Covid Austria: la previdenza sociale scriverà ai non vaccinati

Salute e Benessere

I cittadini austriaci non immunizzati, infatti, riceveranno una comunicazione scritta nella quale saranno informati del rischio relativo ad un grave decorso nel caso di contagio da coronavirus. Ad oggi, nel Paese, solo il 62,4% della popolazione complessiva ha completato il ciclo vaccinale

Una lettera spedita direttamente dalla previdenza sociale e destinata a tutte le persone che non sono vaccinate contro il Covid-19. Succede in Austria, dove i cittadini che ancora non sono immunizzati riceveranno una comunicazione che li informerà del rischio relativo ad un grave decorso nel caso di contagio da coronavirus. Nel Paese, ad oggi, solo il 62,4% della popolazione complessiva ha completato il ciclo vaccinale, con il vaccino che resterà gratuito fino ad almeno il 30 giugno del prossimo anno. Intanto, proprio in Austria, il ministro della Sanità locale, Wolfgang Mueckstein, ha raccomandato che la dose di richiamo venga somministrata ai vaccinati già sei mesi dopo la seconda dose.

L’idea del lockdown solo per i non vaccinati

Nel Paese, tra altro, è stata anticipata già da alcuni giorni l’idea di un lockdown selettivo, ovvero di un piano di confinamento limitato ai soli non vaccinati, nel caso in cui si verifichino nuovi picchi dei contagi da Covid-19. “Non vediamo la pandemia nello specchietto retrovisore, stiamo invece andando verso una pandemia dei non vaccinati”, dato che “la maggior parte dei pazienti in terapia intensiva non è vaccinata”, aveva avvertito il neo cancelliere, Alexander Schallenberg. Una linea rigorosa che, come detto, potrà entrare in vigore solo al raggiungimento della soglia di guardia di 500 posti occupati in terapia intensiva (il 25% di quelli disponibili), rispetto agli attuali, poco sopra quota 200. A quel punto, chi non si è immunizzato non potrà più avere accesso a bar, ristoranti, eventi culturali e neanche a strutture sportive e ricreative. E la norma può diventare ancora più stringente con 600 ricoverati gravi: a quel punto i non vaccinati non potranno più uscire di casa, se non per andare al lavoro o per riconosciuti motivi di necessità. “Non è ammissibile che il sistema sanitario venga sovracaricato per colpa di indecisi e attendisti”, ha ammonito il cancelliere austriaco, spiegando che “ai non vaccinati deve essere chiaro che non sono solo responsabili della loro salute, ma anche di quella degli altri”.

L’obbligatorietà del Green pass

L'annuncio del piano austriaco è arrivato mentre il Paese è, ad oggi, al primo dei cinque livelli di allerta previsti, il meno grave dunque. Ma nell’arco dell’ultima settimana i contagi sono aumentati e dal primo di novembre scatterà anche l'obbligatorietà del Green pass per accedere ai luoghi di lavoro. Verranno coinvolti, nell’ambito della cosiddetta regola delle 3G, geimpft (vaccinati), genesen (guariti da non più di sei mesi) o getestet (testati). Ma, se la situazione dovesse peggiorare con l’aggravamento della situazione epidemiologica, la norma si farebbe ancora più restrittiva, fino ad escludere anche la validità dei tamponi.

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