Dazi Usa imposti da Trump, dall'Ue alla Cina: quali sono le possibili contromisure

Economia
Ansa/Ipa

Introduzione

Il primo messaggio della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è stato questo: l’Europa "delusa dall'alleato più antico" dovrà prepararsi "all'impatto che sarà inevitabile", ma ha "tutto ciò che serve per superare la tempesta". Bruxelles si muove dunque alla ricerca di un equilibrio delicato: una prima rappresaglia contro Washington è in arrivo già il 15 aprile, ma i canali del dialogo resteranno aperti per non spaccare il fronte dei Ventisette. Tra i quali c'è già chi, come Emmanuel Macron, ha scelto la linea dura: la decisione americana "è brutale e infondata", ha detto l'inquilino dell'Eliseo, sollecitando gli imprenditori a sospendere gli investimenti oltreoceano.

 

E la Cina? Pechino ha attaccato le ultime scelte sui dazi di Donald Trump, additati come un esempio di "bullismo". Poi, oggi, l'annuncio: verranno imposte tariffe aggiuntive del 34% sui prodotti statunitensi a partire dal 10 aprile

Quello che devi sapere

In Ue "nessuna opzione è esclusa"

  • Dopo l'annuncio di Trump sui dazi nelle risposte di Parigi e, soprattutto, di Bruxelles "nessuna opzione è esclusa", ha spiegato Macron, in attesa che a dargli man forte arrivi anche Berlino con il suo nuovo cancelliere Friedrich Merz. Per un nutrito gruppo di governi però - da Roma a Varsavia - la prima strada è quella della diplomazia per evitare un'escalation che "farebbe male a tutti".   
  • Sceglie la strada della calma e del dialogo anche Giorgia Meloni. "Penso che la scelta degli Stati Uniti sia una scelta sbagliata, che non favorisce né l'economia europea né quella americana, ma penso anche che non dobbiamo alimentare l'allarmismo che sto sentendo in queste ore. Il mercato degli Stati Uniti è un mercato importante per le esportazioni italiane, vale alla fine il 10% del complessivo delle nostre esportazioni e noi non smetteremo di esportare negli Stati Uniti. Significa che ovviamente abbiamo un altro problema che dobbiamo risolvere, ma non è la catastrofe che insomma, alcuni stanno raccontando", ha detto la premier.

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Divisioni interne

  • Non tutti però sono pronti a schierarsi sulla stessa posizione. La prima a sfilarsi è stata l'Ungheria di Viktor Orban, accusando Bruxelles di "incompetenza" per non essersi seduta a trattare con l'amministrazione Trump. 
  • Mentre per il vicecancelliere tedesco Robert Habeck, l'impatto delle sovrattasse al 20% imposte dagli Stati Uniti, è paragonabile a quello dell'attacco della Russia all'Ucraina e richiede una "reazione compatta e decisa" come quella mostrata per Kiev. 

Risposta calibrata ma ferma

  • Sul fronte dei colloqui, intanto, è già impegnato il commissario del Commercio Ue, Maros Sefcovic, per cercare di costruire un ponte con Washington. La risposta dell'Europa sarà "calibrata", ma "ferma" se non si troverà un accordo equo. A Palazzo Berlaymont si lavora senza sosta: "negoziare, reagire, diversificare" sono i tre binari lungo i quali si muove la squadra guidata da Ursula von der Leyen di fronte a dazi bollati come "illegali e ingiustificati". Anche perché, hanno denunciato i tecnici della Commissione Ue, Trump ha presentato i suoi numeri usando una media aritmetica "che distorce la realtà"

Le tempistiche della controffensiva Ue

  • La controffensiva targata von der Leyen - dazio per dazio - si era arenata nelle settimane scorse, ma, dopo lo schiaffo del tycoon, ora è tempo di ripartire: il 9 aprile i Paesi voteranno per dare il via - dal 15 aprile - ai primi controdazi. A finire nel mirino all'inizio saranno i marchi iconici americani Levis, Harley Davidson e yacht di lusso in risposta ai dazi Usa su acciaio e alluminio. Il resto del piano è pronto a scattare dal 15 maggio

Bazooka sulle Big Tech

  •  L'esecutivo Ue però prepara anche il bazooka sulle Big Tech, con possibili stangate in arrivo dal Digital services act (Dsa) e Digital markets act (Dma), i due testi per frenare lo strapotere delle major a stelle e strisce sul territorio continentale. Per una tassa diretta ai servizi digitali "è ancora presto", ha osservato da Washington la responsabile dell'antitrust Ue, Teresa Ribera, senza tuttavia escludere "una valutazione approfondita" nei prossimi mesi. 

L'alleanza con l'Asia centrale

  • L'Est intanto resta, per l'Ue, la rotta per diversificare le relazioni commerciali in assenza degli alleati americani: dopo i colloqui con la Cina, da Samarcanda, l'Europa ha rilanciato il patto strategico con l'Asia centrale, allargando la sua rete da Kazakistan a Uzbekistan. 

E la Cina?

  • Anche la Cina ha attaccato le ultime scelte sui dazi di Donald Trump, additati come un esempio di "bullismo" a stelle e strisce. Verso la Cina pende la nuova stretta del 34%, in vigore dal 9 aprile, che si aggiungerà alle recenti aliquote aggiuntive del 20% imposte sul fentanyl e sulle tariffe già esistenti.
  • Pechino oggi, 4 aprile, ha annunciato che imporrà tariffe aggiuntive del 34% sui prodotti statunitensi a partire dal 10 aprile. Non solo. Imporrà anche controlli sulle esportazioni di 7 articoli correlati alle risorse minerarie. La Cina ha poi presentato ricorso presso l'Organizzazione mondiale del commercio per i nuovi dazi statunitensi.

La strategia australiana

  • Si muove anche l'Australia. Il governo laburista, in risposta ai dazi americani, ha scelto di non imporre contro-tariffe e ha invece ha avviato misure protettive per assistere le imprese attive nell'esportazione, principalmente di carne bovina, ed è impegnato a promuovere il commercio con Paesi come India ed Emirati Arabi Uniti e a firmare un accordo di libero commercio con l'Unione Europea, in una strategia di diversificazione che sarà accelerata. 
  • Il governo di Anthony Albanese offre ora mutui per un miliardo di dollari australiani (circa 565 mila euro)a interesse zero per assistere le imprese esportatrici. Mentre gli Usa ricevono nell'insieme solo il 5% circa delle esportazioni australiane, sono la prima destinazione per le esportazioni di carne bovina, con 400 mila tonnellate nel 2024, per un valore di 3,4 miliardi di dollari Usa.  Secondo il presidente della National Farmers Federation, David Jochinke, mentre il settore è "profondamente deluso" per la decisione degli Usa, "l'industria agricola australiana sostiene un approccio prudente e misurato ai negoziati con gli Stati Uniti e collaborerà strettamente con il governo e con tutte le forze politiche per cercare una soluzione", ha detto.

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