Perché gli attacchi Houthi nel Mar Rosso mettono a rischio la rete Internet nel mondo
Le acque della zona, che da mesi è teatro delle offensive dei ribelli yemeniti, ospitano una parte fondamentale del sistema di telecomunicazioni, collegando Europa e Asia. In molti hanno già attribuito alle milizie il sabotaggio di infrastrutture strategiche per il web. Secondo la società HGC è stato colpito il 25% del traffico
- Gli attacchi Houthi nel Mar Rosso - in risposta all'offensiva militare di Israele a Gaza - continuano ad agitare la comunità internazionale: non mettono a rischio soltanto il commercio globale, ma anche la rete Internet mondiale. I cavi che fanno funzionare il web passano anche da lì, soprattutto quelli che collegano l'Europa con l'Asia e il Medio Oriente
- Le offensive portate avanti dai ribelli yemeniti stanno interrompendo parzialmente le reti di telecomunicazioni globali, costringendo i fornitori dei servizi a reindirizzarli tra Asia, Europa e Medio Oriente. Sarebbe già stato colpito il 25% del traffico, secondo i dati forniti dalla CNN, sulla base di quanto comunicato dalla società di telecomunicazioni di Hong Kong HGC Global Communications
- HGC non ha parlato esplicitamente degli Houthi, ma in molti riconducono le problematiche a loro. Qualche settimana fa, era stato lo stesso governo ufficiale dello Yemen ad avvertire della possibilità di un attacco ai cavi da parte dei ribelli
- Il primo episodio di danneggiamento denunciato è del 27 febbraio, quando Sunil Tagare, fondatore di Opencables, blog legato al settore delle telecomunicazioni, aveva puntato il dito contro gli Houthi per tre cavi sottomarini nello Stretto di Bab el Mandeb, che collega il Mar Rosso e l’Oceano Indiano. Si erano registrati problemi di connessione nei Paesi del Golfo e in India. Subito era arrivata la smentita dal Ministero delle telecomunicazioni di Sana’a, la capitale yemenita sotto controllo degli Houthi
- La versione di Sana’a non ha convinto gli osservatori esteri, che continuano a tenere alta l’allerta. In quella occasione si era detto che i cavi sabotati erano l'Eig (che collega l'Europa meridionale con Egitto, Arabia Saudita, Gibuti, Emirati Arabi Uniti e India), il Seacom/Tgn Eurasia (tra Europa, Africa occidentale fino a Johannesburg e India) e l'AAE-1 (linea di telecomunicazione tra Asia orientale ed Europa via Egitto)
- Un’analisi del Centro Giuseppe Bono-Seacs conferma la versione che individua gli Houthi come colpevoli. Già lo scorso dicembre, si legge nello studio, il canale Telegram delle milizie aveva pubblicato una mappa delle reti via cavo per le comunicazioni marine nel Mar Mediterraneo, nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo Persico
- "Ci sono mappe di cavi internazionali che collegano tutte le regioni del mondo attraverso il mare. Sembra che lo Yemen sia in una posizione strategica, poiché le linee Internet che passano vicino a esso collegano interi continenti, non solo Paesi", si leggeva in una nota di accompagnamento alla mappa
- La Repubblica, citando TeleGeography, scrive che all’inizio del 2024 si stimava l’esistenza di 1,4 milioni di chilometri di cavi sottomarini nel mondo
- Molti di questi, dal Mar Cinese Meridionale arrivano all'Oceano Indiano e poi risalgono il Mar Rosso. Toccano terraferma in Egitto e da lì si ricollegano al Mediterraneo. In foto: una mappa dei cavi AAE-1 dal sito di TeleGeography
- Secondo le stime di TeleGeography, scrive sempre La Repubblica, circa il 17% del traffico Internet di tutto il mondo passa attraverso i cavi che toccano l'Egitto. In foto: una mappa dei cavi EIG dal sito di TeleGeography