Covid, Rasi: "Terza dose subito ai 50enni. Obbligo vaccino per i prof"

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Lo ha dichiarato il professore Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema e consulente del commissario Francesco Figliuolo, che propone di valutare a gennaio, sulla base dei numeri, di offrire a tutti la terza dose, senza distinzione di età  

In un'intervista rilasciata al "Messaggero", il professore Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, e consulente del commissario Francesco Figliuolo, ha sottolineato l'esigenza di rafforzare la campagna sulle terze dosi di vaccino anti-Covid, oggi riservate agli over 60, proponendo di aprire nelle prossime settimane anche ai cinquantenni, per poi valutare a gennaio, sulla base dei numeri, di offrirle a tutti, senza distinzione di età. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Rasi: "7 milioni di non vaccinati sono tanti. Estendere obbligo ad altre categorie"

Rasi ha inoltre proposto di estendere l'obbligo vaccinale ad altre categorie che lavorano a contatto con il pubblico, ad esempio i professori, al fine di ridurre ulteriormente la platea di 7 milioni di cittadini non immunizzati e di preservare "l'equilibrio molto fragile" raggiunto dall'Italia nella lotta contro il Covid-19. "Si tratta di un problema serio, sette milioni di non vaccinati sono tanti, è una piccola nazione", ha precisato.
Sulla proroga dello stato di emergenza anche nel 2022, ipotizzata dal ministro della Salute Roberto Speranza, Rasi ha commentato: "È assolutamente logico. Il ministro ha detto una cosa giustissima: vediamo i numeri. Detto questo, bisogna essere pronti alla proroga, perché ogni tentennamento sarebbe un disastro".

Casi in aumento, Rasi: "Serve un monitoraggio molto stretto"

Nel corso dell'intervista, l'ex direttore esecutivo dell'Ema si è poi detto preoccupato dall'aumento costante dei nuovi casi.
"Il nostro è un equilibrio fragilissimo, serve un monitoraggio molto stretto, un po' di preoccupazione c'è. Vero è che come nuovi casi e ricoveri cresciamo meno di altri Paesi, abbiamo una situazione migliore e abbiamo forse la migliore performance in termini di vaccinazione. Se ci comportiamo bene, se continuiamo con il Green pass, se continuiamo con le mascherine, allora lo manteniamo questo equilibrio. Però è fragile", ha dichiarato, per poi spiegare che "abbiamo due scenari di fronte: stabilizzare la situazione epidemiologica che stiamo vivendo e sarebbe ottimo. O, al contrario, assistere a un peggioramento, come quello di Trieste, dove sono state sufficienti delle manifestazioni non regolamentate dal punto di vista delle misure contro la diffusione del contagio per mettere in crisi un'intera città, il pronto soccorso, l'ospedale".
"Non si può sbagliare nulla - ha aggiunto -. Se non manteniamo questo equilibrio, bisogna prendere dei provvedimenti. Ricordiamoci sempre che tollerando il non rispetto delle regole contro il Covid di chi manifesta, causeremmo un aumento dei contagi tale da impedire alle persone di andare allo stadio, a teatro, al cinema, al ristorante. Non sarebbe giusto".

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