Assegno di inclusione 2025, quando arriva il pagamento di giugno? Il calendario
EconomiaIntroduzione
Anche per giugno 2025 è atteso il pagamento dell'Assegno di inclusione (Adi), che va ad aiutare quelle famiglie con difficoltà sociali e economiche. L'Inps ha già individuato le date in cui verrà effettuata l'erogazione del beneficio: sono diverse a seconda che si tratti della primissima rata o di eventuali arretrati oppure del rinnovo mensile
Quello che devi sapere
Cos'è l'Assegno di inclusione
- L'Assegno di inclusione (Adi) è lo strumento con cui il governo ha sostituto sul fronte dell'aiuto alle famiglie più povere il Reddito di cittadinanza. Riconosciuta a decorrere dal 1° gennaio 2024, la misura serve a contrastare la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, formazione e lavoro. Vediamo i dettagli su requisiti e tempi di erogazione, specie per il mese di giugno 2025.
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A chi è rivolto
- L’assegno è riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni: con disabilità (come definita ai fini Isee); minorenne; con almeno 60 anni di età; in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla Pubblica amministrazione. Il sostegno economico, come accennato, è condizionato all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa.
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Requisiti personali
- Al momento della domanda e per tutta la durata dell'erogazione del beneficio, il richiedente deve essere cittadino europeo (o un suo familiare), o cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, o ancora titolare dello status di protezione internazionale. Non solo: deve essere residente in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Non deve, in aggiunta, essere sottoposto a misura cautelare personale e avere sentenze definitive di condanna nei 10 anni precedenti la richiesta.
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I requisiti economici
- Il nucleo familiare del richiedente deve avere: un Isee inferiore a 10.140 euro annui; un valore del patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa non superiore a 30.000 euro; un reddito familiare annuo non superiore a 6.500 euro, che sale a 8.190 euro per famiglie con membri over 67 o con disabilità gravi. Se la famiglia vive in affitto la soglia arriva a 10.140 euro, a condizione che l'affitto sia dichiarato nella Dsu resa ai fini Isee. E non è tutto: il nucleo deve avere un patrimonio mobiliare (investimenti, conti correnti) che non superi i 6.000 euro per i single, gli 8.000 euro per nuclei di due persone e i 10.000 euro per nuclei di tre o più persone. Queste soglie salgono di 5.000 euro per ogni componente con disabilità e di 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza.
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L'eccezione
- Non ha diritto all'Assegno di inclusione il nucleo familiare che vede un componente disoccupato a seguito di dimissioni volontarie, nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa, nonché le risoluzioni consensuali del contratto di lavoro intervenute nell'ambito della procedura di conciliazione di cui all'articolo 7 della legge 15 luglio 1966, numero 604.
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La scala di equivalenza
- Per determinare esattamente quanto spetta di beneficio, l'Inps attraverso una scala di equivalenza tiene conto dei componenti in una delle condizioni richieste (disabilità; minorenne; over 60; condizione di svantaggio), nonché del componente che svolge funzioni di cura con riferimento alla presenza di minori di tre anni di età, di tre o più figli minorenni o di componenti con disabilità o non autosufficienti. Il parametro della scala di equivalenza è pari a 1 per il nucleo familiare ed è incrementato fino a 2,2 in base alle condizioni dei componenti e ulteriormente elevato a 2,3 in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza.
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Come funziona
- La misura si compone di due parti: un'integrazione del reddito familiare fino a una soglia (quota A) e un sostegno per i nuclei residenti in abitazione concessa in locazione con contratto ritualmente registrato (quota B). Limporto del beneficio può essere suddiviso, a richiesta, in fase di presentazione della domanda o anche successivamente, per ciascuno dei componenti maggiorenni del nucleo familiare che esercitano le responsabilità genitoriali. Il beneficio, in ogni caso, non può essere inferiore ai 480 euro annui.
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Gli importi
- Di quanto consta il beneficio? Per quanto riguarda l'integrazione del reddito familiare, l'importo previsto può arrivare fino a 6.500 euro annui, o fino a 8.190 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni oppure da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. A tale importo, può essere aggiunto il contributo per l'affitto dell'immobile dove risiede il nucleo per un importo pari all'ammontare del canone annuo previsto nel contratto in locazione (ove regolarmente registrato) fino a un massimo 3.640 euro annui, o 1.950 euro annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni oppure da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza.
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Come fare domanda
- La domanda per ricevere l'assegno può essere presentata all’Inps in via telematica attraverso il sito, oppure tramite i Caf o nei patronati. L’Inps provvede a informare il richiedente nel caso in cui vengano riscontrate omissioni e/o difformità dell’Isee rispetto ai dati presenti in anagrafe tributaria e/o a dati autodichiarati del patrimonio mobiliare (es. conti correnti, conti deposito, titoli). Il richiedente potrà quindi presentare all’Istituto documenti giustificativi oppure una nuova Dsu non difforme per consentire l’accoglimento della domanda.
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La carta elettronica
- Il beneficio viene erogato mensilmente sulla carta di pagamento elettronica (Carta di inclusione o Carta Adi) per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e può essere rinnovato, previa sospensione di un mese, per periodi ulteriori di 12 mesi. Allo scadere dei periodi di rinnovo di 12 mesi, è prevista sempre la sospensione di un mese.
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Quando viene erogato l'importo
- Il beneficio economico decorre dal mese successivo a quello di sottoscrizione, da parte del richiedente, del Patto di attivazione digitale del nucleo familiare (Pad) all’esito positivo di accoglimento della domanda. Come sempre, l'assegno verrà ricevuto a metà del mese da chi accede alla misura per la prima volta (e quindi ha attivato il Pad il mese precedente) o in caso di arretrati. Il sussidio sarà invece erogato a fine mese quando il richiedente ha già presentato la domanda, firmato il Pad e ottenuto almeno una mensilità.
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Le date di giugno
- Seguendo dunque lo schema sopracitato, i conti per il mese di giugno 2025 sono presto fatti. Come comunicato dall'Inps, in caso di primi pagamenti o di arretrati la data da segnare sul calendario è quella di sabato 14 giugno. Nel caso del consueto pagamento mensile, invece, si dovrà aspettare venerdì 27 giugno.
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