
Covid, quarta dose vaccino: cos’è, da cosa protegge e per chi è raccomandata. LE FAQ
Successiva al ciclo primario di vaccinazione e utile sia contro il ceppo originario del virus SARS-CoV-2 sia contro alcune sottovarianti di Omicron, è consigliabile soprattutto per gli over 60 e per i fragili. Ma anche chi è in salute ed è più giovane, se vuole, può riceverla

Quarta dose o seconda dose di richiamo o secondo booster: è una dose di richiamo successiva al completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata a distanza di un dato intervallo di tempo e che punta a mantenere o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria. Chi la può ricevere, perché è consigliabile, in cosa consiste: di seguito un po’ di informazioni
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Perché bisognerebbe fare la quarta dose? - La decisione di somministrare una seconda dose di richiamo è arrivata a seguito dell’aumentata circolazione del virus SARS-CoV-2 (in particolare per via della maggior trasmissibilità delle varianti Omicron) con la conseguente ripresa della curva epidemica. Si è registrato un aumento dei ricoveri (anche le terapie intensive, seppur in minor misura) e si basa sulle evidenze disponibili sull’efficacia della seconda dose di richiamo (secondo booster) nel prevenire forme gravi di COVID-19. Lo ricorda l’Humanitas
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Chi può fare la quarta dose (o seconda dose di richiamo) ? - Su richiesta, tutti i soggetti di almeno 12 anni di età, che già abbiano ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni. Lo ha comunicato il Ministero della Salute a seguito delle indicazioni di utilizzo autorizzate da Ema e Aifa in merito ai vaccini ambivalenti
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A quali soggetti è raccomandata in modo specifico? - La somministrazione è raccomandata per le seguenti categorie, purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 gg) dalla prima dose booster o dall’ultima infezione successiva al richiamo (data del test positivo): persone di 60 anni e più, persone di 12 anni e più con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti, operatori e ospiti dei presidi residenziali per anziani, operatori sanitari, donne in gravidanza
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Quali vaccini vengono usati? - Si tratta dei vaccini a m-RNA, cioè Comirnaty Original/Omicron BA.1 e Spikevax Original/Omicron BA.1. Il primo è prodotto e sviluppato da BioNTech e Pfizer. Il secondo da Moderna e NIAID, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases

Cosa contengono? - Come specifica il sito dell’Humanitas, i vaccini bivalenti contengono sia il ceppo originario del virus SARS-CoV-2 (Original, come riportato nel nome) cioè quello isolato a Wuhan alla fine del 2019, sia le ultime varianti Omicron. Nello specifico Original/Omicron BA.1 di Spikevax/Moderna e Comirnaty/Pfizer-BionTech sono adattati alla variante Omicron BA.1, mentre Original/BA.4-5 di Comirnaty/Pfizer-BionTech è adattato alle varianti Omicron BA.4 e BA.5

È compatibile con altre vaccinazioni? - Lo chiarisce la circolare ministeriale del 17 ottobre: per tutti i vaccini anti-SARS-CoV-2/COVID-19 autorizzati in Italia, è possibile la somministrazione concomitante (o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo) con altri vaccini, compresi quelli basati sull’impiego di patogeni vivi attenuati. Si sottolinea inoltre l’importanza di considerare la possibilità di co-somministrare il vaccino antinfluenzale e quello anti-SARS-CoV-2 nella preparazione e conduzione della campagna di vaccinazione contro il virus dell’influenza
Ci sono eccezioni? - Sì: il vaccino contro il vaiolo delle scimmie (MVA-BN). Nel caso di quest’ultimo resta ancora valida l’indicazione di una distanza di almeno 4 settimane (28 giorni) tra un vaccino e l’altro

Per chi ha già ricevuto la quarta dose è raccomandata un’altra somministrazione? - È raccomandata alle seguenti categorie che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall’ultima infezione da SARS-CoV-2: over 80, ospiti delle rsa, persone dai 60 anni in su con fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti. Comunque, su richiesta dell’interessato, potranno vaccinarsi anche gli ultrasessantenni che hanno già ricevuto un secondo richiamo

Il vaccino protegge dal contagio? - No, la vaccinazione non annulla il rischio di contrarre l’infezione, ma limita la possibilità che – in caso di infezione – la malattia COVID-19 si sviluppi in forma grave. Lo chiarisce, fra gli altri, l’Humanitas

Quanto dura la protezione dai vaccini? - Come ricorda l’Iss, ad oggi non è nota la durata della protezione di questi vaccini. Diversi studi, tuttavia, hanno osservato un declino della protezione indotta da tali vaccini dopo circa 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Per questo motivo è indicata la somministrazione di una dose di richiamo

Cos’è il ciclo primario? - Il ciclo primario di vaccinazione è previsto per tutti i soggetti a partire dai 5 anni di età. Per la fascia di età 6 mesi - 4 anni (compresi) il vaccino è raccomandato ai bambini che presentano condizioni di fragilità, tali da esporli allo sviluppo di forme più severe di infezione da SARS-Cov2 (vedi condizioni in Circolare 9 dicembre 2022) ed è disponibile, su richiesta del genitore o di chi ne ha la potestà genitoriale, anche per la vaccinazione di tutti gli altri bambini in questa fascia d'età
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