
Nuovo Dpcm, ira delle Regioni "zone rosse". Fontana, Cirio e Spirlì contro il governo
Il nuovo decreto ha diviso l'Italia in tre fasce di rischio. L'elenco non piace a molti governatori delle Regioni inserite nel livello rosso e arancione. Fontana: "Uno schiaffo in faccia alla Lombardia". Cirio (Piemonte): "Governo spieghi la logica delle scelte". Spirlì (Calabria): "Decisione ingiusta". Scontenti anche Musumeci e De Luca

L’elenco delle Regioni divise nelle tre diverse fasce di rischio dal nuovo Dpcm non piace a diversi governatori. In particolare i presidenti delle aree inserite nelle zone rosse e arancioni lamentano che si tratta di una decisione "ingiusta" e "assurda"
Dpcm, la mappa delle Regioni in zona rossa, arancione e gialla
Dopo la conferenza stampa in cui il premier Giuseppe Conte ha illustrato il nuovo Dpcm, è arrivata subito la reazione del governatore lombardo Attilio Fontana. "Le richieste formulate dalla Regione Lombardia non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita", ha detto
Fontana: "Da Conte uno schiaffo in faccia alla Lombardia"
"Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all'ora di cena, che la nostra Regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo è grave, ma inaccettabile", ha aggiunto il governatore Fontana. "A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del governo sono i dati attraverso i quali viene adottata: informazioni vecchie di dieci giorni che non tengono conto dell'attuale situazione epidemiologica", ha puntualizzato
Le restrizioni zona per zona
"Vorrei aspettare qualche giorno per vedere qual è l'evoluzione della nostra linea pandemica. Se la situazione, come in questi ultimi giorni, ha dei parziali miglioramenti, credo che si potrebbe continuare per questa strada . Se andasse invece in una direzione diversa, accetto le chiusure", ha proseguito Fontana
Le cose de sapere sulle diverse zone
Anche il Piemonte è stato inserito tra le Regioni in zona rossa. Il governatore Alberto Cirio ha commentato: "Ho passato le ore a rileggere i dati, Regione per Regione, a cercare di capire come e perché il governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili. Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte, pretendo dal governo chiarezza". Cirio chiede perché scelte così importanti siano state prese "su dati vecchi di almeno dieci giorni" e non sia stato considerato "il netto miglioramento dell’Rt"
Cirio: "Governo spieghi logica di queste scelte"
La sindaca di Torino Chiara Appendino, su Facebook, ha invece usato toni più concilianti: “In questo momento drammatico, le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità. Il governo l'ha fatto, stabilendo dei criteri di rischio per le Regioni". La prima cittadina sollecita a "mettere subito in atto un piano dettagliato e concreto che ci faccia passare alla fascia di rischio inferiore e che ci porti, Torino e il Piemonte, fuori dal lockdown il prima possibile"
Zona rossa, cosa si può fare e cosa no
Anche la Calabria è tra le 4 Regioni in zona rossa. Il presidente facente funzioni della Giunta regionale, Nino Spirlì, ha detto che ha appreso la notizia “con costernazione, rabbia e sgomento. Decine di migliaia di imprese saranno costrette a chiudere i battenti forzatamente e, a mio parere, senza un motivo valido. Mi arrabbio, perché tutto questo poteva essere evitato, se solo il governo avesse ascoltato i miei ripetuti appelli che ho fatto, nei giorni scorsi per cercare di convincere chi, in realtà, si era già abbondantemente convinto a prescindere"

Tra chi è finito in zona rossa, l'unico per il momento a difendere le scelte del governo è il governatore della Valle d'Aosta Erik Lavevaz. "La situazione è difficile e serve una presa di coscienza da parte di tutti. Più saremo attenti nell'applicare le prescrizioni, anche nella vita privata, prima la situazione sanitaria migliorerà e prima torneremo alla normalità. Dobbiamo essere tutti coesi nell'impegnarci al massimo oggi per essere liberi domani"

L'Alto Adige è zona gialla, mentre secondo i provvedimenti locali la città di Bolzano e numerosi altri comuni focolai sono zona rossa. Il governatore Arno Kompatscher spiega che "la valutazione del ministero della Dalute si basa sui dati del 25 ottobre. In Alto Adige purtroppo nel frattempo abbiamo registrato un massiccio aumento dei casi. Non serve a nulla rincorrere la pandemia, ma servono provvedimenti drastici e immediati per spezzare l'onda, per poi poter ripartire il prima possibile"

Nello Musumeci, presidente della Sicilia (in zona arancione), non è d’accordo con la scelta del governo: "È una scelta assurda e irragionevole. L'ho detto e ripetuto al ministro Speranza che ha voluto adottare una decisione al di fuori di una legittima spiegazione scientifica". Concetto ribadito in un’intervista a Repubblica: “Provvedimento unilaterale, non concordato. E a molti appare dettato più da motivazioni politiche che scientifiche. L'autonomia in questi giorni è in vacanza. Per il governo centrale lo è da un pezzo"
Zona arancione, cosa si può fare e cosa no
In zona arancione c'è anche la Puglia. Michele Emiliano per il momento non parla, ma le scelte fatte in concomitanza con la conferenza stampa di Conte lasciano intendere che il governatore pugliese abbia più di un punto in disaccordo con il governo. Il Dpcm prevede infatti che nella zona arancione siano in presenza le scuole dell'infanzia, le elementari e le medie, ma Emiliano ha fatto sapere che resta in vigore l'ordinanza che stabilisce la didattica a distanza per tutte le scuole di ordine e grado ad eccezione di quelle dell'infanzia

Tra quelli che chiedevano il lockdown nazionale c’era Vincenzo De Luca. La Campania per ora è in zona gialla. Ma l'attacco al governo è comunque pesante. "Si assumerà la responsabilità sanitaria e sociale conseguente alle sue scelte, sempre ritardate, e sempre parcellizzate", dice il presidente della Campania annunciando che lascerà tutte le scuole campane chiuse
Le parole di De Luca
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris dice che "gli ospedali a Napoli, e in Campania, sono al collasso. Siccome la situazione è drammatica presso le strutture sanitarie, delle due l'una: o la Regione Campania non fornisce dati reali e attuali al ministero della salute, oppure la sanità in Campania è andata in tilt nonostante siamo al livello giallo, il più basso di rischio tra le Regioni in Italia. Siamo sconcertati e preoccupati. Abbiamo il diritto di capire e di ricevere dal governo informazioni precise"
Le parole di De Magistris
Dopo la firma del nuovo Dpcm, c'è anche il commento del presidente del Veneto Luca Zaia, la cui Regione è nella fascia gialla: "La classificazione delle Regioni in diverse aree non deve scatenare una guerra tra poveri. Non è il caso di pensare adesso che ci siano primi della classe e sfortunati. Per quanto riguarda il Veneto, la nostra classificazione in area gialla - sottolinea - dimostra che fino ad ora, ripeto fino ad ora, il sistema di gestione e il modello sanitario hanno tenuto"
Zona gialla, cosa si può fare e cosa no