Il premier durante la conferenza stampa di fine anno ha risposto alle domande dei giornalisti. Sulla Manovra diventata legge: "Abbiamo spostato le risorse sul futuro: giovani, nuova occupazione, imprese". Sulla guerra in Ucraina: "Italia pronta a farsi garante di pace". Riflettendo sul suo futuro a Palazzo Chigi: "Prendo in considerazione l'ipotesi di non essere rieletta, ma non di non fare quello che io ritengo sia giusto fare per questa Nazione". Si guarda alle prossime regionali come a un "test per il governo"
LA CONFERENZA STAMPA DI MELONI: I VIDEO
Quarantacinque domande, quasi tre ore di conferenza stampa. Nel suo primo intervento di fine anno dall’insediamento a Palazzo Chigi, il premier Giorgia Meloni ha parlato di guerra in Ucraina e della centralità che l’Italia può avere verso la pace con la Russia, dell’allerta degli ultimi giorni per la pandemia da Covid-19, della Manovra approvata oggi dal Senato e del Pnrr. Ma anche della riforma sul presidenzialismo che intende portare avanti – una “priorità” che “può solo fare bene all'Italia, consente stabilità e governi frutto di indicazioni popolari chiare” – e dei suoi primi mesi alla guida di Palazzo Chigi. "Non è esattamente" la conferenza stampa "di un governo che ha lavorato un anno, è più una conferenza stampa di inizio mandato", sono state le prime parole del premier. Sulla sua esperienza finora al governo, Meloni ha sottolineato che “di destra è tutto quello che abbiamo fatto, cerco di fare cose compatibili con la mia visione, se non avessi condiviso qualcosa che il governo ha fatto lo avrei rifiutato. Il mio atteggiamento verso questa esperienza di governo non è di sopravvivere, vale la pena fare tutto quello che sto facendo se sei fiero di quello che hai fatto, se sei coerente con quello che sei". Sul futuro: "Io prendo in considerazione l'ipotesi di non essere rieletta fra 5 anni, ma non prendo in considerazione l'ipotesi di non fare quello che io ritengo sia giusto fare per questa Nazione". Simbolo della “volontà di lavorare bene” è l’essere riusciti ad approvare la Legge di Bilancio "un giorno prima rispetto a quelle degli ultimi anni", ha detto Meloni parlando della necessità di investire sulla formazione e sull'occupazione (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - TUTTE LE MISURE).
"I giornalisti devono fare il loro lavoro con responsabilità"
In apertura, Giorgia Meloni ha affermato di considerare "molto positivamente gli stimoli lanciati dal Presidente dell'ordine sull'affrontare i problemi dei giornalisti: considero sempre che un giorno tornerò alla mia professione, che è quella giornalistica. Credo che i giornalisti debbano fare il loro lavoro con responsabilità, ma in condizioni di libertà, di stabilità, con salari adeguati a questa responsabilità. Sarò contenta di incontrare il presidente dell'Ordine per arrivare a una iniziativa del governo su queste materie. Sono disponibile".
"Mossi immediatamente per monitorare nuova situazione Covid in Cina"
Riguardo alla nuova ondata di Covid in Cina, il presidente del Consiglio ha spiegato che il Governo si è "mosso immediatamente in coerenza con quello che abbiamo chiesto in passato: abbiamo diposto il tampone per tutti quelli che vengono dalla Cina". Meloni ha però sottolineato che la misura "è efficace se viene presa da tutta l'Ue. Per cui abbiamo scritto a Bruxelles. Ci aspettiamo che l'Ue voglia operare in questo senso. Abbiamo bisogno di capire se quello che sta arrivando è coperto dai vaccini o no. Sinora s'è rivelato solo Omicron. In questo momento dovrebbe essere tranquillizzante. Il caso cinese lo dimostra: lavoro su responsabilità e non coercizione : situazione abbastanza sotto controllo". Il premier ritiene quindi che la situazione in Italia sia sotto controllo ma restano utili i test e le mascherine.
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Approvazione Manovra ed energia
Passando al tema della crisi economica ed energetica del Paese, "continueremo a lavorare sulla base di quello che accade - ha chiarito Meloni - ma siamo in una situazione di grande emergenza: i provvedimenti energetici costano mediamente 5 miliardi di euro al mese. Il tetto del gas può cambiare il quadro, e se dovesse confermarsi cambiato una parte di risorse potrebbe liberarsi per altri provvedimenti". Sull'attuale esecutivo, invece, ha evidenziato fiducia negli "alleati al governo. A di là dei dibattiti naturali all'interno di una maggioranza, e delle sfumature diverse nei programmi dei singoli partiti, c'è visione comune. È normale che ci sia dibattito. Poi contano i fatti". "Trovo un clima assolutamente positivo nella maggioranza, non posso lamentarmi - ha aggiunto - e non lo dico per fatto dovuto". Il premier ha anche espresso soddisfazione per la Manovra "approvata un giorno in anticipo rispetto a quelle degli ultimi due anni: al di là del legittimo dibattito e delle divergenze, c'è stata la volontà di lavorare bene e mantenere scadenze e impegni, ci siamo riusciti".
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Lavoro, riforma fiscale e taglio cuneo fiscale
Sul fronte dell'occupazione, il presidente del Consiglio ha specificato l'obiettivo di "affrontare la sfida della possibilità di far trovare un posto di lavoro. Mentre spendevamo 8 miliardi per dare il reddito di cittadinanza a chi poteva lavorare, l'Italia non spendeva 8 miliardi del fondo sociale europeo, dedicato alla formazione. Quindi abbiamo 8 miliardi di euro non utilizzati del fondo sociale, 13 miliardi della nuova programmazione e il pnrr. Parliamo di molti soldi". Sul reddito di cittadinanza e le offerte di lavoro "quando si parla del tema della congruità bisogna capirsi. Certo, non si deve e non si può parlare di lavoro sottopagato o di sfruttamento. Ma se il tema è 'non considero questa mansione all'altezza delle mie aspettative o studi', quello è un tema diverso. Tutti vorremmo trovare il lavoro dei nostri sogni, ma qua il tema è se preferisco stare a casa invece di fare un lavoro dignitoso". Il premier ha poi ribadito l'intento dell'esecutivo di tagliare di 5 punti il cuneo fiscale e la volontà di andare avanti con la riforma fiscale.
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Pnrr: "Contenta abbia funzionato"
Sul Piano di ripresa e resilienza, Meloni si ritiene "contenta che il governo italiano sia riuscito a raggiungere tutti i 55 obiettivi previsti per inviare ora la lettera" all'Ue "e richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati, dei 55 obiettivi erano stati conseguiti 25. Abbiamo lavorato per terminare gli altri 30. Questa staffetta ha funzionato, sono contenta che si sia riusciti. Come? Con la scelta politica di concentrare le competenze del Pnrr sotto la guida di un unico ministero, e di mettere sotto la stessa competenza i Fondi di coesione europei, per evitare sovrapposizioni". Ma ora arriva la parte difficile: "il grosso fatto fin qui erano programmazione e riforme, sulla carta. Ora questi obiettivi devono diventare cantieri, e qui - ha aggiunto - ci sono oggettivamente difficoltà, dall'aumento dei costi delle materie al caro energia. E il piano è stato scritto prima del conflitto in Ucraina. Il RepowerEu è uno strumento interessante, va mediato con il Pnrr. Stiamo avendo un'interlocuzione quotidiana con la Commissione Ue, il rischio è che le risorse non arrivino a terra".
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Tasse sulla casa, crescita demografica e intercettazioni
Nel corso della conferenza, Meloni ha poi assicurato che non ci sarà alcun aumento delle tasse sulla casa dal suo esecutivo. "Sul catasto si può fare una mappatura delle costruzioni ma da questo governo non partirà mai un aumento della tassazione sulla casa - ha detto aggiungendo: "soprattutto la prima casa che per noi è non pignorabile e non tassabile ". Passando al tema della natalità in Italia, la questione "demografica è per noi una priorità assoluta - ha detto Meloni - ed è quindi per noi una priorità economica. Consideriamo il tema del sostegno alla genitorialità una priorità e quindi anche la tassazione deve tenerne conto". Sulle intercettazioni "sono uno strumento straordinario a disposizione della magistratura, ma ne va limitato l'abuso". Per il presidente del consiglio va bloccato "quel cortocircuito nel rapporto fra intercettazioni e media, con intercettazioni senza rilevanza penale che sono finite sui quotidiani, solo per interesse politico, piuttosto che... Non credo sia giusto in uno stato di diritto. Abusi ci sono stati e vanno corretti".
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Qatargate, Nato e Iran
Sullo scandalo del Qatargate, "una cosa mi ha molto innervosito: molti colleghi internazionali definiscono questi fatti con la locuzione 'italian job' - ha affermato Meloni - come se fosse una macchia sulla nostra nazione. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci e esponenti di altre nazioni. Semmai è un tema di partito, un socialist job. Se avesse riguardato i conservatori sarebbe stato un conservative job. Riguarda una famiglia politica ma non l'Italia. Va difeso l'orgoglio e l'onore della nazione che rappresento dagli attacchi. Le responsabilità sono trasversali non fra i partiti ma fra le nazioni". Il premier ha poi confermato "la volontà dell'Italia sugli impegni presi", sul contributo del nostro Paese alla Nato per le spese militari e ha aggiunto: "di quanto parliamo dipende dalle condizioni che ci circondano quindi non si possono dare ora numeri e tempistiche". Sulla situazione in Iran, invece, "per noi è inaccettabile e non intendiamo tollerarlo oltre, abbiamo sempre avuto un approccio dialogante ma, se queste repressioni non dovessero cessare e non si dovesse tornare indietro, l'atteggiamento dell'Italia dovrà cambiare, con quale provvedimento dovrà essere oggetto di una interlocuzione a livello ineternazionale".
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Migranti e giustizia
Alla domanda sul non aver attuato il blocco navale, il presidente del Consiglio ha spiegato di non averlo fatto "per come molti di voi lo hanno raccontato in questi anni, ossia come un atto di guerra. Non lo intendo come mandare le navi della Marina contro i Paesi del Nord Africa e scatenare una guerra. La mia ipotesi è una missione europea, in accordo con le autorità nordafricane, per bloccare le partenze, formare degli hotspot e ridistribuire rifugiati in Europa. È quello su cui continuo a lavorare. Le cose si fanno con serietà. Abbiamo posto alcune questioni a livello europeo che consentono oggi di discutere questa materia, come finora non è stato fatto adeguatamente". Rispondendo a un altro quesito in materia di giustizia, Meloni ha detto che "nei prossimi mesi lavoreremo per mettere a punto la riforma della giustizia, col tema anche della separazione delle carriere. La materia della giustizia ha bisogno di un tagliando". Sulla prescrizione: "Il Parlamento ha presentato un ordine del giorno per chiedere il ritorno della prescrizione a come era prima della modifica del ministro Bonafede e abbiamo dato parere favorevole. È una dichiarazione di buonsenso" per evitare "che ci siano indagati a vita. Credo che su questo ci sia un consenso trasversale". Una priorità per il Governo Meloni è poi la riforma delle istituzioni e il presidenzialismo: "Servono governi frutto chiaro indicazione popolare".
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Gasdotti e invasione della Russia in Ucraina
Sull'attuale situazione tra Kiev e Mosca, il premier si è augurato "che la Russia fermi questa inaccettabile guerra di aggressione: sino a quando non accadrà noi non ci fermeremo". "Temo che il principio di chi con l'uso della forza possa invadere il vicino - ha spiegato Meloni - sia poco conveniente per tutti. Per noi è inaccettabile: a noi può mancare il turismo russo, i turisti in Russia, ma ci sono cose che non si possono piegare ai nostri desideri". Il premier ha poi sottolineato come l'Italia sia "pronta farsi garante di un processo di pace", motivo per cui lei stessa intende andare "a Kiev prima del 24 febbraio perché è quella la data per cui credo si possa prendere qualche inziativa". Sui gasdotti, invece, il presidente del Consiglio ha ribadito l'impegno "per risolvere il problema della strettoia dei nostri gasdotti nel centro Italia, che attualmente è troppo piccolina. Quando si risolverà, l'Italia avrà la possibilità di valorizzare anche diverse città del Sud Italia, anche sul tema dell'approvvigionamento del gas e i gasdotti. Sarebbero più che contente di avere sviluppo affrontando una questione che è strategica per l'Italia e l'Europa".
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Mes: "Ue dovrebbe sbloccare fondi per altre iniziative"
Dopo aver chiarito che sotto il suo Governo, l'Italia non farà mai ricorso al Mes, Meloni ha espresso il dubbio che altri Paesi possano utilizzarlo. "L'Ue dovrebbe sbloccare fondi Mes per altre iniziative - è l'idea del premier - visto che nessuno li usa. Serve dibattito a livello europeo". "Dopo la Grecia non è stato attivato da nessuno. Che la riforma vada in porto o meno - ha spiegato - credo che quel fondo non verrà utilizzato. Ha condizioni troppo stringenti, è un creditore privilegiato, produce problemi significativi di spendibilità dei tuoi titoli di stato, ti si alzano i tassi di interesse". Alla domanda sulla Bce: "La Banca centrale europea ha una sua autonomia, noi la rispettiamo, così come la Bce rispetta l'autonomia della politica, così quando su qualcosa non si è d'accordo è normale dire cosa si pensa. Nella situazione in cui ci si trova sarebbe meglio evitare delle scelte peggiorative e più utile gestire bene la comunicazione sulle scelte che si fanno. Altrimenti si rischia di generare, non panico, ma fluttuazione sui mercati che vanificano il lavoro che i governi fanno quotidianamente".
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Manovra e difesa comune Ue
Tornando alla Manovra e alla tassazione delle società di serie A, il presidente del Consiglio ha ricordato come l'esecutivo "precedente aveva sospeso i pagamenti dovuti allo Stato dalle società sportive, non solo da quelle di calcio" e l'attuale Governo ha invece deciso "di applicare a questa fattispecie le stesse regole applicate agli altri contribuenti: mi dai il dovuto con la rateizzazione e una maggiorazione del 3%". "Non è una norma che regala qualcosa - ha aggiunto - ma tutti pagano quello che devono pagare. Noi diciamo ci date i soldi ma consentiamo una rateizzazione". Rispondendo a un'altra domanda sulla guerra in Ucraina, Meloni rivela la sua idea di un'Europa che può dare soluzioni migliori che "è un'Europa di stampo confederale. Sulle grandi materie è più facile trovare soluzioni comuni, e il tema difesa è una di queste. Non credo che il tema dell'Alleanza atlantica e dell'esercito europeo siano in contraddizione, sono complementari. Fermo restando la necessità e l'utilità del Patto atlantico".
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"Msi ha avuto ruolo importante in Italia. Elezioni regionali test per il governo"
Riguardo al Movimento Sociale Italiano, per Meloni ha avuto un ruolo importante nella storia Italia, ha fatto suo percorso ed è stato chiaro su antisemitismo. "Oggi alcuni esponenti del governo, delle massime cariche dello Stato - ha detto - vengono da quell'esperienza. Ci sono arrivati con un voto democratico. Vuol dire che la maggioranza degli italiani non considerava quella storia impresentabile, e penso che anche questo si debba rispettare". Sulla partecipazione alle celebrazioni del 25 aprile, la festa della Liberazione, il premier ha risposto affermativamente sulla sua presenza. Alla domanda sull'elezioni regionali come test di governo ha invece risposto: "Quando mi è stato chesto in passato che ero all'opposizione dicevo che le elezioni locali sono anche un test politico nazionale: ovviamente vale anche per la sottoscritta. Certo, sono regioni importanti in cui influsce la dinamica locale ma non nego che ciascuno di noi ci debba fare i conti e guardare con attenzione quello che dicono i cittadini".
Expo2030: "Roma può farcela"
Meloni ha toccato brevemente anche il tema dei grandi eventi nel nostro Paese. "Da italiana e romana, penso che Expo2030 sarebbe una grande occasione, e non ci darei per vinti", ha detto a proposito della candidatura di Roma all'esposizione universale 2030, in concorrenza con Riad. "In passato sono stata polemica con chi credeva che un grande evento non dovesse celebrarsi in questa città perché Roma non aveva gli anticorpi. Io penso che l'Italia e Roma abbiano tutti gli anticorpi per fare quello che vogliono", ha spiegato.
Banche: “Per Mps lavoriamo a uscita ordinata dallo Stato”
Tra i temi al centro delle domande dei giornalisti c’è stato anche quello delle banche. "Bisogna favorire un sistema bancario che non ripeta gli errori del passato. Siamo al lavoro sul dossier Monte dei Paschi di Siena, un'altra grande questione ereditata. Una situazione molto difficile, gestita fin qui abbastanza pessimamente, decine di miliardi spesi a carico dei contribuenti”, ha detto Meloni aggiungendo che “oggi è stato fatto un aumento capitale, c'è una ristrutturazione che ci sembra abbastanza solida. Lavoriamo per un'uscita ordinata dello Stato”. In generale, il governo punta a “creare le condizioni per cui in Italia ci siano più poli bancari italiani".
Dl Rave: "È il segnale che mi interessa dare"
Il premier ha parlato poi del decreto contro i rave party, rivendicandone l’utilità. “Da tempo arriva gente da tutta Europa a organizzare raduni illegali con violenze, droghe, perché si divertono. Ci chiediamo perché da noi e non in Francia o in Spagna? Perché noi lo consentiamo". A chi le chiede se non sarebbe il caso di occuparsi di temi più urgenti, Meloni ha risposto che "per me non è secondario: è il segnale che mi interessa dare. È finita l'Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola”.