Tutti i segretari del Pd da Veltroni a Elly Schlein

Politica

Federica Scutari

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L’ex sindaco di Roma è stato il primo a ricoprire il ruolo nel 2007, anno della fondazione del partito. Dopo di lui Franceschini, Bersani, Renzi, Martina e le reggenze di Epifani e Orfini. Dopo la segreteria di Zingaretti, che si è dimesso a inizio 2021, il 14 marzo dello stesso anno è stato eletto Enrico Letta. Dopo le elezioni politiche del 2022 e le nuove primarie nel febbraio 2023 i dem hanno scelto per la prima volta una donna

Da Veltroni a Schlein. Sono sette, più i reggenti, i segretari del Pd che si sono susseguiti dalla fondazione del partito nel 2007 fino all'addio di Enrico Letta e l'elezione di Elly Schlein. Sedici anni di guida dei dem, intervallati da elezioni politiche, dimissioni e abbandoni (LA STORIA DEL PARTITO).

Walter Veltroni: 27 ottobre 2007 - 21 febbraio 2009

Il primo segretario politico nazionale del Partito Democratico, nato ufficialmente il 14 ottobre 2007, è Walter Veltroni. L’allora sindaco di Roma, che alle primarie di quel giorno corre contro Rosy Bindi, Enrico Letta, Mario Adinolfi, Pier Giorgio Gawronski e Jacopo G. Schettini, vince con il 76% dei voti. La sua nomina viene ratificata dai membri dell'Assemblea Costituente Nazionale il 27 ottobre. Il suo incarico dura fino al 17 febbraio 2009, quando si dimette dopo le sconfitte elettorali alle elezioni politiche dell'aprile 2008 e a quelle regionali del 2009 in Sardegna. Durante il mandato, dopo la sconfitta alle elezioni del 2008, diventa presidente del Consiglio dei Ministri nel governo ombra del Partito Democratico, il secondo di questo tipo in Italia dopo quello del PCI guidato da Achille Occhetto (LA STORIA DELLE PRIMARIE).

Dario Franceschini: 21 febbraio 2009 - 7 novembre 2009

Il 21 febbraio 2009, dopo l’uscita di scena di Veltroni, viene eletto segretario del Partito Democratico Dario Franceschini, già Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nei governi D'Alema II e Amato II e primo presidente del gruppo dell'Ulivo alla Camera dei deputati dal 2006 al 2008. Franceschini viene eletto dall’Assemblea Nazionale con 1047 preferenze, battendo Arturo Parisi. È segretario del Pd durante le elezioni europee del 2009 e conduce le trattative con Martin Schulz che portano alla nascita del Gruppo dei Socialisti e Democratici Europei. Franceschini poi si candida alle primarie del 25 ottobre 2009, ma viene sconfitto da Pier Luigi Bersani. Dal 22 febbraio 2014 all’1 giugno 2018 è ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo prima nel governo Renzi e poi nel governo Gentiloni.

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Pier Luigi Bersani: 7 novembre 2009 - 20 aprile 2013

Dal 7 novembre 2009 il nuovo segretario del Pd è Pier Luigi Bersani, eletto alle primarie del 25 ottobre dove ha sconfitto gli avversari Dario Franceschini e Ignazio Marino. Già presidente della Regione Emilia-Romagna tra il 1993 e il 1996, è stato ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato nei governi Prodi I e D'Alema I, ministro dei Trasporti e della Navigazione nei governi D'Alema II e Amato II, e ministro dello Sviluppo economico nel governo Prodi II. Nel 2012 si candida alle Elezioni primarie di “Italia. Bene Comune” per scegliere il candidato premier del centrosinistra alle elezioni politiche del 2013: corre contro l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi, il presidente della regione Puglia e presidente di SEL Nichi Vendola, il consigliere della regione Veneto Laura Puppato e l'assessore al Bilancio del comune di Milano Bruno Tabacci. Risulta in testa dopo il primo turno e alla fine, il 2 dicembre 2012, vince il ballottaggio contro Renzi. Alle politiche del 24 e 25 febbraio 2013 la coalizione di centrosinistra vince, ma ha la maggioranza solo alla Camera e non al Senato. Bersani viene incaricato dal capo dello Stato Giorgio Napolitano di trovare i numeri per formare un nuovo governo, ma il segretario Pd alla fine rimette il mandato esplorativo che non ha avuto esito positivo. Il 19 aprile dello stesso anno, dopo il fallimento delle candidature al Quirinale di Franco Marini e Romano Prodi, annuncia l’intenzione di dimettersi da segretario del Pd, cosa che fa il giorno successivo quando Napolitano viene rieletto per il secondo mandato. Nel 2017, in disaccordo con Renzi sulla linea politica del Pd, esce dal partito per fondare con Roberto Speranza, Massimo D'Alema ed Enrico Rossi “Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista”.

Guglielmo Epifani: 11 maggio 2013 - 15 dicembre 2013 (reggente)

A prendere il posto di Bersani, l’11 maggio 2013, è Gugliemo Epifani, nominato segretario reggente del Pd dall’Assemblea del partito con 458 voti su 534. L’ex segretario generale della Cgil rimane in carica fino al 15 dicembre, quando viene sostituito da Matteo Renzi, vincitore delle primarie dell’8 dicembre. Anche Epifani, come Bersani, lascia il Pd nel 2017 a causa di divergenze con Renzi e aderisce ad “Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista”.

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Matteo Renzi: 15 dicembre 2013 - 19 febbraio 2017

Nelle primarie dell’8 dicembre 2013 diventa segretario del Pd l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi, che arriva alla guida dei dem dopo aver sconfitto Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati con il 67,5% dei voti. L’Assemblea lo proclama ufficialmente il 15 dicembre. Due mesi dopo presenta un documento che propone la sostituzione del governo guidato da Enrico Letta: il testo viene votato a larghissima maggioranza dalla Direzione Pd e, dopo le dimissioni del premier, Renzi nel febbraio 2014 riceve da Napolitano l’incarico di formare un nuovo esecutivo. Il 22 febbraio il governo Renzi presta giuramento e il 24 e 25 dello stesso mese ottiene la fiducia in Parlamento. Il 4 dicembre 2016 il fallimento del referendum costituzionale indetto dal segretario dem decreta prima le sue dimissioni da presidente del Consiglio (formalizzate il 7 dicembre) e poi da segretario del Pd (19 febbraio).

Matteo Orfini: 19 febbraio 2017 - 7 maggio 2017 (reggente)

Nei tre mesi che intercorrono tra il primo e il secondo mandato di Renzi, il segretario reggente del Pd è Matteo Orfini, presidente del partito dal 14 giugno 2014 e commissario straordinario del Partito Democratico romano. Il Il 30 aprile 2017 le primarie rieleggono Renzi segretario e il 7 maggio Orfini viene riconfermato presidente del partito dall'Assemblea nazionale.

Matteo Renzi: 7 maggio 2017 - 12 marzo 2018

Già durante il mandato di reggente di Orfini, Renzi annuncia la volontà di ripresentarsi alle primarie di partito del 30 aprile 2017. I suoi sfidanti sono il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il presidente della Puglia Michele Emiliano, ma l’ex sindaco di Firenze vince con il 69,2% dei voti. Le dimissioni arrivano di nuovo meno di un anno dopo, in seguito alla debacle del Pd alle elezioni politiche del 4 marzo.

Maurizio Martina: 12 marzo 2018 - 7 luglio 2018 (reggente), 7 luglio - 17 novembre 2018

A occupare la poltrona di segretario del Pd dopo le seconde dimissioni di Renzi è Maurizio Martina, prima vicesegretario del partito e ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali nei governi Renzi e Gentiloni. Durante il mandato da reggente, dopo le elezioni del 4 marzo Martina si è distinto per la sua apertura verso il M5s durante la fase transitoria post voto, ma le trattative per la formazione di un esecutivo non sono andate a buon fine. Il 7 luglio 2018 l’Assemblea nazionale del Pd lo elegge segretario del partito, ruolo che ricopre fino alle sue dimissioni, ufficializzate il 17 novembre dello stesso anno. Cinque giorni dopo, il 22 novembre, annuncia la sua candidatura alle primarie del 3 marzo 2019 (I CANDIDATI).

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Nicola Zingaretti: 17 marzo 2019 - 14 marzo 2021

Le primarie del 3 marzo 2019 sono vinte dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (CHI È), che ottiene il 66% dei voti sconfiggendo gli sfidanti Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Viene ufficialmente proclamato segretario del partito il 17 marzo, con il voto dell'Assemblea nazionale a Roma. "Dobbiamo cambiare, serve un partito aperto", il suo primo messaggio da leader. Il 30 marzo presenta il nuovo logo scelto per correre alle elezioni europee: il classico simbolo del Pd, insieme alla scritta “Siamo Europei" su sfondo blu e quella "Socialisti e democratici" (Pse) su sfondo rosso. Dopo due anni, in cui il Pd ha appoggiato prima il governo Conte bis che l'esecutivo Draghi, Zingaretti decide di lasciare la guida del partito, polemizzando sulla troppa attenzione interna per le poltrone.

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Enrico Letta: 14 marzo 2021-27 febbraio 2023

Nel marzo 2021, a seguito delle dimissioni di Zingaretti, viene fatto il nome di Enrico Letta come possibile nuovo segretario del Pd. Il 12 marzo l'ex premier, che dal 2015 si è dedicato all’insegnamento universitario a Parigi, scioglie la riserva positivamente e accetta la candidatura. Il 14 marzo Letta viene eletto con 860 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astenuti. "Mi candido a nuovo segretario ma so che non vi serve un nuovo segretario: vi serve un nuovo Pd", dichiara nel corso dell'assemblea, per poi tracciare il profilo del partito che vorrebbe guidare: "Progressisti nei valori, riformisti nel metodo e radicalità nei comportamenti tra di noi". Dopo le elezioni politiche del 25 settembre 2022, Letta annuncia un Congresso del partito ma dice che non si ricandiderà alla guida del partito.

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Elly Schlein: 27 febbraio 2023-in carica

Letta ha traghettato il partito verso il nuovo congresso. Le primarie sono state fissate al 26 febbraio 2023. I candidati sono stati Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Nel voto dei circoli ha vinto il governatore dell’Emilia-Romagna davanti alla giovane deputata. I due si sono quindi sfidati ai gazebo. Un milione di votanti ha decretato la vittoria di Elly Schlein che quindi diventa la prima donna a guidare il Pd.

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