Guerra in Medioriente, rischio escalation dopo gli attacchi dell'Iran: cosa sta succedendo
Si infiamma l'intera regione in seguito ai raid di Teheran in Iraq, contro una presunta sede del Mossad, e in Siria, contro una base dell'Isis. Anche il Pakistan denuncia un attacco sul suo territorio, con la Cina che invita alla calma. L'allargamento del conflitto, partito con l'attacco di Hamas e la risposta di Israele a Gaza, sembra ormai sempre più vicino
- Si infiamma ulteriormente la situazione in Medioriente dopo che l'Iran è entrata direttamente in azione con le forze aeree dei Guardiani della Rivoluzione che hanno lanciato "missili balistici" su Iraq e Siria. Il primo raid (in foto) sarebbe servito per "mandare un segnale" al nemico Israele e al suo alleato Usa che "creano insicurezza nella regione", il secondo per rispondere al sanguinoso attentato di inizio gennaio a Kerman ad opera dell'Isis
- Nel colpire Erbil, la capitale della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Teheran ha detto di aver "distrutto uno dei principali quartier generali dello spionaggio del regime sionista (Mossad)". Secondo un comunicato dei Pasdaran, l'obiettivo era "il centro per lo sviluppo di operazioni di spionaggio e la pianificazione di azioni terroristiche nella regione e nel nostro amato Paese". Le autorità locali hanno parlato di "almeno quattro civili uccisi", tra cui il noto imprenditore dell'immobiliare Peshraw Dizayee e parte della sua famiglia
- Per quanto riguarda la Siria, le forze iraniane hanno annunciato di aver colpito ad Aleppo "i luoghi di raduno dei comandanti e dei principali elementi legati alle recenti operazione terroristiche, in particolare lo Stato Islamico", come vendetta per il duplice attentato del 3 gennaio vicino alla tomba del generale Qassem Soleimani - ucciso dagli Usa quattro anni prima - che ha provocato quasi 100 morti. Teheran ha poi minacciato nuove azioni "fino a quando le ultime gocce del sangue dei martiri non saranno vendicate"
- L'Iran stavolta ha deciso di agire direttamente, e non più solo attraverso la sua rete di combattenti sparsi per il Medioriente, dagli Hezbollah libanesi agli Houthi yemeniti, che nel frattempo continuano a sparare alle navi di passaggio nel Mar Rosso scatenando la reazione americana. Insomma, l'escalation appare sempre più una realtà nell'intera regione, con l'Iraq che nega l'esistenza di una sede del Mossad a Erbil (in foto i soccorsi dopo il raid) e richiama il proprio ambasciatore a Teheran perché ritiene violata la sua sovranità
- Anche la situazione nel Mar Rosso è sempre più incandescente. Gli Houthi, foraggiati come detto dall'Iran, nelle scorse ore hanno attaccato una nave greca e una portarinfuse americana (vuota). La Shell, vista la situazione, ha deciso di non far navigare più le sue navi in quello specchio d'acqua, optando per la circumnavigazione dell'Africa. Non solo: BP e Qatar Energy hanno già annunciato mosse simili la scorsa settimana, come spiegato dal Wall Street Journal
- In tutto ciò, non si fermano gli attacchi mirati di Usa e Gran Bretagna contro le postazioni Houthi nella provincia di Al Bayda dello Yemen. "Aerei americani e britannici - ha scritto l'agenzia russa Ria Novosti - hanno bombardato le installazioni di Ansar Allah nel campo militare del distretto di Muqairas, sul territorio della fortezza di At-Taffa e le strutture nel distretto di As-Savmaa"
- Se Usa e Gran Bretagna attaccano le postazioni degli Houthi, l'Unione europea sta discutendo di una possibile missione nel Mar Rosso. Per ora l'opzione più probabile, riferiscono fonti diplomatiche, è quella di appoggiarsi sulla missione europea Agenor per la libertà di circolazione, guidata dalla Francia, estendendo al mar Rosso le operazioni oggi centrate solo nel Golfo e sullo stretto di Ormuz. Il piano potrebbe essere finalizzato entro il 19 febbraio
- L'ipotesi è stata confermata anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Nel Mar Rosso stiamo lavorando perché accanto all'operazione Atalanta possa esserci una missione militare europea", con l'allargamento di "quella già attiva a Hormuz per proteggere i traffici commerciali. E potrebbero partecipare anche Paesi extra-Ue". Tajani ha aggiunto che "con la Francia e la Germania stiamo formalizzando una proposta da presentare agli altri partner Ue", definendosi "ottimista"
- Anche il Pakistan ha denunciato un attacco dell'Iran, vicino al confine condiviso tra i due Stati: un raid "totalmente inaccettabile", anche perché "non provocato". Le bombe iraniane hanno distrutto il quartier generale pakistano del gruppo jihadista iraniano Jaish al-Adl (Esercito della Giustizia), inserito da Teheran nella lista nera di sigle terroristiche. Islamabad, come Baghdad, ha richiamato l'ambasciatore in Iran. E la Cina, preoccupata, ha invitato a evitare escalation e a lavorare "per mantenere la pace e la stabilità"
- Mentre il conflitto in Medioriente rischia di allargarsi in maniera preoccupante, a Gaza il bilancio delle vittime è arrivato a oltre 24mila palestinesi uccisi. L'Ue denuncia che la Striscia è un "posto inabitabile, con il 60% degli alloggi e delle infrastrutture distrutto", e torna a chiedere "un pausa umanitaria" immediata. Per le istituzioni europee, "il numero di vittime civili, inclusa una quota davvero alta di bambini, è inaccettabile". Intanto Israele ha di nuovo attaccato obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano