivamente le violazioni dell'accordo di cessate il fuoco".
Abu Mazen: "Spero che Netanyahu sia presto arrestato"
"Mi auguro che in esecuzione del mandato della Corte penale internazionale Benjamin Netanyahu venga presto arrestato e si possa rapidamente riprendere un percorso di pace. Non siamo solo noi ad augurarcelo ma anche tanti cittadini israeliani stufi del loro governo estremista e desiderosi di vivere in pace". In un'intervista in esclusiva ad Avvenire, che il giornale pubblicherà nella sua versione integrale, il presidente palestinese Mahmoud Abbas affronta i temi caldi in Medio Oriente e lancia alla Comunità internazionale una serie di proposte per affrontare la Guerra a Gaza e superare le tensioni nell'area. È la prima intervista concessa da "Abu Mazen" dopo il 7 ottobre 2023.
Hezbollah, atteso primo discorso Qassem da inizio tregua
Il leader di Hezbollah, Naim Qassem, terrà oggi un discorso, il primo dall'entrata in vigore del cessate il fuoco con Israele mercoledì, Lo annuncia un comunicato stampa della stessa
Hezbollah. Qassem è succeduto a Hassan Nasrallah, ucciso in un attacco israeliano il 27 settembre.
I ribelli jihadisti: "Siamo entrati ad Aleppo"
I ribelli armati siriani affermano di essere entrati ad Aleppo, la seconda città più grande del Paese, per la prima volta da quando le forze governative l'hanno riconquistata nel 2016. Lo riporta la Cnn. "Le nostre forze hanno iniziato a entrare nella città di Aleppo", si legge in una dichiarazione della coalizione ribelle di recente formazione, il 'Comando delle operazioni militari'. In precedenza i ribelli avevano dichiarato di aver preso il controllo del Centro di ricerca scientifica militare del governo siriano alla periferia di Aleppo dopo "intensi scontri con le forze del regime e le milizie iraniane".
Raid russi-siriani su Idlib, roccaforte jihadisti in Siria
Gli aerei russi e siriani hanno effettuato intensi raid sulla città di Idlib e sulla sua regione, l'ultima roccaforte dei jihadisti e dei ribelli nel nord-ovest della Siria, ha dichiarato l'Osservatorio siriano per i diritti umani. "Gli aerei russi e siriani hanno effettuato 23 raid sulla regione di Idlib", ha dichiarato l'osservatorio. Questi raid arrivano mentre i jihadisti e i loro alleati, che controllano Idlib, hanno lanciato una vasta offensiva contro le aree tenute dal regime siriano, arrivando fino alle porte di Aleppo, la principale città del nord.
Idf ai sindaci del nord Israele: "Iniziate ricostruzione"
Il capo del Comando Settentrionale dell'Idf, Ori Gordin, ha detto ai sindaci delle comunità sfollate del nord di Israele che si può iniziare a ricostruire le città danneggiate dagli attacchi di Hezbollah negli ultimi 14 mesi. "Le forze sono schierate nel sud del Libano e siamo impegnati in una determinata applicazione dell'accordo", ha detto Gordin - citato dal Times of Israel - ai leader delle comunità di confine. Il ritorno degli sfollati dal nord del Paese è uno degli obiettivi dichiarati della guerra di Israele in Libano.
Borrell: Amal Jadou nuova delegata palestinese presso l'Ue
"È stato un piacere incontrare sua eccellenza la Dott.ssa Amal Jadou, nuova delegata palestinese presso l'Ue, e ricevere copia della lettera di missione del Presidente Abbas: l'Ue è sempre stata una forte sostenitrice della creazione dello Stato palestinese e della costruzione delle sue istituzioni". Lo scrive su X l'alto rappresentante Josep Borrell, oggi al suo ultimo giorno d'incarico.
Spari contro bus israeliano Cisgiordania, Hamas rivendica
Almeno otto persone sono rimaste ferite in seguito a una sparatoria contro un autobus israeliano che viaggiava vicino all'insediamento di Ariel, nel nord della Cisgiordania, ha fatto sapere Magen David Adom (Mda), l'equivalente israeliano della Croce Rossa. Il braccio armato del movimento islamista palestinese Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam, ha rivendicato l'attacco, definendolo una "imboscata contro soldati e coloni su un autobus". L'attacco è avvenuto a un incrocio vicino alla città, ha riferito in un comunicato l'esercito israeliano, aggiungendo che "un terrorista è stato neutralizzato sul posto". Le Brigate Ezzedine al-Qassam hanno affermato che uno dei loro combattenti è morto da “martire”. Durante l'attacco, quattro persone sono rimaste ferite da proiettili, tre delle quali gravemente, e altre quattro leggermente ferite da schegge di vetro, secondo la Mda. Un portavoce dei servizi di emergenza ha riferito che i feriti più gravi sono stati portati in ospedale.
Iran: 'Al fianco di Damasco contro il terrorismo'
L'Iran conferma il sostegno al leader siriano Bashar al-Assad mentre prosegue l'offensiva nel nordovest della Siria lanciata mercoledì da fazioni armate. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, ha "ribadito l'impegno dell'Iran a sostenere il governo siriano, il Paese e le forze militari nella lotta contro il terrorismo e per garantire la sicurezza e la stabilità nella regione", riporta l'agenzia iraniana Tasnim che riferisce di un colloquio telefonico tra Araqchi e il collega siriano Bassam al-Sabbagh incentrato sugli ultimi sviluppi in Siria e in Medio Oriente.
Media: 30 morti in attacchi israeliani a Gaza nella notte
Gli attacchi militari israeliani hanno ucciso almeno 30 palestinesi durante la notte nella Striscia di Gaza, la maggior parte dei quali nel campo di Nuseirat al centro dell'enclave. Lo riferiscono i medici nella Striscia citati da Reuters online, dopo che alcuni carri armati israeliani si sono ritirati da un'area dove c'è stata un'operazione. I medici hanno detto di aver recuperato 19 corpi di palestinesi uccisi nelle aree settentrionali di Nuseirat, mentre gli altri sono stati uccisi nel nord e nel sud della Striscia.
Siria, media: jihadisti hanno raggiunto centro di Aleppo**
Jihadisti e gruppi armati alleati contro il regime di Bashar al-Assad hanno raggiunto il centro di Aleppo, nel nordovest della Siria, dopo intensi combattimenti con l'esercito di Damasco. Lo riferisce l'agenzia di stampa Anadolu citando proprie fonti. Anche l'emittente al-Jazeera ha confermato l'avanzata dei miliziani. Sui social media sono state diffuse le immagini dell'ingresso degli insorti nel centro della città. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha precisato che ''dopo aver fatto esplodere due autobomba'', i jihadisti sono ''entrati in alcuni quartieri di Aleppo'', ovvero ''Al-Hamdaniya e nuova Aleppo''.
Iran: ribadito continuo sostegno Siria dopo offensiva jihadista
L'Iran ha ribadito il suo fermo sostegno all'alleato Siria, dove i jihadisti stanno conducendo una grande offensiva nel nord-ovest del Paese, secondo una dichiarazione diplomatica iraniana. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha “sottolineato il continuo sostegno dell'Iran al governo, alla nazione e all'esercito siriani nella loro lotta contro il terrorismo”, durante una telefonata con il suo omologo siriano, Bassam al-Sabbagh.
Macron chiede stop immediato a violazioni tregua in Libano
Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto la sospensione "immediata" di tutte le "azioni contrarie" all'attuazione del cessate il fuoco in Libano, lo hareso noto l'Eliseo. Durante le successive conversazioni telefoniche di ieri con il primo ministro libanese Najib Mikati e il presidente della Camera dei Deputati Nabih Berri, ha "invitato tutte le parti a lavorare per la piena attuazione del cessate il fuoco" e "ha sottolineato che tutte le azioni che contravvengono a questa piena attuazione devono cessare immediatamente".
Idf, 'applicheremo il cessate il fuoco in modo aggressivo'
L'Esercito israeliano (Idf) farà rispettare e applicherà "in modo aggressivo" l'accordo di cessate il fuoco in Libano: lo ha detto il comandante del gruppo settentrionale, generale Ori Gordin, come riporta l'Idf su Telegram. "Due notti fa, i vertici politici hanno concluso un accordo per un cessate il fuoco con lo Stato del Libano. Il nostro ruolo è ora quello di renderlo possibile e di farlo rispettare. Lo applicheremo in modo aggressivo e, alle condizioni da noi stabilite, questo è ciò che attueremo - ha affermato Gordin -. Pertanto, non intendiamo permettere a Hezbollah di tornare in queste aree. Abbiamo intenzione di liberare l'intera area dalle capacità di Hezbollah e certamente dalle sue armi, questa è la nostra missione". "Se faranno un errore, sarà un errore grave - ha aggiunto -. Siamo pronti a tornare all'attacco e a tornare a combattere. Questo cambio, nella mentalità dei soldati e dei comandanti, deve essere sempre pronto. Sì, ora siamo in modalità di esecuzione, ma possiamo chiaramente, in pochissimo tempo, dare l'ordine opposto e avanzare di nuovo".
Erdogan, 'il mondo islamico reagisca all'oppressione di Gaza'
"Continuiamo i nostri contatti diplomatici in modo tale che i Paesi islamici possano reagire e agire assieme contro l'oppressione a Gaza". Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, come riferisce Anadolu. Ankara ha già inviato 86mila tonnellate di aiuti umanitari destinati alla Striscia, ha aggiunto.
Capo Stato maggiore Idf, 'mi dimetterò a fine indagine su 7/10'
Il capo di Stato Maggiore delle Forze di difesa israeliane, (Idf), il generale Herzi Halevi, ha annunciato che si dimetterà una volta che sarà completata l'indagine militare sul massacro compiuto lo scorso 7 ottobre da Hamas nel sud di Israele. ''Alla fine delle indagini, prenderemo anche decisioni personali e i comandanti riconosceranno le responsabilità, da me in giù. Non ho intenzione di sorvolare sulle decisioni personali quando il quadro ci sarà più chiaro'', ha scritto Halevi in una lettera inviata alle truppe.
Halevi ha poi difeso la sua decisione di nominare alti dirigenti militari, anche se alcuni glielo contestano per il fallimento in relazione al 7 ottobre. ''Nominare ufficiali non è un privilegio, ma un dovere di comando e operativo. L'Idf non può permettersi di restare ferma", ha affermato Halevi.
Al-Sisi spera in Trump, faccia pressione su Netanyahu per cessate fuoco Gaza
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi confida nel presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, sperando che possa fare pressione sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e lo convinca ad accettare un accordo con Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Il modello, scrive il Washington Post citando un ex funzionario egiziano a condizione di anonimato, è il recente accordo che Israele ha raggiunto con Hezbollah e che vede gli Stati Uniti nella posizione di fare da garante tra le parti. Lo stesso ruolo, secondo l'Egitto, Washington potrebbe svolgerlo tra Israele e Hamas.
Per esplorare la disponibilità delle autorità israeliane, l'Egitto ha inviato in Israele una propria delegazione, con l'auspicio di poter 'sfruttare' il recente accordo in Libano e mediarne uno per la Striscia di Gaza. L'Egitto, ha spiegato l'ex funzionario, ha proposto che il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti nell'enclave palestinese avvenga in modo graduale, in contrasto con quanto chiesto da Netanyahu che vuole una restituzione immediata e totale di tutti i rapiti.
Hezbollah smentisce rapimento da parte di Israele di due persone
Il corrispondente nel sud del Libano della tv di Hezbollah, al Manar, ha smentito poco fa la notizia del rapimento da parte di Israele di due civili libanesi a Khiam, mentre partecipavano al funerale dello zio. "Non è avvenuto nessun rapimento", ha detto Ali Shuayb, affermando che i soldati israeliani sono dispiegati nei quartieri nord-orientale della cittadina meridionale libanese e che hanno sparato contro il corteo funebre. "Non è però avvenuto nessun rapimento", ha detto Shuayb.
Libano: esercito Israele apre il fuoco a Bint Jbeil, due feriti
L'esercito israeliano ha ferito due persone nel sud del Libano nella cittadina di Bint Jbeil aprendo il fuoco contro civili che tentano di tornare alle loro case. Lo riferiscono media di Beirut, secondo cui gli spari hanno preso di mira un gruppo di civili radunati nei pressi dell'ospedale della città, devastata dai raid israeliani, nel quartiere di Saff al Hawa.
Segre, a Gaza non ricorrono i caratteri tipici dei genocidi
"Nella drammatica situazione di Gaza non ricorre nessuno dei due caratteri tipici dei principali genocidi generalmente riconosciuti come tali — il Medz Yeghern degli armeni, l'Holodomor dei kulaki ucraini, la Shoah degli ebrei, il Porrajmos dei rom e sinti, la strage della borghesia cambogiana, lo sterminio dei tutsi in Ruanda — mentre sono piuttosto evidenti crimini di guerra e crimini contro l'umanità, commessi sia da Hamas e dalla Jihad, sia dall'esercito israeliano". Lo scrive, in un intervento sul Corriere della Sera, la senatrice a vita Liliana Segre.
Aiea conferma piani Iran di attivare migliaia centrifughe
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), responsabile del monitoraggio del programma nucleare iraniano, ha confermato i piani di Teheran per l'installazione di circa 6.000 nuove centrifughe per arricchire l'uranio a un livello basso, secondo un rapporto confidenziale ottenuto dall'Afp. "L'Iran ha informato l'agenzia" della sua intenzione di mettere in funzione queste macchine nei siti di Fordo e Natanz per un tasso di arricchimento fino al 5%, leggermente superiore al 3,67% autorizzato dall'accordo internazionale del 2015.
Libano, Idf, vietati spostamenti a sud linea centri abitati "fino a nuovo avviso"
Le Forze di difesa israeliane hanno pubblicato un avviso in cui vietano gli spostamenti a sud di una linea di villaggi e dei loro dintorni fino a nuovo ordine. I centri abitati in questione - si legge in un post su X del portavoce in lingua araba dell'Idf, Avichay Adraee - sono Shebaa, Al-Habbariyeh, Marjayoun, Arnoun, Yahmar, Al-Qantara , Shaqra, Bara'shit, Yater, Al-Mansouri. "L'Idf non intende prendervi di mira, quindi in questa fase vi è vietato tornare alle vostre case da questa linea a sud fino a nuovo avviso. Chiunque si muova a sud di questa linea si espone al pericolo", si legge ancora nell'avviso che chiede inoltre di non rientrare in una serie di centri abitati successivamente elencati.
Wafa, 5 morti, tra cui un bambino, in raid israeliani su Khan Yunis e Gaza City
Almeno cinque palestinesi, tra cui un bambino, sono morti e un numero imprecisato di persone sono rimaste ferite nella tarda serata di ieri a seguito dei raid dell'esercito israeliano su Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, e su Gaza City, nel nord dell'enclave. L'agenzia di stampa palestinese Wafa ha confermato che quattro persone, tra cui un minore, sono morte dopo che le forze aeree israeliane hanno colpito una tendopoli che ospitava sfollati vicino alla moschea di Abu Matar, a Khan Younis. L'attacco ha provocato anche dei feriti. A Gaza City, nel nord della Striscia di Gaza, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno bombardato un edificio di cinque piani nel quartiere di Zaitun, uccidendo un civile e ferendone altri, ha reso noto l'agenzia.
Netanyahu: "A Gaza pronti alla tregua, non alla fine della guerra"
"Sono pronto a un cessate il fuoco" a Gaza "quando penseremo di poter ottenere il rilascio degli ostaggi". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un'intervista alla tv di destra Channel 14, ripreso da Times of Israel, precisando però che non sarebbe la fine della guerra. "Sono pronto per un cessate il fuoco in qualsiasi momento", ha dichiarato, ribadendo tuttavia che non accetterà la fine della guerra come invece chiede Hamas. Senza entrare nei dettagli, il premier ha spiegato che Israele sta facendo "molte, molte cose" per cercare di raggiungere un accordo sugli ostaggi, in circostanze che ritiene migliori dopo la morte del leader di Hamas Yahya Sinwar e l'entrata in vigore del cessate il fuoco in Libano.
Guerra in Medio Oriente, perché Netanyahu e Gallant sono stati incriminati dalla Cpi
Crimini di guerra e crimini contro l'umanità, commessi nell'ambito di "un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza" tra l'8 ottobre 2023, il giorno successivo al sanguinoso attacco di Hamas nel sud di Israele, e fino ad "almeno" il 20 maggio 2024, giorno nel quale la Procura della Corte penale internazionale ha depositato le richieste di arresto. Queste le accuse attraverso le quali la Camera preliminare I della Corte dell'Aja ha emesso i mandati nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant, ritenuti entrambi responsabili delle "attività degli organi governativi israeliani e delle forze armate", e in base al diritto internazionale umanitario, l'insieme delle norme che regolano la protezione dei civili durante i conflitti armati. LEGGI QUI
Chi è Yoav Gallant, il ministro della Difesa licenziato da Netanyahu
Generale in pensione, è stato l'uomo al centro della sicurezza di Israele. Il primo ministro lo ha licenziato. Al suo posto Israel Katz, finora ministro degli Esteri, che sarà a sua volta occupato da Gideon Saar. IL PROFILO
Israele-Iran, cronologia di una rivalità storica: le tappe dello scontro
Le pesanti tensioni tra Israele e l'Iran hanno una storia lunga decenni, tra minacce, proclami, guerre clandestine e attacchi via terra, mare, aria e cyberspazio. I raid incrociati che hanno segnato il 2024, in ordine cronologico sono solo l'ultimo stadio di una escalation tra i due Paesi, esacerbata un anno fa dall’inizio dell’operazione militare a Gaza. Ecco i principali eventi che hanno scandito il passaggio da una guerra ombra al conflitto aperto. LE TAPPE
Iran, l’arsenale degli Ayatollah tra droni, missili ipersonici e lo spettro nucleare
Dopo l’offensiva di Teheran dello scorso aprile, il 1° ottobre l'Iran ha attaccato il territorio israeliano prevalentemente con missili balistici e ipersonici. Il 26 ottobre la nuova rappresaglia israeliana con "attacchi di precisione" su obiettivi militari. L'arsenale del regime può contare su diverse soluzioni, dai droni kamikaze Shahed 136 ai missili ipersonici Kheibar e Fatah, fino a quelli da crociera tipo Paveh 351. Sono le armi più sofisticate mai affrontate dalle difese israeliane. LEGGI QUI
Benjamin Netanyahu compie 75 anni: la storia del Primo Ministro israeliano
Detto Bibi, il leader del partito conservatore Likud è il primo politico ad esser nato nel Paese dalla sua fondazione nel 1948 e quello rimasto in carica più a lungo della storia d'Israele come capo del governo. LA STORIA