Covid, Pregliasco: “Proroga stato emergenza è necessaria. Possibili micro-zone rosse"
Salute e BenessereLo ha spiegato il virologo all’Adnkronos Salute. “Dobbiamo immaginare uno scenario non piacevole, prendendo l'esempio delle nazioni che non sono state così attente e progressive e immaginare di doverlo gestire nella pratica. Se ti prepari al peggio poi gestisci la situazione reale al meglio”, ha detto. “E credo rientri in quest'ottica dire sì alla proroga dello stato d'emergenza. La flessibilità è quel che ci ha insegnato il Covid anche come metodologia organizzativa”, ha aggiunto
“La proroga legata allo stato d'emergenza”, oltre la scadenza naturale già fissata per il 31 dicembre, “ci vuole per consentire flessibilità” nell’ambito della gestione della pandemia di Covid-19. Lo ha sottolineato il virologo Fabrizio Pregliasco, docente della Statale di Milano, in un’intervista concessa all’Adnkronos Salute. “Dobbiamo immaginare uno scenario non piacevole, prendendo l'esempio delle nazioni che non sono state così attente e progressive e immaginare di doverlo gestire nella pratica. Se ti prepari al peggio poi gestisci la situazione reale al meglio”, ha detto. “E credo rientri in quest'ottica dire sì alla proroga dello stato d'emergenza. La flessibilità è quel che ci ha insegnato il Covid anche come metodologia organizzativa”, ha sottolineato. “Perché non sfruttare questo scorcio di, quella che io spero, sia l'ultima battaglia verso questo virus?”, si è poi domandato Pregliasco.
I nuovi casi stanno tornando a salire
Commentando poi la situazione sanitaria del Paese, in riferimento alla diffusione del coronavirus, Pregliasco ha spiegato che i contagi stanno tornando a salire, ma “credo che la vaccinazione stia dimostrando comunque un'efficacia notevole che ci possa permettere di continuare al meglio, però con un po' più di attenzione e questo dipende anche dal senso di responsabilità dei singoli”, ha riferito. “Per ora sta andando abbastanza bene”, seppur la tendenza al rialzo dei casi, risulti “un fatto naturale”, ha detto il virologo. “Anzi, è un effetto positivo della vaccinazione: grazie alla vaccinazione abbiamo più contatti, più occasioni di stare insieme e quindi facilitiamo in questo senso la diffusione del virus”. Per il virologo, la soglia sopra la quale far intervenire contromisure rimane, comunque, a 50 casi ogni 100mila abitanti. “Spero che non sia necessario attuare nuove restrizioni, ma credo che ci sarà magari la necessità di interventi più chirurgici in situazioni molto particolari”.
Possibili “micro-zone rosse chirurgiche”
Il “colpo di coda del virus”, ha spiegato ancora, si sta manifestando “con piccoli incrementi, non pesantissimi, dei casi, ma credo che l'approccio italiano prudente, fatto di misure di precauzione e vaccinazioni, sembra stia pagando”, ha commentato. In quest’ottica, “potrebbero esserci delle micro-zone rosse chirurgiche a seguito dell'aumento dei contagi di Covid-19, ma ipotesi di lockdown credo siano una extrema ratio remota”, ha detto ancora, commentando gli ultimi dati epidemiologici che riguardano l’Italia.
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I contagi tra i più giovani
Tra i nuovi positivi, ad oggi, ci sono molti pazienti giovani. “La variante Delta coinvolge di più i giovani rispetto a prima, quindi sono come delle truppe che un tempo erano riserviste, ma che sono state coinvolte adesso da parte del virus”, ha detto Pregliasco, spiegando l'aumento dei contagi da Covid nell'ultimo periodo tra gli under 19. Complice di questa situazione, oltre all'effetto scuola, anche un numero di vaccinati ancora basso. “Purtroppo, vedo difficoltà nei genitori” a far vaccinare i figli, ha sottolineato il virologo, perché “non considerano l'importanza di questa variante. Certo, per loro non porta al rischio di mortalità dei nonni o degli anziani, però dei fastidi ci sono”, ha poi precisato. “E soprattutto, in questa fase, il vaccino è importante per attenuare al massimo la circolazione del virus”, ha ribadito.
La possibile ultima battaglia
Secondo il virologo, però, “se non emergeranno nuove pericolose varianti e rimaniamo prudenti, con la responsabilità di tutti, si puo 'scavallare' il prossimo inverno che spero sia l'ultima battaglia. Poi ci sarà una convivenza col virus. Ma gli scenari passati non sono sicuramente riproponibili, grazie a una serie di fattori, primi fra tutti la campagna di vaccinazione e l'atteggiamento di prudenza fin qui adottato”, ha sottolineato ancora. “Basti pensare che anche in Inghilterra, dove i dati sono altissimi, la proporzione dei morti è estremamente più bassa rispetto al passato: questo ci fa ben sperare che si riesca ad assistere le persone che si ammalano senza stressare il servizio sanitari nazionale”, ha commentato. “Come dico sempre, la pandemia viaggia con onde come quelle del sasso di uno stagno: le prime sono state le peggiori, ora con il clima freddo e il fatto che staremo molto più al chiuso, che le scuole sono riaperte e si è tornati al lavoro in presenza, ci sia un'onda di risalita ma queste ondulazioni sono gestibili, finora ce l'abbiamo fatta, continuiamo a mantenere alta l'attenzione”, ha aggiunto.
Le proteste no Green pass
Tra i temi toccati da Pregliasco, infine, quello legato alle proteste di piazza anti Green pass, che secondo l’esperto sono lecite, “ma con mascherina e distanziamento”. Non è facile, ha detto, “gestire le manifestazioni, ma mi sembra giusto permettere la contestazione. Il dissenso va garantito, ma ci vuole un approccio civile”, ha puntualizzato, in riferimento anche alle proteste dei “no Green pass” che a Trieste hanno prodotto un'impennata di contagi Covid, facendo scattare lo stop alle proteste fino a fine anno. “Io credo che chi dissente debba seguire le regole e dimostrare responsabilità. Manifestazioni con mascherina e distanziamento potrebbero essere un'idea”, ha ribadito. “Perché darebbero un esempio maggiore: la dimostrazione che c'è la consapevolezza del rischio oggettivo e, alla luce di questo, dissentire sulla strategia. Non condivido la posizione, ma così rovinano lo spirito della loro stessa protesta”, ha sottolineato in conclusione. E, proprio in relazione al boom di contagi recenti, “Trieste è una di quelle situazioni in cui è necessario che ci sia un intervento 'chirurgico' per arginare il virus”, ha detto.