Borse, Milano tocca -7,5% poi chiude a -6,5%: peggiore in Europa. Male anche Wall Street
Economia
I timori di una recessione globale, sulla scia dell'annuncio sui dazi di Trump, affondano i Mercati. Piazza Affari in picchiata: a metà seduta il Ftse Mib a -7,5%, stesso livello toccato l'11 settembre. Sprofondano le banche e le assicurazioni. Nel Vecchio continente nessuno fa peggio di Milano, ma sono comunque ampiamente in negativo anche Francoforte, Parigi, Londra e Madrid. In due giorni bruciati oltre 1.241 miliardi. Wall Street apre in calo e poi peggiora: tutti e 3 i principali indici superano il -5%
Giornata nera per le Borse europee, che sprofondano sulla scia dell'annuncio di Donald Trump sui dazi statunitensi, la risposta della Cina e i timori di una recessione globale (LE NEWS IN DIRETTA). Piazza Affari in picchiata: nel corso della seduta il Ftse Mib ha toccato -7,5% a 34.418 punti, lo stesso livello dell'11 settembre, poi ha chiuso in calo del 6,53%. Ampiamente in negativo anche Madrid (-5,83), Francoforte (-4,95%), Parigi (-4,26%), Londra (-4,95%). Oggi per le principali Borse europee sono andati in fumo 819 miliardi di euro: si sommano ai 422 miliardi di ieri, portando il saldo negativo a oltre 1.241 miliardi in due giorni. In forte calo anche Wall Street, con tutti e tre gli indici principali sotto il 5%: Dow Jones -5,50% a 38.314,86 punti, Nasdaq -5,82% a 15.587,79 punti, S&P 500 -5,97% a 5074,08 punti.
Sprofondano le banche e le assicurazioni
In chiusura l'indice Ftse Mib ha perso il 6,53%, arretrando a 34.649 punti. A Piazza Affari, in particolare, sprofondano le banche e le assicurazioni. Tra i peggiori Azimut (-12,6%), Leonardo (-12,4%) e Mps (-12,12%). Si salva dal panic selling solo Diasorin (+1,66%). Lo spread tra Btp e Bund, in tensione durante la giornata, è tornato in chiusura sotto la soglia dei 120 punti (119,3). Il rendimento del titolo italiano si è fermato al 3,76% e quello tedesco in chiusura è al 2,57%.
Tonfo Wall Street
Seduta difficile anche a Wall Street, dove il Vix, l'indice della volatilità e della paura, è volato sopra quota 40, ai massimi intraday da agosto, riflettendo le tensioni sui mercati innescate dai dazi. Wall Street ha aperto subito in calo (con gli intorno al -2,3%), per poi andare sempre peggio e vedere tutti e 3 i principali indici viaggiare tra il -5,50% e il -5,97%. Su Wall Street ha pesato la dura risposta della Cina. Il Dow ha chiuso in correzione, in calo di oltre il 10% rispetto al suo massimo storico di dicembre perdendo oltre duemila punti (come successo solo quattro volte nella storia). È la prima volta che il Dow chiude in correzione dal 7 marzo 2022. L'indice ha registrato le maggiori perdite consecutive da marzo 2020, durante l'inizio della pandemia di Covid-19. Il Nasdaq ha chiuso in bear market, ossia mercato ribassista, per la prima volta dal 2022, in calo di oltre il 20% rispetto al suo massimo storico di dicembre. L'euro è scambiato a 1,0949 dollari, la moneta unica perde lo 0,96% verso il biglietto verde.
Bruciati almeno 9.600 miliardi a Wall Street
Secondo i calcoli di alcuni analisti, riportati da MarketWatch, Wall Street avrebbe bruciato almeno 9.600 miliardi di dollari dal giuramento di Donald Trump: 5.000 miliardi sono andati in fumo solo negli ultimi due giorni con i dazi.

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In netto calo il petrolio
Non si arresta neppure la discesa del prezzo del petrolio, appensantito dallo spettro di recessione e dai dazi al 34% annunciati dalla Cina: ha chiuso in forte calo a New York, con le quotazioni che hanno perso il 7,41% a 61,99 dollari al barile. I futures sul gas scivolano ai minimi degli ultimi sei mesi e hanno chiuso, alla Borsa di Amsterdam, in calo del 7,15% a 36,4 euro. L'ondata di vendite sui mercati non ha risparmiato nemmeno l'oro, le cui quotazioni avevano toccato ieri un nuovo massimo storico. Il prezzo spot è sceso del 3%, portandosi a quota 3.020 dollari l'oncia, quasi 150 dollari in meno rispetto al record di 3.167 raggiunto nella nottata tra il 2 e il 3 aprile, dopo l'annuncio dei dazi da parte di Trump. In calo del 7% anche l'argento a 29,70 dollari l'oncia.

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Piazza Affari in calo come l'11 settembre 2001
A Piazza Affari, con l'indice Ftse Mib che in giornata ha toccato una flessione di oltre il 7,5%, si è registrato un calo come nel giorno dell'attacco alle Torri Gemelle, l'11 settembre 2001. Il calo del 7,5% registrato oggi è tra i peggiori crolli della storia del listino milanese: il peggiore di sempre è quello del 12 marzo del 2020, all'indomani del primo lockdown nazionale per il Covid-19, quando la Borsa di Milano perse il 16,92%. Il 24 giugno del 2016, in occasione del post referendum della Brexit, il listino ha invece registrato un calo del 12,48%. Il 10 ottobre del 1987, in occasione del "lunedì nero" di Wall Street, il listino Usa perse il 20% e quello italiano il 12%. C'è poi il crollo del 6 ottobre del 2008, quando Piazza Affari perse l'8,24% a seguito del fallimento di Lehman Brothers. In occasione dell'attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono, come detto, il calo fu del 7,57%. Poi tra gli altri scivoloni più clamorosi di Piazza Affari si ricordano quelli registrati nel corso delle due crisi finanziarie del 2008 e del 2011: il 10 ottobre 2008 (-7,14%), il primo novembre 2011 (-6,80%), il 16 ottobre 2008 (-6,78%), il 10 agosto 2011 (-6,65%), il 14 settembre 2001 (-6,62%), il 30 marzo (-6,57%) e il primo dicembre 2008 (-6,26%).
