Introduzione
Nel corso dell’ultimo Salone del risparmio, che si è tenuto a Milano due settimane fa, il ministro Giancarlo Giorgetti ha affrontato il tema dei fondi pensione privati e la necessità di implementarli. Secondo il titolare del ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, è il momento di introdurre innovazioni in questo settore, “ancora basato su una riforma del 2005”, quindi di vent’anni fa. "Se guardiamo al sistema pensionistico in prospettiva è evidente che sarà sempre più essenziale il ruolo della previdenza complementare”, ha spiegato. “Negli ultimi anni l'adesione a tali forme è cresciuta costantemente ma, nonostante un trattamento fiscale di favore, non ha ancora raggiunto i livelli degli altri Paesi. Eppure, se guardiamo ai risultati ottenuti dai fondi nel 2024 sono stati positivi".
La Covip, la Commissione vigilanza sui fondi pensione, ha spiegato che i fondi pensione valgono 243 miliardi, più del 10% del Pil nazionale, e riguardano più di 10 milioni di italiani. Alla fine dello scorso anno costituivano il 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.
Quello che devi sapere
I fondi pensione nel 2024
- Nel 2024, spiega la presidente facente funzioni della Commissione di vigilanza sui fondi pensione Francesca Balzani, il patrimonio dei fondi era pari a 224,4 miliardi. I portafogli sono variegati a livello internazionale ma la parte predominante la fanno i titoli di Stato che rappresentano circa il 38% dei portafogli e salgono addirittura al 72,9% nel caso degli investimenti domestici che però segnano un calo rispetto al passato.
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I rendimenti
- Nel 2024 i rendimenti netti dei fondi negoziali sono stati del 6% a fronte di una rivalutazione del Tfr dell'1,9% mentre quelli dei fondi aperti sono stati del 6,5% e quelli dei Pip nuovi (piani pensionistici individuali) del 9%, dato legato all'andamento dei mercati. Nei giorni scorsi l'Istat ha definito come "coerente l'allungamento della speranza di vita con tre mesi in più per andare in pensione in vista della prossima scadenza del 2027, confermando però che "esiste un margine temporale di intervento qualora il legislatore decidesse, come avvenuto in passato, di sterilizzare gli aumenti"
Cos’è un fondo pensione negoziale
- Il fondo pensione negoziale è una forma di previdenza complementare rivolta ai lavoratori dipendenti privati o pubblici costituito in base all’iniziativa delle parti sociali mediante accordi collettivi a qualunque livello, nonché per effetto di regolamenti aziendali o di accordi fra lavoratori autonomi o liberi professionisti promossi dai sindacati o dalle associazioni di rilievo almeno regionale. Lo spiega sempre la Covip, che a questa pagina fornisce informazioni specifiche
Cos’è un fondo pensione aperto
- Il fondo pensione aperto è una forma pensionistica istituita da banche, SGR (cioè società di gestione del risparmio), imprese d’investimento e imprese di assicurazione. È rivolta, in linea di principio, a tutti: possono quindi aderire a tali fondi anche soggetti che non svolgono attività lavorativa. L’adesione è consentita su base individuale o su base collettiva, in quest’ultimo caso è previsto il contributo del datore di lavoro e, nella prevalenza dei casi, anche il versamento del TFR. I fondi pensione aperti sono istituiti come patrimonio di destinazione, separato e autonomo ai sensi dell’art. 2117 del codice civile, con delibera dell’organo di amministrazione della società
E il Tfr?
- Il trattamento di fine rapporto viene erogato al momento della cessazione del rapporto di lavoro. La determinazione dell’importo è effettuata con riferimento a una quota della retribuzione dovuta per ciascun anno (quota di competenza) da assoggettare a rivalutazione annuale secondo un tasso collegato all'andamento dell'indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Spetta per tutti i rapporti di lavoro subordinato (sono inclusi quindi i contratti a termine, a tempo parziale, di apprendistato e di formazione lavoro) e matura anche durante il periodo di prova
Le ipotesi: un meccanismo di obbligatorietà e automatismo
- Tra le spinte alla previdenza integrativa rientrano le ipotesi di introdurre un meccanismo di obbligatorietà all'adesione al vaglio del governo. Il sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Claudio Durigon, sempre nel corso del Salone del risparmio, ha rilanciato la necessità di “introdurre un automatismo nell'adesione ai fondi pensione”. Secondo Durigon "a fronte di un'adeguata informazione" ai cittadini "sul sistema finanziario, è importante creare un automatismo dell'adesione verso i fondi di garanzia complementare, specialmente per chi entra nel mondo del lavoro ed è alla sua prima esperienza”. Un indirizzo che sarebbe anche un “cambiamento culturale”. In generale, per Durigon, serve “sviluppare maggiori sinergie tra questi strumenti e le istituzioni, nell'ottica di promuovere gli investimenti nell'economia reale"
Necessario abbassare i costi dei fondi
- Fino a oggi infatti i sistemi pensionistici europei hanno tenuto, ma il progressivo invecchiamento della popolazione esercita "un’enorme pressione" sul sistema previdenziale. E se da un lato i governi stanno implementando misure per spingere i giovani ad aderire a forme di pensione integrativa, dall’altro gli sforzi pubblici potrebbero non essere abbastanza se il settore dei fondi privati non interviene sui costi. Al Salone ne ha parlato Mario Nava, direttore generale della Direzione generale per il Sostegno alle riforme strutturali (DG REFORM) della Commissione europea, che fornisce agli Stati membri assistenza tecnica per l'elaborazione e l'attuazione delle riforme
In 25 anni usciranno dal lavoro 25 milioni di over 65
- "Quasi tutti i Paesi europei si stanno muovendo, a passi più o meno rapidi, per dare un incentivo ai giovani per iniziare fin da subito a contribuire a una pensione integrativa". Per aumentare le adesioni è necessario però che il sistema integrativo "non sia più un mercato di nicchia", ma “quasi di massa, dove tutti partecipano”, ha spiegato Nava. Del resto il mercato del lavoro vedrà nei prossimi 25 anni l’uscita di 25 milioni di over 65. Per Nava questa pressione può essere allentata sviluppando il sistema pensionistico integrativo. “I governi e la Commissione europea possono fare moral suasion sui giovani, ma lato offerta occorre riconsiderare i prodotti in vendita, perché sono prodotti veramente cari”, ha aggiunto.
Per approfondire: Lavoro, cos’è il "micro-pensionamento" sempre più diffuso tra i giovani