
Le truppe israeliane entreranno a Rafah a prescindere da un eventuale accordo con Hamas sul rilascio degli ostaggi, ha detto il premier israeliano. L'amministrazione Usa prevede di inviare armi a Israele per un importo stimato di decine di milioni di dollari, nonostante gli stessi Usa spingano per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza. Hamas replica che, ai fini di un eventuale accordo, non accetterà "niente altro che una completa fine dell'aggressione"
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Le truppe israeliane entreranno a Rafah a prescindere da un eventuale accordo con Hamas sul rilascio degli ostaggi. Lo ha detto Netanyahu. L'amministrazione Usa prevede di inviare armi ad Israele per un importo stimato di decine di milioni di dollari, nonostante gli stessi Usa spingano per un cessate il fuoco temporaneo a Gaza. Hamas replica che, ai fini di un eventuale accordo per il cessate il fuoco, non accetterà "niente altro che una completa fine dell'aggressione". All'ONU bozza di risoluzione sul cessate il fuoco, ma c'è il no degli USA. L'accordo sulla tregua a Gaza "non sia condizionato" alla liberazione degli ostaggi, chiede il Qatar.
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Dalla A di Ali Qadi alla Z di Zaka: le parole-chiave del conflitto
- Cos'è Hamas
- Le cause del conflitto
- Cos'è Hezbollah
- Cosa sono i kibbutz
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Tre palestinesi uccisi in Cisgiordania da soldati israeliani
Due palestinesi di 19 e 36 anni sono stati uccisi in un raid dell'esercito israeliano nel campo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania, mentre un terzo è stato colpito a morte a un posto di blocco fuori dalla città di Nablus. Lo ha riferito il ministero della Sanità palestinese. Le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, il braccio armato del partito Fatah, hanno identificato il 36enne come un loro comandante locale.
Unrwa, cosa è e come funziona l'agenzia Onu per i palestinesi
È stata per molto tempo un'ancora di salvezza vitale nella Striscia di Gaza e motivo di contesa con Israele, molto prima che alcuni dipendenti dell'agenzia fossero accusati di essere coinvolti nell'assalto di Hamas del 7 ottobre scorso. Offre una serie di servizi sociali alle persone registrate come rifugiati palestinesi nelle guerre risalenti al periodo della nascita dello Stato di Israele: costruisce e gestisce scuole, cliniche mediche, rifugi e fornisce cibo, assistenza abitativa e prestiti di emergenza. COME FUNZIONA
Ostaggi a Gaza: quanti liberati, quanti uccisi e quanti ancora nella mani di Hamas
Il numero delle persone rapite durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele si aggira tra 240 e 253, secondo le stime più recenti. Ad oggi quelle che si trovano ancora nella Striscia sarebbero circa 130. Almeno una trentina sono morte. I rilasciati sono oltre 100. I DATI
Israele diffonde un video di Sinwar in un tunnel di Gaza
L’IDF ha pubblicato sui social un breve filmato, risalente al 10 ottobre, che mostra il capo di Hamas a Gaza in un tunnel nella Striscia, mentre si sposta insieme alla famiglia. Il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari nel corso di un briefing spiega: "Durante le operazioni di un'unità speciale è stato scoperto il video di una telecamera di sicurezza”. LE IMMAGINI
Netanyahu: "Libertà religiosa sarà rispettata nel Ramadan"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere di aver "preso una decisione equilibrata che consente la libertà di religione con i necessari limiti di sicurezza, che sono stati fissati da professionisti". "Qualsiasi altra notizia è errata", si legge in una nota del suo ufficio, nella quale non si specifica quale decisione sia stata presa e quali restrizioni verranno messe in atto. In precedenza sui media è circolata la notizia che Netanyahu ha deciso di assecondare la richiesta del ministro della Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Itamar Ben Gvir di limitare l'accesso degli arabo-israeliani alla Spianata delle Moschee durante il Ramadan. Lo Shin Bet e le forze armate (Idf) si sarebbero schierate contro mentre la polizia avrebbe dato una valutazione positiva dell'iniziativa.
Cisgiordania, non si ferma all'alt, ucciso agente palestinese
Il ministero della Sanità palestinese in Cisgiordania, citato da Haaretz, annuncia che un membro delle forze di sicurezza è stato ucciso dal fuoco dell'esercito israeliano vicino a Nablus, dopo non aver risposto all'alt dei soldati. La vittima è un 26enne, Anas Devikat. Secondo l'esercito israeliano, Devikat è arrivato all'ingresso della città con un veicolo poi è sceso dirigendosi verso i militari che gli hanno intimato l'alt, ma il giovane ha continuano a procedere verso il posto di blocco. A quel punto, si sostiene, i soldati hanno aperto il fuoco, uccidendolo.
Hamas critica rifiuto di Israele su riconoscimento internazionale Palestina
Hamas afferma che il voto simbolico del governo israeliano per respingere qualsiasi riconoscimento internazionale di uno stato palestinese sottolinea il comportamento di "canaglia" di Israele e l'abuso del diritto e dei trattati internazionali. Il gruppo palestinese, secondo quanto riferisce 'Al Jazeera', ha aggiunto che Israele ha usato i colloqui di pace per decenni "per guadagnare tempo e consolidare ulteriormente la sua occupazione e il furto della terra palestinese".
Il governo israeliano ha approvato all'unanimità una dichiarazione con cui "rifiuta categoricamente diktat internazionali circa un accordo permanente con i palestinesi".
Norvegia aiuterà trasferimento fondi fiscali all'Anp
La Norvegia ha accettato di aiutare a trasferire all'Autorità nazionale palestinese le entrate fiscali raccolte da Israele e congelate dopo l'avvio della guerra contro Hamas a Gaza. Lo ha riferito il ministero degli Esteri norvegese, sottolineando che "lo schema temporaneo svolgerà un ruolo cruciale nell'evitare il collasso finanziario dell'Anp". "Con il nostro sostegno a questa soluzione, l'Autorità palestinese sarà in grado di pagare gli stipendi, consentendo così di continuare a fornire servizi essenziali alla popolazione palestinese, mantenere le scuole aperte e garantire che gli operatori sanitari siano pagati. Ciò è fondamentale per promuovere la stabilità nella regione e per far sì che l'Autorità palestinese possa avere legittimità tra la sua popolazione", ha affermato il primo ministro Jonas Gahr Store. Con israeliani e palestinesi "abbiamo concordato una soluzione temporanea in cui la Norvegia fungerà da intermediario", ha spiegato il ministro degli Esteri Espen Barth Eide. "Garantire che l'Autorità palestinese non crolli e possa fornire servizi essenziali alla popolazione è vitale per salvaguardare la sua stessa esistenza, promuovere un processo politico e realizzare una futura soluzione a due Stati", ha sottolineato.
Israele-Palestina, da Oslo a Trump: i piani di pace falliti negli ultimi decenni
Dopo mesi di conflitto a Gaza, si lavora a una road map per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ancora in vita. Si lavora a un accordo di pace e una soluzione che appare complicata, anche guardando ai tentativi di risolvere le tensioni sempre naufragati negli ultimi decenni. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat al vertice di Camp David, fino alle proposte per “Due Stati, due popoli” e il Peace for Prosperity: ecco le tappe senza esito per risolvere la questione LEGGI
Hamas a Gallant, Sinwar è ancora leader a Gaza
"Yahya Sinwar svolge ancora il suo ruolo di leader di Hamas" a Gaza: lo ha affermato un membro dell'ufficio politico di Hamas, Muhammad Nazal, ad al-Jazeera rispondendo al ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, secondo il quale il Movimento islamico ha perso i contatti con Sinwar e sta cercando un sostituto.
Wall Street Journal: "Egitto costruisce muro al confine con Gaza"
La struttura di 8 miglia quadrate servirebbe a contenere un nuovo afflusso di sfollati palestinesi nel deserto del Sinai, creando un campo profughi capace di ospitare fino a 100mila persone. Le immagini satellitari mostrano i dettagli dei lavori, ma il Cairo nega. LEGGI L'ARTICOLO
Nuotatrice israeliana vince l'argento ma viene fischiata ai mondiali di nuoto in Qatar
La nuotatrice israeliana Anastasia Gorbenko è stata fischiata dagli spettatori dopo aver vinto la medaglia d'argento nei 400 metri piani ai campionati mondiali di nuoto in Qatar. La reazione del pubblico è stata sentita quando la ventenne è stata intervistata poco dopo la sua gara, anche se gli altri fan del nuoto le hanno tributato un applauso di incoraggiamento.
Il Qatar è considerato uno dei più importanti mediatori politici nella guerra tra Israele e Hamas.
Gallant e Gantz contrari a limitare numero fedeli sul Monte del Tempio
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz si sono opposti apertamente alla decisione del primo ministro Benjamin Netanyahu di assecondare la richiesta del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir di limitare i fedeli arabo-israeliani sul Monte del Tempio durante il Ramadan. Lo riferisce 'Channel 13'. "Il primo ministro sta aggirando l'establishment della sicurezza e, a causa di ciò, commetteremo errori", avrebbe detto Gallant durante l'incontro, riferendosi alla contrarietà dello Shin Bet e dell'Idf. "Questa non è unità e non è un gabinetto. Non è così che lavoriamo", avrebbe reagito anche Gantz.
Raid Usa anti Houthi, colpito anche un drone sottomarino
Gli Usa hanno condotto ieri attacchi contro missili da crociera e navi da crociera antinave Houthi, incluso il primo mezzo sottomarino senza pilota che il gruppo ribelle sostenuto dall'Iran ha utilizzato dall'inizio degli attacchi nel Mar Rosso: lo rende noto il Comando Centrale degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno effettuato cinque attacchi: tre contro altrettanti missili da crociera antinave, uno contro un drone sottomarino e uno contro un'imbarcazione senza equipaggio.
Iran a Hezbollah: evitare allargamento guerra
L'Iran ha avvertito Hezbollah di non dare "al primo ministro (israeliano) Benjamin Netanyahu alcuna ragione per lanciare una guerra piu' ampia contro il Libano o altrove". Lo ha rivelato il Washington Post, citando un membro del gruppo sciita filo-iraniano. "Netanyahu e' schiacciato in un angolo adesso. Non dategli una via d'uscita. Non diamogli il vantaggio di lanciare una guerra piu' ampia perche' questo lo renderebbe un vincitore", e' l'incazione arrivata da Teheran. Secondo il quotidiano americano, in un recente incontro i funzionari iraniani hanno anche esortato Hezbollah a "esercitare moderazione contro le forze statunitensi". Un messaggio che sarebbe stato recepito, come dimostra la sospensione nelle ultime due settimane degli attacchi da parte delle milizie filo-iraniane contro truppe Usa in Siria e Iraq.
Rafah, perché si rischia catastrofe umanitaria in caso di attacco
Dall’inizio dell’azione militare israeliana nella città e nell’omonimo governatorato della Striscia si sono radunati centinaia di migliaia di sfollati. L’esodo nelle immagini dal satellite. LE FOTO SATELLITARI
Netanyahu approva le limitazioni d'accesso alla Spianata delle moschee
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha accettato la richiesta del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, di limitare l'ingresso degli arabi israeliani al complesso del Monte del Tempio/Spianata delle Moschee durante il Ramadan, nonostante il parere contrario dello Shin Bet. Lo scrive Hareetz.
Unrwa, tutti i Paesi che hanno sospeso i fondi dopo le accuse
Sono 10 gli Stati che hanno finora bloccato tutti i finanziamenti all'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, in seguito alle accuse di un possibile coinvolgimento di dipendenti nell’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre. Gli Usa hanno immediatamente annunciato lo stop ai finanziamenti. La scelta è stata poi condivisa da Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, Germania, Giappone e Austria. LEGGI
Fonti: "Ok di Netanyahu a limitare gli arabo-israeliani a Spianata"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accettato la richiesta del ministro della Sicurezza nazionale e leader di estrema destra Itamar Ben Gvir di limitare l'accesso degli arabo-israeliani alla Spianata delle Moschee (il Monte del Tempio per gli ebrei) durante il Ramadan, nonostante il parere contrario dello Shin Bet. E' quanto ha riferito Channel 13. L'intelligence interna ritiene che una tale mossa potrebbe infiammare ulteriormente la situazione, in particolare se applicata agli arabo-israeliani e a quelli con residenza permanente. Al contrario, la polizia sembra essere d'accordo con le limitazioni.
Ambasciatrice Usa: "Mai detto riconoscimento unilaterale Palestina"
"Non abbiamo mai detto che dovrebbe esserci un riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese". Lo ha affermato l'ambasciatore americano in Israele, Jack Lew, sottolineando tuttavia che "ora esiste una reale possibilità che, impegnandosi nella normalizzazione e nei negoziati con l'Arabia Saudita", insieme alla riforma dell'Autorità nazionale palestinese, "si possa creare uno Stato palestinese smilitarizzato". "Ma Israele dovrà fare questa scelta", ha aggiunto, ribadendo che "qualsiasi soluzione deve garantire la sicurezza e l'incolumità" dello Stato ebraico. Il sostegno degli Stati Uniti a Israele "non ha vacillato", ha proseguito Lew, spiegando che le dichiarazioni critiche di Washington derivano dal fatto che la guerra "sta causando un'enorme quantità di dolore ovunque". "Il fatto che abbiamo messo in luce la sofferenza dei bambini a Gaza non è un'indicazione che gli Usa non stiano con Israele".
Netanyahu: "Finiremo l'operazione con i nostri coraggiosi soldati"
"I nostri coraggiosi soldati sono nei tunnel a demolire le infrastrutture di questi assassini", e "l’esercito israeliano sta facendo sforzi che nessun altro esercito ha mai fatto nel proteggere i civili". A dichiararlo è stato il premier israeliano Banjamin Netanyahu, contestando quelle che ha definito "le menzogne" raccontate sulla guerra. "Non possiamo lasciare intatto un quarto dei battaglioni combattenti di Hamas", ha aggiunto, intervenendo alla Conferenza dei presidenti a Gerusalemme. "Finiremo il lavoro con i nostri coraggiosi soldati", e "ci assicureremo che la popolazione civile" abbia un modo per raggiungere zone sicure. A riferirne è Times of Israel.
A Sestri Levante un corteo 'contro il genocidio in Palestina'
'Fermiamo il genocidio' e 'un crimine non ne giustifica un altro': sono i due striscioni che hanno aperto un corteo per la libertà della Palestina organizzato a Sestri Levante (Genova) da varie associazioni, movimenti e partiti politici. In piazza alcune centinaia di manifestanti, che hanno srotolato una grande bandiera palestinese sventolando numerose bandiere della pace. Presente anche un gruppo di profughi palestinesi. 'Bisogna fare silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono. Fermate il genocidio', è l'appello scritto nel volantino distribuito dagli organizzatori. 'No guerra-no Nato', 'stop genocidio' e '27 gennaio: giorno della memoria corta': sono alcuni degli altri cartelli alzati dai partecipanti al corteo partito da piazza Pertini e terminato in piazza Matteotti davanti al Comune con un intervento dello scrittore Diego Siracusa.
Gallant: "Hamas cerca sostituto Sinwar nella Striscia"
Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha affermato che la brigata di Hamas a Khan Yunis è stata sbaragliata e che il gruppo islamista cerca un sostituto di Yahya Sinwar, il suo leader nella Striscia di Gaza. "La brigata di Khan Yunis di Hamas è stata sconfitta e ormai non funziona più come entità militare", ha detto Gallant nel corso di una valutazione della situazione bellica con il comandante del fronte sud dell'Idf, maggiore generale Yaron Finkelman. Khan Yunis, principale cittadina meridionale della Striscia, era uno dei bastioni di Hamas e roccaforte del potere di Sinwar.
Tajani domani al Consiglio Ue per l'avvio della missione Aspides
l vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, sarà domani in missione a Bruxelles per partecipare al Consiglio Affari Esteri dell'Unione europea. La riunione, presieduta dall'alto rappresentante Josep Borrell, si aprirà con un confronto sulla situazione in Medio Oriente, cui farà seguito uno scambio informale con il coordinatore delle Nazioni Unite per gli Aiuti Umanitari e la Ricostruzione a Gaza, Sigrid Kaag. Centrale anche la tutela della libertà di navigazione e commercio nel Mar Rosso a cui l'Ue contribuirà con l'operazione navale "Aspides": domani i ministri degli Esteri europei ne approveranno ufficialmente l'avvio. Aspides, di cui l'Italia - che ha proposto l'iniziativa, insieme a Francia e Germania - avrà il comando operativo, è un importante segnale di rafforzamento per la difesa europea. In agenda anche la situazione in Sahel. Si tratta del terzo confronto in poco più di tre mesi e verterà sulle modalità del futuro impegno europeo nella regione. In particolare, i ministri si confronteranno su come assicurare continuità al ruolo dell'Ue a fronte della crescente instabilità locale. L'Italia, insieme ad altri Stati membri, avvierà un confronto dei 27 sulla morte in carcere del dissidente russo Alexei Navalny. Un tema già sollevato da Tajani in occasione della prima riunione dei ministri degli Esteri G7 per l'anno di presidenza italiana, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco del 17 febbraio. I ministri avranno quindi una sessione di lavoro dedicata all'aggressione russa all'Ucraina, cui parteciperà anche il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Su richiesta dei Paesi baltici, vi sarà inoltre una discussione sulla situazione in Bielorussia.
Premier palestinese: Israele consenta a sfollati Gaza di tornare nelle proprie case
Il primo ministro dell'Autorità palestinese Mohammad Shtayyeh ha chiesto alle autorità israeliane di consentire alla popolazione che ha trovato rifugio nel sud della Striscia di Gaza di tornare nelle proprie case. Intervenendo oggi alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il leader palestinese ha poi lanciato un avvertimento al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, perché si astenga dal costringere i palestinesi di Gaza ad attraversare il confine con l’Egitto. "Noi e gli egiziani abbiamo lavorato duramente per impedire che ciò accada", ha aggiunto. "L'Egitto non permetterà a nessuno di attraversare il confine", ha detto Shtayyeh.
Presidente Yad Vashem, "Lula antisemita, odio e ignoranza"
Dani Dayan, presidente dello Yad Vashem, il Memoriale dell'Olocausto a Gerusalemme, ha espresso condanna per le parole del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha comparato l'azione bellica israeliana a Gaza allo sterminio nazista. "Le parole vergognose del presidente del Brasile rappresentano una combinazione abominevole di odio e di ignoranza" e "una chiara espressione antisemita" ha postato Dayan su X. "Paragonare una nazione che lotta contro una organizzazione terroristica omicida alle azioni dei nazisti nell'Olocausto merita piena condanna". "E' triste che il presidente del Brasile sia sceso a un livello così basso e si sia impegnato in una estrema distorsione dell'Olocausto", ha aggiunto Dayan.
Israele: interruzione corrente elettrica in diverse città
Un'improvvisa interruzione nell'erogazione della corrente elettrica è stata segnalata oggi in una decine di città israeliane, anche distanti fra di loro, fra cui Haifa, Ashkelon, Dimona, Herzlia e Petach Tikwa. Lo ha riferito la televisione commerciale Canale 12 secondo cui complessivamente circa 40 mila case sono rimaste al buio. La compagnia elettrica nazionale ha poi informato che una delle sue unità di produzione, situata a Cesarea, ha subito un guasto. Secondo i media viene escluso che sia avvenuto un attacco informatico.
Medioriente, Israele prosegue operazione militare su Rafah
Zuppi, spero Israele accolga appello a "cessare fuoco"
C'e' "la condanna forte e chiara del 7 ottobre, una violenza terribile che ha ucciso innocenti ed è l'espressione di qualcosa che non possiamo mai accettare" e c'è "la condanna di qualsiasi antisemitismo, e poi il cardinale Parolin ha detto quello che stanno dicendo molti governi, ossia 'cessate il fuoco'" perché "questa operazione non giustifica un numero di vittime grandissimo". Cosi' il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi intervistato su In mezz'ora (Rai Tre). "Questo sempre con grande attenzione e rispetto del popolo di Israele e non deve mai giustificare nessun tipo di antisemitismo. Speriamo che questo appello che peraltro una buona parte dei governi ha rivolto a Israele, sia accolto e si cominci a guardare il futuro, che è il primo modo per cui le sofferenze terribili del presente possano avere delle soluzioni".
Presidio fuori da McDonald's a Milano: 'Boicottiamo Israele'
Un presidio per il boicottaggio della catena di fast food McDonald's è stato organizzato questo pomeriggio a Milano da attivisti delle comunità palestinesi in Italia e dai centri sociali a margine del 19/mo corteo di sostegno a Gaza e alla Palestina che si tiene oggi nel capoluogo lombardo. Non si sono verificati momenti di tensione. I manifestanti, staccatisi dal concentramento che si tiene in piazza Duca D'Aosta, davanti alla stazione Centrale, si sono portati davanti all'esercizio commerciale dove ragazze palestinesi hanno animato un flash mob e attivisti hanno attaccato adesivi alle vetrine con la scritta 'Genocidio. Boicotta Israele -Boicotta McDonald's'. Il corteo ProPal partito dalla stazione Centrale arriverà in piazza XXV Aprile.
Netanyahu, 'da Lula frasi vergognose, varca linea rossa'
''Le frasi pronunciate dal presidente del Brasile sono vergognose e gravi. Sminuiscono la Shoah e rappresentano un tentativo di colpire il popolo ebraico ed il diritto di Israele alla difesa'': lo ha affermato il premier Benyamin Netanyahu commentando le dichiarazioni odierne di Lula de Silva. ''Il suo paragone fra Israele da un lato e la Shoah dei nazisti ed Hitler dall'altro - ha aggiunto Netanyahu - varca una 'linea rossa' ''. ''Assieme con il ministro degli esteri Israel Katz - ha concluso - abbiamo deciso di convocare immediatamente l'ambasciatore del Brasile per esprimergli immediatamente il nostro biasimo''.
Media, mediatori egiziani contattano Gantz, pressing per accordo
Mediatori egiziani avrebbero contattato il ministro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz, facendo così infuriare il premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel tentativo di arrivare a un accordo tra Israele e Hamas. E' quanto si legge sul Jerusalem Post che rilancia notizie del canale israeliano N12 sulla base indiscrezioni del giornale al-Araby al-Jadeed.
Macron e Sisi, ferma opposizione ad un'offensiva a Rafah
Il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo egiziano Abdel Fattah al Sisi hanno espresso "la loro ferma opposizione" ad un'offensiva israeliana a Rafah così come "a qualsiasi spostamento forzato di popolazioni" verso l'Egitto, che costituirebbe una violazione del diritto internazionale umanitario". Secondo un comunicato stampa diffuso oggi dall'Eliseo, i due leader - che ieri hanno avuto un colloquio telefonico - hanno condiviso "la loro estrema preoccupazione per il deterioramento della già catastrofica situazione umanitaria a Gaza, sottolineando gli ostacoli per la consegna degli aiuti". Macron e Sisi hanno sottolineato "l'urgenza di aumentare drasticamente il flusso di aiuti alla popolazione di Gaza", precisando allo stesso tempo quanto sia "imperativo preservare il valico di Rafah, aprire il porto di Ashdod, una via terrestre diretta dalla Giordania, così come tutti i valichi".
Oms: L'ospedale Nasser a Gaza non funziona più dopo i raid
"L'ospedale Nasser di Gaza non è più funzionante, dopo un assedio durato una settimana e per i raid in corso" di Israele. Lo riferisce su X il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, aggiungendo che "sia ieri che l'altro ieri non è stato permesso al nostro team di entrare in ospedale per valutare le condizioni dei pazienti e le necessità mediche più urgenti, nonostante avesse raggiunto il complesso per consegnare carburante insieme ai partner". Il numero uno dell'Oms precisa che "ci sono ancora circa 200 pazienti. Almeno 20 necessitano di essere trasferiti urgentemente in altri ospedali per ricevere assistenza".
A Tulkarem ferito gravemente un militare unità scelta israeliana
Nell'operazione condotta oggi a Tukarem in Cisgiordania è rimasto ferito in modo grave un membro di un'unità scelta israeliana. Lo ha riferito la radio pubblica Kan. Secondo l'emittente uno dei due palestinesi uccisi in un conflitto a fuoco, Muhammad al-Awfi, di recente era stato protagonista di diversi attacchi armati in Cisgiordania. Era sospettato inoltre di aver ucciso due palestinesi che egli sospettava passassero informazioni ad Israele.
Media: 'Due i palestinesi uccisi a Tulkarem in Cisgiordania'
E' salito a due il bilancio dei palestinesi rimasti uccisi oggi a Tulkarem in Cisgiordania nel corso di una operazione antiterrorismo condotta dall'esercito israeliano. Lo riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa che ha identificato il secondo ucciso in Muhammad Ahmad Fayez Al-Awfi, di 35 anni. Fonti locali aggiungono che nel frattempo le forze israeliane hanno lasciato la città.
Lula: 'A Gaza non è in corso una guerra ma un genocidio'
Il presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, ha affermato ad Addis Abeba che "quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza non è una guerra, ma un genocidio" ed ha fatto riferimento alle azioni di Adolf Hitler contro gli ebrei. "Ciò che sta accadendo al popolo palestinese nella Striscia di Gaza non è esistito in nessun altro momento storico. In effetti, esisteva. Quando Hitler decise di uccidere gli ebrei", ha detto durante la conferenza stampa che ha concluso il suo viaggio in Etiopia.
Madrid, 'approfittare tragica opportunità per soluzione 2 Stati'
"Si deve approfittare della tragica opportunità" che è la guerra in Medio Oriente per dare impulso alla soluzione dei due Stati fra israeliani e palestinesi. Lo ha affermato il ministro spagnolo degli Affari esteri, Josè Manuel Albares, intervenendo oggi alla conferenza sulla sicurezza a Monaco, citato dall'agenzia Efe. "Varie volte lungo la storia sia palestinesi che israeliani sono stati d'accordo su una soluzione a due Stati, sull'implementazione reale di uno Stato palestinese", ha affermato. "Così che approfittiamo di questa tragica opportunità e facciamolo", ha aggiunto Albares. Il capo della diplomazia iberica ha segnalato che l'azione della Spagna, diretta a una de-escalation del conflitto, con la richiesta di un cessate il fuoco immediato e l'ingresso immediato di aiuti umanitari a Gaza "assolutamente necessaria data la catastrofica situazione", è "in beneficio sia degli israeliani che dei palestinesi".
Israele, approvata risoluzione contro Stato palestinese
Il governo israeliano ha approvato all'unanimità una dichiarazione con cui "rifiuta categoricamente diktat internazionali circa un accordo permanente con i palestinesi". Lo riporta il Times of Israel dopo la notizia della presentazione da parte del premier Benjamin Netanyahu di una risoluzione in tal senso. "Un accordo, se raggiunto, arriverà solo con negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni", recita il testo approvato con cui Israele assicura che "continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno stato palestinese", considerato - dopo l'attacco del 7 ottobre - "un premio enorme, senza precedenti per il terrore.
Hamas: "L'Asse della Resistenza è il futuro della regione"
Nel futuro del Medio Oriente c'è l'Asse della Resistenza, costituito da Hamas, da Hezbollah e dei ribelli yemeniti Houthi. Ne è convinto il rappresentante di Hamas in Libano, Osama Hamdan, secondo il quale "sarà uno dei principali attori nel futuro della regione". Il cosiddetto Asse della Resistenza è un'alleanza informale formata, tra gli altri, da organizzazioni militanti come Hamas, gli Hezbollah libanesi e gli Houthi. Hamdan, in visita a Teheran, ha assicurato che "dopo 140 giorni di guerra la situazione della resistenza e' migliore di quanto immaginassero". "Stiamo imponendo la sconfitta a Israele", ha aggiunto, secondo quanto riferito dall'agenzia ufficiale Irna.
Algeria, la risoluzione su Gaza non verrà modificata
L'Algeria, membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha presentato l'ultima copia non modificabile di una bozza di risoluzione che chiede l'immediato cessate il fuoco a Gaza, nonostante le minacce di Washington di respingerla. Lo ha riferito la tv ufficiale algerina, precisando che la proposta sarà sottoposta al voto dei membri del Consiglio di Sicurezza nella mattinata di martedì 20 febbraio.
Premier palestinese: "I coloni terroristi armati da Israele"
Intervenendo alla terza e ultima giornata della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il premier palestinese Mohammad Shtayyeh ha sostenuto che i coloni israeliani sono "terroristi" armati dal governo e che la "causa principale" della crisi a Gaza è la presa "in ostaggio" dei palestinesi non solo nella Striscia. "Quando parliamo di Hamas, che dire del terrorismo dei coloni in Cisgiordania? Non è stato preso alcun provvedimento significativo contro" di loro; "anzi i coloni sono stati armati da Israele", ha sostenuto il premier dicendo che proprio "ieri i coloni hanno ucciso dei bambini palestinesi". "La causa principale del problema è che c'è un'occupazione che il governo israeliano non è disposto nemmeno ad ammettere e riconoscere", ha affermato Shtayyeh .
Media, nuovi incidenti a confine nord di Israele vicino Libano
Tensione elevata anche oggi al confine nord di Israele. Secondo i media locali esplosioni sono state segnalate nella costa di fronte a Naharya e sul monte Hermon, nell'area di confine fra Israele, Siria e Libano. La natura di questi incidenti non è ancora nota. Nel frattempo il portavoce militare ha confermato che in mattinata l'aviazione di Israele ha colpito una ''infrastruttura terroristica degli Hezbollah'', nella zona di Yarun, nel Libano meridionale. L'artiglieria di Israele, ha aggiunto il portavoce, ha indirizzato il fuoco verso i villaggi libanesi di Aalma al-Shaab e al-Dahira ''per rimuovere minacce incombenti''.
Gaza, 28.985 morti dal 7 ottobre: i feriti sono quasi 69.000
Sfiora i 29.000 morti dallo scorso 7 ottobre il bilancio che arriva dalla Striscia di Gaza. Il ministero della Salute di Gaza, dal 2007 sotto il controllo di Hamas, parla di almeno 28.985 morti, con 127 decessi in 24 ore, e 68.883 feriti.
Premier palestinese: 'fazioni invitate a Mosca il 26 febbraio, noi per l'unità'
"La Russia ha invitato tutte le fazioni palestinesi che si incontreranno il 26 a Mosca". Lo ha detto il premier dell'Autorità palestinese, Mohammad Shtayyeh, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. "Noi siamo pronti a impegnarci - ha affermato nelle dichiarazioni rilanciate dalla tv satellitare al-Jazeera - Se Hamas non lo è, è una storia diversa. Serve l'unità palestinese".
Mezzaluna Rossa palestinese, 'Israele bombarda ospedale al-Amal a Khan Yunis'
La Mezzaluna Rossa palestinese denuncia un attacco dell'artiglieria israeliana contro un piano dell'ospedale al-Amal di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Le forze israeliane "colpiscono con bombardamenti dell'artiglieria il terzo piano dell'ospedale di Al-Amal", si legge in un messaggio su X senza altri dettagli. La denuncia arriva dopo che il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha fatto sapere che l'ospedale Nasser, sempre a Khan Yunis, "non funziona più, dopo un assedio di una settimana seguito dal raid in corso" delle forze israeliane. Nella struttura restano "circa 200 pazienti", ha aggiunto.
In migliaia manifestano contro Netanyahu a Tel Aviv
Hamas, le vittime a Gaza sono quasi 30 mila
Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza sfiora i 30 mila morti, Secondo i nuovi dati diffuso dal ministero della Salute di Hamas, sono 28.985 le persone che hanno perso la vita nel territorio palestinese dall'inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista. I feriti sono 68.883. Nelle ultime 24 ore i morti sono stati 127.
Media Hezbollah, aerei Israele attaccano obiettivi a sud Libano
"Aerei da combattimento dell'aeronautica militare israeliana hanno attaccato obiettivi di Hezbollah nel villaggio di Yaron, nel sud del Libano". Lo riporta il canale libanese di Hezbollah, Al-Manar, precisando che "Israele ha effettuato due attacchi nella zona".
Palestinesi confermano: Barghouti trasferito nel carcere di Ramla, è in isolamento
Marwan Barghouti è stato trasferito nel carcere della città israeliana di Ramla. E' in isolamento. Sono le autorità palestinesi a confermarlo, come riporta stamani l'agenzia Wafa citando il responsabile per gli affari dei prigionieri palestinesi, Qadura Fares. Barghouti, popolare leader di Fatah detenuto dal 2002 e condannato a cinque ergastoli in relazione a tre attacchi in cui sono morti cinque israeliani durante la Seconda Intifada, è visto da molti come l'uomo che potrebbe unire tutti i palestinesi. Nei giorni scorsi era stato il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, a scrivere su X del trasferimento di Barghouti. "Sono finiti i giorni in cui i terroristi controllavano la mia casa dal carcere", aveva scritto l'esponente dell'estrema destra israeliana.
Media, esercito israeliano impegnato a Tulkarem in Cisgiordania
Scontri fra l'esercito israeliano e miliziani palestinesi sono in corso oggi nel campo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania, secondo quanto riferiscono fonti locali. L'agenzia di stampa palestinese Maan ha appreso che reparti dell'esercito sono affluiti in città. Secondo fonti locali il loro ingresso è seguito ad una operazione condotta in precedenza da parte di unità speciali israeliane. L'esercito israeliano non ha ancora fornito aggiornamenti su queste operazioni. Finora non si ha notizia di vittime.
Idf, almeno 35 miliziani uccisi a Khan Younis
Almeno 35 combattenti palestinesi sono stati uccisi nella citta' di Khan Younis, nel sud di Gaza, e altri dieci nel centro della Striscia. Lo ha annunciato l'esercito israeliano in un comunicato secondo cui l'Idf è intervenuto con il fuoco dei carri armati e attacchi aerei in un'area in cui poi sono stati trovati armi, esplosivi e proiettili per lanciarazzi. La nota aggiunge che "circa" 15 sospetti militanti palestinesi, "di cui sei usciti da infrastrutture terroristiche" sono stati uccisi. Inoltre, l'esercito ha aggiunto che continua ad operare nell'ospedale Naser di Khan Yunes dove ha trovato altre armi, senza fornire ulteriori dettagli.
Oms, 'ospedale Nasser fuori uso, ci sono ancora 200 pazienti'
"L'ospedale Nasser" a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza, "non funziona più, dopo un assedio di una settimana seguito dal raid in corso" delle forze israeliane. Lo scrive su X il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, aggiungendo che "circa 200 pazienti" restano nella struttura. "Sia ieri che l'altroieri, al team dell'Oms non è stato consentito l'ingresso in ospedale per valutare le condizioni dei pazienti e le esigenze terapeutiche, nonostante avesse raggiunto il complesso dell'ospedale per la consegna di carburante insieme ai partner - ha scritto - Ci sono ancora circa 200 pazienti nell'ospedale. Almeno 20 devono essere trasferiti con urgenza in altri ospedali per ricevere le cure necessarie". "Il prezzo dei ritardi verrà pagato con le vite dei pazienti - incalza - Dovrebbe essere facilitato l'accesso ai pazienti e all'ospedale". Ieri le forze israeliane (Idf) hanno affermato di aver arrestato "100 sospetti terroristi" nell'ospedale Nasser.
Wsj, 'Autorità palestinese a corto di soldi, Usa cercano escamotage'
L'Amministrazione Biden starebbe cercando di assicurare sostegno finanziario all'Autorità palestinese e di aggirare per questo le norme che impediscono il contributo diretto all'Autorità della Cisgiordania, oltre a un pressing sugli alleati affinché si impegnino di più. Lo scrive il Wall Street Journal che cita funzionari Usa nel mezzo di allarmi lanciati da Ramallah e con la considerazione che potrebbero essere a rischio le speranze degli Stati Uniti sul governo a Gaza dopo la fine del conflitto tra Israele e Hamas, che nel 2007 prese il controllo dell'enclave palestinese. Funzionari palestinesi, evidenzia il giornale riportando quanto segnalato dalle sue fonti, hanno avvertito che già a fine febbraio potrebbero rischiare di rimanere senza fondi per il pagamento di stipendi e la fornitura di servizi essenziali.
Mezzaluna rossa, operazione a Rafah sarebbe un massacro
"La situazione a Rafah è ingestibile. Se Israele attaccherà, nessuno potrà impedire agli sfollati di muoversi in tutte le direzioni, anche in Egitto". Lo spiega Younis Al Khatib, il presidente della Mezzaluna rossa palestinese che ieri è stato ricevuto dal Papa, in una intervista al Fatto Quotidiano. "Né io né il pontefice siamo uomini politici. Il papa ha sottolineato la sua solidarietà e la sua volontà di pace per la regione - aggiunge -. Gli ho chiesto di pregare per noi. Abbiamo bisogno della sua forza morale. E ha già fatto molto riconoscendo lo Stato palestinese". La situazione a Rafah è "ingestibile. Molti accampamenti spontanei fuori dai campi delle organizzazioni umanitarie. Per strada non si riesce a camminare. Si vedono ovunque i segni della fame e della sete. Questo esodo di massa ci ha colto di sorpresa - prosegue -. Un'operazione militare a Rafah sarebbe un massacro. Non so se accadrà ma so cosa dovrebbe accadere: un cessate il fuoco. Non c'è altro modo di aiutare gli sfollati. Oltre a far entrare più aiuti umanitari". Anche in Cisgiordania la tensione è salita dal 7 ottobre. "In Cisgiordania non c'è la legge, c'è l'illegalità: i coloni si fanno giustizia da soli e l'esercito li appoggia o sta a guardare perché il governo li incoraggia - conclude -. Dal 7 ottobre sono stati uccisi quasi 400 palestinesi. Credo che l'obiettivo sia spingere i palestinesi ad andarsene. Nel sud di Hebron duemila persone hanno già lasciato le loro case per le aggressioni quotidiane. Di questo passo la gente potrebbe cominciare a fuggire verso la Giordania, anche se le autorità di Amman non vogliono".
Grandi (Unhcr): 'prima riprendono fondi per Unrwa meglio è per mln di persone'
"Prima si deciderà se continuare o riprendere i finanziamenti, meglio sarà per la vita di milioni di persone". Lo ha detto all'agenzia Dpa Filippo Grandi, alla guida dell'Unhcr, in dichiarazioni a margine della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco riguardo i fondi per l'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite finita nella bufera dopo che Israele ha accusato alcuni dipendenti di coinvolgimento nell'attacco del 7 ottobre nel Paese. "L'Unrwa ha un modo molto particolare di lavorare, non solo in campo umanitario, ma nella gestione di scuole e centri sanitari per milioni di palestinesi", ha sottolineato Grandi. E ha lanciato un allarme a livello più generale sullo stato dei finanziamenti: "Nel 2023 la mia organizzazione ha ricevuto un miliardo di dollari in meno dai donatori rispetto all'anno precedente - ha detto - E abbiamo avuto molte più crisi rispetto a quell'anno".
Israele, 'continua operazione a Khan Yunis e al Nasser'
L'esercito israeliano continua ad operare nella parte occidentale di Khan Yunis, da dove si arriva a Rafah, e all'interno dell'ospedale Nasser della città. Ma prosegue anche le attività nel centro della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui sono stati condotti "raid mirati su infrastrutture terroristiche", "uccisi terroristi e localizzate larghe quantità di armi nell'area".
Gaza, Macron a presidente Egitto: rischio espansione conflitto
Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha ricevuto oggi una telefonata dal presidente francese Emmanuel Macron, con il quale ha concordato sul pericolo di un'espansione del conflitto a livello regionale, sulla necessità di un rapido cessate il fuoco e di proteggere i civili, ma senza avallare lo sfollamento dei palestinesi dalla loro terra. Il portavoce della presidenza, Ahmed Fahmy, ha affermato che nel corso del colloquio sono stati esaminati gli sforzi in corso volti a raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, scambiare ostaggi e prigionieri e fornire aiuti umanitari. I due presidenti hanno sottolineato la necessità che le parti interessate cooperino per garantire progressi che portino alla fine dello spargimento di sangue e all'alleviamento delle attuali sofferenze umane nella Striscia di Gaza. Ciò si aggiunge al progresso verso la soluzione a due Stati e alla creazione di uno Stato palestinese indipendente come unica via per realizzare una sicurezza reale e una stabilità sostenibile nella regione. "Il presidente El-Sisi ha affermato il rifiuto categorico dell'Egitto allo spostamento dei palestinesi in Egitto in qualsiasi modo o forma, una posizione che gode di pieno consenso internazionale. Il presidente francese - aggiunge il portavoce - ha affermato il pieno sostegno della Francia alla posizione dell'Egitto". I due presidenti hanno sottolineato il pericolo di un'eventuale escalation militare a Rafah a causa delle sue catastrofiche ripercussioni umanitarie su quasi 1,5 milioni di palestinesi rifugiati nella zona.
Risoluzione su Gaza, Usa non voteranno proposta Algeria
"Per mesi gli Stati Uniti hanno lavorato instancabilmente - si legge nella dichiarazione - verso un obiettivo a cui tutti noi dovremmo aspirare: una risoluzione sostenibile del conflitto di Gaza in modo che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco e godere di pari misure di sicurezza, dignità e libertà. Nel tentativo di costruire verso quel futuro, gli Stati Uniti stanno lavorando a un accordo sugli ostaggi tra Israele e Hamas, che porterebbe un periodo di calma immediato e prolungato a Gaza per almeno sei settimane, e da cui potremmo poi prendere il tempo e i passi per costruire una pace più duratura. Nell'ultima settimana, il presidente Biden ha ricevuto numerose chiamate dal primo ministro Netanyahu, nonché dai leader di Egitto e Qatar, per portare avanti questo accordo. Sebbene permangano delle lacune, gli elementi chiave sono sul tavolo. Tutto sommato, crediamo che questo accordo rappresenti la migliore opportunità. La risoluzione presentata dal Consiglio di Sicurezza, al contrario, non raggiungerebbe questi risultati e, anzi, potrebbe contrastarli". "Il Consiglio ha l'obbligo di garantire - prosegue - che qualsiasi azione che intraprenderemo nei prossimi giorni aumenti la pressione su Hamas affinché accetti la proposta sul tavolo. Ha inoltre l'obbligo di continuare a fare pressioni per l'attuazione delle risoluzioni 2712 e 2720, comprese le disposizioni che richiedono l'espansione degli aiuti su larga scala, il sostegno per gli aiuti umanitari e la ricostruzione di Gaza, la protezione dei civili e degli operatori umanitari e un chiaro monito contro lo spostamento forzato di civili".
Qatar, negoziati non promettenti
Il primo ministro del Qatar, Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha affermato che i negoziati per un accordo di cessate il fuoco per il conflitto tra Israele e Hamas a Gaza "non e' molto promettente". "L'andamento degli ultimi giorni non è molto promettente ma, come ripeto sempre, rimarremo sempre ottimisti e continueremo a spingere", ha detto Sheikh Mohammed alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. Lo sceicco Mohammed, che e' anche ministro degli Esteri, ha detto di non poter entrare nei dettagli dei negoziati ma, come per gli accordi passati, c'erano due elementi, le condizioni umanitarie a Gaza e il numero di palestinesi che sarebbero stati rilasciati in cambio di ostaggi detenuti da Hamas. "Credo che di questo accordo stiamo parlando su una scala piu' ampia e vediamo ancora alcune difficolta' nella parte umanitaria di questi negoziati", ha detto.
Al Jazeera, oltre 60 palestinesi morti nelle ultime 24 ore
"Le forze israeliane continuano la loro offensiva di terra all'interno della Striscia di Gaza. E oggi è stato molto sanguinoso poiché più di 60 palestinesi sono stati uccisi in una serie di attacchi aerei nelle parti centrali della Striscia di Gaza così come nelle aree meridionali di Rafah e Khan Younis". E' quanto scrive Al Jazeera in una reportage da Rafah, aggiungendo che "i civili sfollati sono alle prese con una grave carenza di cibo, crescono i timori riguardo ad una potenziale incursione militare israeliana nel distretto di Rafah che aggraverebbe la crisi umanitaria".
Risoluzione su Gaza, Usa non voteranno proposta Algeria
"Gli Stati Uniti non sostengono l'azione su questo progetto di risoluzione. Se dovesse essere messa ai voti così come è redatta, non sarà adottata". E' quanto si legge in una dichiarazione dell'ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, in merito alla proposta di risoluzione algerina sulla situazione in Medio Oriente.
Amb. Israele, Mezzaluna Rossa ha avuto un ruolo il 7 ottobre
"La Mezzaluna Rossa palestinese ha avuto un ruolo attivo nei massacri del 7 ottobre". Lo scrive su X l'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede postando il video dell'incontro, oggi, in Vaticano, tra Papa Francesco e Younis Al Khatib, il presidente della Mezzaluna Rossa palestinese.