Teatro alla Scala, Riccardo Chailly alle radici di "Aida" eseguita in forma di concerto
A 150 anni dalla composizione gli studiosi hanno ritrovato la versione originaria dell’inizio del terzo atto dell'opera, che la Scala presenta per la prima volta. Cinque esecuzioni in forma di concerto, per far fronte alle regole di distanziamento sociale imposte dall'emergenza sanitaria, con un cast prestigioso formato da Saioa Hernández, Francesco Meli, Anita Rachvelishvili e Amartuvshin Enkhbat. LA FOTOGALLERY
Riccardo Chailly torna all’opera con Aida, che aveva già diretto alla Scala per l’inaugurazione della Stagione 2006/2007, in scena dal 6 al 19 ottobre (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Riccardo Chailly dirige la Filarmonica nel "Concerto per l'Italia"
In scena un cast importante. Saioa Hernández ha debuttato alla Scala nei panni di Odabella in Attila con Chailly, il 7 dicembre 2018, ottenendo un successo che l’ha proiettata nei maggiori teatri internazionali (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Anche Anita Rachvelishvili dopo gli studi in Accademia ha debuttato alla Scala: era il 7 dicembre del 2009, con Daniel Barenboim sul podio. L’artista, ormai richiesta in tutto il mondo, è tornata nel teatro meneghino come Amneris con Zubin Mehta nel 2016 (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Il tenore verdiano per eccellenza, Francesco Meli, aggiunge il personaggio di Radamès a una galleria di interpretazioni che - soltanto alla Scala - include già Cassio, Jacopo Foscari, Alfredo Germont, Carlo VII in Giovanna d’Arco, Don Carlo ed Ernani, oltre al Requiem cantato nuovamente poche settimane fa con Chailly (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Scala, nel Duomo di Milano il Requiem per le vittime del Covid
Infine, il baritono Amartuvshin Enkhbat, una delle voci emergenti di questi anni, veste i panni del re Amonasro (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Il Teatro alla Scala riparte con il Requiem di Verdi nel Duomo
La nuova edizione di Aida, diretta dal Maestro Chailly, offre la possibilità di conoscere per la prima volta una versione del terzo atto scoperta pochi mesi fa che getta nuova luce sulla genesi dell’opera (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Scala, torna la danza. Nel Gala una nuova creazione di Bigonzetti
La Scala sfrutta così la necessità di eseguire l’opera in forma di concerto, imposta dalle regole di distanziamento sociale, per offrire al pubblico degli appassionati verdiani un’occasione di approfondimento e ulteriore conoscenza del processo creativo d’autore (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Dalle carte del lascito verdiano di Villa Sant’Agata, consultabili presso l’Archivio di Stato di Parma, è infatti riemersa grazie al musicologo Anselm Gerhard la versione originaria dell’inizio del terzo atto di Aida (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
#Hashtagart, dall'arca della Fenice al palco in Arena:si va in scena
Si tratta di un centinaio di battute, per circa otto minuti di musica, ancora priva dell’originale attacco strumentale, dell’aria solistica di Aida “O cieli azzurri”, ma soprattutto con un coro a quattro voci ‘alla Palestrina’ di cui Verdi parla in alcune lettere e di cui s’era persa traccia (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Filarmonica Scala riparte con concerto in Duomo e stagione d'autunno
In origine il compositore aveva voluto differenziare il linguaggio arcaico e solenne dei sacerdoti egizi da quello dei protagonisti assegnandogli una scrittura neo-palestriniana, a cappella e a quattro voci (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Dopo la cancellazione della prima assoluta prevista in Egitto nel gennaio 1871, dovuta all’assedio di Parigi, riprendendo in mano il lavoro nell’agosto 1871 Verdi giudicò che la soluzione ‘alla Palestrina’ non fosse abbastanza caratteristica e la sostituì con il coro unisono esotizzante che conosciamo (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Riapertura Teatro alla Scala, il concerto del 15 luglio
Il ritrovamento dei fogli che Verdi tolse dalla partitura rivela ora due cose: la prima è che questo esordio, espunto e messo da parte, era già completato e addirittura in bella copia (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
La seconda è che si tratta della stessa musica usata per il «Te decet Hymnus» del Requiem composto nel 1874 alla memoria di Alessandro Manzoni (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)
Un tassello che completa la storia di una delle opere più amate ed eseguite a 150 anni dalla composizione. Nella Stagione 2018/2019 si sono contate nel mondo 74 produzioni per un totale di 269 rappresentazioni della versione definitiva (foto: Brescia/Amisano - Teatro alla Scala)