Yemen, chi sono gli Houthi e perché hanno attaccato una nave italiana nel Mar Rosso
Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. Il 12 gennaio 2024 Usa e Gran Bretagna hanno condotto un raid contro obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli, mentre nel marzo 2024 la nave Carlo Duilio, il cacciatorpediniere della Marina Militare italiana, ha neutralizzato un attacco con un drone
- Il 2 marzo gli Houthi hanno lanciato il loro primo attacco diretto all'Italia e rischiano di far precipitare la crisi nel Mar Rosso. Un drone lanciato dallo Yemen e diretto verso nave Carlo Duilio, il cacciatorpediniere della Marina Militare, è stato abbattuto a 6 chilometri di distanza dall'imbarcazione
- Il 12 gennaio Joe Biden aveva annunciato che Usa e Uk "con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d'acqua più vitali del mondo". Nelle settimane precedenti missili e droni houthi erano stati intercettati nel Mar Rosso, e il timore è quello di un allargamento del conflitto Israele-Hamas. In foto: un generale Houthi durante una manifestazione contro Israele
- Gli Houthi (o Huthi) sono un gruppo armato – principalmente sciita – che ormai da qualche anno controlla Sana’a, la capitale yemenita. Prendono il nome dal loro leader fondatore, Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūthī, ucciso dalle forze statali yemenite nel 2004. Nati verso la fine del secolo scorso e diventanti sempre più potenti dai primi anni 2000, sempre con spirito antigovernativo, ufficialmente si chiamerebbero Anṣār Allāh, Partigiani di Dio
- In Yemen, la maggioranza dei cittadini è sunnita. Gli Houthi, fin dalla nascita, si sono imposti come guida per la minoranza sciita, che in alcune zone del Paese arriva a circa il 45%. Il gruppo è anche zaydita, corrente dell’Islam sciita diffusa solamente in Yemen di cui si è fatto portavoce
- Da sempre gli Houthi hanno trovato uno Stato amico nell’Iran, che in loro ha visto un alleato per diffondere la corrente sciita in un posto dove prevalgono i sunniti. L’alleanza non è ovviamente stata soltanto ideologica, ma anche militare
- Si è detto più volte che è proprio grazie all’aiuto di Teheran che gli Houthi a Sana'a sono riusciti a imporsi sulle forze avversarie, appoggiate invece dall’Arabia Saudita, durante la guerra civile tra 2014 e 2015. In quegli anni è scattata anche l’alleanza con l’ex presidente Saleh, ai tempi già defenestrato, che fino a quel momento era stato loro nemico. L'amicizia durò poco: Saleh fu ucciso il 4 dicembre 2017 proprio da uomini Houthi, accusato di tradimento
- Se da un lato c’è l’Iran a coprire le spalle degli Houthi, dalla parte opposta ci sono invece i nemici dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti. Durante (e dopo) la guerra civile del 2015, Riad ha infatti combattuto su suolo yemenita, a fianco delle forze del governo di Mansur Hadi e quindi contro Saleh e gli Houthi. Negli ultimi anni si è parlato di attacchi da parte del gruppo alle piattaforme petrolifere dell’Arabia Saudita
- E ancora, ricorda il Corriere della Sera, gli Houthi hanno in mano anche potenti missili antinave e mine navali pronte a bloccare il passaggio dei nemici su una rotta stretta come il Mar Rosso. Non solo: a tutto questo si aggiungono anche armi non convenzionali, come barchini radiocomandati pronti da far esplodere
- Oggi il leader degli Houthi è Abdul Malik al-Houthi (in foto), diretto discendente del fondatore del gruppo. Solo recentemente è stato eliminato dall’elenco Usa dei terroristi globali