
Contenitori in plastica, quanto durano e per quanto tempo possono essere usati
Sono comodi, leggeri e non si rompono facilmente, ma nascondono delle insidie. A partire dal bisfenolo A, sostanza chimica ancora molto usata nella produzione delle plastiche in policarbonato e su cui l'Efsa ha di recente lanciato l'allarme. Inoltre, col passare del tempo e con l'uso i contenitori si deteriorano e possono essere rischiosi

I contenitori in plastica danno l'idea di non avere data di scadenza, di resistere alla prova del tempo e di essere sempre pronti per l'uso. Ma è davvero così? O ci sono rischi per la salute? Per scoprirlo occorre capire in primo luogo di cosa sono fatti e quali sostanze ci sono dentro
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In un recente articolo la Cnn si è occupata in particolare del bisfenolo A (nella foto la sua struttura chimica), abbreviato in Bpa, sostanza chimica molto utilizzata in tutti i paesi industrializzati. Viene impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate anche nei recipienti per uso alimentare. Gli usi in campo non alimentare vanno dalla carta termica degli scontrini ai dispositivi odontoiatrici
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Secondo l'Iss, il Bpa è considerato un interferente endocrino, soprattutto nella fase dello sviluppo all'interno dell’utero e nella prima infanzia. Gli studi sperimentali, e anche un numero crescente di studi epidemiologici, indicano che ha effetti estrogenici, quindi in grado di “mimare” l’azione degli estrogeni che hanno una vasta influenza sulla funzione riproduttiva, ma anche su altre funzioni dell’organismo. Di recente l'Efsa ha lanciato l'allarme su questa sostanza abbassando di 20mila volte il limite di esposizione ritenuto non nocivo
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Il Bpa può alterare lo sviluppo dei sistemi riproduttivo, nervoso e immunitario. Nell'adulto la tossicità del Bpa sembra modesta, tuttavia il feto e il neonato, a causa delle loro ridotte dimensioni e minori capacità di metabolizzare, potrebbero risultare molto più vulnerabili. L'aumento del rischio di obesità e di tumore mammario sono effetti particolarmente preoccupanti identificati recentemente dalla ricerca sperimentale, riporta l'Iss
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Per l'Echa, European Chemicals Agency, le evidenze scientifiche sono sufficienti per considerare il Bpa in grado di danneggiare la funzione riproduttiva e agire come un interferente endocrino. A causa dei numerosi usi della sostanza, in campo alimentare e non, la popolazione è esposta al Bisfenolo A. In particolare il Bpa può passare in piccole quantità dai recipienti che lo contengono ai cibi e alle bevande, soprattutto se i materiali non sono perfettamente integri e sono utilizzati ad alte temperature
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Dal 2018 il suo uso è stato vietato nei biberon e in altri contenitori di alimenti per bambini di età inferiore ai tre anni. Ma cosa si può fare per evitare di essere esposti ai rischi del Bisfenolo A?
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I rischi aumentano con il passare del tempo, soprattutto se si parla di anni. Lavare di continuo i contenitori per alimenti in plastica nella lavastoviglie o con spazzole ruvide, sottoponendoli a 'stress', "non aiuta", afferma Laura Vandenberg dell'Università del Massachusetts - Amherst, interpellata dalla Cnn. Inoltre, i graffi possono creare solchi profondi in cui possono risiedere anche i batteri, sostiene James Rogers, direttore della ricerca e dei test sulla sicurezza alimentare presso Consumer Reports
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Per lo stesso motivo, secondo Vandenberg è sconsigliato anche mettere in questi contenitori cibi altamente acidi, come pomodori o agrumi. Bisogna anche fare attenzione a mettere i contenitori nel microonde, nonostante sia presente l'etichetta 'adatto al microonde'. "Alcuni dei plastificanti e delle sostanze chimiche possono trasferirsi dai contenitori di plastica al cibo durante il riscaldamento - spiega Rogers -. Quindi è meglio mettere gli alimenti in una ciotola di un altro materiale più adatto"
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Ma come ci si accorge che un contenitore non va più bene? In primo luogo, lo scolorimento di un contenitore può voler dire che si è verificato un cambiamento chimico nella plastica. "Di solito ciò accade perché ci sono molti piccoli micro-fori o micro-graffi", sottolinea Vandenberg. "Vuol dire che ora c'è un'interazione tra il cibo e la plastica e che il materiale del contenitore si sta deteriorando"
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Proprio a causa dei rischi, alcune aziende hanno tolto gradualmente il Bpa e altri bisfenoli dai loro prodotti. Una soluzione ancora più efficace è sostituire i contenitori in plastica con quelli fatti con altri materiali, come per esempio il vetro che, anche se è più pesante e si rompe più facilmente, è chimicamente inerte. Si può anche optare per contenitori in porcellana, ceramica o acciaio inossidabile
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