Iran, MIGA: l'acronimo creato da Trump che vuole un cambio di regime

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"Se l'attuale regime iraniano non è in grado di rendere di nuovo grande l'Iran, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime??? MIGA!!!". Così, riprendendo lo slogan Maga (Make America great again), il presidente americano ha aperto alla possibilità di un cambio di regime in Iran

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"Se l'attuale regime iraniano non è in grado di rendere di nuovo grande l'Iran, perché non dovrebbe esserci un cambio di regime??? MIGA!!!". Così, riprendendo lo slogan Maga (Make America great again), il presidente americano Donald Trump ha aperto alla possibilità di un cambio di regime in Iran. Parole che sembrano in qualche modo contraddire le dichiarazioni del suo esecutivo. 

 

Le dichiarazioni di Hegsetg e Rubio

“Questa missione non riguardava e non riguarda un cambio di regime. Il presidente ha autorizzato un’operazione di precisione per neutralizzare le minacce ai nostri interessi nazionali" erano state infatti le parole di Pete Hegseth, ministro della Difesa statunitense, con cui chiariva, a nome del Presidente Trump, la posizione americana dopo i raid sull’Iran di ieri (LIVE). Anche Marco Rubio, il segretario di Stato, aveva chiarito che gli Stati Uniti non stanno cercando un “regime change”, come ipotizzato dopo la discesa in guerra contro la Repubblica islamica.

Le prime reazioni alle parole di Trump

Ora le nuove dichiarazioni (e il nuovo acronimo) sembrano far pensare a un cambio di direzione e arrivano anche le prime reazioni. "Respingiamo ogni tentativo di organizzare un cambio di regime" in Iran "con la forza, crediamo nel diritto dei popoli di autodeterminarsi" ha detto il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, all'arrivo al Consiglio Ue Esteri. "Mi attengo al fatto che ufficialmente il vicepresidente JD Vance ha dichiarato che un cambio di regime non e' l'obiettivo degli Stati Uniti d'America. Anche Israele ha affermato la stessa cosa, e ritengo che su questa base si debba procedere in modo ordinato" ha

dichiarato anche il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, sempre all'arrivo al Consiglio Esteri Ue.

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