Introduzione
Sono molti i lavoratori che si chiedono se e quando potranno andare in pensione. Un quesito per il quale la risposta può essere radicalmente differente a seconda della tipologia di contributi, età e lavoro. Ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Il calcolo
Resta sostanzialmente invariato il calcolo dell’assegno. Per coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1996, l'intero trattamento pensionistico sarà determinato dal metodo contributivo. L'assegno pensionistico sarà calcolato in base alle somme versate, le quali vengono annualmente aggiornate in relazione all'evoluzione dell'economia nazionale (media quinquennale del Prodotto Interno Lordo nominale). Il totale dei contributi accumulati sarà poi convertito in una pensione a vita tramite dei moltiplicatori connessi all'età e alla speranza di vita (che vengono aggiornati biennalmente, come avvenuto nel 2025). La pensione risulterà quindi proporzionale ai versamenti effettuati. Diversamente, per chi ha cominciato a lavorare entro il 1995, la pensione comprenderà due elementi. Per gli anni antecedenti al 1996 l'importo seguirà il sistema di calcolo retributivo, con una pensione vincolata alla media degli ultimi guadagni professionali, mentre dal 1996 in poi sarà di tipo contributivo. La pensione sarà pertanto in parte correlata ai contributi versati, ma per un'altra porzione (che aumenta con il crescere degli anni lavorativi precedenti al 1996) dipendente dalle ultime retribuzioni prima del pensionamento
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Per i contributi prima del 1995
Se si ha almeno un contributo versato entro il 31 dicembre 1995 ci sono due requisiti che possono permettere di andare in pensione. Il primo si basa sull’età e prevede che nel 2025 sia necessario avere almeno 67 anni di età con 20 anni di contribuzione. Il secondo requisito è invece basato sull’anzianità contributiva e prevede una soglia di 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le lavoratrici e di 42 anni e 10 mesi per i lavoratori. Entrambi i requisiti dovranno essere adeguati all’incremento dell’attesa di vita a partire dal 2027 e, a seguire, ogni due anni: considerando che la normativa prevede un tetto massimo per l’incremento di circa 3 mesi, si può stimare un aumento di circa 2-3 mesi ogni due anni
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Quota 103
Resta in vigore per tutto il 2025 Quota 103, che prevede un requisito dei 41 anni di contributi, esattamente come i lavoratori precoci, con un sistema di calcolo contributivo. Questo significa che la pensione 2025 non può risultare superiore a 2.395 euro lordi al mese (cioè quattro volte il trattamento minimo) sino al compimento dell’età di 67 anni, mentre in passato era di cinque volte
Opzione donna
Altro pilastro per il prepensionamento è Opzione donna: in questo caso è possibile ottenere la pensione con 35 anni di contributi e 61 anni di età, uno in più rispetto a un anno fa, e una penalizzazione nella liquidazione calcolata con il metodo contributivo. E attenzione: l'età minima richiesta scende di un anno per ogni figlio, nel limite massimo di due (o 60 anni dunque o 59). Serve inoltre soddisfare altri requisiti, come lo svolgimento di assistenza a un familiare da almeno 6 mesi (caregiver), la dichiarazione di invalidità civile al 74% oppure l'avvenuto licenziamento da parte di aziende in crisi
Le novità per chi ha contributi dal 1996 in poi
Per chi ha contributi a partire dal 1996 restano invece invariati i requisiti di pensione anticipata, mentre ci sono novità relative in particolare ai requisiti di pensione anticipata contributiva (oggi pari a 64 anni, da incrementare per l’attesa di vita), che consente di andare in pensione tre anni prima rispetto al normale requisito di vecchiaia (67 annia condizione di avere una pensione secondo un certo requisito minimo. Fino al 2029 tale soglia sarà pari a 3 volte l’assegno sociale e quindi pari a 1330 euro netti. Questo limite scende per le lavoratrici con un figlio a 2,8 volte (circa 1.250 euro netti) e a 2,6 volte (circa 1.020 euro netti) se con due o più figli. A partire dal 2030, però, il limite salirà da 3 a 3,2 volte l’assegno sociale (circa 1.410 euro netti)
Il ponte
Altra novità del 2025 in materia pensionistica è il cosiddetto “ponte” che è stato creato tra la previdenza pubblica e quella complementare. Se, come detto, per raggiungere la soglia necessaria per la pensione anticipata contributiva è necessario avere un assegno pensionistico pari a 3 volte l’assegno sociale fino al 2029, poi 3,2 volte dal 2030, si potranno infatti usare non solo i contributi Inps ma anche quelli accumulati in una forma di previdenza integrativa. In questo modo sarà più semplice raggiungere il valore soglia
I professionisti
Per i professionisti, va ricordato, restano valide diverse formule di flessibilità in uscita. la maggioranza degli enti utilizza un sistema misto retributivo-contributivo, ma con regole diverse: ad esempio, le casse previdenziali degli avvocati, dei geometri e dei consulenti del lavoro prevedono un’uscita anticipata con età e contributi versati che spesso si fermano a Quota 100 (62 anni e una contribuzione di 38 anni). Per i commercialisti c’è Quota 99 invece (61+38) e Quota 97 per i periti agrari (57+40)
L’isopensione
C’è poi anche l’opzione dell’isopensione, cioè l’esodo dei lavoratori anziani introdotto dalla riforma Fornero e utilizzabile dalle aziende che occupano mediamente più di 15 dipendenti. Il meccanismo consente un anticipo dell'età pensionabile sino ad un massimo di 4 anni rispetto alla normativa Fornero a patto che l'azienda esodante corrisponda, con oneri interamente a suo carico, un assegno ai lavoratori di importo equivalente alla pensione per l'intero periodo di esodo
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