
Covid, quali sono i sintomi che caratterizzano le nuove varianti Gryphon e Cerberus
Entrambe fanno parte della grande famiglia di Omicron 5. Mal di testa, mal di gola, stanchezza e dolori muscolari sono le manifestazioni più comuni delle due infezioni, alla pari di altre forme di coronavirus e dell'influenza. Meglio sottoporsi sempre a tampone per capire se si è contratto il Covid-19 e non un'altra infezione simile

Occhi puntati sulle ultime varianti e sottovarianti Covid-19 scoperte. L’aumento dei contagi in Cina ha spinto diversi Paesi, tra cui l’Italia, ad alzare ancora una volta la soglia di allerta. Come disposto da una circolare del Ministero della Salute, nei prossimi giorni sarà essenziale procedere all’attività di sequenziamento dei tamponi risultati positivi, così da capire se nuove forme del virus si stanno affacciando sullo scenario pandemico. Per il momento, l’attenzione è rivolta soprattutto a Gryphon e Cerberus
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La mancanza di dati precisi e ufficiali delle autorità sanitarie cinesi non aiuta a capire cosa stia effettivamente succedendo nel Paese asiatico. In molti pensano però che l’aumento dei contagi e dei decessi dovuti al Covid-19 potrebbe essere legato soprattutto al diffondersi di Gryphon, XBB.1.5, sottovariante di Omicron che sta spingendo il rialzo dei casi anche altrove. Così ad esempio negli Stati Uniti, soprattutto nell’area di New York
Covid, cosa sappiamo sulla nuova sottovariante Gryphon
A puntare il dito contro Gryphon sono anche le parole dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che già a ottobre definiva la sottovariante come “la più immunoevasiva identificata” dall’inizio della pandemia. Alta quindi la sua capacità si sfuggire agli anticorpi, sia quelli acquisiti per una precedente infezione con altre forme del virus che quelli sviluppati in seguito a vaccinazione
Covid, quali Paesi fanno i tamponi obbligatori a chi arriva dalla Cina
Come si manifesta Gryphon? I sintomi più comuni che la caratterizzano, scrive AdnKronos, non sono poi così diversi da quelli che già conosciamo: mal di gola, tosse, naso che cola, dolori diffusi, sensazione di stanchezza, mal di testa, in alcuni casi febbre. Al momento, i dati disponibili non sembrano però indicare una sua particolare aggressività sull’organismo. In Italia, come riporta l'ultimo bollettino mensile dell'Iss sulle varianti, le sequenze presenti nella piattaforma Icogen relative a Gryphon sono pari al 2% del totale
Covid, dalle mascherine allo smart working: l'ultima circolare del Ministero della Salute
La sintomatologia di Gryphon coincide con quella di Cerberus, BQ.1.1, un’altra variazione nata all’interno della numerosa famiglia di Omicron, che secondo i dati Iss al momento in Italia è al 30,84%. Entrambe, come del resto tutto il ceppo, non presentano invece i sintomi che all’inizio della pandemia indicavano con certezza la presenza del virus del corpo: augesia e anosmia, cioè perdita di gusto e di olfatto
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Problematico è in questo periodo riconoscere se si è stati contagiati dal Covid o da qualche altro virus. Senza aver perso la capacità di sentire odori e sapori, i sintomi delle due sottovarianti coincidono in larga parte con quelli dell’influenza
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La stagione influenzale quest’anno si è peraltro manifestata con una forza di gran lunga superiore rispetto agli ultimi due anni, quando – tra distanziamento fisico, assembramenti vietati e mascherine protettive obbligatorie – la diffusione dell’influenza è stata ben più limitata del solito

L’unico modo per capire davvero se mal di gola, tosse e altri sintomi sono dovuti al coronavirus, che si tratti di Gryphon e Cerberus o di altre forme di Omicron, è quindi sottoporsi a tampone

In ogni caso, di qualsiasi variante si parli, l'Istituto Superiore di Sanità continua a sottolineare come chi corre i rischi più gravi di contrarre una malattia grave che porta al decesso sono le persone non ancora vaccinate. Nell'ultimo report esteso dell'Iss si legge che nella popolazione di età 60-79 anni, per i non vaccinati, il tasso di mortalità risulta tre volte più alto rispetto ai vaccinati con booster e quasi cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni

Nella popolazione over 80, per i non vaccinati, la mortalità risulta quasi sei volte più alta rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e rispettivamente undici volte e quasi cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con seconda dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni
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