Giubileo, chiusa dal cardinal Reina la Porta Santa in Laterano

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Lo stesso rito avviene nelle diocesi di tutto il mondo, come stabilito da Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo della speranza, "Spes non confundit". Domani sarà la volta della Porta Santa della Basilica di San Paolo

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Dopo la chiusura della Porta Santa nella basilica di Santa Maria Maggiore nel giorno di Natale, oggi alle 11 è stata la volta della Basilica di San Giovanni in Laterano, mentre domenica 28 dicembre la stessa cerimonia si terrà a San Paolo fuori Le Mura. Alla chiusura della Porta Santa della Basilica Lateranense era presente il Sindaco Roberto Gualtieri che ha partecipato alla celebrazione presieduta dal cardinale vicario, Baldo Reina. 

Il rito

Lo stesso rito avviene nelle diocesi di tutto il mondo, come stabilito da Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo della speranza, "Spes non confundit". Dopo la solenne processione di ingresso nella cattedrale e i canti animati dal coro della diocesi diretti da mons. Marco Frisina, la celebrazione di chiusura dell'anno giubilare della "diocesi del Papa", è proseguita con la messa. Domani sarà la volta della Porta Santa della Basilica di San Paolo mentre l'ultima a essere chiusa sarà la Porta Santa della Basilica di San Pietro, con un rito che sarà presieduto da Leone XIV il 6 gennaio prossimo e segnerà la conclusione ufficiale dell'anno giubilare, che ha visto confluire nella Città Eterna oltre 32 milioni di pellegrini e turisti. 

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Le parole di Card. Reina

“Oggi, chiudendo la Porta Santa, eleviamo al Padre l’inno di ringraziamento per tutti i segni del suo amore per noi, mentre custodiamo nel cuore la consapevolezza e la speranza che rimane aperto per tutti i popoli il suo abbraccio di misericordia e di pace”. Così il cardinale vicario di Roma, Baldo Reina, che oggi ha chiuso la Porta Santa nella Basilica di San Giovanni in Laterano. 

Era il 29 dicembre 2024 quando quella stessa Porta veniva aperta, si legge su Vatican News. Allora, era la festa della Santa Famiglia, oggi è la memoria liturgica dell’Apostolo evangelista, “il discepolo divenuto l’amico più caro di Gesù”, sottolinea il porporato durante la successiva Messa. Giovanni aveva “camminato con Gesù, aveva ascoltato la sua voce, anche quella senza parole, del suo cuore, poggiando l’orecchio sul suo petto”, prosegue. Seguendo il suo esempio, dunque, i fedeli presenti - tra i quali il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il prefetto Lamberto Giannini - sono invitati ad essere “ministri della misericordia di Dio”, lasciando che il Signore “trovi il suo inveramento in una città in cui molti hanno perso la speranza”.

"Non si può – è il monito del cardinale arciprete – professare la fede cristiana senza preoccuparsi di quanti, “per i pesi che devono portare, per il dolore che patiscono, per le ingiustizie che subiscono”, non riescono a percepire altro che l’assenza. L’assenza che Reina declina in tutte le sue drammatiche sfaccettature, ovvero come mancanza “di solidarietà nel divario tra periferia e centro; di attenzione alle miserie economiche ed esistenziali; di fraternità in cui ci rassegniamo, anche nel presbiterio, a rimanere soli o a lasciarci da soli”. E ancora: “L’assenza in cui le famiglie si disperdono, i legami si infragiliscono, le generazioni si oppongono, le dipendenze diventano catene”; la carenza di “giustizia che non risponde all’altissima vocazione della politica di rimuovere gli ostacoli perché ognuno possa trovare uguale opportunità per realizzarsi, dare forma ai propri sogni, sostanza alla propria dignità, con il lavoro e giusti salari, avere una casa, essere difeso e curato nelle proprie fragilità”. La celebrazione si conclude con un canto natalizio intonato dal coro della diocesi di Roma, diretto da monsignor Marco Frisina.

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