Guerra Israele Medio Oriente, ore decisive per tregua tra Israele e Hezbollah. LIVE
Secondo i media israeliani, il presidente americano Biden e quello francese Macron annunceranno a breve il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Il Gabinetto Netanyahu si riunirà oggi per votare sull'intesa. Il ministro degli Esteri Tajani apre il G7 Esteri di Fiuggi-Anagni dove si cercherà una linea comune sui mandati d'arresto della Cpi per Netanyahu e Gallant
Tregua in Libano a un passo. Secondo i media israeliani, il presidente americano Biden e quello francese Macron annunceranno a breve il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Il Gabinetto Netanyahu si riunirà oggi per votare sull'intesa.
Il governo del Libano è stato informato di una tregua “entro poche ore”, ma gli Usa parlano di accordo “vicino, ma non finalizzato”.
In Israele, intanto, laburisti contro due collaboratori del primo ministro, secondo Haaretz, avrebbero preso soldi “dai sostenitori di Hamas in Qatar” per promuovere l'immagine del Paese in occasione dei Mondiali di calcio del 2022. Il ministro degli Esteri Tajani apre il G7 Esteri di Fiuggi-Anagni dove si cercherà una linea comune sui mandati d'arresto della Cpi per Netanyahu e Gallant.
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Chi era Yahya Sinwar, leader e capo politico di Hamas
- Perché Israele ha attaccato la missione dei militari italiani in Libano? Le ipotesi
- Attacco Iran contro Israele, usato per la prima volta missile ipersonico Fatah. Cos’è
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Cos'è Hamas
- Hassan Nasrallah, chi era il leader di Hezbollah ucciso da Israele
- Chi era Safieddine, successore di Nasrallah alla guida di Hezbollah
- Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane
Per ricevere le notizie di Sky TG24:
- La newsletter sulle notizie più lette (clicca qui)
- Il canale Whatsapp di Sky TG24 (clicca qui)
- Le notizie audio con i titoli del tg (clicca qui)
Il ministro degli Esteri del Libano: "Pronti ad accordo con la Francia garante, vorremmo anche l'Italia"
Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib è ''fiducioso'' circa un imminente accordo con Israele. ''Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco'' ed ''è molto importante che la Francia faccia da garante. Vorremmo anche l'Italia o la Spagna'', spiega il capo della diplomazia di Beirut in una intervista a Il Corriere della Sera. ''Sebbene l’Italia sia vicina a Israele, è comunque al fianco del Libano'', ha sottolineano Habib aggiungendo la ''condanna delle aggressioni ai Caschi blu da qualunque parte provengano. Noi vogliamo l'accordo perché i libanesi vogliono la pace, il 90 per cento di loro la vuole''.
Esprimendo qualche riserva sulle promesse del primo ministro israeliano, ''non si sa mai con Netanyahu. Basta guardare cosa è successo per Gaza. Ci sono stati molti sì e poi alla fine arrivava il no'', il ministro libanese spiega che è stato creato ''un comitato composto da Libano, Israele, Unifil, Stati Uniti e Francia per garantire il rispetto dell’accordo''. In termini di sicurezza, ''abbiamo già 4.500-5.000 soldati sul campo. Ne manderemo altri 5.000 a Sud e quando ne avremo 10.000 lavoreremo con l’Unifil per essere certi che non ci siano più uomini di Hezbollah nella zona''. Sui temi dell'accordo, Habib ha detto che Netanyahu vorrà ''fare un regalo a Trump'' e ''voglia dare a lui tutto il merito dell'accordo''. E il presidente americano eletto ''entro 60 giorni sarà alla Casa Bianca''.
Habib: "Pronti all'accordo sulla tregua, ora dipende da Israele"
"Noi siamo pronti, ora dipende dagli israeliani". Lo spiega in un'intervista a Repubblica il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Rashid Bou Habib, in merito ad un accordo sulla tregua con Israele che potrebbe essere annunciata a breve. "Abbiamo detto agli americani che siamo pronti a implementare completamente la risoluzione 1701, ora dipende dagli israeliani - prosegue -. Ci sono segnali positivi ma non sono finali. Il Libano ha bisogno di pace, non vogliamo più morti e distruzione". Gli israeliani rivendicano il diritto di poter colpire qualora ci siano violazioni, ma per Habib "questo è inaccettabile, non è nell'accordo. C'è un comitato che monitora: se rinviene violazioni valuterà e nel caso saranno l'esercito libanese e l'Unifil a intervenire. Ma niente interventi unilaterali". Il ministro libanese spera che ci possa essere anche un accordo sui confini. "È quello che speriamo, perché se Israele continua a occupare nostre terre la resistenza tornerà, tra 2, 5 o 10 anni. Fin quando ci sarà l'occupazione ci sarà la resistenza. Noi vorremmo fortissimamente che in questi 60 giorni Israele negozi con noi su tutto il confine". Un altro punto è che Israele ha reagito negativamente al coinvolgimento della Francia nel comitato. "Pensiamo di aver bisogno di un Paese mediterraneo, e la Francia, come tutti sanno, è stata una potenza mandataria - spiega ancora il ministro in un'intervista al Corriere della Sera - Vorremmo anche l'Italia o la Spagna, perché pensiamo che conoscano meglio la situazione, e possano aiutare di più in questo senso. Sebbene l'Italia sia vicina a Israele, è comunque al fianco del Libano". "E a proposito di quanto successo nell'ultimo attacco al vostro contingente Unifil, noi condanniamo le aggressioni ai Caschi blu da qualunque parte provengano. Noi vogliamo l'accordo perché i libanesi vogliono la pace, il 90 per cento di loro la vuole".
Medio Oriente, nuovi bombardamenti nel sud del Libano. VIDEO
Razzi di Hezbollah su Nahariya, due feriti di cui una donna gravemente
Hezbollah ha lanciato questa mattina una raffica di razzi su Nahariya, nel nord di Israele, ferendo una donna di 70 anni e un uomo di 80 anni. Lo riferisce il Times of Israel. Secondo quanto riporta il servizio Magen David Adom, la donna è ferita in modo grave. Le Idf ha spiegato che Hezbollah ha lanciato una decina di razzi, alcuni dei quali sono caduti all'interno della città.
L'Iran all'Onu: "Misure punitive immediate contro Israele"
Il viceministro degli Esteri iraniano, Kazem Gharibabadi, ha invitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a prendere provvedimenti immediati e ad adottare misure punitive contro Israele. Lo riporta l'Irna. "Chiediamo l'imposizione di sanzioni efficaci e complete contro Israele, come mezzo per fermare le atrocità mortali del regime in tutta la regione dell'Asia occidentale", ha affermato Gharibabadi intervenendo alla riunione della Conferenza degli Stati Parte della Convenzione sulle armi chimiche (CSP-29) tenutasi all'Aia. Il viceministro ha inoltre sollecitato azioni globali contro Israele "per aver usato armi vietate nelle sue guerre contro Gaza e il Libano".
Idf: "Nella notte abbattuto un drone proveniente da est"
L'Aeronautica militare israeliana ha intercettato la notte scorsa nello spazio aereo del Paese un drone proveniente da est dopo che le sirene d'allarme sono risuonate nell'insediamento di Merom Golan, nelle Alture del Golan occidentali. Lo rende noto su Telegram l'Esercito (Idf).
Ben Gvir: "Cessate il fuoco in Libano errore storico, Netanyahu spieghi"
Il ministro per la sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ribadisce che l'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah in Libano, che potrebbe essere approvato oggi, è "un errore storico". Riferendo in un'intervista a radio Kan di aver chiesto spiegazioni al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Ben-Gvir ha aggiunto che ''è possibile che qualcuno non voglia ascoltare le mie obiezioni''.
"Abbiamo un'opportunità storica di agire in modo deciso a sud e a nord. Sarà un'opportunità storica mancata se fermiamo tutto e torniamo indietro", ha sostenuto.
Israele si aspetta più razzi da Hezbollah prima di tregua
Gli abitanti del nord di Israele si stanno preparando a un potenziale aumento dei lanci di razzi e droni dal Libano, in seguito alle notizie di un possibile imminente cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah scrive il Times of Israel. Il Comando del Fronte Interno ha modificato l'entità delle attività sulle alture del Golan e nelle comunità del confine settentrionale, il che significa che la maggior parte delle scuole non sarà aperta e non potranno essere organizzati grandi eventi. Le autorità temono che il gruppo terroristico sostenuto dall'Iran possa intensificare gli attacchi prima dell'annuncio previsto di un cessate il fuoco.
Funzionario Hamas: "Sosterremo tregua tra Hezbollah e Israele"
"Ogni annuncio di cessate il fuoco è benvenuto. Hezbollah è stato al fianco del nostro popolo e ha fatto sacrifici significativi". Lo ha detto - come riporta Al Jazeera - Osama Hamdan, importante leader di Hamas in Libano, all'emittente libanese Al Mayadeen, annunciando il sostegno ad un'eventuale tregua tra l'alleato Hezbollah e il "nemico" Israele. Hamdan è un membro dell'ala politica di Hamas.
Israele-Iran, cronologia di una rivalità storica: le tappe dello scontro
Le pesanti tensioni tra Israele e l'Iran hanno una storia lunga decenni, tra minacce, proclami, guerre clandestine e attacchi via terra, mare, aria e cyberspazio. I raid incrociati che hanno segnato il 2024, in ordine cronologico sono solo l'ultimo stadio di una escalation tra i due Paesi, esacerbata un anno fa dall’inizio dell’operazione militare a Gaza. Ecco i principali eventi che hanno scandito il passaggio da una guerra ombra al conflitto aperto. LE TAPPE
Iran, l’arsenale degli Ayatollah tra droni, missili ipersonici e lo spettro nucleare
Dopo l’offensiva di Teheran dello scorso aprile, il 1° ottobre l'Iran ha attaccato il territorio israeliano prevalentemente con missili balistici e ipersonici. Il 26 ottobre la nuova rappresaglia israeliana con "attacchi di precisione" su obiettivi militari. L'arsenale del regime può contare su diverse soluzioni, dai droni kamikaze Shahed 136 ai missili ipersonici Kheibar e Fatah, fino a quelli da crociera tipo Paveh 351. Sono le armi più sofisticate mai affrontate dalle difese israeliane. LEGGI QUI
Medio Oriente, Paesi divisi sulla fornitura di armi a Israele: le posizioni
Gli Usa sono di gran lunga il più grosso fornitore di armi a Israele, ma nei giorni scorsi hanno avvertito Netanyahu: potrebbero interrompere gli aiuti se la situazione umanitaria a Gaza non dovesse migliorare. Anche l’Europa s’interroga sul bloccare o meno le forniture, con Macron e Sanchez che hanno ventilato un possibile embargo, ma non è stata trovata una linea comune e i 27 restano divisi. Nell'ultimo anno, comunque, alcuni Stati hanno drasticamente ridotto i loro aiuti militari. Ecco le posizioni dei Paesi, compresa l’Italia. LE POSIZIONI