
Lo ha riferito una fonte informata egiziana: la proposta prevedeva il rilascio degli ostaggi israeliani. In 24 ore 21 soldati iraeliani sono rimasti uccisi nei combattimenti in corso a Khan Yunis, a sud di Gaza: è il bilancio giornaliero più pesante dall'inizio del conflitto, come annunciato dal portavoce delle IDF. "Rinnovo il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario". Così il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres alla riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu
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Una fonte informata egiziana ha reso noto che Hamas ha respinto la proposta di Israele di un cessate il fuoco di due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza.
In 24 ore 21 militari sono rimasti uccisi nei combattimenti in corso a Khan Yunis, a sud di Gaza: è il bilancio giornaliero più pesante dall'inizio del conflitto. Lo ha annunciato questa mattina il portavoce delle IDF, Daniel Hagari.
"Rinnovo il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario. Ciò garantirà che gli aiuti sufficienti arrivino dove sono necessari, faciliterà il rilascio degli ostaggi e contribuirà a ridurre le tensioni in tutto il Medio Oriente". Ad affermarlo è il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres intervenendo alla riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla situazione in Medio Oriente.
Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno condotto nuovi attacchi aerei e missilistici contro le strutture dei ribelli Houthi nello Yemen, in risposta ai loro raid.
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Israele Palestina, i motivi storici dietro alla guerra
La guerra lanciata da Hamas contro Tel Aviv ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L'ARTICOLO COMPLETO
Chi sono i leader di Hamas uccisi da Israele, da Yahya Ayyash a Saleh al-Arouri
Dagli anni Novanta diversi esponenti ai vertici dell’organizzazione sono morti durante attacchi mirati condotti da Israele. Fra loro anche Jamila al-Shanti, l'unica donna a essere diventata membro dell'ufficio politico di Hamas nella Striscia di Gaza. Dopo la morte di al-Arouri, fonti diplomatiche coinvolte nei colloqui mediati da Egitto e Qatar che i negoziati per un accordo si sono interrotti. I DETTAGLI
Yemen, chi sono gli Houthi e cosa hanno a che fare con la guerra Israele-Hamas
Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. Nel dicembre 2023 il Pentagono ha detto di aver intercettato missili e droni lanciati dagli Houthi "potenzialmente indirizzati verso obiettivi in Israele" e una petroliera norvegese nel Mar Rosso è stata colpita da un missile houthi. Il 12 gennaio 2023 Usa e Gran Bretagna hanno condotto un raid contro obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli. L'APPROFONDIMENTO
Oltre cento giorni dall'inizio del conflitto: le date e i momenti chiave
Il blitz dei terroristi palestinesi del 7 ottobre 2023, la risposta dello Stato ebraico con i primi bombardamenti, l'operazione di terra nella Striscia di Gaza, la tregua e la ripresa delle ostilità, fino al raid a Beirut e agli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso: ecco le tappe (finora) più importanti del conflitto destinato a durare per tutto il 2024. L'APPROFONDIMENTO
Stop delle navi nel Mar Rosso, ecco cosa significa per l'economia
Gli attacchi contro navi commerciali e militari nel Mar Rosso da parte dei ribelli Houthi hanno ancora conseguenze economiche limitate, dicono gli esperti, a condizione che la crisi non duri. Ma se dovesse protrarsi, cosa succederebbe? L'APPROFONDIMENTO
Rischio escalation dopo gli attacchi dell'Iran: cosa sta succedendo
Si infiamma l'intera regione in seguito ai raid di Teheran in Iraq, contro una presunta sede del Mossad, e in Siria, contro una base dell'Isis. Anche il Pakistan denuncia un attacco sul suo territorio, con la Cina che invita alla calma. L'allargamento del conflitto, partito con l'attacco di Hamas e la risposta di Israele a Gaza, sembra ormai sempre più vicino. L'APPROFONDIMENTO
Hezbollah, cos'è il "super missile russo" lanciato su una base militare di Israele
Il gruppo libanese ha attaccato il centro di osservazione dello Stato ebraico sul monte Meron attraverso il Kornet-EM, un'arma a guida laser probabilmente ricevuta dall'Iran (che a sua volta l'avrebbe ottenuta da Mosca). Ma quella in mano ai militanti sciiti sarebbe una versione potenziata, in grado di colpire obiettivi fino a 10 km di distanza. DI COSA SI TRATTA
Le famiglie degli ostaggi protestano davanti alla residenza di Netanyahu. FOTO
I parenti dei prigionieri nelle mani di Hamas chiedono al governo dello Stato ebraico di "non indugiare" nella ricerca di un accordo per la loro liberazione. "Non c'è tempo da perdere, la maggioranza del popolo è con noi", urlano a gran voce davanti alla casa del premier. GUARDA LE IMMAGINI
Palestina: "Netanyahu vuole impedire pace e sicurezza"
"C'è una linea che divide chi vuole la pace e chi vuole prevenire la pace. Ci sono solo due strade: una che inizia con la libertà palestinese e porta pace e sicurezza nella nostra regione e una che nega la libertà palestinese e porta conflitto e violenza. Il mondo arabo ha scelto la prima strada, ma Netanyahu vuole prevenire la pace e sicurezza nella nostra regione". Lo ha detto il ministro degli Esteri palestinese Ryad al-Maliki durante la riunione del Consiglio di Sicurezza.
Idf, uccisi oltre 100 militanti di Hamas in area di Khan Younis
L'esercito israeliano oggi ha ucciso oltre 100 militanti di Hamas nell'area occidentale di Khan Younis durante intensi combattimenti. Ad affermarlo nel corso di una conferenza stampa serale, il portavoce dell'Idf, l'ammiraglio Daniel Hagari. "Le truppe sul terreno stanno continuando la loro missione con determinazione", dice Hagari secondo quanto riferisce 'The Times of Israel', il dopo l'uccisione di 24 soldati israeliani ieri.
"Le nostre forze stanno continuando un'ampia offensiva a ovest di Khan Younis, una delle principali roccaforti di Hamas. Questa è un'area complessa, densamente popolata, e molti terroristi di Hamas si nascondono nell'area, anche in siti sensibili, cercando di sorprendere le nostre forze", spiega. "Le forze stanno combattendo coraggiosamente, con una varietà di metodi... e con il supporto aereo e di intelligence", aggiunge.
Alla domanda sull'incidente di ieri, in cui una cellula di Hamas è riuscita a lanciare Rpg contro le truppe che operano a soli 600 metri dal confine, Hagari dice: "Ci sono ancora cellule terroristiche isolate vicino al confine". Hagari avverte che piccole cellule di Hamas "continueranno ad 'accompagnarci' e sarà necessario tornare costantemente indietro per completare il lavoro".
Hamas, è caccia ai leader dell’organizzazione all’estero: chi c’è nel mirino di Israele
Lo Stato ebraico ha creato un'unità speciale denominata Nili, composta da uomini della Difesa e del Mossad e autorizzata a operare a livello internazionale per eliminare i capi del movimento palestinese. Il più ricercato è Yahya Sinwar, leader di Hamas nella Striscia di Gaza e ritenuto fra i principali responsabili dell'attacco dello scorso 7 ottobre. L'APPROFONDIMENTO
Guterres: "A Gaza distruzione senza eguali nella storia recente"
"L'intera popolazione di Gaza sta subendo una distruzione ad una scala e ad una velocità senza eguali nella storia recente". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres sottolineando che "niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese", così come "l'uccisione deliberata, il ferimento, il rapimento di civili, l'uso della violenza sessuale contro di loro" da parte di Hamas in Israele. Inoltre si è detto "profondamente turbato dalle notizie sul trattamento disumano da parte di Israele dei palestinesi detenuti durante le operazioni militari".

©Ansa
Guterres: "Nuovo appello per un cessate il fuoco umanitario"
"Rinnovo il mio appello per un cessate il fuoco umanitario immediato. Ciò garantirà che aiuti sufficienti arrivino dove sono necessari, faciliterà il rilascio degli ostaggi e aiuterà a ridurre le tensioni in Medio Oriente". Lo ha detto il segretario generale Onu Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza. "Una fine duratura al conflitto israelo-palestinese può avvenire solo attraverso una soluzione a due Stati - ha aggiunto - Il rifiuto ai massimi livelli del governo israeliano è inaccettabile e prolungherebbe indefinitamente un conflitto diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globali".
L'attore israeliano di Fauda Idan Amedi gravemente ferito a Gaza
Il musicista e attore, 35 anni, stava combattendo come riservista dell’esercito isralieano nell’enclave palestinese. LEGGI L'ARTICOLO
Medioriente, al via la riunione del Consiglio di sicurezza Onu su escalation violenza
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è riunito per discutere dell'escalation senza precedenti di violenza in Medio oriente. Dalla riunione di oggi dovrebbe arrivare la richiesta a Israele di sollevare le restrizioni all'accesso di aiuti a Gaza e che accetti la creazione di uno stato palestinese per la sua stessa sicurezza.
Israele-Hamas, da Gaza al ruolo degli Usa: la strategia di Netanyahu
Mentre nella Striscia si continua a combattere, il premier israeliano pensa già alla tattica da adottare successivamente al conflitto. Già convocato un team ristretto con uomini dello Stato ebraico e del Mossad e previsti colloqui con Stati Uniti, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. LEGGI
Lavrov parla con al-Maliki: "Fine immediata della strage e soluzione a due Stati"
Sergei Lavrov ha parlato con il ministro degli Esteri dell'Anp Ryad al-Maliki, con cui ha concordato l'importanza di una soluzione della crisi in Medio Oriente che preveda l'istituzione di uno stato palestinese, ha reso noto il ministero degli Esteri russo. I ministri hanno anche sollecitato l'immediata fine della strage e la ripresa del processo di pace, secondo la soluzione dei due Stati.
Media: "Le autorità Houthi chiedono agli operatori umanitari Gb e Usa di lasciare lo Yemen"
Le autorità Houthi hanno chiesto agli operatori umanitari britannici e statunitensi di lasciare lo Yemen. E' quanto riferisce 'Sky News' che cita una lettera del ministero degli Affari Esteri controllato dagli Houthi al coordinatore delle Nazioni Unite che chiede agli operatori umanitari con cittadinanza statunitense e britannica di lasciare il paese entro 30 giorni. Il ministero, si legge nella lettera, "invita inoltre a non assumere dipendenti con doppia nazionalità provenienti dai paesi sopra menzionati".
Tajani da domani in Libano, Israele e Palestina
Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, sarà in un'ulteriore missione in Medio Oriente da domani fino al 25 gennaio, con tappe a Beirut, Tel Aviv, Gerusalemme e Ramallah. Lo rende noto la Farnesina. Riferendosi alla situazione nella Striscia di Gaza, Tajani ha commentato che "l'Italia sta continuando a lavorare per scongiurare il rischio di un allargamento del conflitto e per favorire una de-escalation", aggiungendo che "dobbiamo ripristinare al più presto un orizzonte politico verso una soluzione a due Stati, che rappresenta la risposta più efficace alla violenza efferata di Hamas". In Libano, Tajani avra' incontri con esponenti di primo piano del governo libanese e si recherà in visita alla Missione Militare Bilaterale Italiana in Libano (MIBIL), da cui avrà un videocollegamento con il contingente italiano presso la Missione delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL), dove l'Italia è presente attualmente con 1.062 soldati. La missione MIBIL svolge dal 2015 attività di addestramento in favore delle Forze Armate libanesi per accrescerne la capacita' di controllo del territorio.
Le comunicazioni di Hamas ora solo con pizzini, la rete nei tunnel ha funzionato fino alla tregua
Il leader di Hamas e i comandanti del gruppo armato delle Brigate di al Qassam hanno usato, sin dal 2009, una rete di comunicazioni terrestre sviluppata da ingegneri delle Brigate di al Qassam, e ammodernato negli anni grazie a componenti tecnologiche arrivate dall'estero, ha scritto il quotidiano arabo basato a Londra Asahrq Al-Awsat, precisando che dopo la conclusione dell'accordo con Israele per la tregua e il rilascio degli ostaggi Hamas è stata costretta ad affidarsi a un sistema di comunicazione più rudimentale, con messaggi scritti su pezzetti di carta portati in giro da galoppini. Lo stesso metodo è usato anche per le comunicazioni con gli esponenti all'estero che tuttavia non prendono decisioni se non sono state approvate dai dirigenti all'interno della Striscia, in particolare da Yahya Sinwar.
Le comunicazioni fluiscono sotto terra, con centraline sistemate nei tunnel connesse a vecchie linee in superficie, e non vengono intercettate. Israele sarebbe stato al corrente di questo sistema da anni e ha cercato più volte di distruggerlo e bloccarlo. Quando la guerra è iniziata, il sistema era ancora in funzione ed è stato usato per discutere dei dettagli dell'accordo con Israele. I messaggi arrivavano ai leader di Hamas all'estero attraverso un software criptato.
Usa: "Il futuro di Gaza non può includere i leader di Hamas"
Qualsiasi sarà il futuro di Gaza, non potrà includere i leader di Hamas. Lo ha detto il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale John Kirby.

©IPA/Fotogramma
Usa: "Il nostro inviato è in Medio Oriente per i colloqui"
La Casa Bianca conferma che l'inviato americano per il Medio Oriente Brett McGurk è in visita nella regione per parlare di un possibile accordo per il rilascio delle ostaggi nelle mani di Hamas in cambio di una pausa dei combattimenti a Gaza. McGurk è stato in Egitto e visiterà altri paesi per discutere "un potenziale altro accordo per gli ostaggi, che dovrebbe richiedere una pausa umanitaria di qualche durata", ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.
Barak a Netanyahu: "Vattene ora, per l'amor di Dio"
Israele rischia di rimanere "impantanato per anni nel fango" della Striscia di Gaza, se Benyamin Netanyahu si ostina "a rigettare una via d'uscita" dalla sanguinosa guerra innescata dall'attacco di Hamas del 7 ottobre. Parola di Ehud Barak, ex primo ministro e soldato più decorato nella storia dello Stato ebraico, che dell'attuale premier fu in anni lontani anche comandante militare. Intervistato dal britannico Daily Telegraph, Barak, 81 anni, non le manda dire al 74enne "Bibi", rivolgendosi a Netanyahu col suo nomignolo, e non nasconde di auspicarne l'uscita di scena al più presto. "Per l'amor di Dio, vattene", taglia corto citando le parole con cui Leo Amery, esponente Tory fra le due guerre mondiali, decretò la fine della carriera di Neville Chamberlain nel 1940. "Israele - argomenta l'ex capo di governo ed capo di Stato maggiore delle forze israeliane - non può annunciare una vittoria senza distruggere Hamas sia militarmente sia nella sua capacità di governo. Mentre Hamas ha solo bisogno di sopravvivere, e sopravvivrebbe anche se Israele uccidesse (Yahya) Sinwar", suo leader politico. Barak denuncia quindi l'attuale situazione politica nel suo Paese come una situazione di "vuoto di leadership"; e imputa a Netanyahu di non voler prendere in considerazione neppure le sollecitazioni a pianificare una road map verso l'uscita dal pantano di Gaza che sale "dal suo gabinetto di guerra" per un mero interesse di sopravvivenza personale al potere. A costo, rincara la dose, di mettere in discussione la stessa "legittimazione" internazionale d'Israele e di aver portato la guerra oltre la soglia dei "100 giorni": indicato come limite storico di sopportabilità in termini sia politici, sia militari.
Casa Bianca: "Aperti a pause umanitarie lunghe a Gaza"
Gli Stati Uniti sono aperti a sostenere lunghe pause umanitarie per il rilascio degli ostaggi e per la consegna di ulteriori aiuti a Gaza. Lo afferma il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale John Kirby, rispondendo a chi gli chiedeva se gli usa appoggerebbero pause di 30 o 60 o 90 giorni. Kirby ha inoltre osservato come ieri "e' stato un giorno terribile per l'Idf in termini di perdite".
A Khan Yunis distrutto tunnel di 1 km in rione residenziale
Nel corso delle operazioni a Khan Yunis, nel settore meridionale della striscia di Gaza, le forze israeliane (Idf) hanno distrutto un tunnel lungo un chilometro scavato sotto il tessuto urbano della citta', in un rione residenziale, nelle vicinanze di due scuole. Lo ha riferito il portavoce militare. Per impedire ai militari di assumerne il controllo miliziani di Hamas hanno fatto esplodere alcuni imbocchi ed hanno sparato razzi Rpg. ''Ci sono stati combattimenti ravvicinati ed i terroristi sono stati eliminati'', ha affermato il portavoce. Nelle successive ispezioni, sotto il livello terrestre, e' stata trovata ''la piu' vasta sala per la produzione di razzi'' attiva nel settore meridionale della Striscia. Il tunnel è stato poi fatto saltare con la dinamite.
Casa Bianca: "Centrati gli obiettivi dell'attacco agli Houthi"
I raid contro gli Houthi hanno "l'obiettivo che è quello di diminuire le loro capacità di colpire nel Mar Rosso. Le informazioni preliminari del Pentagono indicano che gli obiettivi" dell'ultimo attacco "sono stati centrati". Lo afferma il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby.
Idf: "Gli aerei da combattimento dell'IAF hanno completato una serie di attacchi contro obiettivi terroristici di Hezbollah in Libano, tra cui una risorsa militare gestita dalle forze iraniane e un complesso militare dove operavano i terroristi di Hezbollah"
Unicef, a Gaza più di 1000 bambini mutilati
"A Gaza, secondo le notizie che ci arrivano, più di 1.000 bambini hanno subito la perdita di un arto a causa dei bombardamenti, cambiando profondamente la loro vita". Lo scrive Unicef Palestina su X.
Onu: sei palestinesi uccisi a Khan Younis
Sei palestinesi sono stati uccisi in un rifugio gestito dalle Nazioni Unite a Khan Younis, nel sud di Gaza, colpito ieri nel corso delle operazioni militari israeliane. Lo rende noto l'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi. "Almeno 6 sfollati sono stati uccisi e molti altri feriti durante gli intensi combattimenti attorno al nostro rifugio. Il personale terrorizzato, i pazienti e gli sfollati sono ora intrappolati nei pochi ospedali rimasti a Khan Younis mentre continuano i pesanti combattimenti. Invito tutte le parti a prendere ogni precauzione per ridurre al minimo i danni e proteggere i civili, le strutture mediche e il personale Onu in conformità con il diritto internazionale", ha scritto su X Philippe Lazzarini, commissario dell'Unrwa.
Qatar: in corso colloqui seri con flusso costante risposte
Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari, ha espresso un cauto "ottimismo" per i colloqui in corso per raggiungere un accordo tra Israele e Hamas, nonostante finora le risposte siano state negative. Ci sono "discussioni serie da entrambe le parti, abbiamo presentato idee a entrambe le parti, riceviamo un flusso costante di risposte da entrambe le parti, e questo di per sé è motivo di ottimismo", ha riferito, esortando a concentrarsi "sul processo di mediazione in sé'".
Dombrovskis: "Il traffico nel Mar Rosso è calato del 22%"
"Tra il 25 e il 30% dei container mondiali passano attraverso il Mar Rosso e in questo mese abbiamo visto una diminuzione del traffico del 22%: la libertà di navigazione è essenziale per l'Ue dato che siamo una potenza commerciale, che esporta bene e servizi per 3,1 trilioni di euro e importa per 2,8 trilioni". Lo ha detto Valdis Dombrovskis, commissario europeo per il Commercio. "Al momento - ha aggiunto - non ci sono impatti visibili su prezzi energetici, o su prezzi de beni, ma vediamo già degli effetti sul prezzo dei trasporti: maggiori impatti dipendono dalla durata della crisi".
Ap: Hamas respinge proposta Israele per tregua di due mesi
Hamas ha rifiutato la proposta israeliana per un cessate il fuoco di due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi. Lo riferisce un alto funzionario egiziano, in condizioni di anonimato, all'Associated press. Secondo la fonte, Hamas ha rifiutato insistendo sul fatto che non saranno liberati altri ostaggi finché Israele non cesserà la sua offensiva e si ritirerà dalla Striscia. La proposta prevedeva inoltre la liberazione di detenuti palestinesi dalle carceri di Israele e l'autorizzazione per i leader di Hamas a Gaza di trasferirsi in altri Paesi.
Unrwa, sei palestinesi uccisi in nostro rifugio colpito
"Uno dei più grandi rifugi dell'Unrwa a Khan Yunis (sud di Gaza) è stato colpito durante le operazioni militari di ieri. Almeno 6 rifugiati sono rimasti uccisi e molti altri feriti duranti gli intensi combattimenti intorno al nostro rifugio". Lo ha riferito il commissario generale dell'agenzia Onu per i palestinesi, Philippe Lazzarini, sottolineando che "lo staff terrorizzato, pazienti e rifugiati sono ora intrappolati all'interno dei pochi ospedali rimasti a Khan Yunis mentre gli intensi combattimenti continuano". "Esorto tutte le parti a prendere ogni precauzione per ridurre al minimo i danni e proteggere i civili, le strutture mediche e il personale Onu locale in conformità con il diritto internazionale", ha concluso Lazzarini.
Egitto, Hamas ha rifiutato scambio tregua/ostaggi
Una fonte informata egiziana ha reso noto che Hamas ha respinto la proposta di Israele di un cessate il fuoco di due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza. Lo ha detto all'Associated Press in condizioni di anonimato.
Stasera consiglio di sicurezza Onu su Gaza con Lavrov
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu torna a riunirsi sulla guerra a Gaza. All'incontro che inizia alle 14 locali, le 20 italiane, parteciperanno diversi ministri degli Esteri, a partire da quello russo Serghei Lavrov. E poi ci saranno il palestinese Ryad al Maliki, il francese Stephane Sejourne (presidente di turno del Cds), il turco Hakan Fidan, l'iraniano Hossein Amir-Abdollahiyan. Secondo fonti diplomatiche, a dominare la riunione saranno le richieste ad Israele di consentire maggiori aiuti a Gaza e di accettare un futuro Stato palestinese. Prima dell'incontro, Lavrov ha visto a New York il suo omologo iraniano per sollecitare Israele ad accettare un cessate il fuoco e avvertire gli Usa di non alimentare la diffusione del conflitto.
Tel Aviv: "No a accordo con Hamas al potere a Gaza"
Israele non accetterà un accordo per il cessate il fuoco che lasci i suoi ostaggi a Gaza o che consenta a Hamas di continuare a governare l'enclave palestinese. Lo ha sottolineato il portavoce del governo di Tel Aviv, Eylon Lavy, citato da al-Arabiya. Il portavoce ha confermato che vanno avanti le trattative per ottenere il rilascio degli ostaggi, ma non ha aggiunto dettagli per non ostacolare i negoziati.
Borrell: "Israele non può avere diritto veto su Palestina"
"Una cosa è chiara: Israele non può avere il diritto di veto sull'autodeterminazione del popolo palestinese. Le Nazioni Unite riconoscono e hanno riconosciuto più volte il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese. Nessuno può porre il veto". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in conferenza stampa al termine del Consiglio di associazione Ue-Egitto. Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha affermato da parte sua che vi è "un consenso internazionale sulla necessità di risolvere il conflitto sulla base di una soluzione a due Stati". "E' giunto il momento di attuarlo e la comunità internazionale ha i mezzi, le risorse e i meccanismi per farlo", ha evidenziato.
Hamas, 'Israele e Usa recepiscano messaggio, eliminarci è illusione'
Israele e Stati Uniti "devono recepire bene il messaggio" della "operazione di qualità" di ieri. Lo afferma Hamas dopo la notizia della morte nella Striscia di Gaza di 24 militari israeliani in un solo giorno, il più drammatico per le forze israeliane (Idf) dall'inizio dell'operazione di terra avviata nell'enclave palestinese in reazione alla strage del 7 ottobre in Israele.
"L'Amministrazione Usa e l'occupazione devono capire bene il messaggio dell'operazione di qualità di ieri", ha detto un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, sostenendo che "la forza della resistenza sta aumentando, non diminuendo". E, ha detto, "eliminare Hamas è un'illusione". E' il "momento di riconoscere il diritto del popolo palestinese a ottenere libertà, autodeterminazione e a creare uno stato palestinese", ha riportato il giornale Filastin, legato a Hamas.
Sunak, 'raid contro Houthi, ma anche impegno diplomatico nella regione'
Gli ultimi attacchi aerei contro gli Houthi sono soltanto una parte di una "risposta più ampia" del governo. Lo ha detto il premier britannico Rishi Sunak alla Camera dei Comuni, precisando che l'esecutivo di Londra sta aumentando l’impegno diplomatico nella regione e lavorando per porre fine alla fornitura di armi al gruppo armato yemenita, anche attraverso l'utilizzo di sanzioni per cercare di tagliare i loro finanziamenti e fornendo aiuti umanitari per aiutare le persone nello Yemen che hanno sofferto a causa della guerra civile.
Sunak ha aggiunto che non esiste alcun collegamento tra ciò che sta facendo il governo e il conflitto a Gaza. Secondo il primo ministro, le persone che hanno glorificato gli attacchi Houthi stanno glorificando il terrorismo e questo avrà tolleranza zero.
Sunak: "Non esiteremo a rispondere ad altri attacchi Houthi'
Il Regno Unito "non esiterà" a rispondere nuovamente con un'azione militare se continueranno gli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso. Lo ha detto il premier britannico Rishi Sunak riferendo alla Camera dei Comuni dopo i raid congiunti compiuti nella notte dalle forze di Londra e Washington nello Yemen contro le basi degli Houthi.
Qatar: "Non esiste soluzione militare" a crisi Mar Rosso
All'indomani dei nuovi bombardamenti congiunti Usa-Gb contro i ribelli Houthi per i loro attacchi alle navi mercantili, il Qatar ribadisce che "non esiste una soluzione militare" alla crisi nel Mar Rosso. Il portavoce del ministero degli Esteri, Majid al-Ansari, ha sostenuto in una conferenza stampa che "non esiste una soluzione militare" per fermare gli attacchi dei ribelli nel Mar Rosso e ha definito i bombardamenti statunitensi e britannici "un grande pericolo" perché alimenta la tensione internazionale.
"Sosteniamo tutti gli sforzi regionali per allentare l'escalation e ribadiamo che questo problema è iniziato dopo l'escalation nei Territori palestinesi occupati e finirà con la fine dell'escalation nei territori occupati", ha affermato il portavoce, che ha insistito sul fatto che questa crisi ha le sue radici nella guerra nella Striscia di Gaza.
Borrell: "Israele non ha diritto di veto sui due Stati"
"Noi dobbiamo a cominciare a parlare in maniera automatica dell'applicazione dei due Stati. E una cosa deve essere chiara: Israele non ha alcun diritto di veto all'autodeterminazione del popolo palestinese, riconosciuta dalle Nazioni Unite". Lo ha detto l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell nella conferenza stampa al termine del Consiglio di Associazione Ue-Egitto.
Al Sisi a Meloni, 'impegno condiviso per pace duratura'
L'ambasciatore dell'Egitto in Italia, Bassam Rady, ha trasmesso alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni un messaggio del presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, il quale, nel ringraziare per gli auguri inviati dalla premier per la sua rielezione avvenuta nel dicembre scorso, sottolinea le "distinte relazioni bilaterali tra i due Paesi in tutti i campi e l'aspirazione a sviluppare queste relazioni a beneficio dei due popoli amici e di tutti i popoli della regione, nonché un maggiore coordinamento reciproco sulle questioni regionali". Lo fa sapere all'ANSA lo stesso Rady. Nel suo messaggio, Giorgia Meloni - riferisce Rady - sottolineava "l'importanza di approfondire il partenariato reciproco tra i due Paesi in tutti i settori di interesse comune, dal dialogo politico, alla cooperazione economica e alla difesa, all'immigrazione, alla cultura e perfino alla scienza e alla tecnologia, esprimendo la sua aspirazione a continuare il lavoro comune per raggiungere una pace duratura e sostenibile per l'intera regione, apprezzando i sinceri sforzi compiuti dall'Egitto riguardo alla guerra di Gaza, soprattutto sul piano umanitario". L'ambasciatore Rady ha affermato che "l'Egitto e l'Italia hanno una profonda amicizia storica basata sul rispetto reciproco e sull'impegno condiviso per il raggiungimento della stabilità, della pace, dello sviluppo e della cooperazione nella regione del Mediterraneo, sottolineando il grande sviluppo delle relazioni bilaterali tra i due Paesi durante il 2023 dimostrata dal numero di visite ad alto livello scambiate tra le due parti nonché nel regolare coordinamento tra di loro su tutte le questioni regionali e internazionali".
Mantovano, esiste antisemitismo diffuso e violento
"La data del 27 gennaio, e quello che questa data significa per tutti noi, quest'anno non può prescindere da un'altra data nella quale si è consumato un evento tragico da cui ha preso avvio una guerra che non accenna a ricomporsi, e la data a cui faccio riferimento è quella del 7 ottobre. Non intendo parlare dell'aggressione di Hamas, della reazione di Israele, degli effetti che tutto questo sta provocando in un'area geografica che si allarga progressivamente. Intendo dire che questi eventi sono stati l'occasione per far emergere un antisemitismo che esiste, che è diffuso, che si sta manifestando in un modo anche violento. Vi è un'intollerabile sovrapposizione tra le critiche, in sé
legittime al governo di Netanyahu, e l'individuazione delle comunità ebraiche in giro per il mondo quali presunte complici
di quelle scelte". Lo dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano durante la presentazione delle iniziative per il Giorno della Memoria patrocinate dalla presidenza del Consiglio dei ministri
Ministro Esteri Iran: "Usa avvisati, basta attacchi a Yemen"
Il ministro degli Esteri iraniano, Amir Hossein Abdollahian, ha messo in guardia gli Stati Uniti dai rischi di un'escalation nel caso continueranno i bombardamenti sferrati da Usa e Gran Bretagna nei confronti degli Houthi yemeniti. "Abbiamo mandato un messaggio netto, gli americani sono stati avvisati", ha detto Abdollahian ai microfoni dell'agenzia iraniana Irna a New York. "Le azioni miliari congiunte di Usa e Gran Bretagna, gli attacchi allo Yemen, costituiscono una seria minaccia alla pace e alla sicurezza della regione e favoriscono un'escalation del conflitto in corso", ha rincarato la dose Abdollahian. Il capo della diplomazia di Teheran è volato negli Usa in occasione dell'Assemblea Generale dell'Onu prevista per oggi, un vertice con al centro la crisi umanitaria a Gaza e i combattimenti tra i miliziani di Hamas e l'esercito israeliano. Gli Houthi yemeniti, sciiti sostenuti da Teheran che controllano buona parte del Paese, hanno iniziato lo scorso novembre ad attaccare con razzi e droni le navi in entrata e uscita nel Mar Rosso. Azioni di disturbo e minaccia che non hanno causato vittime, ma messo a repentaglio il trasporto di merci e minato la sicurezza di una rotta strategica. Gli Stati Uniti sono decisi a proteggere le navi e garantire il transito sicuro dei carichi, obiettivi per raggiungere i quali è stata costituita una task force internazionale di cui fa parte anche l'Italia. Negli ultimi giorni americani e britannici hanno colpito lo Yemen, bombardando postazioni utilizzate dai miliziani Houthi per sferrare gli attacchi.
Ex ostaggio a Knesset: "Stupri continui su donne e non solo"
In Israele, Aviva Siegel, una degli ostaggi liberati da Hamas, ha denunciato dinanzi alla Knesset che nei tunnel sotto la Striscia di Gaza vengono violentate le donne e anche gli uomini ancora in cattività. "I terroristi portano vestiti che non vanno bene per le ragazze, le vestono come le bambole. Hanno trasformato le ragazze nelle loro bambole, con cui possono fare quello che vogliono. Ed è incredibile che siano ancora li'", ha denunciato la donna, che fu rapita dalla sua casa nel Kibbutz Kfar Aza insieme al marito Keith, ancora tenuto in ostaggio a Gaza, e alla figlia Shir che invece era accanto a lei nell'aula del Parlamento israeliano. "Voglio dirvi che anche ai ragazzi toccano queste cose: non possono rimanere incinti ma ci passano anche loro", ha insistito. "E qualcosa ora deve cambiare. Vorrei tornare ostaggio per proteggere quelle ragazze, come ho fatto quando ero li'. Mi sentivo come se fossero le mie figlie". La raccapricciante testimonianza -raccolta dal quotidiano israeliano 'Times of Israel'- è stata confermata anche da un altro ex-ostaggio presente, Chen Goldstein Almog: "Ci sono molte ragazze", ha detto, che "non hanno avuto il ciclo: forse per questo dovremmo pregare, perché il corpo in qualche modo le protegga in modo che, Dio non voglia, non rimangano incinte". La figlia di Aviva, Shir, ha detto ai deputati che la testimonianza della madre e' "solo la punta dell'iceberg" e ha contestato il fatto che, in aula, non ci fossero ministri ad ascoltare i racconti.
Israele circonda Khan Younis, roccaforte Hamas Sud Gaza
L'esercito israeliano ha annunciato di essere riuscito a circondare Khan Younis, la principale città nel Sud della Striscia di Gaza e una delle principali roccaforti militari di Hamas. L'esercito ha spiegato che le truppe di terra hanno condotto combattimenti "corpo a corpo" con gli uomini di Hamas, mentre l'aviazione ha condotto attacchi sostenuti dall'intelligence per "coordinare il fuoco", con conseguente "eliminazione di dozzine di terroristi". Durante l'operazione, l'esercito ha individuato razzi pronti per il lancio, installazioni militari, aperture di tunnel e numerose armi. I media palestinesi denunciano che l'esercito israeliano, nella sua offensiva all'interno di Khan Younis, ha assediato i due principali ospedali della città Nasser e Al Amal, dove centinaia di migliaia di abitanti di Gaza sono sfollati e feriti.
Ministero sanità Gaza, 25.490 palestinesi uccisi nella Striscia da inizio guerra
25.490 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza, aggiungendo che gli attacchi dell'esercito israeliani hanno causato anche 63.354 feriti.
Gli ultimi raid dell'Idf, aggiunge il ministero di Gaza, hanno ucciso almeno 195 palestinesi e ne hanno feriti 354. Altre possibili vittime potrebbero trovarsi sotto le macerie degli edifici distrutti dai bombardamenti.
Tajani: "Due Stati, saremo come la goccia che scava la roccia"
"Non dobbiamo rinunciare a una visione, quella dei 'due popoli, due Stati': dobbiamo essere come la goccia che scava la roccia". E' l'impegno del ministro degli Esteri Antonio Tajani alla vigilia di una importante missione diplomatica: il vicepremier domani sarà infatti in Libano, poi in Israele e infine a Ramallah per parlare con l'Autorità nazionale palestinese; e a tutti gli interlocutori proporrà quella che, a suo giudizio, è la soluzione al decennale conflitto israelo-palestinese. A proposito del 'no' del premier Benjamin Netanyahu a uno Stato palestinese, il vicepremier -intervistato da RaiNews 24- osserva
che anche Hamas ha detto 'mai due popoli, due Stati'. "Quando
c'e' una guerra -ha insistito- è chiaro che le parti che stanno
combattendo non possono fare scelte che possono essere lette come cedimenti. Ma Usa, Europa e G7 sono tutti per 'due popoli e due Stati', partendo da Stato palestinese che deve riconoscere il diritto israeliano a esistere". "Continueremo a lavorare", ha osservato ancora il vicepremier, "Herzog è più aperturista rispetto a Netanyahu. Mi auguro che con un lento lavoro diplomatico, un'azione forte americana e i Paesi arabi per
convincere il mondo palestinese si possa raggiungere l'obiettivo
per il quale lavoriamo. L'Italia sta facendo di tutto per favorire una de-escalation e cercare di impedire che il conflitto esploso con l'incredibile violenza di Hamas con Israele non diventi un conflitto regionale".
Guerra Mo, nuovi attacchi di Usa e Gb contro gli Houthi
Stati Uniti e Gran Bretagna hanno condotto nella notte nuovi attacchi contro gli Houthi in Yemen. Sono stati colpiti magazzini sotterranei delle milizie e basi di controllo aereo e missili balistici. Gli aerei britannici hanno mirato bersagli multipli vicino all’aeroporto di Sanaa. L'operazione, spiega il Pentagono, "è arrivata in risposta ai continui attacchi nel Mar Rosso contro navi commerciali e mercantili”. Il capo milizie Houthi: “Siamo in grado di rispondere. Non ci arrendiamo”. IL VIDEO
Ministro Iran a Lavrov, Mosca si attivi per fermare guerra Gaza
Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha incontrato l'omologo russo Serghei Lavrov ieri a New York, in vista di una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sul Medio Oriente in programma oggi. Amirabdollahian ha chiesto a Mosca di giocare un ruolo più attivo per fermare la guerra a Gaza, riferisce l'agenzia Irna. "Le recenti aggressioni dei sionisti in Siria e Libano mirano a distrarre l'attenzione del mondo dai loro vergognosi fallimenti", ha detto il ministro iraniano. Lavrov, aggiunge Irna, ha invocato una posizione unitaria dei Paesi arabi sulla questione palestinese.
Houthi, attacchi Usa e Gb "non resteranno impuniti"
Gli attacchi contro gli Houthi condotti da Stati Uniti e Regno Unito "non resteranno impuniti". Lo ha dichiarato il portavoce militare degli Houthi, Yahya Saree, in un post su X, precisando che gli attacchi hanno colpito le province di Sanaa, Hodeida, Taez e Al-Bayda.
Madrid, la violenza a Gaza va fermata ora, non fra mesi
"L'impegno" della Spagna è quello di puntare a una risoluzione del conflitto a Gaza che arrivi "molto prima delle prossime elezioni nordamericane": così, in un'intervista, il ministro degli Esteri iberico José Manuel Albares ha risposto a una domanda su come potrebbe influire sulla situazione di quell'area geografica in caso di un cambio dell'amministrazione Usa. "Non voglio nemmeno immaginare come ipotesi che questo livello di violenza, con 25 mila palestinesi morti, possa continuare da qui a novembre. Non è possibile", ha detto Albares ai microfoni della radio Cadena Ser. "Oggi abbiamo ricevuto un'altra notizia di 21 soldati israeliani morti. Bisogna fermare tutto questo", ha aggiunto, sostenendo che Madrid propone per Gaza "un cessate il fuoco immediato e permanente" a breve termine e una "soluzione per stabilire una pace definitiva" più a lungo termine, basata sul riconoscimento dello Stato palestinese accanto a quello israeliano. Tale scenario, ha aggiunto prima di annunciare di essere in partenza per una missione in Libano e in Iraq, "sta ottenendo sempre più appoggi" a livello internazionale.
Fidan vede Lavrov, Turchia insiste su Stato palestinese
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, si trova a New York dove ha avuto un incontro bilaterale con il collega russo Serghei Lavrov. I due ministri degli Esteri sono negli Stati Uniti per partecipare all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite in programma oggi. Al centro del vertice la crisi umanitaria in corso a Gaza e le operazioni militari israeliane nella Striscia. Russia e Turchia spingono per una soluzione che preveda la creazione di uno Stato palestinese per risolvere il pluridecennale conflitto in Medio Oriente e porre fine all'intervento israeliano; entrambi i Paesi possono far valere un canale di dialogo aperto con Hamas, l'organizzazione terroristica palestinese che ha attaccato Israele lo scorso 7 ottobre scatenando la durissima reazione dello stato ebraico. Nella notte tra sabato e domenica Fidan ha avuto un faccia a faccia in Turchia con il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniye.
Idf, uccisa palestinese armata di coltello vicino insediamento in Cisgiordania
E' stata uccisa una donna palestinese che, armata di coltello, si stava avvicinando a militari israeliani nell'insediamento di Psagot, in Cisgiordania. Lo riferiscono le Forze di difesa israeliana (Idf) citate dal Jerusalem Post, spiegando che non si registrano feriti tra i militari. La Radio dell'Esercito ha riferito che i soldati israeliani hanno sparato alla donna vicino alla recinzione perimetrale dell'insediamento prima che potesse entrarvi.
Pasdaran, 'Houthi operano in modo autonomo e indipendente nel Mar Rosso'
I miliziani yemeniti Houthi operano in modo autonomo e indipendente nel Mar Rosso ed ''eroicamente'' stanno cercando di fermare l'uccisione di palestinesi. Lo ha dichiarato Alireza Tangsiri, comandante della Marina dei Guardiani della Rivoluzione islamica dell'Iran, i Pasdaran. ''Lo Yemen è un paese indipendente con un esercito forte e ha anche un leader forte che agisce in modo indipendente e non prende ordini da nessuno", ha detto Tangsiri citato dai media statali iraniani.
"Le operazioni navali dello Yemen nello stretto di Bab al-Mandeb e l'ostacolare il transito di navi appartenenti al regime sionista o che scelgono il regime occupante come destinazione sono in linea con il sostegno ai musulmani" da parte degli Houthi, ha sostenuto Tangsiri. Gli Stati Uniti e l'Occidente, ha aggiunto, devono modificare il loro approccio e fermare ''il sostegno ai sionisti''.
Lavrov, niente giustifica barbarie Hamas 7 ottobre
Niente può giustificare la barbarie dell'attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre: lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in un'intervista alla CBS. "Non ci sono scuse per la barbarie del 7 ottobre", ha detto Lavrov, che ha pero' anche affermato la necessità di creare uno Stato palestinese per evitare atti di violenza in futuro. "A meno che questa ingiustizia non venga corretta e che non venga creato uno Stato palestinese, di tanto in tanto emergerà sempre più violenza in Palestina e in altre parti del mondo arabo e musulmano", secondo Lavrov.
Ben Gvir, 'schiacciare nemico nazista di Gaza in memoria soldati uccisi'
La morte di 21 soldati israeliani nella Striscia di Gaza nell'episodio più sanguinoso dall'inizio dell'operazione di terra dimostra in modo ''più chiaro che mai'' che Israele non deve diminuire le operazioni, Anzi, secondo il ministro della Sicurezza nazionale di Israele di estrema destra, Itamar Ben Gvir, ''dobbiamo continuare a sottomettere, schiacciare e falciare il nemico nazista a Gaza, con tutte le nostre forze''.
Parlando di una mattina ''molto difficile e dolorosa'', il ministro ha sostenuto che ''il sangue di centinaia dei nostri migliori figli'' non è stato versato ''invano''. E ha aggiunto che ''vorrei che fossimo degni di loro e adempissimo la loro volontà, scritta con il sangue: schiacciare e distruggere Hamas e restituire tutti gli ostaggi. Sia benedetta la loro memoria''.
Lavrov a Bou Habib, coinvolgimento Libano inaccettabile
Il coinvolgimento del Libano nel conflitto israelo-palestinese è inaccettabile: lo ha detto, parlando con il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib, il capo della diplomazia russa Serghei Lavrov. Secondo quanto riporta il ministero degli Esteri russo in una nota, "Lavrov ha sottolineato l'inaccettabilità di qualsiasi escalation del conflitto israelo-palestinese e del coinvolgimento in esso di altri stati della regione, compreso il Libano. E' stata riaffermata l'importanza degli sforzi collettivi volti a garantire un cessate il fuoco immediato a Gaza e a risolvere i gravi problemi umanitari", spiega la nota.
IDF, 21 soldati Israele uccisi ieri, mai così tanti
Sono 21 i soldati israeliani morti a Gaza nella sola giornata di ieri: è il bilancio giornaliero più pesante dall'inizio del conflitto. Lo ha annunciato questa mattina il portavoce delle IDF, Daniel Hagari. La maggior parte delle vittime di ieri, ha spiegato, sono stati uccisi dall'esplosione di un razzo che ha colpito un deposito e un edificio precedentemente minati dall'esercito per demolirli.
21 soldati israeliani uccisi a Gaza nella notte
Ventuno soldati sono rimasti uccisi la scorsa notte nei combattimenti in corso a Khan Yunis, a sud di Gaza. Lo ha reso noto il portavoce militare Daniel Hagari. Si tratta dell'episodio più grave per l'esercito israeliano dall'inizio della guerra.
Leader Houth: "Attacchi Usa e Gb ci rendono più forti"
"I vostri attacchi renderanno il popolo yemenita soltanto piu' forte e determinato a contrastarvi, in quanto siete aggressori del nostro Paese". Lo ha dichiarato il leader della milizia Houthi, Mohamed Ali al-Houthi, in risposta ai bombardamenti effettuati da una colazione guidata da Stati Uniti e Gran Bretagna e legato agli attacchi dei paramilitari yemeniti alle navi che transitano lungo il Mar Rosso. "Gli americani e i britannici - ha aggiunto in un post pubblicato su X - devono capire che noi siamo in grado di rispondere e che la nostra gente non conosce resa".
Usa e alleati: "Colpite basi Houthi di missili balistici"
"Abbiamo colpito magazzini sotterranei degli Houthi e basi di controllo aereo e missili balistici". Lo hanno dichiarato gli Stati Uniti in un comunicato congiunto con Australia, Bahrain, Canada, Olanda e Regno Unito, a commento del nuovo attacco alle basi occupate dai miliziani yemeniti. L'operazione, spiega il Pentagono, "e' arrivata in risposta ai continui attacchi nel Mar Rosso contro navi commerciali e mercantili, che minacciano il commercio globale e la vita di marittimi innocenti". "Il nostro obiettivo - ha aggiunto il Pentagono nella nota congiunta - resta quello di allentare la tensione e riportare stabilita' nel Mar Rosso, ma ribadiamo il nostro avvertimento ai vertici degli Houthi: non esiteremo, davanti a reiterate minacce, a difendere le vite e la libera circolazione del commercio in una delle rotte più importanti al mondo".