
Dalla svolta della Bolognina all'addio di Renzi: scissioni della sinistra in oltre 30 anni
Il primo divorzio è quello del 12 novembre 1989, quando Achille Occhetto dà il via allo scioglimento del Partito Comunista Italiano che si concretizzerà il 3 febbraio 1991. L'ultimo è invece lo strappo firmato Matteo Renzi, del 16 settembre 2019. In mezzo, scissioni, nuovi partiti e nuovi simboli

Scissioni, a volte drammatiche, altre volte consensuali. Rotture e nuove alleanze, a cui sono seguite altre spaccature. La storia della sinistra italiana degli ultimi 30 anni è fatta di molte divisioni: tanti i partiti che sono nati per poi scomparire. A cominciare dal 1989 quando, con la cosiddetta “svolta della Bolognina”, l’allora segretario del Pci Achille Occhetto dà il via al processo politico che porta nel 1991 allo scioglimento del Partito Comunista Italiano
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La mozione di Achille Occhetto per lo scioglimento del Pci, appoggiata tra gli altri da Massimo D'Alema, Walter Veltroni (nella foto con Occhetto) e Piero Fassino, risulta vincente e il 3 febbraio 1991 nasce il Partito Democratico della Sinistra: come simbolo ha una quercia e, notevolmente ridotto, il vecchio simbolo del Pci con falce e martello
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Alla mozione del segretario si oppone il cosiddetto "Fronte del No", capeggiato dal filo-sovietico Armando Cossutta (nella foto) e sostenuto da Fausto Bertinotti. Il 15 dicembre 1991 decidono di dare vita al partito della Rifondazione Comunista
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Nel 1995, in occasione della fiducia al governo tecnico guidato da Dini, i gruppi parlamentari di Rifondazione si spaccano: 16 parlamentari votano la fiducia, in antitesi con la linea del partito. Il 14 giugno 1995, 25 dirigenti, capeggiati dal deputato Famiano Crucianelli (nella foto insieme a Romano Prodi), lasciano Rifondazione Comunista e creano il Movimento dei Comunisti Unitari
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Nel 1998 i Comunisti Unitari, assieme a Pds, Federazione Laburista, Cristiano Sociali, Sinistra Repubblicana, Riformatori per l'Europa e Agire Solidale, fondano i Democratici di Sinistra (Ds), guidati da Massimo D'Alema: non ci sono più la falce e il martello nel simbolo. Lo stesso anno avviene una nuova rottura all'interno di Rifondazione Comunista (nella foto Bertinotti)

Bertinotti nel 1998 toglie la fiducia al governo Prodi, ma Oliviero Diliberto, insieme al fondatore del partito Armando Cossutta, non ci sta e dice addio a Rifondazione creando il Partito dei Comunisti Italiani (nella foto Cossutta e Diliberto)
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Le scissioni all'interno di Rifondazione Comunista non sono ancora finite. Nel 2006, a poche ore dal voto di fiducia dei senatori del partito al secondo governo Prodi, sei membri del Comitato Politico Nazionale del Prc decidono di abbandonare il partito per dare vita a una forza di opposizione radicale: nasce il Partito Comunista dei Lavoratori, alla guida c'è Marco Ferrando (nella foto)

Il 2007 è l'anno di nascita del Pd, in cui confluiscono i Ds e La Margherita di Rutelli. Segretario è Walter Veltroni, eletto il 14 ottobre dopo le primarie

Alcuni Ds che si oppongono alla confluenza nel Pd si staccano e fondano Sinistra Democratica (Sd): tra di loro Fabio Mussi, Cesare Salvi e Claudio Fava (nella foto, con Veltroni)
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Nel 2008, in vista delle elezioni politiche, nasce Sinistra Arcobaleno: la lista è sostenuta da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Federazione dei Verdi e Sinistra Democratica. Nella foto, Mussi, Pecoraro Scanio, Giordano e Diliberto
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Un anno dopo, fallita l'esperienza della Sinistra Arcobaleno, c'è la nascita di una nuova formazione politica: Sinistra Ecologia e Libertà (Sel), che è sostenuta da Verdi, Sd, Partito Socialista Italiano e Movimento per la Sinistra. A guidarla è Nichi Vendola (nella foto)
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Il 31 ottobre 2009 arriva anche la prima scissione all'interno del Pd: Francesco Rutelli lascia il partito e crea Alleanza per l'Italia (Api)

In vista della tornata elettorale del 2013, nel 2012 - fallita la trattativa con il centrosinistra - viene lanciata la lista Rivoluzione Civile (Rc), guidata dall'ex magistrato Antonio Ingroia (nella foto). A sostenerla Italia dei Valori, Verdi, Rifondazione, Comunisti italiani, Movimento Arancione e Nuovo Partito d'Azione

Nel 2015 altra spaccatura nel Partito democratico: dopo mesi di scontri con il segretario e premier Matteo Renzi, Pippo Civati (nella foto) decide di lasciare il partito, dando vita a Possibile

Poco dopo è la volta di Sinistra Italiana, nato prima come gruppo parlamentare e poi come vero e proprio partito politico. Nella foto, Nicola Fratoianni

La rottura più drammatica nel Pd avviene però nel 2017, dopo la sconfitta di Renzi al referendum costituzionale, che segna il rapporto tra il segretario e l'ala sinistra del partito: abbandonano alcuni esponenti storici, come Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani (nella foto)

Il 25 febbraio 2017 nasce Articolo Uno - Movimento Democratico e Progressista. I leader sono Roberto Speranza (nella foto), Arturo Scotto, Enrico Rossi e Pier Luigi Bersani. Altri membri rappresentativi sono Massimo D'Alema, Claudio Fava, Guglielmo Epifani, Vasco Errani, Vincenzo Visco e Flavio Zanonato
Chi è Roberto Speranza
In vista delle elezioni politiche del 2018, Articolo 1 si allea con Sinistra Italiana e Possibile, creando la coalizione Liberi e Uguali per Pietro Grasso Premier. Dopo le elezioni, nel dicembre 2018 Articolo 1 decide di uscire da Liberi e Uguali (LeU)

Alla fine di agosto 2019, il Pd decide di allearsi con il M5S per sostenere il governo Conte bis. L'ex ministro ed eurodeputato Carlo Calenda lascia il partito in opposizione alla scelta e fonda il movimento “Siamo Europei”
Carlo Calenda dà le dimissioni e lascia il Pd
Il 16 settembre 2019, pochi giorni dopo la formazione del governo Conte II, è la volta di Matteo Renzi, che annuncia la scissione della sua corrente dal partito: nasce Italia Viva
La scissione di Renzi
Il 21 novembre 2019 il movimento “Siamo europei” diventa il partito Azione. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 Calenda e Renzi si presentano insieme: la lista elettorale è Azione – Italia Viva, nota anche come Terzo polo
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